trio
Matilde 02-25 - Il due di picche a Roberto
di Alex46
20.03.2019 |
2.731 |
1
"E poi guarda, io so che loro mi stanno aspettando..."
Debra non ha più da raccontarci nulla sulle sue storie con altre donne. Ma ugualmente siamo ancora curiosi, è passato troppo tempo senza sapere niente di lei, così la sera dopo le chiediamo di raccontarci in dettaglio qualcosa che sia almeno pari se non superiore a ciò che invece noi abbiamo raccontato a lei per il suo geloso piacere.Lei ci ha sempre ascoltati con grande interesse, gelosissima di quanto abbiamo fatto: ma nello stesso tempo è fiera di come siamo e di chi siamo.
La sera Debra rientra, saluta con un bacino Michele che legge sul divano, poi mi vede in cucina dietro ai fornelli. Mi si avvicina: - Dopo cena, voglio che vai di là, che ti spogli e che mi aspetti – mi sussurra dolcemente all’orecchio. Ti abbiamo dato fastidio ieri sera? Ti è passata, amore?
Mi scombussolo e mi eccito immediatamente, vado in camera a cambiarmi senza risponderle.
Sul mobile c’è la solita fotografia del matrimonio di Debra e Michele. Ve l’avevo detto che si sono sposati in chiesa? E che lei era tutta vestita di bianco, anche se non nel classico abito da sposa? Intanto Debra m’insegue con la voce: - In cucina continueremo dopo. Preparati, ché stasera voglio finirvi il racconto di me e Roberto.
- Preparati, cosa vuol dire? - le rimando a voce alta.
- Mettiti qualcosa di carino addosso, quel tanga nero per esempio...
Più tardi, servito da bere per tutti e tre, comincia. Siamo sdraiati, pronti ad ascoltare quali altre porcate questa moglie separata, e a questo punto anche un po’ lesbica, abbia fatto.
«Non vi ho neppure parlato di Roberto? No, non credo. Non è neppure una settimana che stiamo assieme e già questo fa progetti di matrimonio e figli, vuole che io divorzi. Mi viene un groppo alla gola a sentire questi discorsi. Di matrimonio me ne è bastato uno, e anche mi è avanzato... Dunque vi voglio raccontare la fine. Io non gli sono stata fedele, lui lo sapeva che ne combinavo di tutti i colori; una delle manie di Roberto era quella di vedermi fare l’amore con un altro uomo. Più volte lui aveva insistito e io sempre rifiutato. Ma, con tutte queste belle premesse, non vi potete aspettare affatto il come è finita.
Siamo comodi, a letto. Roberto e io stiamo per fare l’amore, direi più che altro per trombare. Per la decima volta avevo dovuto spiegargli che non avevo nessuna voglia di fare bambini, non ora almeno e tanto più con lui. No a un altro matrimonio, no alla fedeltà, no all’amore per lui. Più chiaro di così... Esasperata, gli avevo anche appena raccontato da qualche giorno di Giovanni (di Anna avevo taciuto).
Non l’avessi mai fatto! Dice che lo faccio impazzire, che è quello che ha sempre desiderato, una grande troia infedele che lo faccia impazzire, ma che nello stesso tempo sia anche una brava mogliettina con pargoli.
La cosa non sta in piedi.
Lui continua a chiedermi particolari morbosi, si vede che gira intorno alla sua richiesta più importante, quella di chiedermi ancora una volta di invitare Giovanni a casa. Giovanni o chi altro volessi io.
Poi lo fa, chiaramente, mentre mi scopa.
- Allora non ti piacerebbe prendere un altro cazzo? Dai, che l’hai già fatto, non può essere un problema per te...
- Perché secondo te il fatto che io abbia trombato con Giovanni può giustificare di farlo davanti a te? Ma tu sei fuori...
- Non volevo dire quello. Mi riferivo a te e ai tuoi due compagni di prima, quando eri sposata.
A quel punto la voglia di scopare mi è scomparsa. Anzi, mi sto incazzando. Comincio con il fermarmi e a subire soltanto il suo movimento.
- Ah, perché secondo te è la stessa cosa amare una donna, e insieme stare con il nostro uomo... rispetto a quello che vuoi tu? Guarda che io non ho mai fatto l’amore con due uomini assieme e non credo proprio lo farò mai.
- Beh, io invece sto morendo di voglia che tu lo faccia, per me – insiste lui, senza neppure rendersi conto che qualcosa, già prima assai fragile, si è definitivamente rotto. Lo costringo a uscire.
- La sai una cosa, Roberto? Abbiamo trascorso assieme un periodo meraviglioso, e ci siamo divertiti da pazzi. Probabilmente tu ti senti di amarmi, ma io credo che uno di queste settimane tornerò da mio marito. Con lui e con Matilde, di cui ti ho raccontato tanto, provo l’amore che non provo per te. Volevo dirtelo da un po’ di giorni, però solo adesso mi sono sentita pronta. Ma tu capisci che io come donna non posso amare uno e farmi sbattere da un altro? Tu mi stai ossessionando con questa fantasia, che va oltre la fantasia, di mettermi tra le braccia di un altro con te che guardi. Lo potrei fare solo se per me godere fosse l’unica cosa importante, assieme all’esibizionismo. Che io abbia voglia di godere e che sia esibizionista è senz’altro vero. Io ne ho sempre voglia... Il fatto che io abbia scopato con Giovanni non significa che potrei (ma soprattutto che vorrei) farlo con lui con te presente. E poi guarda, io so che loro mi stanno aspettando... Loro questo non lo vorrebbero, come non dovresti volerlo neppure tu.
Roberto rimane impietrito, con il cazzo che gli s’ammoscia a vista d’occhio. Lui pensava che il problema tra di noi potesse essere uno come Giovanni... Poverino, come non mi conosce. E poi fa l’errore chiave, quello che mi fa alzare, prendere le poche cose che ho a casa sua, e andarmene di fretta e furia. Infatti ha il coraggio di dirmi: - Ah, così, sei così troia prima per il farti sbattere da un Giovanni qualsiasi, poi per trattarmi come mi hai trattato adesso, poi per piantarmi in asso. Dicendomi per di più, così, come se niente fosse, che ti manca tuo marito e quell’altra troia lesbica. Io ti amo, non loro che se ne sono fregati di te ormai da mesi... Stronza che non sei altro, possibile che non lo capisci...
Sta ancora urlandomi le cose più oscene, anche nei vostri confronti, quando io mi alzo e mi rivesto in fretta. Quando esco senza salutare e sbattendo la porta lui mi sta implorando di non farlo».
Ora Debra tace, evidentemente ancora scossa per quello che ci ha raccontato, per la fine della sua relazione con Roberto. Poi si riprende, si alza stirandosi come una gatta mentre si accarezza sospirando il seno e va a prendersi da bere.
Quando Debra ritorna con le bibite, Michele si sta menando il cazzo nudo fuori dalle mutande tirate un po’ giù e io sono lì a guardarmelo adorante.
Poi decido di prenderlo in bocca e succhiare subito, succhio forte, lo lecco con gran rumore, me lo sfrego con due mani, gli lecco anche in basso i coglioni. Michele finge indifferenza ma, essendo un uomo, si sarà certamente un po’ identificato con quel Roberto, in realtà la vittima di quella vicenda.
Nel frattempo io me lo lavoro e voglio farlo sborrare, come sempre prima di passare al vero sesso, cioè prima quello tra noi donne e poi con un cazzo non più pronto a venire subito, ma duraturo come un vero cazzo dev’essere con delle troie come noi. Tra una leccata e l’altra, riesco a dirgli: - Questo Roberto dev’essere un gran simpatico. Michele, ti piacerebbe essere come lui? Ti piacerebbe che noi fossimo come avrebbe voluto lui e c’infoiassimo per un Giovanni qualsiasi, anche magari superdotato?
- Sì, mi piacerebbe – mormora – voi con me potete essere quanto troie volete. Voi sapete però come si fa a tenervi un uomo con voi...
- Sì, è vero che siamo più troie – interviene Debra, con i bicchieri su un vassoio - Ma tu ci permetteresti di scopare con Giovanni, ci prenderesti la camera all’Hilton senza partecipare (questo farneticava Roberto)? Godresti della troiaggine che possiamo rivelare fino in fondo?
Non c’è risposta. C’è solo un mugolio di piacere e uno sborrare nella mia bocca che inghiotte quasi tutto.
Poi vado a baciare Debra, con fare da vera porca. Mentre la bacio le faccio scorrere sulle labbra lo sperma rimasto in bocca. Adesso che non ho più il cazzo in bocca voglio dire la mia.
- Debra, sei una gran figa, altro che. Mi piaci, hai vissuto delle storie bellissime. E mi ci ritroverei un casino. Da quanto s’è capito ti sei fatta sbattere un bel po’ da Giovanni, prima di dirlo a Roberto. Grande, grande.
Michele non commenta, guarda solo con rassegnazione il suo cazzo floscio affiorare da un paio di mutande mezze su e mezze giù. So già che tra poco si alzerà per bere ancora. Lo fa sempre. Di solito noi ne approfittiamo per iniziare a fare sesso tra di noi.
Ma questa volta Debra preferisce raccontare l’avventura con Giovanni, perché il suo esibizionismo va oltre la voglia che sicuramente l’attanaglia. E infatti la vedo accarezzarsi, la mano sotto la gonna a pieghe.
E ben presto la manina tra le cosce l’avrò anch’io.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.