trio
Matilde 04-19 - L'e-mail di Debra
di Alex46
29.05.2019 |
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"«Torno al computer a dare un occhio a come la bionda lo prende nella figa e nel culo contemporaneamente, guardo la sua espressione rapita, vorrei essere in..."
La serata è appena cominciata. Mentre prepariamo e poi consumiamo una parca cena sappiamo entrambi che non ci metteremo le pantofole davanti alla tele.Anche perché in attesa di sederci in soggiorno Michele aveva acceso il computer di casa e aveva scoperto una e-mail di Debra, a Ferrara per lavoro e probabilmente a quest’ora a cena con chissà chi.
- Leggiamola assieme - mi dice, appena l’ha stampata, per comodità.
«Ieri sera, appena rientrata in albergo, avevo le mutandine bagnate di voglia. No, non avevo incontrato nessuno, la voglia era solo mia e pensavo malinconicamente a voi. Soprattutto a Matilde, perché ancora adesso ho vivo quel nostro pomeriggio nella villa di Elisa. Te lo abbiamo già raccontato Michele, ma è stato davvero bestiale. Credo di non avere mai goduto così tanto e così a lungo... anche se in questo campo i ricordi ultimi sono sempre i migliori.
Fatte le mie cose in bagno ero pronta per fare un po’ di sesso da sola. Ho acceso il pc, sono andata sul sito nostro solito e mi sono letta un racconto di una donna che faceva sesso anale per la prima volta. Ero seduta con addosso solo le mutandine che mi ero cambiate, ma stavo già bagnando anche quelle.
Mi ero lavata scrupolosamente e, guarda il caso, nettando per bene il culetto ci avevo fatto un pensierino. Forse è per quello che ho scelto quel racconto. Non avevo molto tempo, era tardi e dovevo questa mattina alzarmi presto...
Con me avevo solo il mio vibratore azzurro e il mio dildo, compagni come sapete ormai inseparabili, gli unici che possono rimpiazzare la vostra assenza.
Vado anche su un altro sito, per guardarmi qualche foto, cercando appositamente una figa che si fa spaccare il culo da qualche omaccione.
Trovo un reportage con una bella troia bionda che succhia, culo all’aria, un bel cazzone negro. Un altro nero la guarda avidamente. Poi nelle foto dopo le unge il culo e poi la penetra mentre lei non cessa di succhiare l’altro fino a che i due la prendono contemporaneamente, la fanno godere ancora, poi fuoriescono e le sborrano in faccia. L’ultima foto è un primo piano del suo volto di troia schizzato da sborra di negro.
Sapete che vi dico? Che non perdo neppure tempo a sbattermi un po’ la figa. Che è fradicia, ma chissà perché stasera la voglio trascurare.
In mancanza d’altro va bene anche la crema Nivea, così m’infilo il vibratore acceso nel culo. Con quello dentro riesco anche a risedermi davanti al computer, e dopo poco l’avere quell’oggetto dentro mi spinge a godere, pregustando un’orgasmo violento.
Ora è tutto dentro e per sentirlo meglio muovo il bacino avanti e indietro... mi vedete? Qui, da sola, davanti a foto sconce, con un vibratore piantato nel culo fino quasi a farlo sparire dentro...».
La vediamo, la vediamo. Siamo entrambi nudi da prima. Nudi avevamo preparato la cena e mangiato. Ora io mi sono sdraiata sul divano e ho già un dito dentro la figa mentre Michele continua a leggere:
«Siccome non posso più tanto concentrarmi sulle foto, ne scelgo una, quella più arrapante, dove c’è lei con la verga nera dentro nel culo, sdraiata di fianco mentre succhia il primo cazzo... ha una faccia da troia... deve provare un orgasmo devastante... Dio come sarebbe bello leccarti la figa Matilde, mentre Michele mi fa godere nel culo... Il vibratore è talmente ben alloggiato che ho voglia di cambiarlo con il dildo. Non lo spingerò così a fondo, ma essendo più grosso avrò la sensazione di avere dentro un vero cazzo.
Mentre mi alzo dalla sedia, vedo che l’avevo infradiciata con la mia sborrina di figa.
Allora cambio idea, mi avvicino al letto, prendo il dildo, mi sdraio e me lo infilo con cura nella figa, facendo attenzione perché il vibratore non l’ho mica tolto. Ho camminato fino al letto senza neppure toccarlo, non ho bisogno di sostenerlo. Così con l’altra mano mi accarezzo il clitoride, fino a ora dimenticato.
- Oh, sìììì - mormoro.
Ora sì che sono piena. Vibrazioni che dal culo passano davanti e vengono ritrasmesse sul dildo di lattice, che ora comincio anche a muovere su e giù... Non me ne frega più un cazzo della bionda e dei suoi due negroni. Ora ho entrambi i buchi oscenamente riempiti di cazzo finto e mi basta. Mi basto, anzi godo. Godo di me e di percepire ancora una volta quanto la natura ci ha fatto troie a noi donne, specialmente me».
Ormai Michele sta leggendo piano, interrompendosi spesso per dare due pompate a un cazzo durissimo. Io, all’inseguimento del sesto orgasmo del pomeriggio/serata, sto già gemendo con due dita dentro alla figa.
«Ed è così che esplodo, amori miei, ahhhh, ahhhhh, godo come una vacca, mi sento solo un buco ripieno, arghhhhhhhh, sembra quasi che tutta la mia sborra faccia fatica a uscire da tanto che ho i buchi pieni...
- Ahhhhhhhh, sìììì, è lungo.... è di quelli che ti distruggono... arghhhhhhh!!!!
Sono disfatta, ora. Volevo godere con il culo (si fa per dire) e mi è venuto benissimo... Ma... ne ho ancora voglia... Perché sento che non ho ancora finito?».
- Michele, ti prego, aiutami a venire... Quella mi sta facendo morire!
Michele si avvicina e, continuando a leggere, si limita ad accarezzarmi le tette, stringendo ogni tanto i capezzoli. Così però deve interrompere la sua masturbazione.
«Torno al computer a dare un occhio a come la bionda lo prende nella figa e nel culo contemporaneamente, guardo la sua espressione rapita, vorrei essere in quella stanza io, con i fotografi, con i due negri, nel sudore, nell’odore, nel sesso.
Poi torno a letto, dove avevo lasciato i due giocattoli. Ho voglia di godere ancora, di cervello più che altro, perché voglio degradarmi al massimo. Prendo il dildo e lo appoggio al mio buchetto, ancora palpitante per la goduta di prima. Pensando alla bionda me lo spingo lentamente dentro, piano... fa un po’ male, poi non più. È dentro di qualche centimetro, ora. Poi infilo il vibratore, che era rimasto acceso tutto il tempo, nella mia fessura davanti. Quello lo infilo tutto, almeno non avrò bisogno di tenerlo, voglio avere la mano libera per manovrare dietro e per sgrillettarmi con un dito il clitoride.
È qui che mi viene in mente di scrivervi questa mail, pazienza se dormirò un po’ meno...
Prima però voglio godere, l’ultima volta stasera. Amori, inutile che vi dica che ci sto riuscendo. Ed è davvero devastante, perché non smetto neppure un secondo di accarezzarmi il clitoride... e l’orgasmino che mi provoco è la miccia per quello grosso che mi fa urlare i vostri nomi... Perfino ora che sto scrivendo mi sto toccando...».
Io non ho mai interrotto l’andare su e giù con le dita e quando Michele mi guarda, a racconto finito, anch’io lo guardo negli occhi e vengo: - Ahhhhhhhhh, ahhhhhhhh!!!!!!!!
- Michele osserva rapito il mio piacere poi esclama: - Non sai quanto vorrei essere una donna per godere come voi.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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