Lui & Lei
Matilde 08-21 - Le lettere
di Alex46
08.11.2019 |
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"Il nostro ginecologo, sì, il nostro, visto che ho deciso di farmi vedere da quello di Debra (il mio è amico dei miei..."
Un lunedì sera di fine di gennaio 2005, siamo entrate nel quarto mese di gestazione, ormai le pance cominciano a vedersi, anche se con abili trucchi di vestizione adeguata riusciamo a mascherarle a chiunque. Il nostro ginecologo, sì, il nostro, visto che ho deciso di farmi vedere da quello di Debra (il mio è amico dei miei... lo so che c’è il segreto professionale, ma comunque non mi andava), dice che tutto procede bene, gravidanze così farebbero scomparire la sua professione dalla faccia della terra.Ci imponiamo questa sera di isolarci e di scrivere la nostra lettera, come avevamo deciso ormai tanto tempo fa. È penoso, all’inizio. Mi devo costringere, ma appena le prime righe, scritte a mano, riescono a prendere forma, ecco che una gioia inattesa fa capolino nella mia stanchissima psiche. Sono arrivata perfino a pensare che il tenermi per ancora qualche settimana tutto dentro avrebbe fatto male al bambino... E anche questo mi ha aiutato a cominciare. So anche che, tra i tre, il mio è il dovere più penoso e gravoso. Loro in fin dei conti sono sposati...
Come nei compiti in classe, ci siamo dati un tempo, stabilito alla mezzanotte, ora in cui tutti e tre dovremo “consegnare” il compito agli altri. Ci siamo presi poi altri due giorni per leggere assieme e attentamente i testi degli altri, fare eventuali aggiunte o correzioni, apporvi in calce il nostro commento e ricopiare il tutto in bella con le nostre calligrafie. Dunque, come da programma, al mercoledì sera le tre lettere sono pronte. Il rispetto della puntualità, la divisione a step e il lavorare assieme ci hanno aiutati molto. Il fissare sulla carta quelle emozioni che tanto ci atterrivano è stato liberatorio. Ci guardiamo stanchi ma abbozzando un sorriso.
- Potevamo farlo prima - azzardo.
- Sì - riconosce Michele.
- Meglio tardi che mai - conclude Debra.
Lettere alla mamma di Debra
Cara mamma, con questa lettera voglio scriverti quello che probabilmente non ho avuto la forza di dirti a voce l’ultima volta che ci siamo visti, a Natale. Anzitutti, sta tranquilla: non è successo nulla di grave, Michele e io stiamo benissimo, al lavoro tutto bene. Si tratta di cosa ancora più importante.
Infatti, sono incinta, sto iniziando adesso il quarto mese. E sono felice, felicissima. Non appena l’abbiamo voluto e ci siamo messi d’impegno, è arrivato. Sapessi con che felicità ho visto i risultati del pap test...
So quanto lo volevi anche tu... forse avevi perso le speranze, ma alla fine vedi che la tua Debrina non ti ha delusa. Almeno in questo.
Mi dirai: cosa aspettavi a dirmelo? Lo so che sei lì da sola, so bene che piacere che ti fa ogni volta che ci telefoniamo. So anche che ti lamenti con le tue amiche di questa figlia unica a Milano da nove anni, sposata da sette e mezzo... che non diventa mai mamma, che non ti dà un nipote... Io credo anche che tu ti sia trattenuta a stento dal parlarne con Michele...
Ebbene, il nipote eccolo. Niente nausee, il ginecologo dice che tutto procede alla perfezione, mi ha chiesto se voglio fare tra un mese l’amniocentesi, gli ho risposto di no, pienamente d’accordo con Michele. Vogliamo goderci fino all’ultimo questa splendida incertezza. Sarà maschio? E allora si chiamerà Andrea, come papà. Sarà femmina? Beh, sarà Monica.
Saranno almeno cinque anni che non insisto perché tu venga a trovarci, tanto per strapparti un po’ dalla nostra amata valle friulana. Credo però che presto dovrai farlo...
Infatti le notizie non terminano qui. Non saltare sulla sedia, mamma. Non svenire... Da tre anni e mezzo mi sono innamorata di nuovo, senza smettere per un minuto di amare Michele. Mi sono innamorata di una persona stupenda, bellissima dentro e fuori. Questa persona si chiama Matilde, ha la stessa mia età, è milanese. E da circa tre anni convive con noi.
Lo so che visto da fuori è pazzesco, figuriamoci per te che sei la mia mamma. Ti starai domandando sotto l’influsso di quali droghe possiamo aver deciso questo. Ma ti posso dire che non è stato deciso nulla, tutto è andato avanti così spontaneo da non crederci neppure noi stessi.
Anche Michele è innamorato di lei, per lei farebbe qualunque cosa come per me. Io non sono minimamente gelosa, se non qualche volta per gioco.
No, non lo sa nessuno. Forse qualche vicino può avere dei sospetti ma certamente non prove. Non lo sanno ovviamente i genitori di Michele, né ancora più ovviamente quelli di Matilde. Ma glielo stanno dicendo, in contemporanea con me.
Mi dispiace mamma, so che questo può essere fonte di grande dolore per te, e mi dispiace di dovertene parlare assieme a una così grande notizia. Avresti mai pensato che tua figlia potesse innamorarsi di una donna? Hai mai pensato tu stessa in vita tua che avrebbe potuto succederti? Hai mai sentito che esiste questo tipo di amore? Ne abbiamo mai minimamente accennato parlando assieme? Beh, è una cosa meravigliosa. Se un giorno dovessero separarmi da Matilde ci soffrirei in modo tale da ammalarmi, da morirne forse. Almeno, questo è quello che sento. E non da ora.
Ti ricorderai che Michele e io ci siamo separati per circa sei mesi, so che ci soffrivi da bestia. Credo che sia stato il periodo più brutto della mia vita. Beh, non ha nulla a che fare con Matilde. Magari un giorno ti racconterò.
Sì, certo, ci faccio sesso con Matilde. Lo facciamo appena possibile, ci regaliamo momenti d’intimità sublimi, che poi vogliamo condividere con il nostro uomo. Che ci guarda, ci incita, e poi ci fa morire di piacere. Quando, stanchi, ci addormentiamo tutti assieme è la gioia suprema.
Bene, ora sai quasi tutto, ma non proprio ancora tutto. Anche Matilde è incinta, anche lei inizia il suo quarto mese. Anche per lei va tutto bene, a detta del mio stesso ginecologo. Anche lei non vuole sapere nulla sul sesso del feto, ma hanno già deciso di chiamarlo o Davide, come il papà di Michele, o India, un nome magnifico che avrei voluto dare io.
Cambieremo casa, sarà una grande famiglia. E tra un po’ di tempo verrai a trovarci, voglio farti conoscere Matilde con la stessa ingenua curiosità con la quale voglio io stessa conoscere i suoi genitori. Se mi fa paura? Certo che mi fa paura. Ma so anche che se hanno una figlia così devono essere meravigliosi. E da adesso tutto deve essere chiaro, alla luce del sole. Tra di noi, naturalmente, non certo coram populo.
Ora ti prego mamma, non pensare a cambiare in qualche modo il corso delle cose. Vanno avanti da tre anni e mezzo e stiamo sempre meglio assieme. Non rimproverarmi, perché non servirebbe. Ti prego solo di accettare questo dolore che ti do e di lasciarmi sperare che un giorno capirai. Io sono felice. Davvero. E la mia gioia più grande sarebbe quella di vedere un giorno felice anche te.
Tua affezionata Debra
Gentilissima mamma,
che aggiungere a quanto detto da Debra? Nulla, se non l’imbarazzo di scelte che sappiamo essere dure, magari incomprensibili e spinose per chi ci vuole bene. In particolare a me spiace di aver tirato le cose in lungo per così tanto tempo. Questa è l’unica cosa che davvero mi dà dei problemi di coscienza. Senza tirare in ballo la civiltà musulmana, che ammette la poligamia, ritengo che la nostra scelta sia l’unica che potevamo fare. Ti prego di non essere gelosa dell’amore che ho per Matilde, è un po’ come quando si hanno due figli: si amano allo stesso modo. E infine: sono pronto a diventare padre. Due volte pronto. Non è una cosa che subisco, è veramente ciò che voglio.
Tuo affezionato Michele
Gentilissima Signora Adele,
anch’io mi permetto di scriverLe. Io sono l’intrusa. Quella che tanta gente penserebbe la responsabile, la rovina-famiglie. Non creda che non ci abbia pensato, che abbia agito con leggerezza. Ho fatto il salto nel buio dopo aver esitato quanto basta. E sofferto. So che non potrò mai unirmi in matrimonio con Michele, anche se è la cosa che più potrei desiderare al mondo dopo la nascita di nostro figlio. Certo, lo desidero. Ma in realtà sono felice che l’altra persona senza la quale non potrei vivere, Debra, sia la sua sposa. L’amore a volte segue strade contorte, forse i tempi cambiano. Lei mi vede come una pervertita? Lo accetto, nella speranza di poterLa conoscere e che pian piano il Suo giudizio su di me muti. Da come Debra mi ha sempre parlato di Lei, confido che prima o poi Lei possa accettare che io amo sua figlia dello stesso amore che ho per Michele.
Sua Matilde
Lettere ai genitori di Michele
Carissimi, so che l’ultima cosa al mondo che fareste è quella di mettere il becco nella mia sfera, forse è da un bel po’ di anni che giudicate che io sia grande abbastanza. Conoscete me, conoscete Debra, sapete che tra di noi le cose scorrono tranquille. Dall’alto della vostra esperienza giudicate di non dover intervenire mai per cambiare uno stato di cose che dovrebbe essere lo stato di tutte le famiglie almeno mediamente felici.
Come certamente è stata ed è la nostra famiglia, quella in cui sono cresciuto. Certo, ho avvertito da qualche piccolo segnale che, specialmente tu, mamma, ti sei accorta del mio cambiamento. Avrai pensato che col tempo un figlio si estranea gradualmente dai suoi genitori cui magari voleva molto bene, ma poi... avrai pensato che non faccio eccezione, che i figli sono egoisti, ecc.
In realtà è da quasi quattro anni che non trovo le parole per dirvi cose importanti, e solo ora sento che non posso più rimandare. Ed è il bene che vi voglio che mi ha impedito finora di comunicare con voi. Quasi da sembrare reticente sulla mia vita privata, da scivolare su alcune domande velate che potete avermi posto, magari durante un pranzo di Natale.
Di certo voi pensate che un figlio non è mai del tutto adulto finché a sua volta non fa figli, almeno uno. E anche dopo, magari... Probabilmente avete ragione, la vita è fatta per tutti in questo modo.
Ebbene, le notizie che ho da darvi sono due ed entrambe belle, anche se dipende dai punti di vista.
Prima di tutto, quella che per voi potrebbe essere la più spinosa: da tre anni e mezzo Debra e io ospitiamo in casa una donna stupenda, Matilde. Lei vive con noi, ci ama, fa l’amore con noi, probabilmente non potrebbe vivere senza di noi. È una ragazza dal cuore d’oro, bellissima, generosa, di cui personalmente sono innamorato pazzo. E quando vedo le mie due donne amarsi io vivo le ore più felici della mia vita, quelle in cui mi sento più appagato, realizzato e meravigliosamente amato.
Voi non avreste mai pensato che vostra nuora potesse essere bisessuale, come di certo non l’ho mai pensato io fino a tre anni e mezzo fa. Quando tutto è successo fulmineamente, senza che volessimo neppure per un momento opporci a questa ineluttabilità, che ci sembrava svolgere l’unica serie di sentimenti ed eventi possibili. Senza alternative. Tanto forte è stato l’impatto con questa persona. La quale, tra parentesi, mai avrebbe pensato di vivere un così radicale stravolgimento nella sua vita, che fino ad allora si era svolta nella massima “regolarità” eterosessuale.
Bene, ora vi chiedo, senza mezzi termini di accettarla. Non nei confronti del mondo esterno, dal quale anche noi cerchiamo di difenderci con opportuni sotterfugi e cose non dette e non sbandierate. Accettarla come vostra nuova figlia, perché tale, ve lo garantisco, lei è per me. Anzi per noi, se includo Debra.
La seconda è altrettanto una buona notizia. A questo punto, vi domandate, se la prima era quella, la seconda cosa sarà mai?
La seconda è che state per diventare nonni! E per ben due volte, senza però pensare a un parto gemellare...
Ebbene, sì. So che lo desideravate, anche se non magari in questi termini e modalità. Mi sto riproducendo con due donne diverse e sono sicuro che nasceranno due esserini meravigliosi, dei quali vi innamorerete senza fare la minima distinzione. Perché sono tutti e due frutto di un amore sconfinato e non potrete non amarli allo stesso modo. Sui nomi, ci sono in ballo sei possibilità: Davide e Andrea, Davide e India, Davide e Monica, Andrea e India, Andrea e Monica, Monica e India. È ovvio che a portare il nome di Andrea sarebbe l’eventuale maschietto di Debra. Che se invece fosse femmina sarebbe Monica. Matilde e Debra sono entrambe al quarto mese, stanno benone perché la gravidanza sta andando avanti senza alcun tipo di problema.
Dunque grandi cambiamenti sono in essere e con questa lettera ho avviato un processo che necessariamente provocherà un cambiamento anche dentro di voi. Da traumatico come certamente è ora, ciò che avete appena letto mi auguro diventi la consapevolezza di avere un figlio che sarà pazzo ma in questa sua follia è completamente determinato ad assumersi tutte le sue responsabilità, di padre, di marito e anche di amante.
Non so se per voi è troppo di vedermi prima o poi in luce positiva, quella stessa luce che da quasi quattro anni io sperimento ogni giorno. La vita in fondo sulla terra continuerebbe anche se improvvisamente apparisse un altro sole. Forse farebbe più caldo, ma la vita continuerebbe, magari meglio di prima. Nessuno lo può sapere.
L’educazione normalmente religiosa che mi avete dato non può opporsi a questo fatto. Qualunque persona di buon senso oggi sa che l’amore, in qualunque modo esso si presenti, deve essere rispettato, fino a prova contraria o fino a che non si deteriori.
Vostro affezionato Michele
Cari Maria e Davide,
sono sicura che il giorno in cui Michele e io ci siamo sposati eravate ben lontani dal pensare che un giorno sarebbero successe cose così “diverse” e soprattutto non accettate dal comune buon senso e probabilmente neppure dalla legge. Ho sempre pensato che voi abbiate voluto molto bene alla vostra nuova figlia, a quella donna che Michele aveva scelto (credetemi, tra tante). Dal mio punto di vista credo anche di non avervi mai deluso. Michele è stato ed è l’uomo più bello, più intelligente, più spiritoso che io abbia mai conosciuto. Amo i suoi difetti tanto quanto i grandi pregi che ha, lo amo con tutte le mie forze di fisico e di spirito. Con me è sempre galante, affettuoso, pieno di attenzioni. E sarà un padre meraviglioso, ne sono sicura.
La vita ha voluto anche che io m’innamorassi di una donna, guarda caso di una che a sua volta s’innamora di Michele e ne è ricambiata con un’intensità che non mi provoca alcuna gelosia, anzi più vedo l’amore che c’è tra di loro più io mi sento gonfia di amore per entrambi. Non so se questo rasenti la cosiddetta “depravazione”. Sono stata abituata alla massima tolleranza sugli usi sessuali e affettivi della gente e adesso che faccio parte di quelli considerati una minoranza speciale, ne vado fiera. Perché sono fiera dell’amore che provo per Matilde e Michele. E non vedo l’ora di vedere e di amare ciò che uscirà dalle nostre pance, il frutto dei lombi di Michele.
Vostra affezionata Debra
Gentili Maria e Davide,
anch’io mi permetto di scriverVi. Io sono l’intrusa. Quella che tanta gente penserebbe la responsabile, la rovina-famiglie. Mi dispiace presentarmi così a Voi. Non crediate che non ci abbia pensato, che abbia agito con leggerezza. Ho fatto delle scelte che mi sono costate, perché l’educazione che ho avuto è, come potete ben immaginare, del tutto contraria a ménage di questo tipo. E ho sofferto. So che non potrò mai unirmi in matrimonio con Michele, anche se è la cosa che più vorrei al mondo dopo la nascita di nostro figlio. E non per sostituirmi a Debra. Io sono innamorata di entrambi e in questa modalità, se fosse possibile, vorrei sposare entrambi. Quasi a certificare un amore creduto da generazioni impossibile. Sono felice che l’altra persona senza la quale non potrei vivere, Debra, sia la sposa di vostro figlio. L’amore a volte segue strade contorte, forse i tempi cambiano. Non potete vedermi come una puttana, né come una cacciatrice di uomini, né come una leggera sconsiderata che non si rende conto del “casino” che ha creato. Potete al massimo vedermi come una libertina, o forse una “viziosa”. Se è vizio l’avere coscienza di non poter esistere senza l’amore e il sesso di Debra e Michele, forse avete ragione. Lo accetto, nella speranza di poterVi conoscere e che pian piano il Vostro giudizio su di me muti. Da come Michele mi ha sempre parlato di Voi, confido che prima o poi possiate accettare che io amo vostro figlio dello stesso amore che ho per Debra. È una cosa cui terrei molto.
Matilde
Lettere ai genitori di Matilde
Cara mamma, caro papà, so che già solo ricevendo questa lettera giacete semisvenuti, vista la frequenza con la quale vi ho scritto in passato. Forse l’ultima volta è stato tramite una cartolina con qualcosa di più dei saluti, mille anni fa... altrimenti solo telefonate e neppure tante.
Non so chi per primo di voi la leggerà, riesco solo a immaginare che la leggiate assieme, almeno lo spero.
In effetti quello che ho da dirvi è di estrema importanza, un’importanza tale da esigere solennità e una forma diversa dal solito casual. Per me questo è un appuntamento al quale sto andando “messa bene”, perché l’occasione lo richiede. E naturalmente con tutta l’ansia che accompagna i grandi eventi.
Papà e mamma! Sono incinta, di quattro mesi. Questo bambino l’ho voluto, anzi l’abbiamo voluto. Sono felice come poche altre volte sono stata, così felice che mi viene un forte groppo alla gola al solo pensiero di ciò che si sta muovendo dentro di me, un’emozione quasi mai provata, in definitiva una cosa meravigliosa e irrinunciabile.
L’uomo che amo si chiama Michele, fa il direttore grafico in una nota agenzia pubblicitaria. Lui è splendido, è l’esemplare più perfetto di maschio che io possa mai avere incontrato, ed è anche l’uomo più adorabile sotto tuti i punti di vista. Insomma ne sono innamorata come una ragazzina da tre anni e mezzo.
E ora passiamo alle note più delicate e forse scabrose. Quest’uomo è sposato con Debra e noi viviamo tutti e tre assieme appunto da tre anni e mezzo. Mi dispiace di avervi mentito, di avervi taciuto che io a casa mia non vivevo più. Mi dispiace di aver tolto il telefono fisso di casa in modo che voi poteste comunicare con me solo per via cellulare. Mi dispiace di essere stata una figlia “cattiva”, di aver pensato solo a me stessa e di non avervi tenuto al corrente delle cose importanti che mi stavano succedendo.
Io mi sono innamorata di Michele perché, prima ancora, mi sono innamorata di Debra. Sì, avete una figlia che ha scoperto improvvisamente, senza averne mai avuto la tentazione, che l’oggetto del proprio amore può essere anche una persona dello stesso sesso.
Si è svolto tutto in pochi giorni, mi sono ritrovata coinvolta in un meccanismo al quale nessuno di noi né intendeva né avrebbe potuto opporsi. Dopo tutto questo tempo di convivenza, dopo gli anni di cose vissute assieme, di vacanze, di sesso anche, io sono ancora adesso nella situazione di non poter neppure immaginare come potrebbe essere la mia vita senza di loro.
Debra è una donna con la quale condivido dallo spazzolino da denti ai momenti intimi, è un’altra me stessa che amo con tutta la mia energia. Michele è l’uomo della mia vita, un uomo che non potrò mai sposare ma con il quale farei, già adesso, un secondo figlio.
Lo choc per ciò che vi sto rivelando è forte, credo. Spero che il tempo possa farvi riflettere e farvi vedere questo mio ménage in modo comprensivo, ad accettarlo forse. Spero che quando li conoscerete, accetterete anche loro. E soprattutto spero che voi amiate mio figlio visceralmente come avete amato me.
Io non mi sento “diversa”. Io sento che questo è il destino della mia vita, il senso di tutto, e devo seguire ciò che mi guida, cioè l’amore. Che potrebbe essere “malsano” solo nella testa di chi non ha mai avuto questa ventura. Non sento di essere una “peccatrice”, o una disgustosa depravata. Mi ribello al pensiero che qualcuno lo possa pensare, e per questo motivo sono accorta e taccio a tutti la mia condizione privilegiata. Io credo che nessuno sospetti nulla neppure in questo stesso condominio il cui indirizzo potete vedere sulla busta.
Debra e Michele mi aiutano molto. Anche per loro non è certo una passeggiata comunicare ai loro rispettivi genitori queste “novità”, ma sanno che per me è ancora più difficile. Per la gente sarei io l’intrusa, la sfascia-famiglie. E per ultimo, c’è un altro motivo di grande gioia: anche Debra è incinta, più o meno delle stesse settimane mie, perché l’abbiamo deciso assieme, quasi che i due figli fossero “nostri”, come li avessimo concepiti noi due assieme. A volte fa davvero paura che ci si possa innamorare di un essere umano indipendentemente dal suo sesso.
Vi prego anche di non dire nulla ad Aldo, voglio essere io a farlo, quanto prima. Sono desolata di essermi comportata così, non avervi detto nulla per così tanto tempo. Vi sarete chiesti con chi passavo il mio tempo e soprattutto perché ero così avara di informazioni. Non ero gelosa della mia vita, avevo solo tanta paura di voi. E anche ora, che sto per chiudere la lettera, sento dentro una pena infinita, come se nel mio cuore ci fosse quello spazio per ospitare il dolore che voi non potete sopportare.
Vostra figlia Matilde
Gentili Chiara e Renato,
sono Debra e probabilmente dopo aver letto la lettera di Matilde vi chiederete che razza mai di sporca donna io sia. Perché non credo che le belle parole che lei ha scritto su di me possano essere sufficienti a non odiarmi. Io posso solo confermare quanto lei vi sta dicendo, affermare con forza come e quanto si possa voler bene, amare, sì, amare, una persona dello stesso sesso senza esser dei mostri o dei malati dalla patologia pericolosa per se stessi e per gli altri. Matilde mi ha tanto parlato di voi, da una parte vi temo dall’altra non vedo l’ora di conoscervi. Perché so quanto siete cari a lei e ogni cosa a lei cara è cara anche a me. Chissà quando e se mai potremo scherzare assieme su quanto è accaduto. Io me lo auguro, come mi auguro che l’amore che porterete per il bambino di Matilde non sia minimamente sminuito dall’affetto che forse proverete per il mio. Che è come se fosse figlio anche di Matilde. Credo infatti non esistano amori contro natura, mentre sono sicura dell’esistenza di dubbi e pregiudizi snaturati cui siamo tutti pericolosamente predisposti.
Con sincero affetto, Debra
Gentili Chiara e Renato, beh, ho solo modo di presentarmi come Michele, il padre del Vostro futuro nipotino. Vi scrivo questa nota a margine della lettera di Matilde quasi dovessi chiedere la mano di Vostra figlia, con la stessa esitazione e la stessa irruenza. Perché io amo Matilde in modo forse del tutto personale e non schedato come normale, ma non c’è cosa che non farei per lei. Sarò un padre buono, spero. Lo voglio con tutte le mie forze. Voglio che Davide (o India) cresca nell’amore di una famiglia diversa, ma perfetta nella sua devozione all’amore. Ho molta paura della Vostra reazione, come anche di quella dei miei genitori, ho anche paura che il bambino ne sia influenzato. Non voglio con questo darvi delle responsabilità che non vi competono, voglio solo esprimere quanto sarà importante che il mondo attorno dia a Davide (o India) e ad Andrea (o Monica) quella stessa qualità d’amore che avrà nella stretta cerchia della nostra famiglia “allargata”. Anch’io sono ansioso di conoscerVi e mi permetto di abbracciarVi.
Con affetto, Michele.
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