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Matilde 08-04 - In autostrada, poi a casa


di Alex46
15.10.2019    |    2.217    |    0 9.2
"- Come mi carezzi con la lingua, la saliva tua che scende perché la lasci sbavare mentre te lo fai entrare più giù possibile..."
C’è esibizionismo in ciascuno di noi, qualcuno ne ha di più. Ne ho raccontati di episodi in questo libro, uno per tutti quello in autostrada con Michele, quando mi ha chiesto di toccarmi accanto a lui che stava guidando.
Ogni volta che Michele e io ci troviamo da soli in macchina (ma non succede spesso), oppure anche quando c’è Debra, ci troviamo a conversare di ogni cosa, ma è facile che alla fine il discorso viri sul sesso.
Una sera stiamo tutti e tre tornando da Biella, dove siamo andati ad ascoltare una conferenza. Una notte buia e nuvolosa. Dopo i primi commenti sulla serata, non so perché il discorso scivola sull’ultima volta che Debra e io l’avevamo fatto assieme ma da sole. È Michele a chiederci tutti i particolari e dopo un po’ ci stiamo eccitando solo al ricordo. Sono sul sedile del passeggero, mentre Debra è dietro. Sento la figa che mi pulsa e Michele se ne accorge da come mi agito. Debra sta raccontando di come, dopo aver fatto l’amore assieme, ci siamo addormentate davanti alla tele e di come lei si sia risvegliata mentre io mi masturbavo ancora.
Eravamo andate alla conferenza vestite sportive, con tanto di giacca imbottita che poi avevamo buttato sui sedili dietro. Tutti e tre siamo in jeans, sneaker. Debra e io abbiamo su un maglione a collo alto e sotto a quello niente.
Dal mio canto confermo quanto Debra sta raccontando, soprattutto insistendo sull’attesa spasmodica che lui arrivasse...
- Perché non lo fate adesso... vorrei vedervi entrambe smanettarvi la figa... Fareste questo per me? È così noioso guidare...
Mi volto a guardare Debra: non sappiamo cosa rispondere... poi lei trova la battuta: - Ma con le luci accese o spente?
- Accese, naturalmente, se no come faccio a vedervi? Anzi tu, Debra, dovresti metterti sotto tutte le giacche, così riesco a vederti bene.
- Ma così mi vedranno anche gli altri, specie i camionisti.
- E allora? Tanto noi andiamo più veloci...
Non sappiamo dire di no a questa nuova sfida. Due donne, per di più entrambe incinte, che si masturbano in un’auto che fila via veloce nella notte, pienamente illuminate perché l’autista possa vederle in questo loro osceno gesto...
Debra ha acceso la sua lucina, si è già “accomodata” sul mucchio di giacche, ha messo sotto anche due cuscini tirati su dal vano baule: e ora si sta sfilando i jeans e gli slip. Si è tolta proprio tutto, a parte il maglione. Ci guardiamo, sorridendo. Ora tocca a me spogliarmi, mentre Michele accende le luci anteriori e aggiusta lo specchietto retrovisore per vedere al meglio sua moglie.
Non appena mi tocco gli slip per togliermeli, sento che sono già bagnata al pensiero di quello che stiamo per fare.
- Così, anche tu, togli tutto - mi incita Michele.
- Mi vedi bene? - chiede Debra.
- Sì, ma non so chi guardare di più...
Io comincio a carezzarmi il bottone.
- Dovete parlare sporco - ci ordina Michele - e una per volta per favore...
- Beh, io devo dire che lo sto facendo di gusto come sempre, ma adesso penso soprattutto al tuo cazzo che più tardi mi sbatterà - dice Debra.
- Sìììì - aggiungo io - prenderglielo da sopra con il culo all’aria...
- Ho caldo... ora mi tolgo anche il maglione - ci annuncia Debra.
Se c’era qualche speranza di non essere notati, ora quella non c’è più. E mi sa che tra poco la seguo, perché anch’io comincio a sentire caldo.
- Guarda Michele... con un dito dentro e l’altra mano sui capezzoli - dice affannosamente Debra - sono già completamente fradicia...
- Sarà il senso di proibito... ma anch’io sono fradicia - dico io, affondandomi a mia volta un dito dentro, facendo bene in modo che Michele veda tutto, cioè leggermente rivolta con il bacino verso il suo lato.
- Debra, metti una caviglia sul sedile di Matilde e l’altra sul mio, alla sinistra della mia testa... così sei davvero oscena...
- Michele, sei perverso, ahhh, sei proprio perverso... così mi eccito anch’io a vederla!
- Si vede che mi sono trovato bene con voi...
- Ora i capezzoli li ho abbastanza duri... mi fanno quasi male. E mi fa godere pensare che qualcuno, mentre lo sorpassi, possa vedermi così sguaiata. Matilde, alza anche tu un piede... sul cruscotto...
- L’idea che qualcuno oltre a Michele possa vederci nude e masturbarci in auto mi fa svenire di eccitazione... ahhh, ahhhh... non sono distante...
- Voglio che bagnate i sedili, cazzo... voglio che vi meniate quelle fighe... dai, fatemelo vedere che le strapazzate...
- Oh, sììì, che ce le meniamo, vero Matilde? Sììì, ecco, guarda, adesso tra poco vengo, guarda come vanno giù queste due dita...
Io osservo Michele guidare con la sinistra e massaggiarsi il gonfiore che ha sotto i jeans con l’altra. Intanto anch’io sto crescendo il ritmo della masturbazione.
- Ahh, ahhh, mmmmm - dio che bello... non me ne frega un cazzo se qualcuno ci vede, anzi magari... dai, quando sorpassi un camion, rallenta un poco, mettiti al suo fianco, sììììì, così mi vede sborrare... e anche tu Debra, spostati più che puoi a destra... . ahhhh, ahhhhh!
In quella Michele supera un TIR, ma quando si tratta di terminare il sorpasso mi prende in parola e... rallenta!
- Oh, dio - esclamo. E subito guardo in alto verso il guidatore. I nostri occhi s’incontrano quasi subito... è un giovane corpulento, ma non distinguo bene.
- Ci guarda Michele... ci guarda!
Abbasso la gamba destra che avevo sollevato sul cruscotto e se possibile allargo ancora di più le gambe; mi affondo con più piacere le dita nella figa. Sono qui completamente nuda di fronte a uno sconosciuto, con il mio ventre piatto e depilato, il bacino rialzato... e mi sto stantuffando due dita nella figa... e lo stesso sta facendo dietro di me Debra, che ormai comincia a urlare il suo orgasmo.
- Ahhhhhhhh! Dio, ahhhhhhh, che figa che gli facciamo vedere, ahhhhhhhh!
Anch’io esplodo, ormai con il culo quasi appoggiato al cruscotto, anch’io urlo, onda dopo onda: ma mentre faccio tutto questo guardo con occhi di sfida l’autista del TIR. È una cosa davvero pazzesca...
Per fortuna Michele decide improvvisamente di accelerare... Poi non resisto più, e sempre a luci accese vado a slacciare la cintura a Michele, gli abbasso la cerniera, lo aiuto a fuoriuscire dai calzoni e dai boxer, fino a che non riesco a prendere in bocca un cazzo che più duro non si può.
Comincia a muovere il bacino e a scoparmi in bocca, io gli tengo in mano i coglioni, sento che è assai vicino. Lo spettacolo pazzesco di prima deve averlo eccitato a morte.
- Arghhhhhhhh - urla mentre mi schizza in bocca lo sperma. Ma invece che ingoiarlo preferisco dividerlo con Debra che intanto si è avvicinata per vedere meglio. Il nostro è un bacio lungo, lascivo. Nessuna delle due vuole trangugiare e alla fine lo sperma ci cola dalle labbra...
Entrati in casa, Michele ci prega di lasciarlo andare in bagno e quindi subito a dormire. In effetti è circa l’una, domani deve alzarsi presto, più o meno alle cinque e mezza, perché deve andare in auto fino a Innsbruck.
Noi gli diamo la buona notte, ma siamo ancora troppo eccitate da quanto abbiamo fatto assieme prima.
- Ti secca se Matilde e io stiamo ancora qui un po’? - chiede Debra lanciandomi nel contempo uno sguardo interrogativo.
- Ma certo che no, amore.
Allorché Michele, uscito dal bagno completamente nudo, ci bacia e vorrebbe guadagnare la stanza da letto, noi siamo tranquillamente sedute sul divano con un bicchiere di gin tonic in mano. Nella stanza fa caldo e ci siamo anche tolte il maglione e le sneaker, rimanendo in jeans a piedi nudi. Debra si alza per andare a sua volta in bagno.
Allora decido di trattenere per la mano Michele, quello di cui ho voglia è inequivocabile.
- Masturbati, amore - lo prego - dai adesso, che non c’è Debra, fallo per me.
E per incoraggiarlo mi accarezzo le tette in modo assai voluttuoso: ho ancora nella pancia le sensazioni di poco prima in auto.
Michele mi sorride, come si fa con una ragazzina dispettosa, poi acconsente. Si mette a gambe leggermente divaricate in piedi davanti a me, seduta sul divano, e incomincia un lento moto a pugno chiuso.
- Cosa state facendo? - si sente una voce dal bagno.
- Il ragazzo se ne voleva andare a dormire, ma adesso forse cambia idea...
- Non vi si può proprio lasciare soli...
- Ahhh... - Michele si lascia sfuggire un gemito, sapendo d’essere vicino. Non è supereccitato come me, dunque vuole accontentarmi ma senza perdere troppo tempo. Perciò accelera il suo stantuffarsi, orgoglioso di una potenza che io sento come fosse mia. Ma poi si ferma all’improvviso, afferra una lozione lasciata accanto al divano per spalmarsene un po’ al di sopra.
- Ora mi ungo. Lo sai cosa vorrei.
- No, cosa? – dico io mentre lo sento gemere ancora e intanto mi allungo appoggiando solo la schiena al divano, le gambe divaricate per quanto possibile per i jeans abbassati con tanto di slip a mezz’asta. Ho la gamba destra a contatto con la sua e mi sfioro il clitoride con il pollice, movendolo con movimenti a piccolo cerchio – Mi piace vederti venire come vuoi tu.
- Cazzo, Matilde – mi rantola con voce quasi soffocata – cosa mi stai facendo fare...
Non si trattiene, la sua masturbazione s’invigorisce sempre più, vedo addirittura il pugno che non solo va su e giù ma stringe e allenta.
- Ahhha... Vorrei che fosse la tua mano a farmi questo. Su e giù sul mio cazzo. Ogni tanto mi tocchi i coglioni... poi me lo prendi in bocca e succhi...
Ora la sua voce è cavernosa.
- Come mi carezzi con la lingua, la saliva tua che scende perché la lasci sbavare mentre te lo fai entrare più giù possibile. E con la lingua me lo schiacci... mi fai impazzire quando me lo prendi in bocca... oohhh, ora sono vicino, ci sono quasi, Matilde. Te lo senti in gola, lo senti? Senti gli spasmi che mi procuri?
- Michele – ansimo io – dio, Michele... - respiro senza aria. Col mio pollice ormai mi sto sfregando furiosamente in cerchio, con l’altra mano mi sono infilata due dita in una figa fradicia – sto per venire anch’io, amore... ora... oh, dio...
- Fammi sentire come vieni!
- Vorrei averti dentro, così verrei assieme a te.
- Matilde... ti prego, vieni – mi dice gemendo di eccitazione e con ciò provocandomi l’ultimo passetto prima dell’orgasmo.
- Ahhh, Michele, vengo, ora... vengoooo, ahhha – alzo il bacino, premo una gran parte del peso del corpo sulla testa che vorrebbe entrare nel cuscino del divano, con una mano mi torturo i capezzoli – ahhhh – mi lascio andare alla fine con l’ultima onda.
- Matilde – quasi mi urla lui – eccomi...
Passa qualche secondo di silenzio, vedo i fiotti di sperma che mi vanno a colpire faccia, collo e stomaco.
- Ci sono ancora – mi sussurra alla fine, quando ho finito di ripulirlo a grandi leccate. Con le dita ho raccolto anche il grosso dello sperma che mi cola dalla faccia e dal collo e ripetutamente me le sono passate in bocca. Ora mi alzo e lo bacio con la bocca volutamente ingombra.
- Buonanotte amore – gli dico sfinita.
- Buonanotte.
È proprio il momento in cui riappare Debra, che ha sentito tutto.
I capelli neri le cascano sulle spalle mentre ci diciamo non so più cosa, ma sempre girando attorno all’argomento dell’esibizione fatta prima in autostrada.
- Siamo state ben matte - concludo io, ridendo.
- Toccami Matilde, toccami con le mani.
La accontento, accarezzandole i seni con piacere, il piacere di sentirmeli sotto le dita, frementi.
- Adesso leccami le tette, Matilde... ti prego... È tutta la sera che vorrei sentirmi addosso la tua lingua.
Mi avvicino con le labbra a un capezzolo e glielo succhio con dolcezza.
- Ecco, così, amore... leccami così.
Comincio a far scorrere la lingua sul capezzolo, poi su e giù sul seno, succhiando qua e là, aiutandomi anche con le mani. Sento che i miei capezzoli si stanno indurendo, perciò la torturo con delicatezza.
Sento che le piace. Un gemito preceduto da un respiro profondo me lo indica con certezza.
- Matilde, voglio fare l’amore con te. Mi stai facendo impazzire con questa lingua.
- Anch’io lo voglio - mi sento dire.
- E allora adesso ti lecco la figa - mi dice decisa alzandosi e aiutandomi a togliere prima i jeans poi gli slip ancora umidi degli orgasmi in auto e di poco fa.
Ma una volta che sono nuda e completamente esposta, preferisce accarezzarmi il busto e sentire quanto duri io abbia i capezzoli.
- Bella, come sei bella... non posso fare a meno di toccarti... ti piace, vero?
- Sìììììì... - rispondo rilasciandomi sempre di più.
Debra inizia a farmi scorrere la lingua sulla pancia, poi sulle tette, una lingua bagnata e meravigliosa.
- Uhhh, così mi piace, Debra - mormoro.
Lei incomincia a passarmi le dita attorno alla figa.
- Ti prego...
- Ti prego... cosa?
- Ti prego... leccami!
- Ora arrivo amore... non sai quanta voglia ne ho anch’io... ora arrivo...
Non voglio che mi parli, voglio che mi lecchi, voglio sentire la sua lingua rovistarmi nell’intimo, voglio bagnarle la bocca e la faccia.
- Mmmm, che odore che hai... - mi dice avvicinando il volto alla figa che mi sto spalancando per lei con le dita.
- È puzza di figa o è buon odore di figa? - le chiedo.
- Puzza? Ma sei scema? Io ti potrei leccare anche dopo giorni che tu non te la lavi...
E dicendomi questo mi titilla il clitoride a rapidi colpi, provocandomi un sobbalzo e una serie di brividi. Me lo lecca, poi. E me lo succhia, mi fa salire la pressione alle stelle e solo a quel punto m’infila la lingua nella figa.
Comincio ad agitarmi di bacino, nel piacere.
- Sììì, così, scopami con quella lingua - le sibilo - scopami più forte, cosììì, ché tra poco vengo... ti voglio venire in faccia!
Lei continua ancora per poco, poi rialza la testa, bellissima, per guardarmi in queste condizioni. Non sentendo più la sua adorata lingua dentro di me, la guardo con sorpresa, ma prima che si tramuti in dispetto lei mi ha già infilato un dito dentro.
- Dai, Matilde, vieni... vieni per me... ti voglio veder venire!
E non ha da aspettare molto, perché io esplodo qualche secondo dopo.
- Ahhhhhhhh!
Lei contempla ancora un poco la sua opera poi si adagia accanto a me.
- È stato bellissimo - le dico piena di riconoscenza - ma tu?
- Questo è stato per te, amore... ma adesso ho altre idee, spero ti piacciano - mi confida sorridendo.
- Mmmmm, cosa ti passa per la mente?
Lei si alza, apre pianino la porta della stanza da letto. Michele, dal respiro, si è già addormentato. Lei apre l’armadio e ne torna con il feeldoe, cioè lo strap-on senza cinghie.
- Questa sì che è un’idea! – mormoro mentre la vedo infilarsi la prominenza piccola, gemendo. La ringrazio dentro di me per il trattamento che mi vuol riservare, in effetti l’orgasmo appena avuto, lungi dall’acquietarmi, ha risvegliato in me solo ulteriore voglia.
Poi s’inginocchia sul divano, splendida con quell’oltraggioso cazzo, e mi chiede: - Preferisci davanti o dietro?
- Tu cosa faresti?
- Io vorrei guardarti in faccia, voglio vederti mentre ti scopo.
E detto questo mi afferra le gambe, me le allarga, mi apre.
- Fammi sentire ancora se sei pronta... - mi dice mentre per la seconda volta mi affonda il viso tra le cosce – mmmm, mi sembra che sei più che pronta... Dimmi che lo vuoi, dimmi che vuoi che ti scopi con questo cazzo...
- Oh, sììì, sììì che lo voglio... dai, entra dentro, lo voglio... voglio che tu mi scopi fino in fondo con quel coso... - le rispondo, con gli occhi chiusi, le gambe spalancate, desiderosa solo che lei mi sfondi per farmi godere.
Lei intanto si da da fare, mi apre con le dita le labbra, mi appoggia il fallo e poi entra con una mossa abbastanza decisa. L’immediata sensazione di pieno che ho è esplosiva.
- Uh, così, Debra... scopami così, vai pure più forte...
Lei inizia a fottere con più ritmo, entrambe godiamo di questo coito, qualcuno direbbe contronatura. Per noi invece sono solo gemiti di piacere. Lei si prende anche l’iniziativa di giocherellare con il mio clitoride e queste sue carezze mi fanno diventare pazza... non trovo di meglio che pizzicarmi con le dita i capezzoli, fino a sentire male.
Quando ormai comincio a vedere il rapido avvicinamento dell’orgasmo, lei sospende i movimenti e mi prega di girarmi. Vuole prendermi da dietro, le obbedisco, mi metto carponi sul divano, la guardo da dietro una spalla.
- Che bel culo hai, Matilde... ti adoro – mi dice mettendosi a leccare il mio buchetto, cercando di entrare dentro con la lingua e mandandomi alla soglia dell’esplosione.
- Debra, mi fai impazzire con quella lingua... ora però scopami, lo voglio ancora dentro... fallo, ora...
Anche lei sente che il momento sta arrivando, così non perde tempo a introdurre ancora il fallo: ho la figa fradicia, non posso aspettare un secondo di più. Sento che mentre riprende il va e vieni mi infila anche un dito dove prima aveva la lingua. Mi sento sciogliere di godimento, ormai gemo rumorosamente.
- Ti piace, vero? Ti piace che ti sditalino il culo, vero?
- Oh, sìììì, non smettere... per favore! Dai scopami il culo con quel dito e spingi con questo cazzo... spingi, spingiiii!
Sono completamente passiva sotto la sua doppia azione, ma sento che anche lei è vicina.
- Matilde... ti sto scopando... come un uomo... ma adesso vengo anch’io... sei pronta?
- Sììììì, continua, dai, ahhhhhhhh, ahhhhh, vengo, mi fai venire.... Sto sborrando, ahhhhh!
Lei mi sta pompando freneticamente, poi anche lei scoppia a urlare il suo orgasmo.
– Oh dio, sborro... mi sembra di farlo... come un uomo... dio, ahhhhhhhhhh, ahhhhhhh!
- Così, anche tu, dai, vieni, ahhhh, anche tu... con me!
Verso le tre barcollando andiamo a sdraiarci accanto a Michele, riusciamo a malapena a coprirci con la coperta. Abbiamo abbandonato il feeldoe sul divano.
Il mattino alle 5.30 suona la sveglia di Michele...
Lui cerca di alzarsi, noi lo fermiamo con le mani.
- Ti sei svegliata anche tu? - mi chiede Debra con voce roca.
- È come se non avessi dormito, un dormiveglia...
- Anche tu hai pensato a non lasciarlo andare?
- Ohe, signore... io devo andare!
- Beh, prima dacci un bacio...
- Mmmm, sì, dacci un bacio prima...
Il bacetto che ci concede è puramente pro-forma. Il ragazzo evidentemente ha altro cui pensare. Sapremo poi solo domattina che ci ha scritto un bellissimo biglietto prima di uscire.
Uscito dal letto Michele, Debra e io ci ritroviamo faccia a faccia. È così bella! Ogni volta che la guardo mi batte il cuore. Avvicino le mie labbra alle sue, lei me le schiude e vi entra con la lingua. Non vorrei finisse mai un bacio così sensuale.
- Senti come sono bagnata - mi sussurra prendendomi la mano e guidandola verso la sua apertura.
Accendo la luce soffusa e le sorrido. Sì, è bagnata. E si sta strofinando la mia mano sulle grandi labbra, mentre il respiro le si accelera un poco. Io cerco di sfiorarle il clitoride.
- Oh, sìììì - geme.
Allora le entro dentro con l’indice.
- Così, ma... scopami col dito - ansima.
Col dito la pompo, strofinando il pollice sul clitoride, poi mi viene voglia di leccarla, subito. E lo faccio, allargandole le gambe e appoggiando di lato la testa sul suo inguine.
- Dai, così, leccami la figa, scopami con la lingua...
Io passo e ripasso la lingua in quelle pieghe rosee, meravigliose, dense di umori che io mi bevo. Poi la indurisco e la faccio penetrare a piccoli colpi, mentre lei comincia a gemere forte.
- Il bottone, amore... il bottone... giocaci un po’...
Solo il tempo di spostare la direzione ed eccomi con il clitoride in bocca. Lo strapazzo con la lingua mentre reinfilo l’indice in figa.
- Ahhhhh! - urla - sì, così, fammi venire così... fammi venire così... sulla tua faccia!
Ripiego il dito dentro a lei, le cerco il punto G sulla parete anteriore del tunnel, ma lo faccio con molta dolcezza.
- Oh, cazzo! Sììììì - grida - sto per venire... ora... ahhh, vengo, sto venendo!
E mentre lei sussulta schiacciandomi con le mani la testa contro di lei, io le bevo tutta la sua sborrata, continuando a leccare e succhiare, e non facendola smettere più di godere.
Dopo qualche minuto mi risolleva e mi guarda.
- Hai la faccia fradicia!
E ciò detto mi bacia con l’evidente intento di sentire il suo odore. Poi mi sdraia per tutta la lunghezza del letto e mi allarga le gambe. Anch’io sono così bagnata che gocce d’umore mi stanno colando nel solco. Non vedo l’ora che mi entri dentro con la lingua.
- Domani ci vestiamo per bene e andiamo all’Ikea.
- L’ultima volta ci siamo sditalinate nei bagni, ti ricordi?
- Certo che lo ricordo... e ho voglia di rifarlo. Ho voglia di appoggiarti al muro... tu allarghi un po’ le gambe... ti senti le ginocchia deboli mentre ti calo i pantaloni e gli slip... ti sistemi meglio sui tacchi alti e mi preghi di leccarti...
- Come ora ti sto pregando... leccami De, leccami amore, non sono neanche le sei di mattina e già mi fai pensare agli orgasmi delle due del pomeriggio...
- Sono troppo troia per te? - mi sorride. E poi si tuffa tra le mie gambe, lavorando subito di lingua.
- Oh sìììì, così! Infilala bene dentro...
Presto alla lingua aggiunge il dito che però vagola incerto, indeciso se entrare assieme alla lingua o scegliere l’apertura più stretta.
Io sto fremendo nell’attesa, fino a che... ahhhh, che sensazione meravigliosa, m’infila il dito fradicio nel culo, quel tanto che basta da sentirlo senza essere invasa più di tanto.
- Ti piace, amore? Ti piace vero che ti scopi il culo con il mio dito?
- Oh, sì che mi piace!
- Dillo, dillo che ti piace che ti fotto il culo...
- Debra, mi stai fottendo il culo e ne godo in maniera fottuta - ansimo io.
- Anche a me piace un casino, lo sai.
Mi accorgo che sul comodino aveva preparato un dildo a doppia testa, uno dei suoi ultimi acquisti.
- Usiamo questo, non è molto grande e così non abbiamo bisogno di incremarci.
E non perde tempo a infilarmene una testa dentro. Poi si allunga accanto a me e si dispone con la figa vicina alla mia. Subito s’infila la sua parte, così possiamo cominciare ad agitarci su questo splendido attrezzo di godere. Ciascuna di noi lo tiene con una mano nel mezzo e ce lo guidiamo dentro in sintonia.
Per un poco andiamo avanti così, il movimento è assai piacevole ma siamo abbastanza distanti dall’orgasmo, vista l’ora e la stanchezza.
Dopo un po’ lei mi sorride e decide di dare luogo al programma. Aveva in testa di giocare di ano e così fa. Mi estrae il giocattolo, mi gira dall’altra parte con grazia, poi mi cerca il buchetto. Subito non va, c’è bisogno di crema e glielo dico. Ma anche questo doveva essere stato previsto perché no faccio a tempo a dirlo che già lei la sta spalmando prima nel mio orefizio, poi nel suo e infine sull’attrezzo.
- Sei pronta a essere scopata in quel bel tuo culo? - mi chiede con voce roca.
- Non vedo l’ora, amore... girati e infilatelo anche tu.
Schiena contro schiena c’infiliamo delicatamente il doppia testa, spingendo la muscolatura del culo per farlo entrare e avere il massimo piacere.
Con le precauzioni che abbiamo preso non fa per nulla male mentre ormai ci agitiamo come facevamo prima e con un dito sui rispettivi clitoridi.
- Ti stati toccando anche tu, vero? - le chiedo.
- Sìììì , mi sto accarezzando mentre mi sfondi il culo... Ti piace, vero che ti piace? - mi chiede con voce sempre più roca.
- Oh, dio, sììì, va più veloce... scopami più duro...
- Sì, ma non smettere di accarezzarti...
- Neppure tu...
- Mi piace che ti masturbi mentre lo prendi in culo!
Il gioco combinato della sodomizzazione doppia e della masturbazione clitoridea ci fa colare le fighe come fontane. Sento un potente orgasmo avvicinarsi. Lei lo sente subito: - Dai Matilde, dai, ora sditalinati per me...
Io sto per venire, ma le obbedisco. Anche lei ha cambiato gioco e con due dita dentro nella figa si sta pompando decisa. Anch’io dunque mi penetro, due dita non fanno alcuna fatica a entrare.
- Sto per venire, Debra... sto per venire duro... - quasi le urlo - no, non toglierlo, non toglierlo - le dico concitata quando mi accorgo che ora lei vuole giocare diverso. Niente da fare, sento un vuoto insopportabile, poi lei si mette a 69, con la lingua mi sposta la mano ed entra.
- Leccami anche tu, amore, succhiamela da pulirmela!
Ci lecchiamo avidamente anche se io sono rimasta un po’ delusa dal suo voler fare sempre a modo suo. Poi gradualmente mi passa e mi concentro a farla godere ancora una volta, carezzandole ancora l’ano con un dito. Che poi però faccio entrare facilmente, ancora incremato come è.
Poi recupero il doppia testa e lo infilo ancora dentro di lei che ora mi mugola di piacere dentro la figa.
- Sbattimelo dentro, ora, vai giù dura... lo voglio prendere tutto nel culo... mi stai facendo godere da impazzire, tra poco vengo...
Bastano queste poche sue parole per portare anche me sulla soglia dell’orgasmo.
- Sììì, così scopami il culo e leccami così la figa, sììììì...
- Vengo, Debra, sborro... oraaaaa, sborroooo! - urlo nella mia eccitazione.
- Ahhhhhhhh - fa lei di rimando, agitandosi come una mula sulla mia lingua e aiutando la mia mano a spingerle nel culo il doppio dildo.
Lei mi è sopra, da un po’ mi sto bevendo tutti i suoi succhi e l’orgasmo questa volta è lungo per entrambe. Poi quando mi accorgo che pian piano ci calmiamo estraggo il dildo e le introduco la lingua. La muovo su e giù, non sarà la stessa goduria del pene finto ma è sempre la mia lingua.
- Mati, se continui così vengo ancora - mi mormora sfatta.
Io non mi fermo, voglio che venga la quinta volta questa sera, come me.
- Oh, dio... cazzo... Matilde... mi fai venire ancora...
E intanto mi spinge il culo sullo faccia, cercando di masturbarsi sul mio mento mentre io l’ho afferrata per la schiena. Quasi non mi lascia respirare.
Poi la ricerca dell’orgasmo rapido, quello che si sa essere l’ultimo, ha il sopravvento sulla mia leccata soft e così si sposta con il bacino sulla mia faccia in modo che io le lecchi per l’ennesima volta la figa.
- Amore, vengo, è pazzesco... ancora...
Ancora due o tre leccate e senza neanche coinvolgere il clitoride ecco che Debra smolla un orgasmo agitato, oltre il quale non può andare. Forse solo Michele in grande erezione potrebbe ottenere ancora qualcosa da lei.
Termina il suo orgasmo nella mia bocca, si fa pulire per bene, poi si volta per baciarmi.
- Così siamo a cinque orgasmi pari, dal primo avuto in macchina verso mezzanotte. Sei stata meravigliosa - le sussurro in un orecchio assieme a dolci paroline di buona notte.
Ora saranno circa le sei e siamo totalmente distrutte.
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