orge
Matilde 05-19 - Io lesbica
di Alex46
03.07.2019 |
3.996 |
0
"Mi era venuta una voglia matta di toccarmi, di farmi toccare, di godere e di provare piacere e mi sembrava di leggere le stesse voglie negli occhi di Luisa..."
- Se fai la parte della lesbica te ne sarò riconoscente... - mi sussurra all’orecchio Elisa, la produttrice di questa serata che si avvia a diventare davvero trasgressiva. E siamo solo all’inizio. Michele è venuto due volte ma conoscendolo può dare parecchio ancora. Io sono a digiuno completo, quanto a Debra non ne parliamo neppure, dopo quattro orgasmi sembra proprio scatenata.- Cosa vuol dire, che non devo andare con Michele?
- Esatto, e naturalmente neppure con nessun altro...
- Su questo puoi giurare... ma perché con Michele no?
- Perché così, quando lo farai, a tutti sembrerà che tu lo faccia per amore di Debra...
Non le rispondo di no, ma neppure sì.
Ed è in questo momento che decido di provare qualcosa di diverso, qualcosa avrebbe messo davanti agli occhi di tutti il piacere estremo che possiamo provare assieme, qualcosa che non ci avrebbe fatto dormire per giorni al solo ricordo. In fondo abbiamo capito ormai che il nostro piacere deriva anche dal piacere che prova l’altra e non è un solo bisogno fisico di provare l’orgasmo.
Mentre Michele è tranquillamente seduto a bersi una vodka assieme a quelli che si complimentano con lui, gli altri, quelli che più o meno scompostamente avevano dato inizio all’orgia, si stanno riassettando, chi in qualche bagno, chi in qualche camera.
Con un sorriso mi commiato da Elisa, nel passarle accanto raccolgo due dildo di differenti colori, poi mi avvio da Debra. Anche lei è stata in bagno e ora sta ricevendo i complimenti da Ambrogina, Luisa ed Elena: parlano d’altro, ma l’invidia è chiaramente leggibile negli occhi di maschi e femmine.
Con i due dildo in mano m’inserisco nella conversazione: - Non ti sembra che dovrei meritare un po’ d’attenzione anch’io? - dico facendo finta di essere arrabbiata e delusa.
- Un giorno Luisa e io siamo entrate in un sexy shop, non senza vergogna - sta raccontando Ambrogina - e abbiamo iniziato a guardarci intorno per cercare qualcosa di stravagante ma allo stesso tempo di stuzzicante e non nego che alla vista di quei vibratori, di quegli abiti in pelle e di tutte quelle apparecchiature di cui non immaginavo neanche l´esistenza, sentivo crescere in me il desiderio quasi di provare di tutto o almeno di immaginarmi con indosso quegli abiti o con dentro di me quei falli enormi. A malapena riuscivo a immaginarli infilati dentro di me o dentro la mia amica. Dopo qualche minuto passato a osservare e commentare con sorrisi maliziosi, che diventavano sempre più audaci, gli stimolatori maschili e femminili, di varie dimensioni e forme, vidi negli occhi di Luisa quella luce che notavo ogni volta che le leccavo la figa o le stimolavo il clitoride con le dita. Sentivo che si stava eccitando anche lei come me a immaginare tutto quello che avremmo potuto fare con qualche oggetto del genere nei nostri pomeriggi solitari. Sentivo il calore pervadermi piano e le mutandine cominciare a bagnarsi dei miei umori, capezzoli e clitoride si stavano indurendo. Mi era venuta una voglia matta di toccarmi, di farmi toccare, di godere e di provare piacere e mi sembrava di leggere le stesse voglie negli occhi di Luisa.
Mi avvicino all’orecchio di Debra e le sussurro: - Mi sto eccitando da morire, mi sento fradicia tra le gambe, andiamo via, presto! - Lei mi guarda, mi chiede scusa platealmente per avermi trascurata, poi ribatte: - Così mi piaci, vorrei vederti godere in questo momento qui davanti a me. Dove vuoi che li usiamo quelli? - mi chiede poi indicando i dildo.
- Dove? Io vorrei godere con te ovunque e in qualunque momento.
- Ho io la soluzione - interviene Fabrizia - aspettate un attimo.
Dopo un due minuti ritorna con alcune palline, quelle che si possono infilare nella vagina e tenere per tutto il tempo che si vuole.
- Ecco quello che ci vuole! - esclama Debra - mi piace questa festa, siamo tutti molto carichi...
Fabrizia ne aveva portato un set intero, tutte di circa 3 cm di diametro, collegate a un filo tre a tre. Comincia a distribuirle, prima a Debra, poi a me, poi a Luisa, Elena, Ambrogina. Anche Elisa non si tira indietro. Guardandoci con soddisfazione le introduciamo ridendo, ciascuna più o meno goffamente. Gli uomini ci guardano sorridendo. Guardo Debra e guardo le altre, sento sciogliermi e quel calore che mi stava pervadendo si sta trasformando piano piano in vera e propria eccitazione. Sento il mio clitoride pulsare, mi sento le labbra ormai gonfie dal desiderio e gli umori che stanno fuoriuscendo dalla figa. Sto godendo, così in piedi da sola sento che potrei raggiungere un orgasmo solo stringendo le cosce l’una contro l’altra da quanto sono eccitata. Sfioro i capelli di Debra e le dico quanta voglia ho di lei.
- Perché non facciamo una corsa in giardino, non dovrebbe fare tanto freddo... È un’idea matta, poteva averla solo lei. Concordiamo che potremmo correre attorno alla piscina, così possiamo farlo a piedi nudi.
Ci mettiamo a correre come delle bambine ridendo: tutte noi abbiamo le palline in vagina e stiamo correndo a figa nuda con un pile addosso che l’organizzazione a messo a disposizione. Ad ogni passo l’ingombro e la voglia crescere sempre di più. Mi fermo e dico a Debra che non ce la faccio più, che voglio godere, che sto impazzendo, che voglio sentirla sulla mia lingua. Lei, ansimando e senza neppure guardarsi intorno, mi prende la mano e se la porta tra le gambe: - Senti come sto io tesoro. Dai, rientriamo.
Una volta all’interno Debra mi prende con il piglio d’un uomo e mi sbatte per terra sul tappeto. Le appoggio le dita sulla figa, lei divarica appena le gambe per farmi sentire il calore delle sue labbra aperte; vedo i suoi occhi socchiudersi proprio mentre premo le dita con più vigore sul suo clitoride. È eccitatissima, come me forse ancora di più, e mi piace da impazzire tutto questo.
Attorno a noi si sta creando il solito capannello, vedo pure Michele. Anche Debra mi sta toccando e sente quanto sono fradicia. Non voglio godere da sola ma lei sembra volere l’opposto e invece di ritirare la mano dal mio basso ventre continua a muoverla ruotandola, premendo le dita con maggiore pressione. Non posso far altro che divaricare le gambe a quel punto per darle tutto il mio calore e riempirle la mano del mio umore. Sento gli occhi di tutti fissi su di me. È talmente bello tutto quello che sto provando, so bene dove siamo e cosa stiamo facendo. Quel piacere che da diverse ore ormai sentivo crescere dentro di me e aumentare impetuoso si sta trasformando in una ondata fluida che sento scivolare fuori dalla figa.
Le sue dita si muovono sapienti, conoscendo ormai alla perfezione ogni millimetro del mio sesso e sentire quei polpastrelli che girano e che premono senza sosta è qualcosa di straordinariamente eccitante. Ora sono scossa da scariche che non mi permettono più di capire cosa sto facendo, ed è solo l’orgasmo in questo momento che voglio e desidero. Le mie gambe si aprono sempre di più quasi per permetterle di sfondarmi con la sua mano aperta e le sue dita che non trovano pace sul mio clitoride. Sto quasi per godere finalmente del mio orgasmo quando Debra si ferma, allontana le dita e mi dice, in modo che tutti possano sentire: - Vuoi godere, vero Matilde? Lo posso sentire con le mie dita quanto sta pulsando questa tua figa e quanta voglia ha di godere.
Rimango un po’ delusa nel momento in cui sospende la mia masturbazione, lo stava facendo così dolcemente che avrei potuto godere molto presto ma l’idea di godere delle palline in fondo è la migliore. Sembra che l’abbia letta nella mia mente. Con due dita e con molta delicatezza entra per catturare almeno il filo, riesce nel suo intento e subito dopo inizia un lento movimento di pesca della pallina. Io sono a gambe per aria, in posizione praticamente ginecologica e Debra mi fa letteralmente impazzire. Debra mi guarda in silenzio e si concentra sulla prima pallina. Bisogna che la faccia uscire, ma poi me la respinge dentro. All’improvviso sono travolta da un orgasmo incredibilmente potente che mi lascia elettrizzata e mi fa sentire come se mi stessi sciogliendo letteralmente tra i miei succhi gelatinosi. Debra mi guarda e non si perde un solo frame di quello spettacolo.
- Sei stupenda - mi dice - ma non fermarti ancora, continua finché vuoi!
La mia voglia è così forte adesso nonostante abbia già goduto una volta che è la mia mano ora a fare il lavoretto con quelle diaboliche palline. Me le sistemo più in profondità, con l’aiuto di una pressione esterna, mentre ora Debra si dedica a se stessa.
La masturbazione adesso è collettiva. Delle donne, chi era rimasta senza palline adesso è intorno a noi che si sta masturbando o con il dildo o con il vibratore. Gli uomini si sono tutti denudati e sono tutti indaffarati o a masturbarsi o a masturbare la propria o la moglie di qualcun altro. Ma nessuno ha ancora schizzato sperma, pertanto sono tutti molto tesi ed eccitati. Solo una coppia aveva già fatto l’amore.
Scosse elettriche pervadono un po’ tutte, un po’ per gli orgasmi provati e un po’ per il senso di depravazione che ci devasta di piacere.
Lentamente inizio a far scorrere tra le mie dita la cordicella sentendo le palline che dentro di me sembrano sconquassarmi... sto godendo ancora, sento l’impeto di un altro orgasmo che sta per raggiungere il suo apice ma non voglio fermarmi e guardo gli occhi diabolici di Debra che si sta facendo come me. Sollevo appena la cordicella fino a quando la terza pallina facendosi strada esce dal mio corpo ma il sentire le altre due che si muovono alternativamente dentro la mia vagina a ogni mio spostamento anche lieve mi fa annebbiare ancora la vista e la mente e nel momento in cui tento di spingere dentro la mia figa affamata la terza pallina sono colta da spasmi che mi fanno esplodere in un secondo e ancor più violento orgasmo. Rimango per diversi minuti immobile nel tentativo di recuperare un po’ di fiato seguendo i ritmi delle mie contrazioni che non si placano.
Lo sguardo di Debra è sempre più rapito. Michele le si avvicina, la spinge sdraiata sul tappeto, le toglie le palline senza tanti complimenti poi le infila dentro il cazzo spingendo subito come un forsennato.
Debra incomincia subito ad ansimare, emette gridolini da troia, è ben sicura di essere la regina della serata, poi di colpo gli chiede: - Ma da dove vieni, chi sei tu per farmi questo... tu mi fai impazzire, amore... aah, aaah, dio come scopi bene, sei fantastico... dimmi come ti chiami...
- Non ti basta che ti sbatta, perché vuoi sapere il mio nome?
- Ti prego, aaah, aaurgh, aaah, dimmelo... sto venendo amore, mi fai sborrare, sììì, mi fai sborrare... aah, aaah!
- Mi chiamo Michele.
- Michele, io questa sera ti faccio scopare la mia donna, io te la regalo... naturalmente... se lei è d’accordo...
Io non rispondo. In verità lo farei subito, ma voglio continuare in questo gioco.
- Elisa! - la chiamo e lei premurosa mi viene più vicina senza interrompere di masturbarsi.
- Dimmi cara, che c’è?
- Quelle macchine... le hai ancora?
- Certo che sì, vorresti godere così?
- Sì. Ho fatto solo poche volte l’amore con uomo - dico guardando Michele che per un momento interrompe i colpi a Debra, che non ha smesso di godere neppure un attimo - così voglio prima massacrarmi la vagina di orgasmi e poi eventualmente posso fare felice Debra andando con quest’uomo.
A sentire questo progetto Michele sborra subito nella figa di Debra una quantità importante di liquido. È da un po’ che tratteneva il carico, non ne poteva più e io gli ho dato il colpo di grazia.
Dopo un giro di rinfreschi in bagno e al bar, sono pronta. Tutti aspettano che mi faccia sfondare la figa da queste macchine: alcuni le hanno già viste, altre anche provate. L’eccitazione è grande.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.