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Matilde 06-13 - Fammi sentire il ronzio!


di Alex46
12.08.2019    |    1.274    |    0 8.7
"Mi sto premendo ‘sto coso sul bottoncino da un bel po’, sono più troia di quello che pensi, ahhh, sìììì, sto per sborrare..."
Invece le cose vanno diversamente. Improvvisamente mi ricordo infatti che questa dovrebbe essere la seconda serata individuale.
- Ti va se sono io la regista di questa serata? - le chiedo appena entrate in casa.
- Se tu sei la regista, vuol dire che l’attrice sono io... dunque mi va bene.
Alle 21.30 non abbiamo ancora preso alcuna decisione. Ci siamo dette alcune dolci oscenità e nient’altro, tipo “mi piacerebbe sedermi sulla tua faccia e scoparti mentre mi fai venire”. Entrambe sentivamo la figa pulsare di desiderio, specialmente lei credo, visto quanto credito ha per oggi.
- Facciamo finta di telefonarci - le dico - Ora io vado nell’altra stanza e da lì faccio finta di telefonarti...
- Va bene - mi risponde.
Siamo entrambe ancora vestite come prima, non ci siamo neppure sciacquate e io so di sesso come non mai.
- Ciao Debra, ti disturbo?
- No, amore, figurati. Pensavo giusto a te.
- Senti, ho voglia di farti godere... ti va di obbedirmi?
- S...sì, certo.
- So che oggi hai comprato un dildo... prendilo.
- Come fai a saperlo...?
- Lo so e basta. Prendilo, ti dico. Voglio che tu faccia sesso con me al telefono.
- Aspetta un secondo...
La sento disfare il pacchetto, armeggiare con le batterie.
- Come devo mettermi?
- Sdraiati sul divano e tirati su la gonna. Se vuoi, tieni su le mutandine.
Siamo d’accordo che io le parlo dalla cucina, ma che se voglio posso spiarla dalla porta socchiusa. Vedo che si sdraia sul divano, dopo aver scalciato mutandine e sandali. È splendida, una donna così è davvero magnifica. Si è diligentemente alzata la gonna e in mano ha il dildo, non ancora acceso e già incremato.
- Allora, sei pronta?
- Sì.
- Fammi sentire il ronzio.
Lei accende al primo stadio.
- Non lo sento bene... vai al secondo stadio, per favore. Oh, adesso sì che lo sento...
- Hai ancora su la camicetta?
- Sì, più la collana e un piccolo bracciale. Il reggiseno, sai che non lo porto...
- Leccati due dita e toccati leggermente i capezzoli. Fatteli diventare duri, amore, falli rotolare tra le dita e pizzicali un po’. Fatti sentire mentre lo fai.
Debra esegue gli ordini e per accontentarmi esagera un po’ l’intensità del respiro.
- Lo sai che se mi tocco i capezzoli mi viene voglia tra le gambe...
- Ora prendi il vibratore e strofinatelo su un capezzolo. L’altro, continua a pizzicarlo.
Debra per un po’ mi segue, poi senza dirmi niente s’appoggia appena un poco il dildo sulla figa, senza premere però, solo per sentire le vibrazioni. Queste, passando per le orecchie e per la pancia, chiudono un cerchio di bramosa attesa. Io faccio finta di non saperlo.
- Adesso toccati il clitoride. Tieni ancora il vibratore sul capezzolo e datti da fare con le dita dell’altra mano sul clitoride.
- Sììì, mi piace così - mente la spudorata mentre ormai si sta premendo il vibratore sul bottoncino del piacere.
- Sì, dimmi che ti piace... Quelle dita sono la mia lingua, mi senti? La senti la mia faccia affondata in quella tua figa?
La guardo di nascosto dallo spiraglio della porta. La punta del dildo va a premere direttamente sul clitoride e con le altre dita se lo masturba. Ha affrettato il passo, dunque è vicina.
- Sono così bagnata… - ha modo di dire.
- Sì, ti sento. Dì che ti piace, dillo che ti piace...
Debra mi risponde con un gemito prolungato.
- Ora puoi metterlo sul clitoride, puoi farti venire, se vuoi...
- Matilde, scusa, io sto già per venire. Mi sto premendo ‘sto coso sul bottoncino da un bel po’, sono più troia di quello che pensi, ahhh, sìììì, sto per sborrare...
- Sì, amore, non importa... tu sei stata sincera, ma io ti avevo visto...
- Toccati anche tu, allora... perché ora io vengo, sì, vengo, senza neppure infilarmelo questo coso, ecco, ahhhhh, vengo come una cagna, cazzo, ahhhhhhh!
- Sei magnifica quando fai così, Debra.
- Ora me lo infilo dentro, sì, ora me lo infilo. Voglio godere, cazzo. Questo meeting, e poi la colazione di lavoro e poi il pomeriggio con quella banda di stronzi. Nessuno mi sarei scopata. Pensavo solo a te e a Michele. Ahhh!
L’esclamazione coincide con l’inserimento del dildo nella figa dalla quale cola apertamente del liquido. Poi Debra si perde nella sua masturbazione. Io perdo il conto di quante esclamazioni, gemiti, sospiri emette, fino alle urla finali. Sì, urla. Un orgasmo allo spasimo.
Io mi sono avvicinata, mi sono spogliata, sono completamente nuda di fronte a lei e la adoro mentre gode e ancora, quando pian piano si calma, accortasi di me, cerca di recuperare un minimo di compostezza...
- Fallo ancora.
- Cosa?
- Mi hai sentito. Ne voglio ancora da te. Mi hai fatto godere troppo, oggi. Prendi ancora il dildo e rimettitelo dentro in quel buco di figa viscida. Ma non spingere finché non te lo dico io.
L’attrezzo le era scivolato fuori. Lei lo riprende con due mani e se lo reinfila. Immediatamente il ronzio si affievolisce... e siccome non poteva spingere, Debra si limita ad accarezzarsi ancora il clitoride.
- Sììì, uhhhh, Matilde, come vuoi... tu puoi fare di me quello che vuoi questa sera...
Il bagnato della figa, dopo il doppio orgasmo, era diventato più appiccicoso.
- Ora puoi spingere, amore, credo tu sia di nuovo pronta... non deludermi, dai, trova i movimenti giusti, dimmi che lo fai per me... fammi sentire che ti piace masturbarti fino a non poterne più... Pensa a quello che ti ho scritto, non essere da meno di me...
Si vede chiaramente che Debra si sta godendo le vibrazioni, con una mano si provoca il su e giù, con l’altra si accarezza un po’ le cosce un po’ i capezzoli. Sì, sarebbe venuta ancora. Vedo che abbassa il cazzo finto in modo che prema maggiormente sulla parte superiore della vagina, alla ricerca di quel punto che talvolta c’è talvolta no. Con le gambe si agita sul divano, dimena i fianchi, cerca di allargarsi ancora di più di quanto è già scosciata.
- Cazzo, Matilde... è la volta che vengo davvero di nuovo... è incredibile... sento che devo farlo ancora... Ti prego fammi venire tu, scopami, amore, ti prego... Fallo ancora, come hai fatto questa mattina... ahhh!
Debra sta davvero per venire... ma questa volta sono stufa di guardare e basta: già mi sto toccando a guardarla, ho bisogno anch’io di un po’ di sollievo.
Mi sono precipitata a prendere un altro vibratore, questa volta un vero vibratore, piccolino.
Lei mi ha chiesto di aiutarla, ma io le ribatto: - Tu adesso devi farmi venire, assieme a te. Adesso ti aiuto, ma io ho voglia di sborrarti in faccia... devi mettermi la lingua più a fondo che puoi...
E detto questo mi sdraio su di lei, a 69, ma invece di leccarla le agito dentro il dildo, all’unico scopo di farla venire nel modo più selvaggio. Nella mia frenesia le allargo la figa sulla faccia. Anch’io sono fradicia, anzi puzzo di sesso ancora dal negozio. Nella stanza ci dev’essere un odore bestiale. Accendo il vibratore e glielo strofino sul clitoride, premendo anche, in modo da scontrarlo quasi con l’oggetto duro che invece è dentro. A questo lei non potrà resistere molto.
- Succhiami la figa, amore... letteralmente succhiamela, non leccarla, sì, cosììì.
- E tu sbattimi così come stai facendo... ahhhh, mi stai facendo morire, sono elettrica - riesce a bofonchiare con la faccia affondata tra le mie gambe.
- Tu non sei solo una succhiacazzi... tu succhi la figa in modo, ahhhhh, divinoooo, ahhhh...
- E tu mi scopi come un dio, mi scopi!
- Stai per venire, vero amore? Oggi è la quarta volta, vero?
- S... ì, la q... uarta...
Io invece sono alla quinta e se ci fosse Michele non so come andrebbe a finire... ahhhh, dio come succhi... ora infilami la lingua fino in fondo, voglio sentirmi entrare il naso nel culo...
- Io devo sborrare, Matilde, e lo faccio su questi due cosi ronzanti... dimmi che sono una troia...
- Sei la mia troia...
- Vengo, ora... vengo... ahhhhhhhhhh, ahhhhhhh!
- Continua a succhiarmi, troia, non lasciarmi da sola, ecco, sììììì, ahhhhhh, ahhhhh, anch’io, vengoooooooo!
Ci stringiamo a vicenda, ci agitiamo nel nostro orgasmo, ci ripetiamo le frasi più turpi, poi all’improvviso, prese entrambe dallo stesso raptus: - Scopiamoci il culo, amore, e facciamola finita così, per stasera... - ho il coraggio di dirle io per prima.
Lei non mi risponde, si estrae il vibratore piccolo e me lo appoggia al mio orefizio. Ciò vuol dire che lei vuole essere scopata con quello grande...
- Sei sicura di volerlo? - le chiedo preoccupata.
- No, lasciamelo dove è. In realtà io sto ancora venendo a piccole dosi e l’idea di scoparti il culo potrebbe portarmi all’esplosione finale... vuoi che ti scopi quel culetto? Sì, ora te lo buco questo culetto e tu mi verrai ancora in faccia, vero?
Nel frattempo io ho ricominciato a muovere il dildo dentro la sua figa.
- Non ti fa male, vero?
- No, ma sii gentile, non andare giù troppo...
E così ricominciamo questa sessione infinita: sì, ci stiamo scopando, ancora, sì. Avremo un ultimo orgasmo, sì. Ci disidrateremo a furia di sborrare. Importa solo di far venire l’altra, farla urlare come un’ossessa, fino all’ultimo spasimo di questa serata di sesso depravato.
Ed è lì che mi viene in mente: - Sai, forse io sono un po’ stanca...
- Non me ne frega un cazzo, Matilde. Fammi godere, voglio solo godere. Potessi avere una macchina per godere adesso farei l’abbonamento. Vorrei godere tutta la notte...
Debra mentre dice queste sconcezze mi sta lavorando il culo con il vibratore, ma nello stesso momento mi dà grandi leccate per tutta la fessura, fino al clitoride. Stasera non l’aveva ancora fatto. Io sento montarmi un orgasmo totale, come se non ci fosse neanche più una che mi lecca o un cazzetto che mi va su e giù per il culo. Mi sento come invasa dagli elettroni per tutto il corpo. Debra intanto ha praticamente allagato il divano, dovremo pulirlo e non sarà facile.
Quando abbiamo il nostro ultimo orgasmo, è contemporaneo. Urliamo come pazze, quasi da aver vergogna con i vicini. Ma noi, lungi dal vergognarci, in questo momento vorremmo che tutto il palazzo ci udisse e ci vedesse. Dio, quanto stiamo godendo... due donne... da sole! Ed è l'amore che ce lo fa fare.
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