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Matilde 08-14 - Debra and Matilde (cerchiamo appartamento)


di Alex46
29.10.2019    |    858    |    0 8.7
"- Dovresti dare una regolatina..."
Un giorno Debra e io decidiamo di incontrarci per uno spuntino di mezzogiorno. Vado a prenderla in macchina nel suo ufficio. Recentemente le hanno dato un locale tutto suo, cosa che l’ha resa del tutto felice, anche perché questo è coinciso con un passaggio di carriera.
È seduta e sta lavorando al pc, mi fa entrare con un grande sorriso e io mi accomodo su una sedia.
So che questa mattina è andata a vedere un appartamento, perché è chiaro che dobbiamo cambiare casa.
- Come è? - le chiedo.
- Non un gran che... posso baciarti?
La guardo come si potrebbe guardare cosa assai strana, poi decido di farlo io. Mi alzo e vado a baciarla sulla bocca. Un bacio un po’ lungo per essere tra due amiche, un po’ breve tra due amanti.
Decidiamo che di mangiare non ci frega molto, preferiamo chiacchierare e valutare altre inserzioni che abbiamo visto sul giornale.
È bellissima! Gonna blu, camicia azzurra di seta, capelli freschi di parrucchiere. Nessuno direbbe che è incinta, come del resto non lo si direbbe neppure di me. Ormai siamo sedute su un piccolo divano: dalla porta chiusa d’ingresso non arriva alcun rumore, neppure smorzato. Sarà la pausa pranzo.
- Matilde, ti va di fare l’amore? - mi chiede a bruciapelo iniziando a spogliarsi.
- Qui, lo vuoi fare?
- Sì, se chiudiamo la porta a chiave nessuno ci disturberà per almeno tre quarti d’ora.
- Come fai a essere ancora così piatta... ?
- E tu allora?
Debra m’infila una mano sotto alle mutandine.
- Dovresti dare una regolatina... di pelo ce n’è più del solito... anche se è così morbido che...
- Che... che cosa?
- Che viene voglia di accarezzarlo.
Intanto ci siamo denudate. Stiamo bene, nella stanza fa caldo e nessuno ci può vedere dalla finestra. La porta è sbarrata.
Debra è perfetta, nella sua altezza, nel suo slancio, nel suo sguardo buono quanto assassino. Nella sua bellezza sconvolgente. Respira con i seni e mi guarda mentre, per non stare a piedi nudi, mi rimetto i sandali.
Poi ci abbracciamo, seno contro seno, lingua insieme con lingua. I capezzoli s’induriscono a reciproco contatto. Quando amoreggiamo è come fosse sempre la prima volta.
Due ragazzine non potrebbero essere più eccitate. Incinte, donne di esperienza... ci stiamo baciando lascive nello studio di una delle due, reputata manager in pieno centro di Milano. Ci sentiamo così trasgressive che sento avvicinarsi l’orgasmo al galoppo, prima ancora di qualunque stimolazione.
Mi sciolgo dall’abbraccio, mi alzo in piedi di fronte a lei, allargo le gambe e m’infilo un dito nella figa mentre lei mi guarda con attenzione.
Lei si accarezza il seno con una mano, l’altra se la mette tra le gambe, costringendosi quindi ad allargarle un po’, poi anche lei infila un dito per poi offrirmelo da succhiare.
Cosa che accetto, per sentire il sapore di questa splendida donna. Intanto io continuo a sfregarmi, perciò dopo un po’ lei mi chiede: - Posso aiutarti?
Senza risponderle mi siedo sul divano appoggiata a una spalliera, a gambe allargate, una muta richiesta di essere leccata.
Ora mi sta slinguando dalle ginocchia in su, presto arriverà alla figa e non se ne distaccherà finché non mi vedrà godere.
Cerco di allungarmi in avanti per incontrare di più la sua lingua, le circondo il collo con le mie gambe, subisco i suoi dolci assalti con delizia, fino a che lei non si alza in piedi, orgogliosa e superba della sua bellezza e dell’incanto che esercita su di me. Ha le mani sui fianchi: - Non vuoi sentire di cosa so in ufficio?
Si gira, si china, allarga per bene le gambe e mi porge la figa da leccare da dietro. Con le dita le allargo le labbra, poi mi sporgo dal divano con la testa in modo da poterla penetrare con la lingua. Lei ha un fremito.
- Oh, sìììì... leccami... fammi venire... sìììì - mormora piano.
Non vogliamo urlare, è ovvio.
Debra ci mette tre secondi a venire in abbondanza, riesce anche a non emettere suoni, solo sospiri un po’ forti. E quando smette di tremare, quando le onde le si calmano, allora si butta sul divano vicino a me.
Io non ho cambiato posizione, ho sempre un dito che piano piano entra ed esce, tutto sommato non sono così vogliosa di concludere. Mi piace la situazione.
- Mettiti questo cuscino sotto il culo! - mi ordina.
Obbedisco, e subito lei attacca a leccarmi per restituirmi il piacere che le ho appena dato. Poi si mette sopra di me a 69 facendomi capire di voler godere ancora. Mentre lei mi fa scorrere la lingua dentro, io la succhio, dal clitoride alla vagina. La succhio per bere la sua venuta precedente.
Dopo qualche minuto di questo meraviglioso trattamento veniamo entrambe con grande passione, ma nel silenzio più totale.
Poi facciamo la nostra puntata in bagno, naturalmente una dopo l’altra, uscendone appena in tempo per vedere rientrare gli altri impiegati.
- Ti è piaciuto? - mi chiede.
- Fare l’amore con te è meno bello solo di un’altra cosa...
- Cosa?
- Farlo con te e con Michele.
- Sì, è vero... mi passi a prendere stasera? Lo sai che la mia auto è dal meccanico.
- Sì, vengo verso le cinque e mezza.
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