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Acquazzone Estivo


di Sleepy699
06.01.2025    |    8.374    |    13 9.8
"Lei si appoggia al bordo del tavolo, con un’espressione di lussuria negli occhi e poi ci si sdraia..."

Infilo una cialda nella macchina del caffè mentre sono in attesa di Tiziana, arredatrice d’interni, per una consulenza su come rinnovare l’arredamento del salotto. Ci conosciamo da qualche anno, io e Tiziana. Non ci possiamo definire amiche, ma abbiamo molte conoscenze in comune.
Nell’attesa mi godo la pace della casa, mio marito e mia figlia sono rispettivamente al lavoro e a scuola. Un acquazzone irrompe improvviso turbando la tranquillità di quella mattina di fine estate. Amo l'odore della pioggia quando interrompe un periodo secco, per me ha un effetto rilassante sull'animo.
Il suono del citofono interrompe la mia riflessione. ‘Sono Tiziana, mi puoi aprire per favore?’ La voce mi arriva gracchiante e in qualche modo urgente. ‘Certo, sali!’ Mi affretto a schiacciare il pulsante. È un po' in anticipo rispetto all’appuntamento e ancora non sono pronta. Mi do un’occhiata veloce allo specchio dell’ingresso prima di aprire anche la porta di casa: indosso un paio di pantaloncini di seta da cui spiccano le mie gambe magre e una maglietta che si appende un po’ sulle mie forme androgine, i capelli sono raccolti in una coda. Grazie anche ad un leggero trucco agli occhi, sono presentabile.
Quando apro la porta, lo spettacolo che mi si presenta mi lascia senza parole. Tiziana sembra appena uscita dalla doccia. Solo che la doccia sembra averla fatta con tutti i vestiti addosso. La camicia bianca e i jeans sono completamente incollati al suo corpo e ne disegnano le forme sensuali, sottolineando la sua femminilità mediterranea così diversa dalla mia. Il suo caschetto di capelli corvini addirittura gocciola sul mio stuoino.
Mi rivolge un’occhiata implorante. ‘Sono uscita in bicicletta e l’ho presa tutta in pieno’
‘Dai, vieni dentro!’
Lei fa un vago tentativo di pulirsi le scarpe e varca la porta di casa.
‘Ti posso prestare delle cose.’ Dico quando lei si ferma subito oltre la porta, timorosa di andare oltre.
La sua camicetta bianca a maniche lunghe, completamente bagnata, rivela un reggiseno di pizzo che a sua volta rivela i suoi capezzoli erti che attirano il mio sguardo.
‘Ti porto un asciugamano.’ Dico in fretta, consapevole che il mio imbarazzo si sta trasmettendo anche a lei. Torno dopo un attimo e la trovo senza camicetta. Adesso i suoi capezzoli rosa fanno capolino tra i pizzi del tessuto. Lei mi ringrazia con lo sguardo, si china in avanti a slacciarsi i sandali e il suo seno oscilla insieme ai suoi movimenti. Con un gesto sinuoso fa sgusciare fuori dalle calzature i piedini curatissimi e adornati con anellini dorati e unghie laccate di nero. La sola vista dei suoi piedini curatissimi e il suo polpaccio tornito mi accendono di desiderio.
‘Dai, togliti tutto, sei bagnatissima’ le dico con finta nonchalance.
Esita leggermente prima di slacciare i jeans e iniziare a sfilarseli. L’acqua ha raggiunto anche la sua biancheria e, esattamente come il reggiseno, anche i suoi slip sono completamente bagnati rendendo la sottile striscia di peluria corvina del pube visibile in trasparenza. Solleva uno sguardo di scuse in cui mi sembra di intravedere una punta di malizia. Mi rendo conto che sono ferma davanti a lei, con l’asciugamano in mano, e gli occhi incollati su ogni parte del suo corpo, specialmente quelle più intime. Mi sento irretita da lei e non so se voglio esserlo. Cerco di riguadagnare un certo contegno.
‘Stai tremando, hai freddo?’
‘Si un po',…scusami…sono bagnata fradicia’
‘Ti puoi fare una doccia calda…così almeno ti scaldi un po’
‘Grazie, mi farei volentieri una doccia, se posso.’
Le indico la porta del bagno.
Il rumore della doccia si aggiunge a quello dell’acqua che scroscia fuori. Sono tentata di bussare alla porta del bagno, l’idea del suo corpo nudo dentro la mia doccia mi manda scariche di eccitazione; arrivo fino alla porta ma poi torno indietro.
Quando la sento uscire dal bagno le vado incontro nel corridoio: la trovo avvolta nell’asciugamano, mi rendo conto che non le ho ancora dato un cambio e mi affretto in camera. Le porto un paio di pantaloni da tuta morbidi e una maglietta, e della biancheria che lei mi restituisce con quel sorriso enigmatico e decisamente malizioso. Mi richiude la porta praticamente in faccia.
Poi, finalmente, la sento uscire dal bagno e mi raggiunge in cucina
‘Grazie mi ci voleva proprio!’ Esclama alla vista del caffè caldo nella tazzina. Un sorriso giocoso fa spuntare una fossetta irresistibile sul suo viso. Mi si avvicina e mi dà un bacio sulla guancia. Arrossisco per il brivido che il contatto con le sue labbra mi provoca.
‘Vieni, andiamo di là’, le dico guidandola verso il salotto. La ascolto mentre mi parla di come rinnoverebbe il mio salotto mentre i suoi capelli si stanno asciugando e stanno riacquistando la consueta morbidezza. La mia maglietta le fascia il seno che intravedo sotto la stoffa leggera e il pensiero che non indossi gli slip mi azzera l’attenzione per quello che dice. Sento il desiderio annidarsi dentro di me e salire sempre più prepotente. Mi sento mancare. Ho le mutandine da strizzare per quanto sono bagnate.
Sento la sua mano appoggiarsi tra la spalla e il collo. Può sembrare un gesto innocente, ma so che non lo è. ‘Allora cosa ne pensi dei miei suggerimenti?’ Mormora con una carezza sensuale nella voce.
‘Non saprei…. dovrei sentire mio marito…’ Rispondo con un filo di voce. Sposto il viso in modo che le mie labbra raggiungano il palmo della sua mano e premo la bocca contro la sua pelle. Le nostre labbra si uniscono in un bacio lento e morbidissimo, come fosse la cosa più naturale di questo mondo. Adesso i suoi capezzoli sono di nuovo turgidi sotto il cotone leggero della maglietta e io non resisto più. La invito a sedersi su di me, le infilo le mani sotto la maglietta. La sua pelle è di una morbidezza che mi eccita, scivolo sulle sue curve, mentre sento le sue mani accarezzarmi il viso, le sue dita infilarsi tra le mie labbra.
Gioco con i suoi capezzoli tra le mie dite, poi le sollevo la maglietta e gliela tolgo. Prendo in bocca quelle more succose. I mugolii libidinosi di Tiziana si mischiano al suono del risucchio e delle leccate a cui sottopongo le sue tette. Un pensiero mi assilla da quando è uscita dal bagno con addosso la mia tuta: l’idea che sotto quella stoffa morbida non indossi nulla. Faccio scivolare le mie mani oltre l’elastico dei pantaloni, sulla carne calda del suo sedere.
La invito ad alzarsi. Lei si appoggia al bordo del tavolo, con un’espressione di lussuria negli occhi e poi ci si sdraia. Aggancio le dita all’elastico dei pantaloni e li sfilo lentamente. Il corpo nudo di Tiziana sembra quello di una languida Venere con le gambe tornite, i glutei rotondi e il seno a coppa di champagne. Una pietanza sopraffina che si offre alla mia vista. Chiudo gli occhi: la visione del suo corpo è troppo eccitante, voglio abbandonarmi ai miei sensi più istintivi, prendere le cose con calma. I suoi piedi affusolati e curati sono un perfetto e invitante antipasto da cui cominciare e mi ritrovo a leccarli con naturalezza.
Proseguo appoggiando la bocca alla pelle profumata del suo ventre e disegno una scia di baci che segue una linea invisibile che attraversa il suo corpo, da fianco a fianco. Tiziana sospira impaziente e impugnando la mia coda di cavallo, mi fa scendere lentamente ma inesorabilmente verso il basso.
Sento la sua pelle cambiare consistenza, mi abbasso ancora di più, fino ad appoggiare le labbra sul suo sesso lucido e liscio di femmina in calore.
Appoggio di nuovo le mie labbra su di lei e inizio a stuzzicarla, lentamente, leggermente. Comincio a baciarle il monte di venere poi passa più giù le sfioro il clitoride con la lingua, lei è morbida, calda e bagnata. Lei si lascia sfuggire un primo gemito, poi un altro, poi inizia a gemere regolarmente, a respirare pesante. Mi prega di farla godere, e io continuo muovendo la lingua alla ricerca del suo sapore più intimo. Lei distesa a gambe larghe, gode e mugola mentre con una mano mi tiene per la coda di cavallo e con l'altra mano si stuzzica i capezzoli turgidi. Ogni tanto mi interrompo per dirle quanto è stata spudorata a presentarsi a casa mia, tutta bagnata, a indossare i miei indumenti senza biancheria… e ogni volta che riappoggio le mie labbra su di lei, sussulta e mi implora di più. “Continua tesoro, ti prego…”.
Il suo sapore mi da un piacere tanto sconosciuto quanto sconvolgente mentre la lecco facendole sentire la lingua su tutta la fica, così intensamente odorosa di sesso e di ormoni che mi stordisce. Vorrei rimanere in quella bolla di intimità per sempre.
Il suo corpo inizia a tremare quando le infilo due dita nella vagina e le muovo per stimolarle il punto G. Contemporaneamente mi concentro con la bocca sul suo clitoride turgido, succhiandolo e mordicchiandolo senza tregua. Tiziana continua a direzionare la mia bocca sul suo sesso tenendomi per la coda di cavallo come fosse un joystick e sussurrandomi delle porcate! Arrivano le convulsioni del piacere a scuoterla tutta, a strozzarle la voce in gola. È un orgasmo che sembra non finire mai, il suo. Ne sento gli spasmi della vagina con le dita.
Restiamo così per un po’, lei sdraiata sul tavolo, io seduta di fronte a lei, con la testa sulla sua pancia e ci assopiamo.
Quando mi ridesto, guardo l’ora e mi rendo conto che a breve mia figlia sarebbe rientrata a casa da scuola. Chiedo a Tiziana di rivestirsi rapidamente. Lei lo fa indossando gli indumenti che le avevo prestato, infila i suoi indumenti ancora bagnati in un sacchetto, mi bacia ed esce ridendo.
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