trio
Un piano imperfetto
di Sleepy699
20.11.2024 |
6.848 |
8
"Il problema è saltato fuori quando anche mio marito ha cominciato a provare un certo interesse per lui..."
Già prima di sposare mio marito sapevo che il numero di uomini con cui era stato era pari al numero di donne di cui si era invaghito, ma ho saputo accettare la sua bisessualità. Lui amava le donne, ma erano i maschietti a mandarlo su di giri, così abbiamo fatto un patto: lui avrebbe avuto le sue storie e io le mie, e tutto sarebbe filato liscio, a patto di lasciare l’amore fuori da questi giochetti. Grazie a questa semplice regola, il nostro rapporto, invece di incrinarsi è diventato, anno dopo anno, più solido. Almeno fino all’arrivo di Mario.Mario era diventato il mio miglior “amico”, felicemente sposato con una mia collega, era diventato il mio amante. Ma non è questo il punto. Il problema è saltato fuori quando anche mio marito ha cominciato a provare un certo interesse per lui. Un interesse che rapidamente è sfociato in un’ossessione.
Conoscevo bene i sintomi del mal d’amore, e sapevo che la colpa non era tutta di mio marito.
Mario era bello, intelligente, e si vantava di riuscire a sedurre con facilità uomini e donne in egual misura. Questo gioco lo divertiva moltissimo, anche se per lui era solo sesso. Invece per mio marito, il gioco stava diventando un chiodo fisso, dal quale poteva liberarsi in un modo soltanto, vale a dire appagando il suo desiderio, altrimenti quell’innocente passione sarebbe cresciuta a dismisura, e magari sarebbe diventata qualcos’altro, una specie d’amore perfino. Così per salvare il mio matrimonio ho escogitato un piano perfetto.
Io e mio marito saremmo andati fuori per il weekend, nella nostra casa di campagna. Lì avevo dato appuntamento anche a Mario. Per la prima volta ci saremmo trovati noi tre insieme.
Siamo arrivati in campagna sabato mattina. Mario ci avrebbe raggiunti solo in serata. Volevo essere in perfetto ordine per la serata così ho ingannato il tempo depilandomi, mettendo lo smalto rosso su unghie di mani e piedi. Fui soddisfatta del risultato decisamente apprezzato anche da mio marito che lo manifesto’ leccandomi i piedini con devozione.
Alle venti, puntuale, arrivo’ Mario.
Lo invitammo a farsi una doccia e a raggiungerci in camera da letto quando si fosse sentito meglio. Non se lo fece ripetere due volte, e si presentò da noi con addosso solo un asciugamano stretto intorno alla vita. Non appena mio marito lo vide, la sua faccia diventò tutta rossa e le sue labbra tremarono per la lussuria. Il suo corpo era splendido, e mio marito dovette trattenersi per non strappargli di dosso l’asciugamano e godere appieno della suo nudità.
“Il dado è tratto” ho pensato, e mi sono avvicinata a Mario ansiosa di fare la prima mossa. Per prima cosa mi sono spogliata, e ho offerto il seno al mio amante. Lui ha preso uno dei miei capezzoli tra le labbra e ha iniziato a succhiarlo. Sentivo la sua erezione crescere sotto l’asciugamano, così gliel’ho sfilato, in modo che mio marito potesse godere di quella vista, una verga grossa, spessa, lunga, polposa, perfettamente depilata, piena di venature, con una capocchia lucida e bagnata.
Lui è un uomo molto virile, ma mio marito lo è altrettanto. Anche lui adesso si stava spogliando, e guardava Mario dritto negli occhi. Poi si è avvicinato a noi e, senza dire una parola, ha preso a succhiarmi l’altro capezzolo. I miei due uomini si stavano dividendo il mio corpo, avevo le loro mani dappertutto e io ero felice.
Ma si può sempre fare di meglio, o no? Perciò mi sono sdraiata sul letto, per concedere il mio corpo a entrambi. Mario si è avvicinato per primo, aprendomi meglio le gambe per sentire con un dito se ero pronta per lui. Il mio sesso era umido e caldo, abbastanza da strappargli un sorriso di soddisfazione.
Così Mario si è piegato in avanti, penetrandomi con tutto il suo vigore. Da quella posizione, mio marito poteva distinguere ogni movimento delle sue natiche, tese e forti come quelle di un atleta. Ha allungato le mani su quelle due perfette rotondità e le ha massaggiate seguendo il ritmo del mio amplesso.
Era così vicino a Mario da sfiorare con la punta del glande il suo sedere perfetto. Io e mio marito allora ci siamo scambiati uno sguardo d’intesa, e lui ha stretto i fianchi di Mario. Senza interrompere il mio piacere, ha spinto il suo cazzo dentro di lui, dapprima dolcemente, poi con più forza e decisione. In quel momento le labbra di Mario erano proprio sulle mie, e l’ho sentito gemere fin dentro la mia gola. Quel verso mi aveva eccitato come mai prima d’ora. Mentre continuava a scoparmi, sentivo ancora l’eco della sua ebbrezza nelle orecchie, e non potevo fare a meno di chiedermi se ero io l’artefice o mio marito. Questa ambiguità mi piaceva, aumentava la mia voglia, il mio gusto di osare.
Ho afferrato la testa di Mario e gli ho sollevato la testa per guardarlo meglio. Era un viaggiatore che andava e veniva tra mondi diversi, uno dove c’ero io, l’altro invece dominato da mio marito che lo stava sodomizzando con furore. Volevo venire mentre il mio amante si trovava ancora al confine, così ho allungato una mano e mentre mi scopava ho iniziato a massaggiargli i testicoli, per portarlo in fretta all’orgasmo. Non è stato difficile, e mentre io raggiungevo l’apice, ho sentito Mario tremare con ogni muscolo del suo corpo. Anche mio marito se ne rese conto e accelerò il ritmo, spingendo sempre più in profondità, così quando finalmente anche lui arrivò al piacere, quella sensazione ci travolse tutti, catturandoci in un solo e unico orgasmo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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