lesbo
Corso di nuoto
di Sleepy699
18.08.2024 |
15.162 |
8
"Ho cominciato ad avere la sensazione di non essere lì per caso..."
Ho conosciuto Nadia a un corso di nuoto. Lei era simpatica, con me molto amichevole tanto che siamo diventate amiche e dopo un po’ di incontri mi sono ritrovata a pensare con gioia al momento in cui l’avrei rivista. Non era bella, nel senso comune del termine, ma era decisamente una persona attraente e aveva un bel fisico atletico che risaltava splendidamente nel "monopezzo olimpionico" azzurro in lycra che lei indossava in piscina.Dopo le lezioni di nuoto la potevo ammirare farsi la doccia nello spogliatoio, le gambe tornite, i deltoidi scolpiti, i seni piccoli e rotondi, i lunghi capelli neri come il ciuffo corvino che le ornava il pube.
L’ultima sera del corso siamo andati tutti fuori a bere. Quando siamo rimaste le ultime della compagnia e mi ha chiesto se mi andava di passare a casa sua per un ultimo bicchiere, ho accettato con entusiasmo.
La sua casa mi è piaciuta subito, era un appartamento piccolo ma sistemato benissimo.
Quando siamo entrate mi ha detto di fare come se fossi a casa mia e in effetti mi sentivo molto a mio agio, la seguivo dappertutto, mentre tirava fuori il vino dal frigo, e preparava degli stuzzichini come ci avevano insegnato al corso. Aveva scelto un Vermentino di non so più che annata speciale, poi aveva preso delle piccole ciotoline, in una aveva messo dei pistacchi e in un’altra dello zucchero a velo.
Quando le avevo chiesto il perché si era messa a ridere sorniona e non mi aveva riposto. C’eravamo sedute sul suo divano grande, tolte le scarpe e iniziato a bere e chiacchierare con la solita complicità. Il vino era delizioso e altrettanto Nadia. Mi si faceva sempre più vicina ma la cosa non mi infastidiva. La sua vicinanza, al contrario, mi eccitava. Era inebriante come il vino.
Aveva mani bellissime, unghie smaltate, dita affusolate e piene di anelli di design, e le muoveva con un’espressività che avevo trovato sempre affascinante, ma che quella sera trovavo seducente. Ho cominciato ad avere la sensazione di non essere lì per caso. La testa mi girava e sentivo che era il momento di andare.
A un certo punto ha tuffato un indice nella ciotolina con lo zucchero a velo e mi ha dato un colpetto sul naso per sporcarmi con lo zucchero. Poi si è avvicinata alla mia faccia e mi ha leccato via lo zucchero dal naso. Si è staccata da me e mi ha guardata con un’aria di sfida. Siamo rimaste immobili a fissarci per un po’. Poi lei ha intinto di nuovo il dito nello zucchero e mi ha toccato sulla guancia.
Non ho protestato e sono rimasta col fiato sospeso ad aspettare le sue mosse. E lei di nuovo, come prima, si è avvicinata con calma al mio viso e mi ha baciata lì dove sentivo la carezza un po’ solleticante dello zucchero.
Poi ha iniziato a ricoprirmi tutte le labbra di zucchero, si è fermata un istante, ‘ti farei una foto’, mi ha detto. Poi ha iniziato a leccarmi le labbra e io ero così eccitata che non mi sono trattenuta più e ho iniziato a baciarla. E ci siamo baciate a lungo. Le sue labbra erano morbide come velluto e carnose come una rosa. Mi baciava lentamente, mi leccava con la lingua calda. Avrei voluto capire cosa stesse succedendo ma riuscivo solo ad abbandonarmi completamente mentre il bacio di Nadia si faceva più insistente, più aggressivo. Più profondo. Mi piaceva la consistenza vellutata delle sue labbra, mi piaceva sentire il suo corpo morbido contro il mio. Lei mi abbracciava stretta, premendo i suoi seni contro i miei, mentre le nostre lingue si mescolavano ai nostri respiri. Era di una bellezza non convenzionale, ma disarmante e mi domandavo perché avesse scelto proprio me.
E dentro di me mi ripetevo ‘sto baciando una donna!’ e non ci potevo credere, ma l’idea di fare una cosa trasgressiva mi faceva eccitare ancora di più. Adoravo il contatto con la sua pelle profumata, il sapore dei suoi baci appassionati. La sua vicinanza era inebriante, il suo tocco deciso.
Il desiderio cominciava a offuscarmi il giudizio, a sciogliermi le membra.
Poi mi ha spinto dolcemente per farmi stendere sul divano. Mi ricordo che indossavo una camicia bianca e un paio di jeans. Lei era molto eccitata e mi aveva sbottonato la camicia e mi aveva tirato fuori i seni dal reggiseno. Io ero tesa, non sapevo fino a che punto volevo arrivare.
Il piacere che la sua bocca e tutta la situazione mi dava, compresa la mia stessa tensione, mi occupava tutta la mente. L’unica cosa che riuscivo a fare era seguire il percorso delle sue labbra sul mio corpo. E lei non lasciava indietro niente di inesplorato. Aveva succhiato i lobi delle mie orecchie, mordicchiato il collo e le spalle, mi aveva massaggiato e baciato a lungo i seni e ora mi stava ciucciando i capezzoli ormai ipersensibili. Io avevo cercato di fermarla, con qualche protesta poco convinta. Lei era tornata su, di fronte al mio viso, mi aveva messo un dito sulle labbra, dicendomi ‘lasciati andare, non pensare a niente’.
Mi aveva tolto la camicia scoprendo l’ombelico e si era messa a tracciarne i contorni con un dito. E continuava a girarci intorno e passava e ripassava sullo stesso tratto di pelle, come incantata. Mi sembrava che il mio ombelico prendesse fuoco. Poi mi ha girata e ha iniziato a baciarmi la schiena, vicinissima alla cintura dei jeans. E io mi sentivo irresistibile.
Poi è tornata a baciarmi la pancia, intorno all’ombelico. Mi ha slacciato i jeans, me li ha fatti scivolare sui fianchi e ho sentito afferrare i miei slip e trascinarli verso il basso con un gesto che mi aveva fatto bruciare la stoffa sulla pelle. Poi è rimasta un istante a fissarmi, con le labbra vicinissime al mio corpo, facendomi sentire il calore del suo respiro prima di iniziare a leccarmi. E io non resistito, mi sono sollevata sui gomiti e l’ho guardata, ho guardato mentre una donna mi baciava proprio lì, perché quasi non ci credevo che stesse succedendo davvero.
‘Poche cose nella vita sono belle quanto far tremare una donna di piacere’ mi dice.
E quando ti bacia una donna è proprio tutto diverso, prima di tutto lei è diversa, è più piccola e più delicata di un uomo, più profumata, ma poi proprio il modo in cui lo fa. O forse era semplicemente lei che era particolarmente seducente. Non so. Ad un certo punto l’ho implorata di baciarmi in bocca, volevo la massima condivisione di quel momento. La sua lingua aveva il sapore della mia figa e il suo bacio mi aveva tolto il fiato. Non riuscivo quasi a più a respirare tanto era l’emozione. Lei non mi ha dato tregua passando rapidamente dalle mia bocca alla mia figa. Non appena la sua lingua ha trovato il mio clitoride ho avuto un sussulto di piacere e ho cominciato ad ansimare. Nadia ha continuato a baciarmi e leccarmi conducendomi in un viaggio verso il piacere di rara bellezza. Sentivo la pelle ardere a ogni tocco e il calore irradiarsi dal pube verso il ventre. Muovevo il bacino incontro al mio orgasmo, mentre i miei gemiti riempivano il silenzio della stanza. La sua lingua guizzava attorno al mio clitoride facendomi mugolare di piacere. Ricordo di essere venuta ancora e ancora gridando il nome di Nadia. Poi mi sono sentita svuotata, come dopo aver nuotato a lungo con i muscoli che cedono, rilassati e molli, alla stanchezza. Ci siamo addormentate assieme sul divano, nude e avvinghiate.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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