trio
Matilde 04-17 - Sto guidando
di Alex46
27.05.2019 |
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"Estraggo la tetta destra in modo che sia appoggiata alla t-shirt, a contatto con la cintura di sicurezza..."
Due giorni dopo la maratona sessuale nella villa di Elisa, sto guidando da Piacenza a Milano. A me piace guidare. Mi sembra di essere libera, più libera del solito. Con giù i finestrini, anche se non del tutto, vedo nello specchietto i miei capelli che danzano veloci alla continua corrente d’aria.Ora ne ho voglia. Sì, il pensiero corre a quelle ore splendide passate nella villa: e a me torna voglia di godere. Non è una cosa che faccio spesso quando guido, ma ora mi masturberò al pensiero di quella serata. Mi spiace solo di essere sola, e di non poter condividere... a meno che qualcuno non mi veda (ma non vorrei succedesse... ).
Il dvd sta andando, con la mia compilation preferita. Me l’ha regalata Michele, e non mi stanco mai di ascoltarla. Ma ora mi alzo la t-shirt, non troppo ma quanto basta per arieggiare le tette con l’aria del finestrino.
Estraggo la tetta destra in modo che sia appoggiata alla t-shirt, a contatto con la cintura di sicurezza. Basta il contatto di questa per indurirmi il capezzolo. Per un po’ vado avanti così, poi ho bisogno di rollare il capezzolo tra indice e pollice. Ora è proprio duro. Poi prendo un pezzetto di ghiaccio da un piccolo frezeer portatile che ho appoggiato sul sedile del passeggero. Lo succhio per qualche attimo, poi lo sfrego sul capezzolo. Il ghiaccio si scioglie, mi bagna il capezzolo e l’aria me lo gela... una sensazione bellissima. Da provare...
Ora tiro su anche il seno sinistro e anche per lui lascio che la cintura lo sfreghi appena. Nel frattempo cerco di stare tra due autotreni in prima corsia e sperando che a nessuno venga in mente di sorpassare.
Prendo un altro cubetto di ghiaccio e rifaccio la stessa cosa, questa volta al capezzolo sinistro. Poi ancora al destro, e poi ancora al sinistro, finché non ho i capezzoli praticamente congelati. Solo allora, mentre suonano i Led Zeppelin, mi dedico a strizzarli appena. Poi sciolgo un altro cubetto nel solco tra le tette. Ohhhhh! Sono pronta per godere. Tutto questo mi ha esaltato la voglia di godere. Penso al sybian dell’altra sera, penso a Debra, a Michele. Mi sento bagnata tra le cosce, di sicuro ho le mutandine fradice.
Metto una mano sotto ai jeans e mi tocco il clitoride. Più che altro cerco di venire con la pressione della stoffa, così muovo il bacino fino ad avere i jeans che premono nel modo giusto... Questo mi fa venire, quasi subito.
- Ahhhh, ahhhhhh, godo!!!!!
Ma non mi basta, lo sapevo che non sarebbe bastato... decido di fermarmi a lato alla prima area di sosta, posteggio un po’ fuori mano, mi tiro giù i jeans e le mutandine. Finalmente posso infilare un dito dentro per avere un orgasmo come si deve, che non tarda ad arrivare, anzi. Me lo godo da sola, finalmente ferma.
Quando riparto, chiudo i finestrini e accendo l’aria condizionata. Ho la figa ancora scoperta e regolo il getto in modo che vada proprio sopra, con mio grande piacere. Mi accarezzo ancora il clitoride con il polpastrello, poi lo prendo tra due dita e praticamente lo masturbo delicatamente.
Poi mi reinfilo il dito dentro e mi scopo. Sto guidando, devo stare attenta. Il piacere di scoparmi con un dito mentre l’aria fresca mi soffia sulla figa mi costringe a infilare un secondo dito.
Ora mi sto proprio scopando, senza mezze misure. Si sentono i rumori dello sciacquio di figa. Godrò, e presto. Godrò ancora. Non riesco a concentrarmi sulla guida... presto, devo fermarmi ancora, va bene una piazzola qualunque, presto... svolta a destra, freno, folle, spengo.
Riprendo la masturbazione a fatica interrotta, ancora con due dita che intanto hanno impiastricciato anche il volante...
- Ahhhhhh, ahhhh, dio come godo, come so farmi godere....
E questa volta vengo in abbondanza, bagno il sedile, sono in una specie di estasi.
Per un po’ sto ancora ferma, cercando di ricompormi. Poi riparto e il primo pensiero è per Michele. Gli telefono e gli racconto tutto di come mi sono fatta venire tre volte in pochi minuti.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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