trio
Matilde 08-09 - La finta vendetta di Debra
di Alex46
22.10.2019 |
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"Prende la sedia, la sistema in vista di Michele, mi fa sedere, mi fa allargare le gambe, mi lecca dopo essersi inginocchiata di fronte a me..."
Ma è soltanto la sera dopo che riprendiamo i giochi. Ci inventiamo una fantasia: Debra e io viviamo assieme e siamo amanti e lui, cioè il suo fidanzato, le ha fatto dei torti. Lei è quindi incazzata nera, ma non può fare a meno di andare da lui non appena questo la chiama.- Tu non vedi l’ora di andare da lui - dico, gelosa.
Michele è in soggiorno che sente tutto, noi siamo in bagno e parliamo ad alta voce.
Debra si volta dallo specchio e mi guarda: - Non vedi? Devo andare, ho aspettato un anno... quello stronzo!
E si rivolta allo specchio per terminare di truccarsi.
- Dopo quello che ti ha fatto, dopo quello che ti ha fatto passare... non posso crederci che vuoi ancora rivedere quel pezzo di merda! - le dico andandole alle spalle. Lei è completamente nuda, io le accarezzo il seno abbracciandola.
- Dai, stai a casa qui con me - le mormoro appoggiandole il mento sulla spalla - lascia che ti faccia l’amore io... credo di riuscirci a fartelo dimenticare...
Debra ride. Mette giù il lucidalabbra e mi si appoggia contro. Ci baciamo, di lingua, anche. Io le accarezzo i capelli.
- Ho voglia di scoparti, qui, ora - le mormoro all’orecchio - ho bisogno di sentire che odore ha adesso la tua figa... e sentire che mi bagni la lingua.
Debra si divincola a fatica.
- Non me la stai rendendo più facile...
- Ma mandalo affanculo - le urlo irritata mentre lei riprende il trucco.
- Voglio solo incontrarlo, fargli sapere cosa si è perso.
- Non ti merita - insisto - dovresti lasciarlo perdere e ignorarlo come lui ha fatto con te.
- Senti, perché non vieni anche tu? Così lo vedi, lo conosci e magari mi aiuti a punirlo... Sei o non sei il mio amore? E dunque aiutami... - conclude aggiustandosi il vestito che si è appena infilata.
- Io? Scordatelo!
- E dai... potrebbe essere divertente - mi tenta Debra, abbracciandomi ancora.
- No.
- Per me... - mi ripete quasi piagnucolando.
- Devi essere matta... quello ti ha fatta impazzire... se pensi anche solo possibile che io venga con te...
- Che sono matta lo sai... e allora?
- Va bene, proprio perché sono curiosa...
Detto fatto usciamo dal bagno e ci presentiamo a Michele che ha sentito tutto. Michele e io siamo in jeans e t-shirt, Debra ha un vestito di una certa pretesa.
- Eccolo là il bastardo - mi mormora Debra, pretendendo di essere nel bar di un hotel e che Michele non senta - Dio, è ancora più figo di allora... ma, non lo vedi?
- Vuoi che usciamo subito?. Forse non ci ha ancora viste: - Oh, no. Voglio umiliarlo una volta per tutte. Andiamo - conclude prendendomi per mano.
Michele si finge stupito di vederla in compagnia, però ovviamente sorride.
- Ciao, Debra... Finalmente ti rivedo!
A sentire la sua voce sento un fremito di calore alla figa... figuriamoci Debra!
- Michele, questa è la mia amica Matilde.
- Oh, che piacere, Matilde. Prego, sedetevi.
- No, Michele... Forse è meglio che saliamo nella tua stanza.
Michele si finge ancora stupito e acconsente. Ci avviamo in tre nella stanza da letto, Debra e io sempre mano nella mano.
- Bene, signore... e adesso? - c’interroga Michele.
Debra incomincia a spogliarlo, sorridendo e senza dire una parola. Un minuto dopo lui è lì, nudo e in piedi.
- E adesso? - ripete, con aria di sfida.
- Sdraiati sul letto, a braccia allargate.
Quindi Debra prende da un cassetto due sciarpe di seta e se ne serve per legare i polsi di Michele alla testata del letto.
Mi sa che la cosa comincia a farsi interessante...
- Senti, Debra... una volta avevamo parlato di legarci e fare cosette del genere, ma...
- Sta zitto. Abbiamo anche parlato che ti sarebbe piaciuto farlo con due donne, no?
- Sì, ma pensavo...
- Non pensare, Michele - lo interrompe - E sta solo a guardare... lo vedrai una volta e poi mai più.
Debra e io ci sistemiamo sull’altra sponda del letto, poi cominciamo a spogliarci. Osserviamo anche l’evidente erezione di Michele, mentre io, in piedi dietro a Debra, le accarezzo il seno, facendo attenzione ai capezzoli, poi con l’altra mano scendo fino alla figa, in modo da separarle le labbra e fargli vdere il clitoride.
- Oh, dio - mormora Michele, provando a tirare i suoi legacci.
Debra mi attira a sé per un bacio prolungato, fatto di lingue e saliva. Il mio dito ormai, scorrendo sulla fessura di Debra, provoca rumore di sciacquio.
Poi mi metto davanti a lei, dando la schiena a Michele e porgo le tette da succhiare a Debra. Lei lo fa con piacere, un po’ una e un po’ l’altra, prediligendo piccoli morsetti ai capezzoli. Poi mi prende e mi costringe a sdraiarmi sul letto, tra le sue gambe, la testa a livello di una figa in fiamme che mi prega di essere leccata.
Alzo una gamba di Debra sulla mia spalla, in modo che Michele non perda nulla di quanto deve essere visto.
- Leccami la figa - mi ordina Debra, ma i suoi occhi guardano Michele.
Lui mi vede accostarmi e percorrere con la lingua tutta l’area fonte di piacere. Debra ha chiuso gli occhi e si gode il mio gesto d’amore e di sesso. Nello stesso tempo però partecipa alle mie slinguate guidandomi la testa con le mani.
- Così, Matilde, così...
Michele guarda affascinato mentre io lecco e succhio la sua “fidanzata”, il suo cazzo diventa ancora più duro quando con una mano divido per bene le labbra, per poter entrare meglio con la lingua. Con il naso che struscia sul clitoride di Debra. Cerca anche di liberarsi, senza riuscirci.
Debra è persa nel suo godere, ormai credo le interessi anche poco Michele. È molto vicina all’orgasmo, tutta la sua attenzione è concentrata sulla mia lingua e sul clitoride che le strizzo con le labbra.
- Oh, sììì - le sfugge, mentre sente il familiare avvicinarsi del picco, una sensazione che parte dal più profondo.
Le tengo le mani sui fianchi, le afferro le natiche, lei mi stringe sempre di più mentre io la lavoro di labbra, di lingua e di denti.
- Dio... - rigetta all’indietro la testa Debra, sente l’orgasmo arrivare. Anch’io lo aspetto, nella mia bocca.
- Mmmmm... mmmmmmm... . ahhhhh, godo - geme.
- Slegatemi... ho bisogno di fotterti, Debra...
- Non farlo Matilde... - ordina Debra alzandosi. Prende la sedia, la sistema in vista di Michele, mi fa sedere, mi fa allargare le gambe, mi lecca dopo essersi inginocchiata di fronte a me. Mi prende una per una le gambe e me le appaggia, allargate, sui braccioli. Guarda Michele, il viso arrossato, un’espressione divinamente crudele negli occhi.
- Hai voglia di scopare? Tientela, bastardo...
Poi, rivolta a me, mi scorre con le dita l’area dalla figa al culo, senza mai toccarmi ma ogni passaggio sempre più vicino. Fino a che non pianta le labbra sul mio clitoride, con l’evidente intenzione di farmi impazzire.
Io gemo di brutto, Michele si sta agitando.
Debra ostenta poche attenzioni per Michele, tutto ciò che vuole è portarmi alle stesse soglie dell’orgasmo sulle quali ho portato io lei.
Mi sta leccando dal culo al clitoride, una, due, tre volte. Ha la faccia fradicia dei miei umori. Il clitoride lo gratifica solo con piccoli colpetti di lingua. Poi si lubrifica un dito in bocca, me lo infila e va su e giù, mentre con il pollice strofine il bottoncino.
- Vieni per me, amore... Sai di buono... sei una gran figa... - mi dice.
Io le sbatto la figa in faccia, agitandomi sui fianchi.
- Sì, Debra... leccami ancora, così... la figa... sììììì... fammi venire - urlo, inarcando la schiena.
Debra può sentire quanto sono vicina, continua a scoparmi con il dito mentre con le labbra spreme il mio bottoncino.
- Cazzoooooo!!! - urlo conficcandole le unghie nei capelli - vengooooo, ahhhhhh!!!!! Arghhhhhh!!!!
Quando gli spasmi della mia figa terminano, e dopo che si è bevuta tutti i miei umori, Debra si alza e si avvicina a Michele. Si avvicina quasi a baciarlo, solo con lo scopo di fargli sentire l’odore della mia figa.
- Ora slegami, Debra - implora lui.
Io sto gia rivestendomi.
- Debra, cosa cazzo vuoi fare? - dice Michele non appena vede che io porgo il vestito a Debra.
- Cosa voglio fare, Michele? Voglio che tu abbia ben capito che con te è tutto finito. E tu devi ben capire anche che cosa hai perso, brutto stronzo.
- Slegatemi, troie...
- Sai, dovremmo lasciarlo qui come è...
- È vero...
- Certo che, a vederlo così...
- Viene voglia che ci lecchiamo tutta la notte, vero?
- Potete farlo... - interviene Michele - ma intanto slegatemi.
- Se ti sleghiamo cosa fai? Ci picchi?
- Picchiarvi io? Semplicemente voglio scoparvi in modo tale da farvi dimenticare i vostri progetti di leccate...
- Debra... forse è il caso che lo sleghiamo... mi sembra che abbia capito che con te non si scherza...
Appena slegato (e per farlo c’è voluto un po’, visto che non volevamo tagliare con il coltello le sciarpe), Michele salta addosso a Debra, la sbatte sul letto e la penetra con un colpo secco, quasi da farle male. È una bestia, o gioca a esserlo, non si capisce. Dopo un minuto di questi assalti, Debra ha un gesto d’amore nei miei confronti: - Matilde, devi provarlo... è come impazzito!
Prendo il suo posto e Michele mi monta allo stesso modo, con la stessa forza bestiale, fino a che non vengo urlando. Un orgasmo favoloso, vero sesso magico di maschio fuori di sé. Sto ancora godendo che Debra si precipita a prendere la sua parte. La conclusione è esplosiva, un orgasmo simultaneo di maschio e femmina, con urla altissime.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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