trio
Matilde 04-11 - La gara di masturbazione - 2
di Alex46
17.05.2019 |
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"- Aspettiamo due minutini, ti prego..."
Che dire? È con un po’ di apprensione che mi accingo alla mia prova. In realtà io non avrei alcuna voglia di battere Debra in questa singolar tenzone. Il solo mio desiderio è quello di non essere battuta da lei... ma in fondo al mio cuoricino io so, con grande certezza, che anche per lei non è importante battermi, bensì semplicemente il non essermi inferiore.Entrambe in fondo sappiamo che Michele non avrà mai cuore di prediligere una all’altra, confidiamo quindi in un voto di parità.
Ciò nonostante è meglio che io ce la metta tutta anche ora, perché il risultato di Debra dev’essere stato davvero alto. Non solo si è mossa bene, ma la sua fantasia era davvero accesa e coinvolgente. Ho l’impressione che in confronto la mia prova sia risultata scialba, almeno nella parte di coinvolgimento erotico.
Quindi, anch’io semisvestita come quando ho concluso la mia prima parte, mi ripresento, il mio dildo rosso già in mano, come a svelare già da subito quali sono le mie intenzioni.
Non era in programma, ma vista la differenza di scelta dello strumento per provocarsi il secondo orgasmo della gara, e considerate le sue riflessioni precedenti, anch’io dico la mia ragione di scelta del dildo.
Guardandoli negli occhi, diritta, diretta e senza fronzoli, pronuncio queste parole: - Signori spettatori, io per darmi il secondo piacere di questa bellissima gara ho scelto il dildo. Il perché è chiaro, il dildo vorrebbe sostituire il cazzo, non solo per una questione d’ingombro ma anche per la piccola violenza in più che richiede per essere trastullato su e giù per la figa. Io voglio il cazzo, ora. Non ce n’è che continuo a giocare con il cervello e con l’esibizionismo. Voglio sentirmi piena di cazzo, come mi auguro che sarò tra poco quando finalmente i miei due amanti arriveranno a tenermi compagnia.
Mentre dico tutte queste cose, lecco con un po’ d’ingordigia il dildo, cercando di riempirlo di saliva, sperando che lui riesca in qualche modo a trattenerla. E lo faccio inginocchiata sul letto, mi sono sbarazzata del tanga, ho solo tenuto il bustino di pelle nera sotto i seni e ben arrotolato sopra l’ombelico. Sono visibile, esposta. Chiaramente affamata di cazzo. E lo dico ancora.
- Sento di avere la patata bollente, sento che devo metterci qualcosa dentro per avere sollievo. Sì, sono fisica, corporea. Una donna ha sempre bisogno di cazzo, anche se non lo confessa quasi mai. Una donna ha bisogno di stravolgersi di orgasmi, li cerca con un uomo, di solito. Di solito con l’uomo che ama. Ma se c’è grande confidenza, allora con l’uomo che ama può fare grandi fantasie, e confessargli per esempio di essersi masturbata fino allo sfinimento nell’attesa che lui arrivasse.
E mentre dico così m’infilo il dildo e inizio il movimento di su e giù, con grazia, con voluttà e senza alcuna fretta.
- Se poi questa donna è anche eroticamente più dotata di altre, ecco che le capita di innamorarsi anche di un’altra donna, che sceglie come sua referente, competitrice, amica, amante. Tra questa e il suo uomo non c’è più alcuna differenza, i particolari anatomici sono solo un dettaglio, il piacere è uno solo. Ecco perché godo, sì godo, ora, a masturbarmi per voi. Perché siete voi i referenti dell’intera mia vita e io voglio piacervi fino allo spasimo, con tutta me stessa, sììì, ahhhh, perché siete voi che mi fate sentire viva ogni mattina che mi alzo, ogni sera che m’addormento, ogni boccone che mastico, ogni sorso che trangugio, e soprattutto ogni sborrata che mi procuro o che mi procurate. Voi siete il mio orgasmo, ahhhhhh, perenne, straordinario! Così, in questo modo, con questa letterina d’amore ho voluto godere con e per voi... ahhhhh!!!!
Sono giusto le 17, siamo state puntuali come orologini svizzeri! Dal pavimento tendo le braccia a Debra, lei capisce al volo e viene ad abbracciarmi. Ci buttiamo una sull’altra con grande trasporto. La gara è finita, almeno la parte più significativa. Michele, con voce stentorea e seriosa, ci comunica i risultati.
- In facoltà concessami d’essere unico giudice di questa tenzone, leggerò tra poco i voti conseguiti nelle prove appena eseguite dalle contendenti...
Fantasia: Debra 9 + 10; Matilde 8 + 8
Recita: Debra 8 + 8; Matilde 10 + 10
Carica erotica: Debra 10 + 10; Matilde 10 + 10
Orgasmo finale: Debra 10 + 10; Matilde 9 + 10
Totale Debra 75; totale Matilde 75.
Dichiaro che le contendenti hanno ottenuto un risultato di parità, pertanto si rende necessario uno spareggio ai tempi supplementari. Questi inizieranno tra esattamente 15 minuti e per fortuna prevedono l’inserimento dell’arbitro nella tenzone. Le due concorrenti dovranno masturbarsi ancora una volta, insieme però, ed è loro lecito nell’intervallo vestirsi come vogliono e durante la gara accattivarsi la simpatia e il gradimento dell’arbitro con le manovre che riterranno più opportune...
Debra e io, entrambe sollevate, ci guardiamo sorridendo e un po’ incredule. Eppure lo abbiamo visto Michele dare i voti volta per volta. Il bastardo avrà fatto la somma mentalmente, però devo dire che in fondo condivido i suoi giudizi: Debra ha avuto una fantasia più eccitante, io forse sono stata più attrice di me stessa...
Corriamo in bagno a darci una rinfrescata assieme, ridendo, cercando l’una di fregare l’altra sul tempo...
Poi ci sistemiamo per l’ultima prova, ognuna a gusto suo. Michele ci grida che ci aspetta in camera da letto.
Il mio ingresso, di un minuto precedente a quello di Debra, è con una maglia azzurra a maniche lunghe già sollevata sul seno, un paio di slippini bianchi che si vedono già sotto a un paio di pantaloni anch’essi bianchi che tengo senza cintura e con la vita poco sotto l’inguine. Senza citare i soliti tacchi con cui ormai praticamente convivo.
Per fair play non voglio usufruire di questo minutino d’anticipo, quindi mi fermo sulla porta in attesa di Debra.
Che arriva vestita di un abito nero e il suo paio di scarpe più bello, quelle di Gucci. Anche lei arriva già un po’ discinta, un seno sbadatamente fuori.
Mentre io preferisco indugiare con le mani sulle mie mutandine, lei va ad accoccolarsi sul letto, abbastanza vicino a Michele, si tira su l’abito e si scosta il tanga nero per rivelare una figa che sembra fradicia! A mia insaputa deve essersi spalmata di qualche crema trasparente o non so che per sembrare così lucida e bagnata.
Io allora sento di essere un po’ in svantaggio, così accelero e mi alzo ancora di più la maglia per accarezzarmi con voluttà i seni, buttati in avanti verso Michele.
Lei si tira su e giù l’abito onde far finta di voler dare aria allo stupendo apparato. Si è infatti liberata del tanga e ora la figa le brilla alla luce di un sole che quasi vuole entrare dalla finestra.
Poi si sdraia accanto a Michele facendo pesare tutta la sua bellezza e la sua carica erotica: chiunque capirebbe, anche se lei fosse pienamente vestita, che questa donna ha voglia di godere, e lo deve fare subito.
Io mi siedo su una sedia, disposta in modo tale che Michele possa vedermi assieme a lei. Mi sono liberata dei pantaloni e anch’io mi sto offrendo la figa da accarezzare, le mutandine abbassate.
Entrambe cincischiamo a lungo prima di partire. Un po’ come fanno quei corridori di pista che stanno minuti piantati fermi sulla bici in attesa che sia l’altro a scattare per primo. Ciò non vuol dire che stiamo ferme però. Anzi ci muoviamo languide, quasi stirandoci, quasi a preparare il corpo allo sconquasso che seguirà.
Alla fine sono io che parto per prima, risolutamente con un dito nella figa fradicia di eccitazione.
Dall’altra parte vedo un sorriso indulgente e sento un “oh!” di Debra che si compiace del punto che ha segnato a suo vantaggio. Io sono partita a masturbarmi, lei è ancora lì, sdraiata di pancia sul letto a dondolare le gambe ripiegate all’insu e a godersi il suo momentaneo successo. Poi, mentre io sono salita in ginocchio sulla sedia e sto mostrando il culo vicino ai tacchi e un dito che va su e giù da sotto, anche lei finalmente si penetra con un sospiro di godimento, per assumere poi una posizione davvero erotica. Ha il culo per aria, con la testa si è rigirata in modo da accedere con una mano da sopra e una da sotto. Quest’ultima tiene allargata la figa con due dita, l’altra mano invece penetra con un dito. Dev’essere molto efficace perché dopo poche battute si cominciano a sentire i classici rantoli pre-orgasmo. Anch’io accelero, dopo aver cambiato un’ultima volta posizione. Sempre sulla sedia, sono accucciata a gambe spalancate e mi sto sgrillettando con un dito e penetrando con un altro. Anch’io rantolo.
- Così brave, forza, voglio vedervi sborrare assieme. Siete stupende! – esclama Michele al colmo dell’infoiamento. Si sta già spogliando ma non perde un momento del nostro eccitato avvicinamento all’orgasmo totale.
Il vederlo lì, nudo, a canna eretta, mi dà la botta finale: - Debra – urlo eccitata – Debra, dai, anche tu, concediamoci questo, amore. Io lo so che non è una cosa seria... non puoi farmi questo, devi venire con me...
- Certo che vengo con te, amore mio! Eccomi, ci sono.... per te!
E urlandoci il nostro amore e il nostro godimento per la milionesima volta ci lasciamo sopraffare da un orgasmo favoloso, tale che subito dopo devo anch’io sdraiarmi accanto a loro. Sono sfiancata, amorosamente distrutta. Non è molto che andiamo avanti, solo 90 minuti, ma evidentemente sarà stata l’eccitazione o l’entusiasmo per la gara, fatto sta che mi sento davvero sfinita, devo stare tranquilla per un po’.
- Michele, ti prego di aspettare un momento. Se vuoi sbattiti Debra, so che muori dalla voglia di farlo. Ma ora io sono davvero spossata. Non voglio perdere la gara ma non voglio neppure fare l’amore per forza...
- Debra, tu cosa vuoi fare? – interroga Michele, speranzoso che almeno sua moglie gliela dia subito.
- Aspettiamo due minutini, ti prego... – è la risposta, che è anche la mia salvezza.
- Tanto ho vinto io – azzardo dopo un po’, nel silenzio generale.
- Non ne sarei così sicura – ribatte Debra.
- Non lo so neppure io chi ha vinto – conclude Michele – Vedremo alla fine. Non escludo che debba esserci un’altra gara.
- In ogni caso dovrebbe esserci almeno una rivincita... – puntualizza Debra.
- Già, e poi la bella, eventualmente...
- Comunque siete state arrapanti tutte e due, e non è una novità. Se faceste gioco di squadra contro altre due credo che le sbaragliereste...
- Cominciamo a sbaragliarci tra di noi... per esempio, tu, poverino meriti qualche attenzione – dico io inginocchiandomi e carezzandogli il torace. Ho ancora su la maglia azzurra, ma me ne sbarazzo rapidamente.
- Certo, pensiamo a te amore – dice Debra afferrandogli teneramente il cazzo.
- Mmmm, chissà come è buono con tutta quella che sborrina che vedo... – e nel dire questo mi accoccolo davanti a lui e me lo infilo in bocca, mentre Debra passa con la testa al di sotto e si mette a lavorargli i coglioni, alternando leccate a succhiate. Nel fare questo ha dovuto disporsi sotto di me, perciò i nostri seni si toccano e si sfregano. Lei mi afferra per le chiappe e mi tira verso di sé.
Michele apprezza molto il trattamento, ma poi è Debra che preferisce scivolare da sotto di me e piazzarsi invece sopra a Michele, offrendogli la figa da leccare e continuando a dare grandi leccate alla sua cappella assieme a me, che sono dall’altra parte e che comincio a risentire una grande eccitazione, tanto da dovermi accarezzare da sola.
Sono io però la prima a prendere l’iniziativa e a farmi scopare. Mi sdraio su Michele di schiena e mi penetro aiutandomi con le mani. Poi sto lì sdraiata su di lui, accarezzandomi le tette e muovendomi appena con il bacino.
Debra intanto si è alzata, si siede sulla bocca di Michele dandomi la schiena. Mi alzo anch’io con il busto perché dopo un po’ sento un po’ di male: in quella posizione infatti il cazzo è costretto a fare una grande leva all’ingresso. Cosa che se a volte fa godere di più, altre può essere fastidioso.
Per qualche minuto andiamo avanti così, poi Michele osserva che era ora che toccasse anche un po’ a lui, dopo tutto un pomeriggio di astinenza e di spettacoli fantastici.
- Finalmente adesso posso trombare Matilde, poi tocca a te, Debra. Mmmmm, come sei dolce, sai di figa con tutto quello sborrare. Tra poco lo farai di nuovo...
E Debra intanto per tutta risposta viene d’improvviso, uno di quegli orgasmi però che promette di durare a lungo.
- Godo Michele, godo, mi stai facendo venire, sì, continua a leccarmi così che io continuo a godere, aahhhh!
Nel frattempo io accelero i colpi, sono io a governare e l’orgasmo di Debra mi ha portato al limite. Metto le mani dietro di me sul torace di Michele e vengo pure io, mi sembra molto bagnato, un orgasmo molto liquefatto...
- Aaahh – ho modo di esclamare – ahhh! Mi fate godere....
La venuta di Debra, come immaginavo, è un orgasmo multiplo. Con quella figa sulla bocca di Michele sembra che non se ne voglia più staccare. È lui che a un certo punto interrompe, si stacca da me e ribalta Debra in modo da poterla infilzare alla pecorina. E Debra mi vuole sotto di me in modo da avere l’orgasmo definitivo guardandomi in faccia o magari baciandomi.
Sono pochi i colpi che Michele deve dare per raggiungere il climax con Debra, che peraltro non aveva mai smesso di godere.
- Che femmine che siete! Siete proprio femmine! – esclama Michele al culmine.
Io me ne sto sdraiata sotto di loro in stato quasi confusionale: mi accorgo appena che Debra, nel pieno dell’esplosione, mi sta riempiendo le tette di baci.
Più tardi, a cena, Michele ci comunica ufficialmente che non ci sono né vincitrici né vinte. Abbiamo pareggiato in modo evidente. Per ringraziamento, dopo la cena, gli dovremo fare un pompino assieme e ingoiare tutto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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