Gay & Bisex
A STUDIARE INGLESE IN IRLANDA D
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08.02.2025 |
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"Un lungo bacio con le lingue che giocano e scambio di respiro..."
La sveglia mi strappa dal sonno profondo. Mi stiro allungando braccia e gambe. Mi alzo e vado in bagno. Dopo i bisogni corporali, mi lavo bene e mi vesto. Scendo e trovo la tavola già imbandita e Harold e Mary che fanno colazione. Un buon giorno subito ricambiato "il the nella teiera, il caffè nella brocca, il resto sul tavolo" " grazie Mary" mi verso il the, mi servo e faccio una bella e buona colazione. Finito "vado a lavarmi i denti e poi vado a scuola" Harold "oggi vado da quella direzione, ti do un passaggio." "Ok grazie" vado in camera, mi lavo i denti e scendo. Harold è già pronto. Mi metto il giaccone, saluto Mary e mi avvio dietro ad Harold. "Sali" salgo e partiamo. Arriviamo in pochissimo tempo. "Grazie del passaggio" Lui mi mette la mano sulla coscia, stringe, io lo guardo, mi sorride "fai una buona giornata e salutami il professore" "sicuramente, buona giornata anche a te " esco e chiudo lo sportello. Saluto con la mano mentre riparte. Penso fra di me, Giovanni fai attenzione. Lo hai provocato mostrandoti nudo. Ma se inizi una relazione con lui, o lui e Mary, visto le tette che mi ha spiaccicato addosso ieri, ti metti in una situazione notevolmente incasinata. Ricordati che il professore ti tiene bloccato per sesso tutti i dopo pranzo della settimana, incontri impegnativi a dir poco. Se poi ti prendi un altra relazione duplice, Mary ed Harold, a casa, non credi di pretendere troppo da te e dal tuo fisico? E quella frase sibillina, salutami il professore, forse Harold è a conoscenza dei desideri del prof, forse anche lui mi conosce, informato da David, quel coglione incapace di stare zitto. Pensaci bene prima di fare qualcosa, qualsiasi cosa.Arrivato a scuola entro in classe. Mi presento ai compagni, mi racconto poco e mi tacito immediatamente con l’entrata del professore e le lezioni iniziano.
Le lezioni si susseguono un'ora dopo l'altra con l'alternanza fra i professori. Faccio fatica a capire tutto ma è interessante e seguo con interesse. Il tempo scorre velocemente e arriva la fine delle lezioni Finito lo studio si va in mensa per il pranzo. Si fa la coda con il vassoio e prendo quello che ai miei occhi dovrebbe essere buono o almeno mangiabile per me. Mi siedo, i tavoli sono da otto persone, e sono con sette compagni di classe. Mangiamo e parliamo. Mi chiedono da dove vengo, come è la mia città, come si vive, come mi trovo qui. "arrivato ieri e per ora tutto bene, scuola e lavoro al pub. Gli studi li migliorerò anche grazie alla disponibilità del professore di darmi delle ripetizioni" finisco e noto che quatto compagni alla tavola si guardano e sorridono, con quel sorriso da ebete, o da chi sa qualcosa e non dice o non vuol dire, e mi guardano quasi sorpresi. Non indago, non è né il luogo né il momento. Finiamo, riponiamo il vassoio ed usciamo. Saluto i ragazzi. Vado a casa dal prof. Arrivo e suono. Mi apre. È nudo, il cazzo quasi in tiro, "Ciao, ben arrivato, entra" chiude e gira la chiave più volte. "Bene, da oggi e per tutti i prossimi giorni quando entrerai qui ti spoglierai e metterai i tuoi vestiti su questa sedia, tutti. Resti nudo. Poi verrai di là e si comincia a studiare. Ok hai capito." "Si professore, mi spoglio subito." Mentre mi spoglio lui va di là.
Spogliato e riposto i vestiti sulla sedia mi avvio verso la stanza che è poi il soggiorno. Il prof è seduto sul divano a gambe divaricate e con il cazzo duro. Mi vede "forza vieni qui e succhiamelo". Mi avvicino, mi inginocchio e lecco l'asta, giro la lingua attorno alla cappella, scendo sino alle palle. Lui si sposta all'esterno della seduta per offrirmele meglio. Le lecco, le risucchio una alla volta giocandoci in bocca anche con la lingua. Risalgo e mi prendo la cappella in bocca e la lecco e secchio. Lui prova a spingermi in giù la testa, mi oppongo facendo resistenza, è troppo grande per poter passare. Trovando la mia reazione rinuncia a spingere e passa ad accarezzarmi i capelli. Le sue dita mi accarezzano e pettinato. Mi gusto il sapore dei suoi umori che lubrificano la mia lingua e la mia gola. Mi gusto il suo cazzone, con dolcezza e calma, lo scopo per quanto possibile nella bocca. Mi stacca dalla quella sua succulenta meravigliosa protuberanza. Si siede comodo poggiandosi bene sullo schienale del divano. "Ora siediti sopra di me". Lo guardo e capisco subito cosa chiede. Monto a cavalcioni con le gambe piegate ai lati delle sue, ma sto su. Mi abbasso con il busto mentre lui mi posiziona il cazzone fra le chiappe, lo fa scorrere più volte poi prova a posizionarlo. Io giro il braccio dietro la schiena e impugno la bestia, facendo andar via dalla presa la mano del prof. Lo metto giusto sull'ano, lo tengo fermo in posizione mentre comincio a scendere aprendomi il culo. La resistenza c'è ma è misera. Discendo costantemente senza accelerazioni e sento che mi si allarga tutto dentro, che il corpo estraneo si fa strada, si fa ben sentire, che mi apre, che il piacere di riaverlo mi rende felice e mi fa godere. infine sono seduto sul suo pube e realizzo che lo sto prendendolo nuovamente tutto dentro. Sospiro, sfiato, gemo e godo. Mi sposto in avanti a cercare la sua bocca, le sue labbra e il prof mi viene incontro e ci baciamo, io lo circuisco con le braccia attorno al collo e prolungo il bacio che diventa passionale e sexy. Rimanendo attaccato inizio a scoparmi alzandomi sulle cosce, senza far uscire il cazzo ovviamente, e poi di nuovo giù, Inizio con un ritmo blando, anche per capire se lo ricevo senza problemi (non si sa mai) e tutto va bene. Sento i suoi sospiri nella mia bocca. La sua lingua che geme dal piacere duellando forte con la mia e godendoci il momento. Aumento il ritmo, salgo piano ma scendo di botto, di peso, veloce e profondo. Il piacere mi pervade, sentire quel grosso palo duro dento di me che mi fa impazzire di piacere, così non ne avevo mai presi e dubito che ne troverò altri. Ci stacchiamo e “cazzo come sei bravo. Una vera troia professionale con grande esperienza. Una Vacca da monta, una vogliosa di cazzi, di tanti e tanti cazzi tutti per te.” Fra un sospiro ed un gemito “dai sei esagerato” “nel darti della troia esperta o nella vacca da monta o nella vogliosa di cazzi?” mi chiede. Rifletto “forse nella vacca da monta e/o nella vogliosa di tanti e tanti cazzi” Lui ride, ride di gusto mentre io continuo la scopata. “Vacca da monta lo diventerai molto presto, per la vogliosa di tanti e tanti cazzi ci vorrà un pò di più ma lo sarai certamente”. Resto in silenzio ed accelero il ritmo. Ottengo il mio risultato. Ora non mi parla di queste cose “cazzo dai che è bellissimo, continua così forza troia, mia troia”. Incitato provo a far uscire il cazzo e farlo rientrare senza aiuto della mano, riesce diverse volte ma alcune devo aiutarlo a ritrovare la caverna. “Hai un cazzone gigantesco, mi riempie tutto il ventre, lo sento e mi piace anche se è molto invadente, mi dilata zone mai toccate da nessuno ne dilatate a questo punto. Ma è un piacere immane, non me lo sarei aspettato, sia di poter far entrare questo tuo palo, sia di godere cosi di lui, di te e di tutto quello che io faccio per te. Sei un vero grande toro da monta, si veramente grande” Ora alterno la scopata tutta dentro con velocita e ritmo variato con la fuoriuscita del cazzo e poi giù di peso e veloce sino a risedermi sul suo pube, sui suoi peli, facendomi sfondare ancora e ancora. Il prof gode, ansima, geme. Alcuni gridolini soffocati gli escono dalle labbra, quelle labbra che si erano unite alle mie poco tempo prima. Ed io uguale ansimo, gemo, gridolini soffocati mi escono dalle bocca. Posiziono le mia mani sulle sue ginocchia e poi mi butto indietro inarcando la schiena e sostenendomi con le braccia, Lui emette un grido soffocato di grande piacere ed io riprendo il ritto forsennato che deve, voglio, portarlo a sborrare. Il ritmo aumenta, le voglie crescono, Freme dentro di me. Pulsa, il cuore batte forte nel suo cazzo e passa al mio ventre quella pulsazione vogliosa. Si carica, si contrae, si prepara, con un colpo secco, violento un suo colpo, si suo, e bloccandomi completamente seduto su di lui, contrae e schizza il suo nettare nel mio corpo. “ti riempio, di ingravido, sei una vacca da monta che sto riempiendo, che sto inseminando che sto sfondando” poi soffia sbuffa e gene dalla goduria. Si appoggia con la testa alla mia spalla, il respiro e affannato, forte e cerca con forte inalazioni di calmarsi. Recupere e viene a baciarmi. Il bacio è affannoso, respira forte ma mi bacia ugualmente.
Un lungo bacio con le lingue che giocano e scambio di respiro. Si sposta avanti con il culo, sempre con me impalato. Passa le mani sotto il mio culo, il bacio finisce, “tienti fisso a me”. Lo guardo, non capisco cosa vuol fare, ma un attimo dopo è chiaro. Metto le braccia attorno al suo collo e subito dopo spinge e si alza in piedi con me piantato nel suo cazzo e controbilanciato dalle mie braccia legate a lui. “cazzo dai, ti peso, fammi scendere, rischiamo di cadere” Per risposta mi piazza la lingua in bocca, un bacio “stai zitto e buono troia” In quella posizione si sposta nell’appartamento sino alla camere. Un letto matrimoniale aperto con disteso un telo da doccia sopra. Mi deposita piano su di sesso senza uscire da me, e si stende sopra di me. Io con le gambe ancora incrociate dietro la sua schiena ricevo le spinte gemendo e accarezzandolo “si dai, sei bravissimo, dei, ancora. Sono tuo, tutto tuo, scopami riempimi ancora e ancora e sempre” La scopata prosegue, colpi decisi forti e intervallati da passaggi calmi, dolci, tranquilli. Si ferma, impugna il mio cazzo semi duro o semi molle da come uno lo vuol vedere ed inizia a masturbarmi mentre con l’altra mano mi stritola un capezzolo stringendolo fra pollice ed indice, facendomi male ma piacere contemporaneamente. Mi fissa negli occhi ed io fisso i suoi, in combutta per godere, per essere reciprocamente uniti e volere sesse, sesso sesso. Non duro molto, l’eccitazione di prima ed ora con la sega mi fa sballare e in poco tempo sborro, vengo. Il primo schizzo super eccitato arriva sul mio mento, il secondo sul collo poi sul seno e per finire sulla pancia e il mio pube. Sospiro felice e lo guardo con gioia. Lui si fa leccare la mano dalla mia sborra poi ne raccoglie altra con le dita e me la porta alla bocca ed io apro, ricevo e lecco le dita. Lo fa tante volte. Poi, restando dentro me, mi lecca il petto, risucchia la mia sborra e me la riversa in bocca, la mia bocca aperta che aspetta che coli dalla sua, come un uccellino aspetta dai genitori che lo nutrano passando da un becco all’altro, da una bocca, la sua, all’altra, la mia.
Esce svuotandomi in culo. Si tira dietro la sborra precedente che cola lungo le chiappe e scende verso il telo. Aria fredda entra immediatamente e un leggero brivido mi percuote la schiena. “mettiti alla pecorina, forza.” Mi rigiro e mi sollevo mettendomi a quattro zampe, mi avvicino con le ginocchia al bordo del letto, allargo per portarmi alla sua altezza e resto fermo immobile in attesa. Una attesa erotica piena di desiderio e voglia irrefrenabile anche dopo tutto quanto successo e fatto. Mi lascia li e mi guarda, mi scruta. “Hai un buco aperto che è bello, una voragine ora. Poi vedrai come sarà alla fine dei tuoi studi. Sei pronto a prenderti ancora il mio cazzo?” “siiiiii” Lo appoggia, spinge e mi apre. Entra e arriva in fondo scivolandomi dentro lubrificato dalla precedente sborrata e dai miei umori anali. “eccotelo tutto dentro. Ora fai la mia vacca da monta, ti riempio e ingravido. Sarai pieno di sborra, la mia sborra.” Non arrivo a rispondere che riinizia a sbattermi con foga, con desiderio, con volontà di sfondarmi, di svuotarsi, di riempirmi, di inondarmi. Il ritmo aumento, i colpi risuonano nella stanza come tamburi di guerra dei nativi americani in una danza forsennata di desideri. Non dura molto, o almeno la mia voglia di sentirlo sborrare, il mio desiderio di essere riempito, il mio piacere di sentirlo fremere e godere di me in me, me lo fanno credere, poiché mi è sembrato breve il tempo per quanto è stato bravo e idilliaco il rapporto, la scopato, l’inculata, Freme, si contrae, schizza e mi sbora dentro, schizzi copiosi, caldi che mi fanno godere per l’irruenza, per il calore, per la quantità. Si appoggia alla mia schiena. Le sue labbra vicino al mio orecchio che ascolta il respiro profondo ed i sospiri di piacere. Mormora “che guzzata splendida. Mi sono completamente svuotato.
Leccami e puliscimi il cazzo, poi andiamo in bagno". Provvedo gustando la poca sborra che lo ricopre. Pochissima nel cazzo. Finito di leccarlo e pulirlo bene, lucido e bello. Lo abbandono. Mi precede ed entriamo nel bagno. "Vai nella vasca, forza, bravo. Ora piegati che ti penetro." Eseguo le sue richieste, mi chiedo come faccia ancora a volermi scopare, che resistenza ha quest'uomo. Mi posiziono ai suoi desideri, il cazzo di appoggia, spinge, entra e in fondo si ferma con le sue palle che sbattono su di me. Fa un paio di movimenti per scoparmi, poi in fondo si ferma. Penso che è stanco anche lui. Le sue mani si fissano ai miei fianchi, mi tiene compresso a lui. Sento uno strano fremito dal suo cazzo, non una contrazione ma qualcosa di diverso, non capisco. Ora mi arriva del caldo dentro, liquido caldo, ma non è sborra, non è possibile. Realizzo, mi sta pisciando in culo. Faccio per sottrarmi ma sono bloccato dalla sua forte presa " no dai, no il piscio, noooo. Per favore no dai" Lui ridendo " sei la mia troia e faccio ciò che voglio. Goditi questa pisciata, ne prenderai altre, forse tante altre. Rilassati tanto è tutta tua". Non potendo ribellarmi subisco questa umiliazione, così la consideravo. Il ventre mi di gonfia, il getto continuo di urina mi riempie troppo. Dal fastidio iniziale, credo più psicologico che fisico, ora la accetto bene. Una pressione del getto che su fa strada dentro me, mi scalda, mi comprime. La pressione diventa eccessiva e il liquido giallo trafila dal mio ano e scende, scorre lungo le cosce, le gambe e arriva nella vasca. Ora ho quasi piacere di questa situazione, mi apre una nuova parte del mio intestino, riempiendola ed allargandola, dandomi piacere. Ecco ora sembra che abbia finito. Si, direi di sì. Non sento più il flusso, il getto, si ha finito. "Bene ora esco e tu mi pulisci il cazzo" "ma è urina. Dai no" mi arriva uno sculaccione, una manata aperta sulla chiappa che mi fa saltare oltre al male. "Esegui cazzo!!" Ritira il cazzo dal culo. Da esso esce urina, sborra ed altro dapprima a fontanella, poi gocciola, poi cola lungo le gambe. Mi giro e prendo in bocca la cappella. Sa schifosamente di urina. Provo a togliermi, ma lui mi blocca la testa lì. Lecco ma disgustato. Un suo sospiro, un suo rilassarsi ed ecco che piscia di nuovo ma ora in bocca, nella mia bocca. Tento di togliermi, di scappare ma lui mi tiene fermo. Evito di deglutire ma poca è la piscia che esce dalla bocca trafilando dai bordi della cappella. Ho le guance gonfie, non può starcene altra in bocca, ma lui prosegue. Devo deglutire, ingoio, quasi vomito, ed ingoio di nuovo, e di nuovo. Infine a forza di deglutire mi comincia a piacere, non l'urina, ma la situazione. Finisce e pulisco bene. Quasi quasi mi è anche piaciuta questa nuova esperienza. Finito il tutto mi lava con il doccino il corpo, poi lo posiziona sul culo che, con l ano aperto, permette a tanta acqua di entrare ed uscire lavando e pulendo il tutto da tutto. Bel lavato richiude l’acqua e sistema tutto. Con questo è finita la ripetizione e ci rivestiamo. "A domani allora." Rispondo felice "si, a domani, grazie di tutto" esco e mi avvio felice al pub
Mi avvio verso il Pub, verso il lavoro. Penso al prof, veramente un porco, poi che cazzo anche lui con quella pisciata prima in culo che mi ha riempito a sorpresa e poi in bocca facendomela bere. Dallo schifo iniziale all'accettazione sub, e alla fine al quasi piacere ed accettazione della porcata. Ma si dai, è andata anche questa. Poi vedremo se si ripeterà. Arrivato. Entro saluto tutti. Nello spogliatoio mi cambio e metto il grembiule con il logo del Pub. Ci sono alcune persone nella zona illuminata. Sono già state servite e per il momento non ci sono clienti che aspettano per l'ordinazione. Parlo con i colleghi e mi faccio spiegare come sono le abitudini del locale. Non sono diverse dagli altri locali in cui ho lavorato. Il locale viene diviso a zone ed ognuno ha la sua zona di pertinenza. Ovviamente se uno o più hanno bisogno di aiuto si interviene anche nelle altre zone. Questo anche quando vi sono pochi clienti. Arrivano dei ragazzi. Saranno sui venti anni più o meno. Un gruppetto di sei maschietti che già fanno casino entrando. Si siedono nella zona di penombra. Seduti schiamazzano. Elisabet si avvia a prendere l'ordinazione. Mentre chiacchiero con gli altri colleghi vedo con la coda dell'occhio che i ragazzi stanno incasinando Elisabet. Mi avvio a raggiungerla. Stanno facendo apprezzamenti pesanti, direi volgari, con proposte oscene. Mi vedono "ecco che arriva il difensore... si vede che te la sei fatta ". " tutto bene ragazzi? Siete qui per stare in compagnia e divertirvi. Va bene ma dovete anche rispettare gli altri, siano essi i clienti o il personale" stanno per rispondere male e spernacchiarmi "provate a pensare che lei sia vostra sorella che lavora. Sareste felici se dei clienti si comportassero aggressivamente, dicendo volgarità e altro di peggio. Vi incazzereste con loro sicuramente. Provate a immedesimarsi e poi scambiate i ruoli con lei e capite come reagireste voi alle vostre parole. Meditate." Sorrido mi volto e torno al bancone. Tengo d'occhio la situazione. Uno dei ragazzi si alza e si scusa a nome di tutti con Elisabet. Fanno l'ordinazione e riprendono a dialogare fra loro senza fare casino. Elisabet arriva e passa l’ordine al bancone, passa vicino a me e "grazie, sei stato magnifico. Grazie infinite " sorrido " di nulla"
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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