Gay & Bisex
MATTINA INVERNALE CON FORTE VENTO.... ED AMICO DI AMICI
di Alvertn
29.01.2017 |
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"Entra uno, giubbone chiaro cappello di pelo e occhiali scuri, Appena dentro sbatte i piedi a terra per scaldarli, si guarda attorno, sorride e viene verso..."
Mattina, giornata fredda, il vento soffia forte, da nord, passa sopra la neve in montagna e scende gelido a valle.Sono imbaccuccato come non mai, direi irriconoscibile, berretto di lana sino agli occhi, sciarpa sulla bocca e naso, giubbone di piuma tirato su, con il bavero chiuso su alla gola.
Cammino veloce verso il centro cittadino, passo svelto nella speranza di scaldarmi e nel contempo di restare fuori il meno possibile… evitare il vento.
Arrivo in centro. Resto meravigliato perché incrocio un passante che mi chiama per nome, mi ha riconosciuto nonostante tutto quanto ho addosso, ma io non so ancora chi sia. Anche lui vestito come un palombaro.
Si presenta. Alvaro E’ un amico di letto ben provato e conosciuto da tempo. Piacevole passionale versatile e bel cazzo di discreta misura e culo sodo peloso e stretto
Mi racconta due cose successe, ed io lo invito al bar per scaldarci. Mi dice che ha un appuntamento di lavoro a momenti e che non ha il tempo anche se gli piacerebbe molto.
Gli dico “Io vado al bar Astoria, quello li poco distante, se ti liberi presto e ti va, prova a passare che forse mi trovi ancora li”
Ci salutiamo e mi avvio. Con la coda dell’occhio vedo che una persona lo ha raggiunto.
Giubbone chiaro cappello di pelo e occhiali scuri, nulla di più ho notato, a si alto su 1.80 e corporatura robusta o giaccone bello gonfio.
Vado al bar.
Entro e mi porto al tavolino d’angolo opposto alla porta di ingresso. Mi piace dominare il luogo e vedere chi entra ed esce.
Luogo strategico, ben lontano dalla porta da cui scaturiscono folate fredde.
Prima di sedermi inizio lo spogliarello, berretto, guanti, giubbone sciarpa…Poggio sulla sedia in modo che non cada tutto.
Mi siedo e mi prendo il caldo del locale che piano piano percepisco sulle mie mani e gote.
Arriva la cameriera. Una bella ragazza giovane. Calze nere con fiori che salgono arrampicandosi e avvolgendo le gambe
Una gonna nera a metà coscia plissettata, una camicetta bianca sbottonata a mostrare un prosperoso seno, con una maglia nera sopra, a bottoni che arrivano sino a sotto il seno, che si mostra piacevolmente sodo. Ordino una cioccolata in tazza densa. Mi chiede se voglio anche la panna e visto il freddo dico di si
Ho bisogno di energia per contrastare la temperatura.
Non passa molto tempo che ritorna sorridente e mi serve quanto ordinato.
Ringrazio e mi prendo fra le due mani la tazza calda e aspetto di sentire la pelle bollente prima di riposizionarla sul piattino
Mani finalmente calde e con le articolazioni ora nuovamente attive.
Mangio la panna con il cucchiaino assieme alla cioccolata densa. Merita veramente.
Ogni tanto qualche avventore entra, intirizzito e cerca conforto nell’ambiente caldo.
Lo lasciano riprendere prima di chiedere cosa desidera. Hanno capito che la gente vuole il caldo e poi qualcosa per giustificare il loro ingresso li.
Gusto la mia cioccolata a cucchiaini, lentamente e mi gusto il sapore ed il calore che scende insieme dentro di me.
Entra uno, giubbone chiaro cappello di pelo e occhiali scuri, Appena dentro sbatte i piedi a terra per scaldarli, si guarda attorno, sorride e viene verso di me.
Proseguo con la mia cioccolata.
Arriva al mio tavolo e “ciao, come va?”
Alzo gli occhi sorpreso, non capisco chi sia.
Vede la mia aria sorpresa e interrogativa.
“scusa, ci siamo incrociati poco fa, Tu salutavi Alvaro ed io stavo arrivando da lui. Mi ha detto lui che eri qui, mi ha parlato un pò di te, elogi incredibili.”
Lo guardo con aria interrogativa. Ho capito che è la persona che ho incrociato mentre lasciavo Alfredo, ma non so nulla di lui e non so cosa Alfredo possa avergli detto. Si siamo amici di letto ma non so se ha comunicato questo o a cosa si riferisce….
“posso sedermi con te?”
Sorrido, sono curioso di sapere di cosa si son parlati i due. “accomodati pure. Scusa se sono rimasto freddo e sorpreso ma non ho capito nulla di quanto mi hai detto. Se puoi essere più chiaro. Ho capito solo che sei amico di Alfredo.”
Si toglie il giaccone e si siede
Un bel uomo giovanile sui 45-50 anni
Fisico tosto, muscoloso, capelli corti a spazzola, chiari, viso tondo gote rosse dal freddo, occhi scuri, sovra ciglia folte.
“scusa, io sono Piero, sono di qui, abito proprio a due passi dal bar.”
“piacere Giovanni”
“Ecco ti dicevo che Alfaro mi ha parlato di te, molto bene e molto profondamente.”
Arrivata la cameriera che stoppa le parole di Piero
“buon giorno. Cosa desidera?”
Un attimo di dubbio, poi guarda la mia tazza e “porti anche a me una buona cioccolata calda, con questo freddo ne ho bisogno”
“vuole anche lei la panna assieme?”
Un attimo di indecisione ma poi “si, anche con panna”
La ragazza dal bel seno si allontana.
Gli dico “ottima scelta, è veramente eccezionale”
“allora, stavo dicendoti, mi ha parlato di te e delle tue peculiarità. Mi ha detto che sei fantastico, passionale, sorprendente, resistente.”
Io lo ascolto, lo squadro, lo ispeziono con gli occhi, “si? Ma in merito a che cosa mi ha tanto lusingato?”
Chiedo con tranquilla curiosità, finta ovviamente, ma reale agli occhi di Piero, che mi guarda con stucchevole sorprese, quasi disorientato per quanto detto da lui e da me. Credo pensasse di essere stato chiarissimo ma la mia domanda lo ha spiazzato completamente.
Segue un silenzio riflessivo. Sicuramente stà ripensando a quanto parlato con Alvaro, e dipende da quanto Alvaro è stato chiaro, spregiudicato e dovizioso di particolari per vedere quale passo farà ora per raggirare la mia domanda.
Finalmente si riprende.
“spero di non aver capito male, o che Alvaro non mi abbia fatto uno scherzo di pessimo gusto. Ti ripeto quanto Alvaro mi ha detto. Giovanni è una persona squisita, favolosa, dolcissima spregiudicata. Ha un bel corpo un bel cazzo duro e resistente, un culo sodo e un buco stretto che riceve con attenzione e a lungo, molto a lungo. Se voglio posso prenderlo anche io, ma sei ti Piero a deciderlo. Ho passato serate e notti intere a godere assieme a lui. Anche a volte in gruppi e Giovanni fa volentieri il centro.”
Si ferma e resta a osservare la mia espressione. Vuole capire se quanto gli ha detto è vero, altrimenti sai che sputtanata che si prenderebbe?
Io aspetto a parlare, la cameriere tettona stà arrivando con la cioccolata con panna.
“ecco la sua cioccolata,”
Appena allontanata, “quanto ha detto di me mi lusinga. Si ci siamo divertiti moltissimo assieme e goduta da soli e in gruppo. Bello fantasioso e porco”
“Piero ha un sospiro di sollievo, il viso si distende e la paura si allontana dalla sua espressione.
“cazzo che paura che mi hai fatto prendere, ma ormai ero esposto e non mi restava altro che passare a evidenziare quanto volevo sapere.”
“si ho visto che eri sulle spine”
“Alvaro non mi ha detto che sei anche un pochino stronzo, almeno in questa situazione sicuramente si, cazzo”
“ok, scusa ma volevo capire cosa ti aveva detto”
“ok,”
Un momento di silenzio con ogni uno che scucchiaia un po di cioccolata in tazza.
“bene adesso che sei arrivato, e mi hai fatto gli elogi di Alfredo, dimmi cosa volevi dire, cosa volevi contestualizzare?”
“io pensavo che mi sarebbe piaciuto un po di intimità con te: Alla luce dei racconti di Alvaro, racconti che mi hanno eccitato moltissimo, mi piacerebbe provare. Sempre che ti vada. Io ho casa a due passi da qui, libera se vuoi ci andiamo”
Lascio un momento di riflessione, tutto rimane sospeso, lui pende dalle mie labbra, dalla mia decisione, si vede che ha una voglia matta di sfondarmi il culo, ma aspettiamo prima di dare l’assenso.
L’idea mi stimola, anche perché con il freddo fuori stare al caldo a scaldarsi è ottimale e piacevolmente eccitante.
“penso che sia una bella idea, finiamo le nostre cioccolate e poi ci spostiamo da te. Sei da solo a casa? Niente sorprese mentre siano a letto vero? “
“no, ho un coinquilino che vive con me, ma di giorno non vi è mai. Poi semmai arrivasse, non ti preoccupare. Quando siano da soli ci divertiamo anche fra noi. Al massimo partecipa anche lui, a meno che la cosa non ti vada. Ha un gran bel cazzo, grossetto duro e sborra tanto”
Mi lascia perplesso. Non è che mi piaccia essere interrotto mentre si fa sesso, e non so se la descrizione del bel cazzone sia vera o fatta per convincermi a togliere i dubbi.
“ok, e vado per casa tua. ”nessun problema se arrivasse allora?”
“no tranquillo andrà tutto come dovrà andare. Se vuole partecipare così sia”
Finiamo le nostre cioccolate. Cominciamo la vestizione, eseguita con cura per essere certi di essere coperti bene, poi alla cassa.
Piero insiste per pagare lui e io cedo. Mica devo fare a botte per una cioccolata anche se bella calda.
Salutiamo barista e cameriera ed usciamo. L’abbraccio del freddo ventoso è da brivido. Ci avviamo a passo veloce verso casa di Piero
Lui mi fa strada ed io affianco, cammino ma non apro bocca, paura di gelarmi i denti. Il passo veloce con il vento in faccia, sembra di faticare per la controspinta dell’aria.
Arriviamo davanti al portone di casa, toglie le mani di tasca, toglie i guanti e rimette la mano destra in tasca a cercare le chiavi. Riesce e infila nella toppa e finalmente apre.
Entriamo veloci e chiude dietro di se la porta che il vento non lascia chiudersi da sola.
“brrrr, cazzo che freddo che fa oggi” dico adesso che posso parlare in un ambiente chiuso e non troppo freddo, l’atrio. “e si con questo vento forte sembra di essere nudi anche se vestiti pesantemente.”
Saliamo in ascensore, Il freddo non ci ha preso del tutto, il tragitto dal bar a casa sua è stato breve e non ci siamo raffreddati più di tanto. Però apprezzo la mancanza del vento e la temperatura qui discreta.
Arrivati apre casa, mi fa passare e poi entra, chiude con una serie di mandate la porta e mi dice di accomodarmi.
L’ambiente è caldo, un soggiorno con angolo cottura ben arredato, co un tavolo e quattro sedie al centro posizionate su un ampio tappeto, divano chiaro con difronte un mobile con sopra la televisione, cucina in grigio chiaro che si perde otticamente nello spazio della sala.
Ci togliamo giaccone sciarpe cappelli guanti e maglioni.
Adesso si stà bene., casa calda e ambiente confortevole.
Piero mi si avvicina, mi abbraccia e mi bacia Le sue mani passano dalle spalle e mentre una sale e mi prende per i capelli tirandomi indietro la testa mentre il bacio prosegue, l’altra scende e mi palpa poderosamente il culo.
“ spogliati mi intima “con voce ferma e decisa.
Io eseguo e in un attimo sono totalmente nudo. “bravo, ora spogliami”
E mentre lo spoglio lui mi prende in mano le palle e le scruta, soppesa stringe e gioca. Il mio cazzo diventa subito duro e lui lascia i testicoli e sale, arriva in cima e me lo scappella. Passa le dita sulla mia cappella che si arrossa. Intanto ho finito di spogliarlo. Un bel corpo tonico e peloso, un bel cazzo di belle dimensioni e due palle grosse. Zona pubica con pelo tagliato corto. Adesso mi riprende per i capelli e mi tira a se per un bacio.
La lingua entra e mi perlustra, mi sbava, poi mi lecca il viso. Mi spinge giù verso il basso, sino a leccargli il bel cazzone che ormai è tosto, duro, pulsante, voglioso. Lecco l’asta dalla cappella, sino alle palle e le prendo in bocca risucchiandole, una alla volta e poi tutte e due, a fatica perché grande è la borsa.
Mi soffermo molto perché mugola e gode del risucchio delle palle. Ora risalgo e arrivato alla cappella la lecco come un buon gelato, la prendo in bocca e inizio a pomparla e succhiargli il cazzo. Giu tutto sino in gola e su, aumentando il ritmo, e lo sento gioire e godere, sospirare e mugolare.
Lo lavoro bene, lo lavoro a lungo.
Gode come una troia, ogni tanto inarca la schiena e me lo sbatte dentro ancora di più.
Improvvisamente si stacca dalla mia bocca, mi fa alzare il piei “voltati” e obbedisco voltandomi. Ora è lui in ginocchio che mi apre e lecca il culo, mi apre e mi infila un dito, mi lecca ancora e mi apre e mi infila due dita, mi lecca ancora ed entra con la lingua. Godo io adesso da morire. Un piacere immenso, poi tre dita entrano.
Si alza e mi posiziona il cazzo nel culo, lo sposta a cercare l’entrata, lo poggia, afferra una chiappa per volta e tirandola fa accedere ancora poco la cappella, la senta che si fa strada, è grande, e grossa, è desiderabile. Mi esce un urlo forte, cazzo mi ha sfondato con un colpo solo deciso forte entrandomi sino in fondo sino a sbattete le sue palle sulle mie culatte. Mi ha aperto e non dilatato. Male cazzo. In fondo si ferma e “contento troia di avere un gran bel cazzo dentro, che ti ha sfondato il culo?
“Cazzo ma potevi fare con un po di delicatezza, mi hai fatto un male boia.”
“ e di che ti preoccupi, ora ti scopo, ora ti sbatto e godrai, ti piacerà e il dolore non lo ricorderai neppure. Sei la mia troia ora e … ti uso come voglio. Chiaro”
Inizia a scoparmi con foga, il buco si infiamma, bruca ma piano piano si adegua, si lubrifica, si lascia scivolare dentro e fuori quella mazza ingombrante. Adesso piace anche a me e comincio a godermi il cazzo che mi sbatte con violenza. Essere usato e consumato. mmmmm
Mi piace e comincio a concentrarmi su quanto mi sta facendo. Mi scopa in piedi, era tantissimo che non lo facevo. Un bel letto è senz’altro più comodo ma in piedi ti prende e ti sbatte anche psicologicamente. Mi scopa e mi sega insieme, mi scopa e mi stringe le palle, mi scopa e mi massacra i capezzoli, mi scopa e mi mette due dita in bocca che subito succhio avidamente
Si inarca indietro e mi tira a se indietro, Inizia a sborrarmi dentro con colpi decisi e getti caldi abbondanti. Per 6 volte, almeno mi sembra di averne contati sei, e poi esce, mi fa girare e mi spinge a succhiargli il cazzo umido che tiene chiuso in mano per non perdere sborra e che me la fa arrivare in bocca e poi pulisce la sua mano nei miei capelli, capelli alla scorra, non gel o brillantina.
In bocca oltre alla sborra trattenuta mi arrivano altri tre fiotti non violenti ma abbondanti, densa e calda. La degusto in bocca prima di ingerirla. Buona, o almeno a me è piaciuta.
Finto di eiaculare, mi stacca dal suo cazzo, Mi masturba e mi fa sborrare raccogliendo il mio sperma in un posacenere pulito.
Sborra anche io tanto, mi ha eccitato e fatto godere molto.
“apri la bocca.” Lo guardo con sorpresa… “forza troia non discutere e non disobbedire”
Apro la bocca e mi in bocca con un cucchiaino prendendo la mia sborra dal posacenere. Un cucchiaio dopo l’altro come una pappetta per bimbo.
“è finita, spero ti abbia saziato con la mia e poi la tua …. “
Da mio culetto aperto e sfondato comincia a colare lo sperma che mi ha riempito, e cola scivolando lungo le cosce. Liquido biancastro che si addensa con l’aria e rallenta la discesa per i peli delle mie cosce.
La vede
Sorride. “vai in bagno a lavarti dai, mi sei piaciuto. Forza non esitare”
Mi lavo bene, doccia calda e mi porta un morbido asciugamano con cui mi asciugo bene
Mentre mi lavo lui si fa in buon bidè, lavandosi bene il cazzo cappella e culo, poi si lava i denti e sciacqua la bocca.
Prima di farmi rivestire “ok adesso mi dai il numero di cellulare, che quando ho voglia ti chiamo o mi chiami tu.”
A questo punto avviene lo scambio dei numeri, direi un classico dopo che ci si è trovati bene.
Ci rivestiamo entrambi. “ho una commissione da fare anche se con il freddo di fuori starei qui al cado in casa volentieri”
“allora usciamo assieme e … la sferzata di freddo farà rimpiangere i momenti passati qui al calduccio.”
“mmm, sei la mia troia, vedrai la prossima…. “
Usciamo e sul pianerottolo un vicino saluta allegro. Lo guardo e saluto con dolcezza alla sua gentilezza. Un bel ragazzone di 40 anni interessante come fisico e viso stimolante. Da come si muove e da come parla, direi che è interessato ai maschi, ma non ha segni evidenti e non posso rischiare. Scende con noi in ascensore e qui ne approfitto per strusciarmi a lui con indifferenza come fosse casualità. Noto che non s sposta e non si dispiace. Forse ho ragione.
Arrivati al piano terra l’atrio preavvisa che fuori è ancora freddo e si vede che il vento è presente dal muoversi dei fami spogli delle piante. Un attimo di sosta, ci si sistema tutto, Berretto guanti sciarpa occhiali, un saluto a tutti e si esce…. Cazzo che freddo
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