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Gay & Bisex

Noi scopiamo e tu ci guardi


di Membro VIP di Annunci69.it Grey-Heron
02.02.2025    |    6.768    |    11 8.9
"Il moretto si inginocchia davanti al biondino, mi guarda e mi dice di osservare bene il cazzo..."
Noi scopiamo e tu ci guardi.

I due ragazzi sono stesi nudi uno sopra l’altro, il biondo sta sotto e si lascia baciare dal moretto con i capelli ricci. Sono eccitati e l’ho constatato quando sono saliti sul letto grande. Avevano già i cazzi duri e pregustavano la nuova avventura. Io invece sono seduto nudo su un letto singolo accanto al letto matrimoniale e mi masturbo. Mentre i due sono impegnati nelle loro effusioni erotiche ogni tanto girano i loro sguardi vogliosi verso di me con espressione di approvazione e si bisbigliano parole che non riesco ad udire. Ma non sono solo loro a guardarmi. Il quadro sopra il letto raffigura la Vergine avvolta nel suo mantello azzurro. E mi sento pure da lei osservato. Dove ho messo il mio pudore? Il mantello azzurro simboleggia purezza e divinità, mentre l'immagine trasmette tenerezza e sacralità. In questo momento e comunque in questa stanza non esistono, né purezza, né divinità, né tenerezza e nemmeno sacralità ma solo il peccato.

Il viale è alberato, con le chiome degli alberi che si stagliano scure contro il cielo notturno. L'aria è calda e umida, tipica di una tarda notte estiva dopo una pioggerella pomeridiana. Le luci delle vetture che passano si riflettono sulla strada bagnata mentre le auto parcheggiate ai lati della strada sembrano quasi addormentate.

Il traffico è lento, ma c’è ancora movimento, forse qualcuno che torna a casa o che attraversa quel viale come un passaggio momentaneo. No, non è vero, il traffico è generato dalle stesse auto che arrivano fino alla rotonda in fondo al viale e che poi ritornano indietro sulla corsia opposta. E’ un continuo carosello di vetture. Sul lato destro del viale dove sono parcheggiato si intravvedono le figure di alcuni uomini che stanno appoggiati di schiena su qualche muro. Altri, più o meno giovani passeggiano avanti e indietro senza meta apparente. Qualche vettura accosta al marciapiedi; l’autista attrae l’attenzione di uno degli uomini il quale dopo aver scambiato poche parole sale in macchina per andare chissà dove.

Il profumo di "nuovo di fabbrica" della mia vettura è un mix di materiali appena assemblati, come pelle, plastica e metallo, unito a una leggera fragranza di vernice e oli protettivi. Questo aroma inconfondibile è il risultato di processi di produzione e di materiali freschi, ancora non contaminati dall’uso quotidiano. È un odore che evoca una sensazione di freschezza, novità e perfezione tedesca, come se ogni dettaglio fosse appena uscito dalla linea di montaggio. Ne sono piuttosto orgoglioso. L’ho acquistata al mio rientro dopo un contratto di undici mesi oltre oceano. Mi sono fatto un bel regalo e ora di notte sto verificando su questa strada se posso rimorchiare un bel maschio. Il problema è che non sono un tipo da car sex, non ci so fare. Sto parcheggiato con il finestrino abbassato osservando per capire come si svolge il giro mentre ascolto musica.

Una persona che ascolta musica in macchina parcheggiata potrebbe sembrare immersa nei propri pensieri, magari cercando di godersi un momento di tranquillità o riflessione. Io invece sono molto attento a ciò che accade attorno a me. La macchina diventa un rifugio temporaneo, un piccolo spazio personale dove poter essere sé stessi.

Improvvisamente una vettura si ferma al mio fianco; l’autista mi guarda poi riparte. Più tardi la stessa manovra viene effettuata da un’altra vettura con la stessa tecnica poi se ne và. La radio trasmette un mix perfetto di elettronica chill, jazz e un po’ di vibrazioni acustiche che danno la sensazione di galleggiare in un'atmosfera rilassata. Il profumo di "nuovo di fabbrica" della mia vettura mi riempie le narici.

Una terza vettura si accosta alla mia. Ci sono due ragazzi a bordo, più o meno della mia età, sulla trentina appena compiuti. Uno ha i capelli neri e ricci e l’altro che guida appare come un biondino con la barba appena accennata. Sembrano simpatici. “Ciao, ti và di venire con noi?” Mi propongono di seguirli fino ad un quartiere sul lato opposto della città. Mi ospiterebbero a casa della loro nonna ora al mare insieme ad una nipotina con la quale convive. I due hanno le chiavi di casa.

Stanno cercando uno che li guarda mentre scopano. E mentre fanno sesso io dovrei stare accanto a loro che mi osservano mentre mi masturbo per il loro piacere visivo. La richiesta è tanto insolita quanto interessante e diversa. Io non devo partecipare in azioni di sesso. Si tratterrà esclusivamente di una avventura di voyeurismo per entrambe le parti. Metto in moto e li seguo.

La città è avvolta in un'atmosfera silenziosa. Le luci dei semafori e dei lampioni illuminano la strada, creando riflessi dorati sull'asfalto ancora bagnato. Man mano che ci addentriamo nel cuore della città, le strade diventano più strette e più tranquille. Superiamo alcune piazze silenziose, poi si cominciano a scorgere i primi portici, le colonne che si allineano una accanto all'altra, con i loro muri che raccontano storie antiche. L'aria è umida e l’odore di pietra e legno si mescola con l’odore della notte. Il quartiere sembra essere un piccolo angolo nascosto, fuori dal tempo, dove le ombre dei portici si allungano dolcemente sul marciapiede. Riusciamo a trovare posto per le vetture. Seguo i due ragazzi fino davanti ad un portone vetusto. Nessun accenno da parte loro ad una presentazione o scambio di nomi. Solo silenziosa complicità per la cosa che si svolgerà in un appartamento a me sconosciuto oltre due rampe di scale.

Il soggiorno è un luogo che racconta la storia di anni passati, intriso di ricordi e di una routine tranquilla. I mobili sembrano appartenere a un'altra epoca. La poltrona, con le imbottiture ormai un po' sfibrate, è circondata da una serie di piccoli tavolini di legno scuro, alcuni decorati con centrini di pizzo. Un divano a fiori, un po’ sbiadito, domina la stanza, e sopra di esso si trovano cuscini ricamati a mano, perfettamente allineati, che sembrano non essere mai stati spostati. L’aria è calma, quasi ovattata, come se il tempo lì fosse rallentato. Tutto è semplice, ma ricco di una calma che sembra provenire da un'altra epoca, quasi come se la loro nonna avesse voluto preservare quell’atmosfera intatta, lontana dal caos del mondo esterno e moderno.

Mi sento un poco a disagio. Mi trovo in casa di una sconosciuta, ignara di ciò che accade nella sua cara abitazione. Ma non posso dire se in effetti questa casa appartenga alla loro nonna. Potrebbero avermi detto una frottola. Ma ormai sono qui e tanto vale stare al gioco.

“Andiamo di la in camera da letto, noi staremo sul letto grande e tu ti metterai nudo sul letto singolo, ci guarderai mentre ti seghi il cazzo e noi scoperemo guardandoti. Mi raccomando stai attento a non sborrare sul copriletto. Questo è un rotolo di carta per ripulirti. Non abbiamo fretta”. Gli ordini mi sembrano chiari.

La stanza da letto della signora è un angolo tranquillo e intimo, dove ogni oggetto sembra raccontare una parte della sua vita. Le tende pesanti, i pizzi e le stoffe ricamate sono dappertutto. I comodini sono antichi, di legno scuro e massiccio, con il top in marmo lucido.

Il letto è il cuore della stanza, dove una bambola di porcellana, vestita con abiti d'epoca, riposa sul cuscino principale. È un dettaglio che ricorda l'infanzia o forse una tradizione familiare, un elemento che dona un tocco di dolcezza e protezione al suo riposo. In tutto l'ambiente, c'è una sensazione di cura e di ricordi, dove ogni oggetto sembra voler raccontare una storia, testimone di una vita vissuta con amore e delicatezza. Accanto al lettone e contro la parete c’è un letto singolo. Dovrebbe essere il letto della nipote. E la Vergine del quadro, che tutto benevolmente osserva.

Ci troviamo in tre maschi in questo posto che è decisamente fuori luogo per una maialata tra uomini. Mi sembra di profanare la vita di una signora che magari frequenta i vespri e tutte le sante messe domenicali.

Dopo aver spostato la bambola di ceramica altrove ci siamo tolti prima le magliette e poi i jeans che per coincidenza indossavamo tutti e tre. Siamo in piedi e i due ragazzi stanno accanto il lettone grande della nonna. Vogliono che rimaniamo in mutande e calzini. Mi ordinano di massaggiarmi il cazzo ma senza tirarlo fuori dagli slip e che si possa intravvedere mentre mi diventa duro. Si baciano dolcemente e poi trasformano il bacio in un profondo limone mentre fanno cazzo contro cazzo pure loro sotto gli slip. Ci osserviamo, io mi eccito sempre di più osservandoli e vedo che loro apprezzano la mia presenza e si eccitano ulteriormente. Il voyeurismo e l’esibizionismo sono spesso interconnessi, poiché entrambi ruotano attorno alla dinamica del guardare ed essere guardati.

Il moretto sembra essere più attivo del biondino. Lo coccola, gli prende il viso tra le mani, gli passa le labbra sulla fronte poi le sposta sulla bocca. Si baciano con dolcezza per qualche attimo per poi far divenire il bacio una profonda slinguata. Il moretto si inginocchia davanti al biondino, mi guarda e mi dice di osservare bene il cazzo. Gli tira giù le mutande e scopre un bel cazzo duro e dritto per aria. Io sono eccitato al massimo osservando la scena. Non esito a tirarmi giù le mutande, portare il mio uccello in libertà che pulsa di sangue che corre nella grossa vena bluastra. Ho la cappella che emette goccioline appiccicose. Con la destra mi sego, con la sinistra mi pizzico i capezzoli. Il moretto annusa il cazzo del suo amico, gli lecca prima le palle poi lecca tutta l’asta e si prende in bocca la cappella. Inizia una favolosa succhiata di cazzo. Il biondino mi osserva a tratti mentre tiene le mani sulla testa del moretto, poi socchiude gli occhi in estasi.

Il moretto smette l’orale, si alza, si toglie pure gli slip e rivolto a me e avvicinandosi di qualche passo, mi mostra il cazzo in tiro. Ha la pelle del cazzo molto scura. Mi guarda dritto negli occhi e mi chiede se mi piace.

Ha la cappella scoperta color rosso che fa contrasto alla pelle scura del resto del cazzo. Rispondo che è bellissimo. Lui afferra il cazzo alla base con la destra e lo sbatte più volte schioccandolo sul palmo della mano della sinistra. Poi torna dal suo amichetto, si posiziona in piedi alle sue spalle, lo abbraccia strusciandogli il cazzo turgido tra le chiappe del culo e gli sussurra parole che non comprendo. Io sono in piedi, nudo, a gambe larghe e mi sto segando di brutto. Io osservo loro e loro osservano me.

Senza giri di parole, la maggior parte di noi si masturba guardando altre persone fare sesso sullo schermo del PC, del tablet e del telefono. Quindi sì, è normale e abbastanza comune essere almeno leggermente interessati a questo tipo di fetish. La definizione tecnica è molto chiara: un voyeur è qualcuno che prova piacere nel guardare altre persone impegnate in atti sessuali. E questo incontro a tre lo sta provando.

I due ragazzi si sono spostati e ora sono stesi nudi uno sopra l’altro, il biondo sta sotto e si lascia baciare dal moretto con i capelli ricci. Sono eccitati e l’ho constatato quando sono saliti sul letto grande. Hanno i cazzi duri e li strofinano in un selvaggio frotting. Mentre i due sono impegnati nelle loro effusioni erotiche ogni tanto girano i loro sguardi vogliosi verso di me con espressione di approvazione e scambiano parole che non riesco a sentire.

Sono semi steso sul letto singolo, ora mi sto segando il cazzo in modo lento e languido. Penso che sarebbe bello essere insieme a loro sul lettone con il cazzo in bocca al biondino mentre il moretto lo scopa. Si, perché ora il biondo si è messo a pecora e il moretto gli sta dietro. Gli ha infilato il cazzo scuro su per il sedere e se lo sta scopando a pelle. Ogni tanto si voltano a guardarmi e io osservo loro. La luce soffusa della lampada sul muro avvolge il vasetto di fiori secchi sul comodino della nonna, proiettando ombre delicate sul marmo lucido.

Hanno invertito le posizioni. Il moretto è a novanta e il biondino gli sta dietro a leccargli il buco del culo. Il moretto mugula di goduria come un cagnetto felice e lo incita ad affondare di più la lingua. Poi dopo avergli lubrificato bene l’ano con una buona dose di saliva gli appoggia il cazzo sopra e con dolcezza spinge la sua mazza penetrandolo a sua volta e naturalmente a pelle. Si inculano a vicenda con facilità e l’ardore di coppia affiatata.

Mi dicono che mi vogliono vedere sborrare ma saranno loro ad indicarmi il momento giusto. Si sistemano entrambi sulla schiena appoggiati un poco sui cuscini e un poco appoggiati alla testata del letto. I loro cazzi sono dritti su per aria. Si baciano e fanno a slinguate molto umide mentre mi osservano e si segano. Io mi sto masturbando forte. Sono eccitato da come si sono svolte le cose finora. Sento che il mio orgasmo si sta verificando. “Ragazzi, non resisto, io sto per venire.”
“Vieni, che pure noi ci siamo quasi.” Bastano pochi colpi di mano, caccio un mezzo urlo e dirigo i miei fiotti di sperma al meglio che posso sulla mia pancia e addome per non imbrattare il copriletto. I due hanno osservato la mia fontana di spruzzi ed è ora il loro turno di spruzzare. Lo fanno in silenzio mentre le loro lingue si contorcono. Le loro mani sono cariche di sperma che gli cola tra le dita. Successivamente ci torna utile l’uso del rotolo di carta.

Raccolta la carta e sistemata in un sacchetto ci rivestiamo. Mi consegnano il sacchetto suggerendomi di portarmelo dietro e gettarlo nei bidoni immondizia in strada. Loro non sarebbero scesi.

Salgo in macchina, il motore si accende in un sussurro, appena un fremito nel silenzio della notte estiva. La vettura si muove lenta, sfiorando le ombre allungate delle colonne dei portici, mentre qualche finestra ancora illuminata resiste al sonno. Poi, con discrezione, scompare nel buio, lasciando dietro di sé solo il battito sommesso della città addormentata.



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