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Gay & Bisex

Yannis in Grecia. A Night in Paradise.


di Membro VIP di Annunci69.it Grey-Heron
24.11.2024    |    7.072    |    16 9.6
"Ora gli titillo i capezzoli mordicchiandoli, procurandogli quel lieve dolore che poi diventa piacere e Yannis ricambia..."
Yannis in Grecia. A Night in Paradise.

Il nome Yannis deriva dalla forma greca Giovanni, che a sua volta deriva dal latino Iohannes. Esso è molto comune nella Grecia moderna. In questa narrazione ho usato il suo vero nome. Lui esiste. Eravamo entrambi appena trentenni.

Lavoravo su una nave che faceva prevalentemente lunghe crociere e giri del mondo completi. Un ambiente molto esclusivo per soli 400 ricchi viziati croceristi e quasi altrettanti ma non ricchi e nemmeno viziati membri di equipaggio internazionale.

Era la stagione del Mediterraneo in piena estate. Quel giorno la nave era attraccata a Rodi fino a mezzanotte per poi salpare e arrivare all’isola di Kos la mattina seguente per tutta la giornata. Di solito quando eravamo in porto potevo prendermi pausa dalle 12.00 alle 18:00 facendo a turni in ufficio con quattro colleghi, una svedese, un cileno, una norvegese e una francese. Poi libero ancora dalle 20:00 in poi.

La città vecchia di Rodi che si intravvede dai ponti più alti di una nave in porto è un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Racchiusa da maestose mura medievali, si svela come un labirinto di vicoli acciottolati, archi di pietra e antiche case dai tetti rossi. Passeggiando, si percepisce il fascino delle influenze bizantine, ottomane e dei Cavalieri di San Giovanni, che hanno lasciato il segno in eleganti palazzi, chiese e moschee. Sul porto, dove un tempo si ergeva il mitico Colosso, l’azzurro del mare contrasta con le pietre dorate dei bastioni. Ero già stato a Rodi in passato.

Avevo voglia di un po' di mare, (come se il mare non lo avessi mai visto…) di spiaggia, di naturismo, di nudismo, di vedere qualche cazzo, magari di combinare qualche giochetto. In poche parole avevo un po' di fregole sotto la cintura. Decido di prendere un taxi e andare alla spiaggia gay e nudista dalle parti di Faliraki.

L’isola di Rodi, abbracciata dal Mar Egeo, offre paesaggi molto belli, dai borghi pittoreschi alle spiagge di sabbia bianca lambite da acque cristalline ma anche cale, calette, piccole insenature. Un luogo dove storia e bellezza naturale danzano in un’armonia senza tempo.

Arrivo in spiaggia e cerco un posticcino tranquillo che in effetti non trovo. Ci sono tanti maschi nudi, quasi esclusivamente molto grandi di età e sicuramente quasi tutti dal nord Europa. Non certamente il mio tipo di fauna visto che mi piace l’opposto. Però…almeno ero in spiaggia con le palle al vento e l’uccello che godeva di un bacio dato dal sole. Ricordo che c’era un tizio che camminava sul bagnasciuga con un fischietto in bocca. Avvisava i tessili curiosi che si avvicinavano sulla spiaggia naturista di togliersi il costume oppure di tornarsene indietro senza rompere i coglioni ai nudisti. Grande grado di civiltà.

La spiaggia è a ridosso di una irta collina e fa parte di una piccola baia. C’è molto movimento tra le rocce e la boscaglia su per la collina. E’ un posto perfetto per imboscarsi e consumare sesso occasionale. E qui sembra essere la regola.

Sono circondato da gentili attempati e molto attempati nordeuropei. Vedo arrivare un giovane uomo, moro, un pelo più basso di me. Indossa un boxer nero da mare piuttosto attillato ed è a torso nudo. Ha le spalle molto larghe e il bacino stretto, senza un pelo. Muscoli e pettorali ben definiti ma in modo naturale, non da palestrato. I polpacci e le gambe mi colpiscono. Sono insolitamente molto sviluppati. Un bel tipo dalla pelle abbronzata ma decisamente del tipo mediterraneo, dalla mascella pronunciata e dai lineamenti del volto anche da duro. Un bel esemplare di maschio ellenico. Decisamente il mio bocconcino preferito. Mi chiedo che ci faccia qui in mezzo ai nordeuropei. Lui si avvicina e trova posto a circa cinque o sei metri da me. Si denuda completamente e posso intravvedere che è messo molto bene tra le gambe. Cazzo…se lo è!

Lo tengo d’occhio e noto in lui un atteggiamento di alterigia, autocompiacimento, quasi superbia. Sembra non prestare attenzione a nessuno manco a me dopo aver salutato con un accenno del volto e qualche sorriso, un paio di nordeuropei seduti nelle vicinanze. Come se si conoscessero di già. Ciò mi fa pensare che possa essere uno del posto in cerca di uomini maturi. Oppure potrebbe trattarsi di un marchettaro locale in adescamento di generosi svedesi, tedeschi, svizzeri. Si, potrebbe esserlo. Ne ha tutta l’aria. Potrebbe anche non essere un tipo raccomandabile. Una serie di turbamenti e dubbi incomincia a frullarmi per la testa. Però che gran bel fisico, bel esemplare di maschio.

Siamo così vicini ed è talmente tanta la mia curiosità che inizio un gioco di timidi, veloci e discreti sguardi che finalmente anche lui corrisponde. Ma c’è un problema! Lui è arrivato alle 15:30 e io posso rimanere soltanto fino alle 16:00 poi devo trovare un taxi, tornare in porto, salire a bordo, docciarmi, cenare, e alle 18:00 essere in ufficio. Non ho il tempo né di flirtare, né di conoscerlo, né di imboscarci sulla collina e se mi chiedesse dollari nemmeno accetterei. Una occasione perduta, considerando che sono anche un tipo timido e piuttosto imbranato negli approcci.

Mi appresto a preparare il mio zainetto. Mi rivesto, gli passo accanto, ci guardiamo negli occhi. Un lungo sguardo, quasi uno deluso addio; mi avvio verso la strada dove ad un certo punto c’è uno stallo dei bus di linea e pure qualche taxi.
Mentre cammino mi giro indietro e vedo che anche lui si sta rivestendo. Dopo qualche minuto mi giro ancora e lui mi sta seguendo. Rallento il passo e dopo qualche minuto è dietro di me, molto vicino. Mi fermo di botto, mi giro completamente verso di lui. Siamo molto vicini. Ci guardiamo negli occhi, sorridiamo e ci diamo la mano. “Hi, I’m Yannis…” e gli rispondo con il mio nome.

Quando due persone si incontrano per la prima volta e provano un’attrazione fisica reciproca, possono sperimentare un mix intenso di emozioni e sensazioni. Il cuore batte più veloce. Una percezione di nervosismo piacevole, spesso descritta come "farfalle". Possono avvertire una vampata di calore, specialmente sul viso, dovuta all’imbarazzo o all’emozione. Gli occhi si incontrano più spesso, con una tendenza a mantenere il contatto visivo. Il sorriso emerge senza sforzo, come riflesso della gioia dell’incontro. Una sensazione di felicità e leggerezza, quasi come se il tempo rallentasse. Il desiderio di conoscere l’altra persona, accompagnato da attenzione verso ogni parola o gesto. È un momento in cui la mente e il corpo sono in sintonia, creando un'esperienza vibrante e memorabile. Sento, anzi, sentiamo le farfalle nello stomaco, (me lo ha rivelato successivamente).

Mi dice che sta tornando in città con il bus di linea. Io invece lo invito, se vuole, a salire sul mio taxi fino al porto che è a quattro passi dalla città vecchia. Lo osservo attentamente in viso. Un bel viso di maschio mediterraneo con le mascelle piuttosto pronunciate che gli danno anche un’aria da duro, un poco misterioso. Riccioli e profondi occhi neri.

Seduti sul taxi si scambiano i soliti discorsi, da dove vieni, che fai, quanto ti fermi. Yannis è dalle parti di Salonicco, insegna educazione fisica da quando era militare e ora anche nelle scuole. Inoltre insegna aerobica nelle palestre private, anche quattro sessioni al giorno. Ecco perché ha le gambe ben sviluppate. A Rodi in vacanza a casa di amici e domani torna a Salonicco.

La mia mano sinistra accarezza la sua gamba destra e la sua mano destra accarezza la mia sinistra. Ci tocchiamo provando a non dare nell’occhio del taxista. Poi le nostre mani entrano in contatto, le dita si incrociano e si stringono. Un momento di sensazioni elettrizzanti, sembra esserci sintonia.

Al porto scendiamo sotto la nave. Gli chiedo se vuole rivederci questa sera dopo le 20:00, solo che io non posso portare ospiti a bordo e devo essere a bordo alle ore 23:30 per la partenza di mezzanotte.
I suoi occhi si illuminano, sorride e…” Sarò qui alle 20:00, prenderemo un taxi e ti porto in un posto che conosco” “A dopo…” Salgo a bordo e mi preparo per quelle due ore di turno.

Quando una persona sta per incontrare un’altra dal punto di vista di sesso ed erotismo, può provare una combinazione intensa di emozioni. Eccitazione, anticipazione, ansia, nervosismo, speranza. Il pensiero dell'incontro può generare un senso di aspettativa positiva e un fremito di gioia, immaginando come si svolgerà e cosa si diranno e cosa faranno. Ci si può sentire vulnerabili di fronte al giudizio o alla possibilità di rifiuto. Questa miscela di emozioni rende l’esperienza unica e intensa, un momento che spesso rimane nella memoria specialmente se l’incontro va a buon fine.

Puntualmente alle ore 20:00 Yannis mi aspetta. Il taxi sfreccia su una strada costiera sinuosa, lambita dal mare calmo che si estende fino a un orizzonte infinito. Il cielo è tinto di colori caldi del tramonto, sfumando verso il blu dell’imbrunire. Sul lato sinistro della strada, appaiono sparse alcune case che sembrano abbracciare la natura circostante. In lontananza, le luci tremolanti di una cittadina costiera rompono la quiete della sera, promettendo vita e movimento oltre l’orizzonte.

Ci stiamo allontanando non di poco da Rodi verso la notte. Sono in apprensione. Che cazzo ho fatto! Dove cazzo mi sta portando? E se avesse delle intenzioni poco pacifiche? E se arrivati ad un certo punto mi chiedesse dollari in cambio della mia incolumità? Meno male che ho avuto la lungimiranza di mettermi in tasca 200 dollari da usare come via di fuga. Non parliamo. Silenzio.

Il taxi corre sulla strada lungo la costa scoscesa, dove le rocce emergono in forme selvagge, scolpite dal vento e dal mare. Questi massi, in parte levigati e in parte frastagliati, si tingono dei colori del tramonto all'imbrunire: sfumature di arancione bruciato, rosso rubino e viola tenue, che si mescolano alle ombre lunghe del crepuscolo.

Finalmente ci fermiamo davanti ad un bar-ristorante sulla sinistra della strada. Deve essere un posto conosciuto perché ci sono molte macchine parcheggiate. E questo mi rasserena. L’orologio mi dice che quel lungo percorso fatto in stato d’ansia da me, in effetti è durato nemmeno venti minuti.

Scesi dal taxi, Yannis mi indica che attraverseremo la strada. C’è un piccolo viottolo incastonato tra le rocce che scende verso il mare. Alcune rocce sono ricoperte da licheni argentati e macchie verdastre di muschio, che brillano debolmente alla poca luce obliqua rimasta. Il posto mette timore forse anche paura. Sono in compagnia di un perfetto sconosciuto in un luogo che potrei definire isolato e per giunta si sta facendo notte. Scendiamo una ripida scarpata ed ecco una piccola spiaggetta sassosa nascosta da grossi massi rocciosi. Le piccole onde del mare si infrangono contro i ciottoli con un ritmico rumore, quasi uno lieve fruscio, creando piccoli spruzzi che riflettono alla luce della luna. Perché, è quasi buio ed è apparsa la luna. L’aria porta un odore salmastro. Noto un paio di gabbiani su una roccia. Probabilmente si preparano al loro riposo notturno. I gabbiani non volano di notte.

Io e Yannis siamo in piedi uno di fronte all’altro, in silenzio. Percepisco un silenzio carico di aspettative, di emozioni e attesa. Ci abbracciamo e restiamo fermi in un lungo abbraccio. Il mio volto sul suo collo e il suo sul mio. Siamo freschi di doccia, lo rivela il delicato profumo di due saponi diversi. Lui mi stringe e io ricambio. Ancora silenzio. Non sono necessarie le parole.
Rilevo e colgo il suo respiro, poi, ardisco stuzzicargli il lobo dell’orecchio e scendo con la punta della lingua lungo il collo e la gola. Lui freme quasi tremando, poi, Yannis ripete la stessa cosa a me e sono io ora che fremo quasi a tremare. E ci abbracciamo ancora più stretti.

Indossavo un paio di jeans consumati e un giubbotto di jeans che ancora conservo nell’armadio. E sotto avevo una maglietta bianca. Non mi ero messo le mutande per dare libero spazio al movimento del cazzo in caso di erezioni.

Gli abbracci e i fremiti danno libero sfogo alla nostra eccitazione. Sento il suo cazzo eretto e duro che batte contro il mio nelle stesse condizioni entrambi intrappolati dal tessuto. Ed è in quel momento che mi accorgo di non aver più paura e nemmeno timore dello sconosciuto di fronte a me; mi lascio andare, mi rilasso e percepisco la sua complicità. Siamo in due ma siamo anche uno per l’altro a goderci questo momento notturno tra le rocce di una sperduta spiaggetta di Rodi.

Ero partito con l’idea di fare sex anche piuttosto spinto come mi era già accaduto di farlo in pineta di notte dalle mie parti in Italia; invece, sento che Yannis sta cercando condivisione, quasi affetto. Sento che ha bisogno più di pelle che di sesso. Me lo ero immaginato come il maschio duro che fa sex, che ti rivolta come un calzino senza troppi riguardi. Lo avevo anche catalogato come un opportunista marchettaro. Invece ecco un giovane uomo che cerca trasporto, tenerezza, amorevolezza, condivisione anche da uno sconosciuto. Da come si comporta (a mia sorpresa) Yannis mi dimostra che ha fame di complicità tra uomini. Siamo abbracciati a fare le coccole in piedi. E di coccole decido di dargliene tante, voglio farlo felice, fargli vivere momenti pieni di ciò che egli ha bisogno. Questa sarà una breve esperienza ma intensa per entrambi. Le nostre labbra si cercano e le nostre lingue dopo un attimo di esitazione affondano voluttuosamente nelle nostre bocche cercandosi. Ci limoniamo con passione, scopriamo l’intimo sapore delle nostre bocche. Ci mordicchiamo le labbra e il mento. Lo lecco sotto la gola e lui fa lo stesso a me.

Siamo talmente presi dal baciarci e leccarci sotto la gola che quasi non ci accorgiamo che ci stiamo anche svestendo. Il mio giubbotto di jeans, la maglietta e la sua polo cadono sui sassi. Gli alzo prima un braccio e gli lecco l’ascella per poi passare all’altra. Questo lo coglie di sorpresa e gli piace. Freme e trema ai passaggi della mia lingua che successivamente sale su per la gola. Gli mordicchio il mento e gli caccio la lingua in bocca per slinguate intrise di saliva e poi gli chiedo di fare lo stesso con me. Si sta sviluppando una sintonia erotica come non ho mai provato con altro maschio e sento per pure lui è sulla stessa lunghezza d’onda. Ora gli titillo i capezzoli mordicchiandoli, procurandogli quel lieve dolore che poi diventa piacere e Yannis ricambia. La nostra pelle è liscia e calda, non un pelo di mezzo. I nostri cazzi duri sbattono contro di loro in uno sfregamento continuo. Come se scoppiassero sotto il tessuto dei jeans che indossiamo entrambi.

Prendo l’iniziativa, mi tolgo i jeans e li stendo alla base di una roccia a due metri dall’acqua. Pure lui si spoglia completamente e organizziamo i vestiti come fossero un giaciglio sui sassi. Nudi come le mamme nostre ci hanno fatti e in piedi. Mi abbasso davanti a Yannis e nella semi oscurità osservo il suo cazzo dritto. Esso è perfetto. Si può scappellare facilmente. Quando è dritto e duro svetta per aria leggermente arcuato verso l’ombelico. In altre occasioni successivamente gli ho detto che mi sembra un Satiro con quel cazzo per aria. Si è messo a ridere e mi ha risposto che in greco si dice lo stesso. Satiro è poi diventato il suo nomignolo.

Chiedo a Yannis di sdraiarsi di schiena sui nostri vestiti e pure io mi sdraio accanto a lui. Con dolcezza gli accarezzo il volto e poi tutto il corpo. Lui risponde con caldi baci in bocca. Iniziamo a smanettarci i cazzi a vicenda e poi li succhiamo voluttuosamente. Pompe deliziose e reciproche fatte con passione. Ci fermiamo abbracciati a guardare le stelle.

I nostri corpi sono caldi. Riprendiamo a fare sesso come stessimo facendo all’amore. Non vogliamo fermarci, ne vogliamo ancora. Non siamo sazi. Gli sego il cazzo mentre con l’altra mano mi faccio succhiare il pollice. Non ci facciamo nemmeno mancare un lungo e lussurioso sessantanove. Mentre lui è sopra di me sento i ciottoli farmi male alla schiena ma non importa. Ho la bocca piena di lui, la sua cappella gonfia la fa da padrona e allo stesso tempo sento la sua bocca calda avvolgermi il cazzo. Lo giro sulla schiena, mi ci stendo sopra, gli afferro i polsi allungo le sue braccia sopra la testa e porto la mia bocca a leccare le sue ascelle e poi ancora sotto la gola. Sono brividi di piacere e gli ordino di fare lo stesso anche a me.

Tutto questo sotto il manto scuro della notte con le onde che si avvicinano lente alla riva contro i sassi. Il loro ritmo è lieve, quasi un respiro continuo mentre noi arriviamo all’apice del nostro spasmodico godimento accompagnato da copiose schizzate di sperma. Facciamo passare lunghi minuti in un caldo abbraccio, immobili senza a nulla pensare.

Dopo esserci ricomposti si risale verso il ristorante/bar e con un taxi torniamo fino alla città vecchia, poi io proseguirò fino al porto. Il taxi si ferma in centro nella zona della movida. Sono indeciso, non so se chiedergli un indirizzo o come rimanere in contatto e credo che Yannis stia pensando lo stesso. (Non esistevano cellulari e nemmeno internet in tasca). E’ stato troppo bello. Una avventura simile non avrà seguito, non potrà avere seguito. Meglio di no. Io sempre in giro per il mondo. Lui che vive in Grecia. Che rapporto potrebbe mai essere? Con amarezza decido che un saluto e una stretta di mano andranno a concludere la serata. E rimanere un bel ricordo. Da parte sua percepisco un senso di malcelato turbamento.

Ci diamo la mano. Le stringiamo forte. “It has been beautiful”. Yannis mi dice, mentre ci guardiamo negli occhi.
“Yes, really beautiful, Thank you”. Gli rispondo. Scende dal taxi e lo vedo dirigersi verso le luci dei ritrovi notturni della città vecchia. Torno a bordo e decido di non fare la doccia. Ho il suo odore addosso. Voglio addormentarmi così.

Il giorno dopo, la mia nave è a Kos. Ho il pomeriggio libero come al solito. Sono letteralmente in uno stato di grazia dopo la bellissima serata, veramente soddisfatto anche se consapevole e con un po di rammarico non avremo modo di incontrarci mai più con Yannis. Passeggio in città e mi fermo in un bar che si affaccia su quella che era l’Agorà.

Sono seduto al tavolo, di quelli con sedie in ferro battuto e un’atmosfera rilassata. Davanti a me, la città vecchia si svela in tutto il suo fascino senza tempo: le rovine dell’antica Agorà greca si ergono come testimoni silenziosi di un passato grandioso, immerse in una luce morbida che accarezza ogni pietra. Ho ordinato una spremuta d’arancia, il suo colore vivace che contrasta con il grigiore delle antiche pietre e sfoglio un giornale italiano vecchio di tre giorni che porta con sé l’odore dell'inchiostro. Tutto è semplice, ma perfetto: il sorso dolce e rinfrescante, il fruscio della carta, e l'aria che sa di storia e tranquillità.

Nulla disturba la mia pace interiore. Sono presente, sereno, consapevole della bellezza che mi circonda e dei piccoli piaceri che sto vivendo. Penso a ieri sera e rivivo ogni momento passato con Yannis. È un ricordo che resterà impresso nell’anima, nel mio mondo interiore. Un vero regalo per lo spirito.

Alle ore 16:00 riprendo servizio. Inge e Christine, le mie assistenti mi avvisano che hanno messo una busta con il mio nome sulla mia scrivania. Osservo alcuni passeggeri che salgono e scendono la scala davanti ai nostri uffici. Prendo la busta con il mio nome dalla mia scrivania e chiedo alle colleghe “Da dove viene? Chi l’ha portata?” Mi rispondono che è stata consegnata al marinaio di guardia all’ingresso. Scendo verso l’uscita per chiedere spiegazioni al marinaio.

“Un tuo amico, sceso dal traghetto greco di linea che era attraccato brevemente qui accanto a noi; lui è venuto di corsa fin qui, mi ha chiesto con il tuo nome se lavoravi a bordo. Gli ho risposto si. Mi ha dato la busta e pregato di recapitartela”

Torno in ufficio, mi siedo alla scrivania. Apro con ansia la busta. “Thank you for the beautiful Night in Paradise. This is my address in Thessaloniki, if you like to keep in touch. Yannis”

La vita a volte ci scodella delle coincidenze inverosimili. O è il destino?

Sono sul volo LH da Monaco di Baviera. L’aereo ha appena messo le ruote sulla pista. Il comandante ha annunciato poco fa che il cielo è sereno ma fa piuttosto freddo in questa giornata di metà febbraio, qui a Salonicco.

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