Gay & Bisex
L'AMICO TROVATO IN AUTOBUS
di Alvertn
03.08.2018 |
22.671 |
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"Io godo più di una troia e lui apprezza il mio culo e il mio piacere..."
Il trillo della sveglia mi fa sobbalzare.Stavo sognando un orgia, tanto reale, cazzo durissimo e voglioso, maschi che si dedicavano a me e io godevo delle loro attenzioni.
Ma ora tutto svaniti, un solo sogno pieno di voglie e gioie.
Peccato, un pò deluso mi alzo spegnendo la sveglia. Vado in bagno, cazzo duro, pisciata difficile, ma faticosamente centro bene a tazza. Mi tocco e … la voglia aumenta, mi sego un po’, mi siedo sul bidet, l’acqua tiepida scivola sulla cappella dura e rossa ed io mi masturbo lentamente. Il cazzo sempre durissimo, risogno l’orgia, chiudo gli occhi. L’acqua mi stimola, mi accarezza, mi lecca. Mi piace e la voglia accumulata è troppa. Aumento la velocità, sento il piacere invadere tutto il mio corpo, il caldo e la voglia escono, la cappella schizza, lo schizzo si scontra con l’acqua e cade con essa. Sospiro soffio, riapro gli occhi, guardo il cazzo che sborra e godo al vedermi sborrare. Bella sborrata lunga, ero veramente carico. Aspetto e rifaccio una bella pisciata a pulire tutti i condotti e poi un bel bidet con cura.
Bene sono soddisfatto, mi sono tolto le voglie del sogno anche se una bella orgetta sarebbe meglio ed è tutt’altra cosa, ma bisogna accontentarsi, meglio una mano oggi che .. niente dopo.
Lavato e fatto colazione mi avvio al lavoro.
Prendo il solito autobus, lo attendo alla mia solita fermata. Mi stupisco, ad attendere sotto la pensilina un ragazzo biondo, un fisicazzo da urlo. Almeno lo è per me. Avrà meno di quaranta, biondo, alto sopra uno e ottanta, fisico asciutto, non palestrato, ma con braccia torace ben tornito.
Mi avvicino fissandolo come fosse il principe azzurro per la bella addormentata. Non distolgo gli occhi da lui.
Se ne accorge, mi fissa, mi guarda, le nostre pupille si incrociano e .. si legano.
Mi avvicino e non si staccano gli occhi.
Arrivo finalmente, gli occhi si scrutano, vorrei dire qualcosa ma non so cosa. Ho perso l'attimo fuggente, l'autobus arriva, apre le porte saliamo.
Vorrei stare vicino a lui ma la gente ci separa e non riesco a raggiungerlo.
Scende alla fermata prima della mia.
Gli sguardi si incrociano e si legano.
Gesticolo dicendo dopo, ruotando le mani, alle cinque e faccio la mano piena a dita aperte.
Non so se ha capito ma dice si con la testa.
Ci spero... chissà??
Giornata impegnativa sul lavoro, ma il tempo per pensare a lui mi si apre ogni tanto… il pensiero ed il sogno di rivederlo alla fermata alle 5. O a come approcciare e capire se è gay o bsx e vuole sesso. La giornata scappavia e l’orario di lavoro finisce senza che mi sia accorto di nulla, troppo impegnato e i momenti di relax erano occupati da lui.
Sistemo l’ufficio e mi avvio all’autobus, man mano che mi allontano dall’ufficio e mi avvio alla fermata un senso di angoscia mi assale, sempre con maggior timore.
Il pensiero che non ci sarà mi assilla e mi agita, mi porta angoscia e dubbi. Ma aumento il passo, deciso e veloce, questo mi fa sentire meglio, almeno per adesso
Alla fermata dell'autobus poca gente, arriva dopo quasi 5 minuti, cinque minuti di pensieri, sogni, angosce, paure.
Salgo, mi siedo in modo da vedere chi c'è alle fermate. Cuore batte forte, l'aspettativa è tanta, troppa e sono conscio che le aspettative ti fregano spessissimo, e che non dovrei farmele, ma... cazzo il desiderio è superiore e ... l'aspettativa che sia alla prossima fermata è moltissima. Se non ci fosse sarebbe una delusione profonda, anche se so che l'evento è difficile che si concretizzi, e che anche se ci fosse e salisse mica è detto che poi si possa combinare una bella serata di divertimento e sesso.
Troppe variabili, ma io ci spero, ci conto, ci credo, ed il cuore batte, batte di paura della delusione, del crollo del sogno, dell'aspettativa disattesa, dei castelli in aria creati dalla mente, del sesso fatto con lui nella mia testa. Di tutto questo e di altro ancora il cuore e la mente mi tiene impegnato lo sguardo a vedere la prossima fermata, a vedere se c'è, a sperare in questo incontro, ad i sogni che si realizzano, e il battito è sempre più forte e la gola si secca..
Intravvedo la fermata, alcune persone ferme che fanno il gesto per fermare il mezzo.
Guardo, scruto, osservo, cerco, spero.
No, nooooo, non c è, cazzo che delusione, il cuore smette di impazzire, si calma di colpo, lo sguardo mi cade a terra, il volto si tira in una smorfia. Mi viene da piangere, trattengo a fatica, la delusione è tanta, mi assale e mi distrugge. Se ci fosse stato e avesse detto che non è interessato è una cosa normale, accettabile anche se non ti fa piacere, ma così senza rivederlo, senza proposte, senza risposte è stravolgente.
Mi sprofondo nella scomoda sedia in plasticazza e mi perdo nella tristezza inattesa.
Osservo le scarpe, alcune tirate a lucido, ma poche, mentre il grosso sono sporche e usurate, impolverate, calzetti che scendono e che lasciano parte della gamba nuda, alcune pelose altre galbe. Ma guarda dove ti porta la mente per distrarti dal dolore, o meglio dalla delusione o incazzatura. Proprio strana. Autodifesa che ti fa …. dimenticare quanto accaduto.
Altra fermata, rallenta si ferma, le porte si aprono scende qualcuno e pochi salgono, ed io guardo le scarpe appoggiando i gomiti sulle ginocchia e le mani a sorreggere la testa. Che giramento di palle. Tanti desideri irrealizzati, sogni pindalici e …sono qui incazzato. Ma appena a casa cerco in chat se qualcuno viene a fare sesso. Tanto sesso cazzo
Sempre seduto sui sedili scomodi di plastica, sempre con gli occhi a terra a osservare le scarpe, i movimenti, le calze e i pantaloni di chi è vicino a me.
Due scarpe si spostano, giostrando fra i presenti, arrivano davanti a me, si fermano, si girano verso me. Guarderà dal finestrino il panorama, penso fra me. Poi per curiosità alzo gli occhi. Un tonfo forte al cuore. È. lui, LUi...
Al mio alzare il viso e guardarlo risponde con un sorriso a denti splendenti, “ciao, ho dovuto cambiare fermata per impegni di lavoro, speravo di trovarti”
“ciao io ormai credevo di averti perso, sono felice di vederti” e mi alzo in piedi e mi metto vicinissimo a lui.
“alla prossima scendiamo, vieni a casa mia. Ti voglio nudo” mi dice con voce sommessa ma tono imperioso. “come vuoi”, sommessa e sottomessa risposta. Alla fermata mi tira per il braccio e scendiamo assieme. “vieni” e cammino al suo fianco. Nessuna parola, mi vagano centinaia di domande da fare ma quel suo atteggiamento imperioso e silenzioso mi tiene in soggezzione.
Camminiamo spediti per strade e vicoli, non molto lungo il percorso ed arriviamo ad una casa un po trasandata. Entriamo saliamo al quarto piano senza ascensore.
Arrivo su con il fiatone, lui tranquillo, si vede che è abituato. Apre al porta entriamo. Un grande salone con angolo cucina e 4 porte uguali due per lato più due, una per lato più piccole. Presumo due bagni e quattro camere.
Eccoci qui. Vivo con altre persone, ormai amici, io ho camera da solo gli altri sono a due letti, tutti maschi. Un bel gruppo, ci divertiamo molto e quando invitiamo qualcuno il divertimento è più grande. La mia mente fa un conto veloce 3camere con due maschi più lui qui ci sono 7 maschi. Per fortuna ora siamo solo noi due, da quanto dice chiunque venga qui viene usato da tutti
Apre la porta della camera, “entra e spogliati nudo. Forza” Obbedisco e anche lui si spoglia. Un bel maschio e con un gran cazzone siedo sul letto e mi prendo il cazzo in mano, lo soppeso lo stringo, lo palpo poi me lo lecco piano e sino in fondo, raggiugendo le palle e succhiandomele in bocca e leccandole. Poi risalgo e lecco la cappella libera. Lui in piedi a gambe divaricate si lascia lavorare il cazzo e da come sorride e gioisce lavoro bene. Mi godo il sua cazzo almeno una ventina di minuti poi si stacca mi fa sdraiare con il culo in su e ora è lui che mi lecca, mi lavora il culo con lingua e dita e infila ed allarga, e spinge e lecca
Mi piace un sacco e il mio cazzo è durissimo. Lecca, alza il viso e sputa più volte sul buco, si porta avanti e appoggia la cappella fra le chiappe, la fa scorrere su e giù per capire dove è l’ingresso, eccolo lo ha trovato e preme, spinge piano. L’ano cede lentamente, la cappella avanza, e passa tutta. Si ferma, aspetta un colpo solo ed è tutto tutto dentro di me, sobbalzo ma godo, sono suo e lui è mio è dentro di me ma io lo tendo in me, strano ragionamento ma chi è il possessore dell’altro non saprei dirlo, ogni uno lo possiede e se lo gode
Inizia una bella lunga cavalcata, variata in velocità in affondi in divertimento, posizioni che si creano, a gambe aperte poggiate sulle sue spalle, alla pecorina, su un fiano e poi sull’altro e sempre con lui che mi scopa .. Io godo più di una troia e lui apprezza il mio culo e il mio piacere. Lo sento aumentare il respiro, i gridolini di piacere, il cazzo piantato che si ingrossa leggermente, inizia a pulsare dentro di me, sento che sta per scoppiare e faccio la troia aiutando il suo ritmo con il mio culo in controritmo. Esplode dentro di me con un urlo a fatica soffocato, sento il pulsare degli schizzi che caldi entrano dentro me, uno, due, tre , quattro, cinque lunghi e possenti, poi lo estrae e altri tre schizzi mi arrivano sulla schiena e sulle chiappe, poi alcune colate di sborra che cascano dalla coppella. Ha goduto bene penso fra me quando mi reinfila il cazzo dentro e mi sbatte per altri cinque minuti. Poi esce e sospira felice. “gran bel culo. Da lavorare ancora un bel po e goderselo”
Mi alzo per andare i bagno, lo sperma comincia a uscire e scendere dal buco aperto. Mi indica la porta, e passandogli a fianco mi allunga un asciugamano, vado a lavarmi mentre mi lavo, semicoperto dal rumore dell’acqua del bidet, sento che parla con qualcuno, con voce sommessa. Non capisco perchè non ho sentito aprirsi la porta di casa, a mano che stesse canticchiando qualcosa. Tormo nella sala e mi porto sul letto e mi distendo mentre lui va in bagno a lavarsi. “tienti pronto che adesso c divertiamo davvero”
Mi dice mentre socchiude la porta del bagno Non sta dentro tanto. Torna e si siede sul letto, mi fa sdraiare con il cazzo fra le sue gambe ed il culo sopra. Obbedisco e comincia a divertirsi accarezzando il buchetto, facendogli cadere della saliva, entrando con una o due dita e giochini vari. Si allunga, dal cassetto del comodino esce un fallo di plastica nero di belle dimensioni. Lo vedo e mi preoccupo.
Lo insaliva bene e poi lo appoggia allargando il mio buco tirando le chiappe un po’ in tutte le direzioni. Penetra piano ma entra. Il mio culo si dilata bene e lo accoglie lentamente. Lui con pazienza si diverte e ora inizia a premere per affondarlo dentro me, nelle mie viscere. Piano piano me lo fa entrare tutto, quasi 25 cm. Un’enormità che credevo non potesse mai entrare lo ruota piano e inizia a scoparmi alzandolo e abbassandolo, ruotando per farmelo sentire ancora più grande di quello che è.
Passato il fastidio e la fatica della penetrazione, una volta dilatato bene , lo accetto con piacere e inizio a godermi quell’abuso che mi ha messo e con cui si sta divertendo. Il buco teso intestino pieno di quel plasticone siliconico, morbido e grosso mi costringe a rilassarmi per riceverlo senza dolore e il piacere arriva lentamente con l’abituarsi a questo grosso corpo estraneo e non “vivo”
Un cazzo normale è in te questo così grosso è un corpo estraneo, che riempie e sposta tutto dentro, un qualcosa che senti, che ti apre, ti allarga ma non è in sintonia con il corpo, è un eccesso e anche se mi piace lo resta.
Gioca così per almeno una ventina di minuti, per più della metà è fastidioso, ma poi un piacere limitato e solo adesso comincia a essere godimento.
Il rumore delle chiavi nella toppa, lo scrocchio della serratura, la porta che si apre. Io faccio per scattare e mettermi fuori dalla vista. Mi blocca. “Tranquillo sono i miei coinquilini, lo o avvisati prima che c’eri tu e che venissero a dividerti con me. “
Sono disteso sulle sue gambe, seduto sul letto mi tiene con il culo alzato ed il mio cazzo fra le sue cosce, il cazzone in silicone piantato e la porta che si apre. Devo essere uno spettacolo per la vista di chi arriva, ma non posso scappare.
Alzo la testa, la curiosità di vedere chi arriva, di vedere le loro espressioni al vederci in quella situazione.
Entrano due persone, uno sui 35/40 robusto, ma non ciccia, direi muscoli da lavoratore.
L'altro 22/25 anni magro, alto senza peli sulle braccia.
"Era ora, dove eravate per arrivare solo adesso"
"Al bar a bere con amici, appena abbiamo potuto siamo partiti. Ora eccoci qui. Bella la troietta di cui mi hai detto al cellulare, e vedo che me la stai preparando." Risponde il 35/40.
Io li guardo, non parlo, vedo che si tolgono maglietta scarpe calzetti, pantaloni e boxer.
Il ragazzo davanti a me, fisico asciutto, nessuno pelo neppure sul pube, in bel cazzo simile al mio, diametro circa 5 cm e lunghezza sui 17/18.
Sotto una grossa sacca delle palle.
Deve sborrare più di una fontana.
Viene verso di me ed il mio sguardo passa dal suo cazzo in crescita a quello che vedo dietro.
L'uomo peloso mostra un cazzo in parte eretto del diametro di poco più piccolo del silicone piantato in me, ma non è ancora duro del tutto.
La lunghezza è simile saranno 22/23 cm. Un mostro.
"È quasi mezz'ora che lo pianto, ormai è pronto per ricevere il tuo, vivo e caldo, vedrai che differenza"
L'ultima frase è per me, che dico si con la testa.
Il ragazzo arriva davanti a me, il suo cazzo è duro, rigido, verticale, pulsa.
Lo prende in mano e lo abbassa, lo porta alle mie labbra "succhia troietta, fammi vedere come sei brava.. forza" prima passo la lingua sulla cappella, mi gusto il suo sapore dolciastro, poi apro la bocca e me lo pianta dentro sino in fondo. Tutto dentro, tutto in fondo..
Tossico respiro male.
L’altro lo stoppa e lo fa uscire “girati, dai muoviti” scendo dal letto e aspetto che il padrone della stanza si alzi, poi mi distendo a pancia su poggiando la schiena sul letto
Mi tira verso il bordo, mi mette due cuscini sotto per tenermi curvo e con il culo alto, il ragazzo mi monta sopra e poggiando le culatte sui miei seni si prepara e piantarmi la sua asta in gola.
Si posiziona, mette a posto le ginocchia, si porta in avanti e mi infila in bocca il cazzo bello duro e comincia con movimenti del bacino a scoparmi con ritmo e profondità
Un bel cazzo duro, umido e saporito di liquido. Intanto l’altro stà divertendosi a posizionarsi fra le mie cosce. Sento finalmente la cappella che si appoggia, che preme e che viene inghiottita dal mio buchetto, o scusate devo dire traforo. Entra tutto senza difficoltà e seppure lungo sento le sue palle sul mio culo. Mi ha preparato a quel mostro molto bene anzi veramente bravo. Ora mi scopa anche lui, uno bocca ed uno culo. cerco di dare io il ritmo in modo da poter assecondare entrambi, ma devo impegnarmi per riuscire ad imporlo, ma poi riesco finalmente
mi godo la scopata, quel cazzo enorme in carne, non il plasticone di prima, questo pulsa, è caldo vibra, mi fa godere un modo e immagino quanto mi sfonderà riempiendomi del suo sperma, del suo caldo nettare.
Il gioco va avanti vedo l’amico che con il cellulare stà filmando tutto quando mi avviene, mi girano le palle ma non posso fare nulla con un cazzo in culo che mi blocca e l’altro a cavalcioni che mi blocca le spalle e mi tiene piena la bocca e la gola
Mi arriva in gola la sborrata inattesa, non ha modificato il ritmo, non ha pulsato di più, non si è ingrossato ma stà svuotandosi bene con schizzi lunghi e carichi in gola o in bocca. In parte li assaporo e li gusto in parte invece devo ingoiare senza gustarla. Solo con gli ultimo schizzi lo sento sospirate e gioire a voce alta. Ora lo lascia in bocca e leggermente si ammosca, poco ma quanto basta per leccargli bene la cappella e succhiarmi tutto lo sperma rimasto. Buono, saporito, da avere più volte. Ben pulito si ritira ed esce dalla mia bocca, mi guarda e sorride, “Hai una bocca magica, ma sei una gran troia, da usare e riusare sino a riempirti di sborra tutto”
Sorrido pensando che una bella bevuta del sua sperma l’avrei rifatta volentieri e tutta in bocca da poterla gustare bene
Intanto la scopata in culo prosegue sempre più veloce, sempre più possente, sempre più profonda. Pulsa, vibra, sospira gode, sborra…
Lo sento duro che schizza, duro che preme, duro che mi riempie, che arretra piano e mi riempie, mi irrora l’intestino, mi sborra copiosamente e gode ed urla e scuote la testa e sospira e soffia. Poi molla le mie caviglie ed io allora lo avvinghio con le gambe intorno alla vita per impedirgli di uscire, lo voglio ancora sentire pulsare in me lo voglio tutto ancora dentro, lo voglio siiii
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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