Gay & Bisex
RITORNO A CASA - OLTRE IL DOPOCENA
di Alvertn
31.03.2015 |
10.879 |
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"Gioca e preme sino a che apro le labbra e lui entra con le dita e se le fa succhiare muovendole come fosse un cazzo, affondandole e retraendole..."
RIENTRO A CASANel percorso mi si avvicina un ragazzo sulla trentina.
“buona sera, tutto bene’”
“buona sera, dimmi, si bene e tu?”
“che fai in giro a quest’ora, sei a caccia per rimorchiare? E cammini a gambe quasi larghe, che lo hai preso adesso?”
Mi metto a ridere, non immagina neanche lontanamente da dove vengo. “no tranquillo, ho male ad un piede e carico in modo strano per non sentir male. E tu che ci fai in giro?”
“ho una voglia pazza, cerco qualcuno con cui soddisfarla, altrimenti scoppio”
“esagerato dai, se non trovi domani sarà una nuova caccia. “
“Ma dai, guarda qui..” e mi tira fuori il cazzo. Un bel cazzo di discrete misure ma non come l’amico abbandonato poco fa. “bello e che ci vuoi fare con quello? ” mi guarda e sorride” mi sa che forse….. con questo ti lascio giocarci. Sega pompa 69 scopiamo. Quello che vuoi ma devo svuotarmi.”
“ok dai vieni da me che vediamo cosa fare”
Anche se distrutto, con il culo che perde aria nel camminare e fatico a non fare rumori …. Proseguo il viaggio per casa in compagnia. Mi chiedo se sono scemo. Ho il culo sfondato, sono stanco morto, ho sborrato come un maiale, non so se reggerò più di due minuti prima di addormentarmi e mi porto a casa un bel maschio che , in altro momento sarebbe oro, ma ora è una passione
Ormai la cosa è fatta, ma cazzo riflettere un poco prima.
Arriviamo a casa e mentre saliamo le scale gli dico “ok, però fai tutto tu, io ti assecondo e solo quando ho capito i tuoi gusti allora prendo l’iniziativa. Ok?”
“si va bene, un po strano ma va bene.”
Entriamo in casa, in soggiorno ci spogliamo, chiedo se deve andare in bagno a rinfrescarsi e lo accompagno prendendo una salvietta per asciugarsi. Aspetto e poi quando esce vado anche io. Nudo il ragazzo è interessante, corpo longilineo pochissimi peli e solo sul pube, quasi galbo, carnagione olivastra con le aureole marcate con al centro i capezzoli interessanti, grandini e solidi al vedere, ombelico rientrante, gambe muscolose ma lisce e pulite, un bel cazzo che da moscio pendola per un 18 cm sempre ad occhio.
Torno di la a raggiungerlo e lo trovo i piedi con il cazzo in tiro. Si un bel cazzo che fa bene agli occhi vederlo. Nell’ingrossarsi era ora molto più largo di prima, mentre in proporzione la lunghezza non è aumentata di molto, si sempre un gran cazzo però. Ma con quello che ho passato passa senza problemi.
Lo prendo per mano e lo porto in stanza, mi sdraio sul lettone a pancia in su ed attendo lui. Lui arriva si siede affianco a me, mi fa scivolare sulle sue gambe, sempre a pancia in su, e tenendo appoggiato i glutei sulle suo cosce mi tiene in quella posizione scomoda.
Inizia ad accarezzarmi il torace, soffermandosi sulle tette ed i capezzoli in tiro, non come i suoi ma dai. Poi scende verso il basso giocando con l’addome, pancia, ombelico, e poi su, salendo il collo, accarezzando il viso le guance, le labbra e soffermandosi sopra. Gioca e preme sino a che apro le labbra e lui entra con le dita e se le fa succhiare muovendole come fosse un cazzo, affondandole e retraendole. Lo lascio fare e lo succhio con passione, lui si diverte e vedo che gli piace.
Poi con l’altra mano mi prende i capezzoli a turno e li stringe forte, li ruota, li strizza, li tira. Mi fa male e credo lo capisca perché smette poco dopo.
Scende con ambo le mani sino al sesso, una sotto che impugna le palle e una che stringe il cazzo. Lo mena guardandomi negli occhi. La mano dalle palle scende a cercare il buchetto, scorre fra i glutei e dopo alcuni passaggi si ferma. Menandomi il cazzo con l’altra spinge e a secco fatica ad entrare e, devo dire che con tutto quello che ha preso prima mi meraviglia della resistenza che pone.
Entra il medio tutto. Lo muove dentro come cercasse qualcosa in me. Ora inizia a tirarmi verso l’alto con quel dito ben piantato dentro. “dai inarcati, tira su …”
Inarco la schiena stringendo le chiappe e sentendo molto quel dito che tirandomi mi scopa. Inarcato si sposta leggermente esi piega sul mio uccello e lo lecca e lo succhia. Una posizione infame ma mi piace sentirlo. Fatico a mantenere l’equilibrio ma non voglio perdere il piacere che mi stà offrendo. Godo di quella bocca calda, di quella lingua che mi circonda e inebria.
“ora girati”. Obbedisco. Sempre infilandomi il dito in culo mi fa prendere posizione comoda per lui. Si piazza il mio cazzo duro giu fra le sue cosce, mi tiene il culo alto sulle gambe, libera il buco e lo tiene largo con le mani sulle chiappe, Sposta la testa sopra e lascia scivolare saliva dalla sua bocca per centrare il foro leggermente aperto dalle sue mani. Ha buona mira, o almeno credo da quanto percepisco. Ne lasci cadere diversa ed infine passa le dita attorno e la spinge dentro.
Vi entra con due dita, spinge forte sino in fondo. Il buchetto cede subito e entra senza problemi ed arriva sino alla mano.
Gioca un poco cosi. “bene ora alzati sei pronto. Siediti sopra il mio cazzo. “ Ora capisco cosa è quel fastidio duro che sentivo sull’addome. Il suo membro si è indurito bene ma gonfiato molto. Un gran cazzo da paura. “siediti sopra e scendi lento come ti senti meglio. Scopi per adattare il tuo culo . quando sei ben aperto proseguo io”.
Mi sputo sulla mano e la passo sulla sua cappella. Cappella grosso, che sborda dall’asta molto, e un’asta che non chiudo fra medio e pollice. Lo porto sul mio buchetto. Penso fra me che dopo i cazzi di prima questo dovrebbe entrare anche se con qualche problema.
Lo posiziono bene sul buco, lo allargo tirando una chiappa e poi l’altro abbassandomi ad ogni allargamento. Decido di sfondare, mi posiziono bene e scendo deciso verso il basso. Passa ma cazzo che male, non pensavo fosse così grosso, e lo sento anche lungo, mi arriva allo stomaco, so che non è possibile ma questa è la senzazione. Arrivato a sedermi sul suo addome, mi fermo a respirare. Senza rendermene conto mentre entrava io ho trattenuto il fiato e ora sospiro. Mi sento dilatato, APERTO del tutto, lo avvolgo e ne percepisco la dimensione e la struttura, la cappella che sforza maggiormente le pareti tese. Lento inizio la fase di risalita, bene, nessun fastidio, riscendo e scorre senza intoppi. Ripeto lento altre due volte, tutto meravigliosamente. Ora lo voglio, si lo voglio io , lo voglio godere, sentire, ed inizio a scoparmi con un bel ritmo, “Ma che bravo, credevo ci avresti messo molto più tempo per ricevermi ed invece eccoti già pronto. Sei una bella troia allora, vero, una troia da sbattere in tutti i modi per farmi piacere e godere.”
Mi piace quel cazzo-palo in culo, mi piace e mi fa sballare e lo voglio, veramente lo voglio più di tutto quello che … La cavalcata prosegue, aumento il ritmo per farlo godere e per godere di quello strofinio interno rallento per fargli assaporare il piacere e perché così lo posso godere di più. Riprendo il ritmo ed è lui ora che mi fa stare fermo leggermente con il culo rialzato dal suo addome e mi scopa con forza con ritmo con velocità.
Mi sborra dentro senza fiatare, senza smettere o rallentare. Sento il suo cazzo che si ingrossa dentro, che si svuota contraendosi, si svuota e continua a scoparmi con foga.
Improvvisamente si ferma, sospira, si rilassa. Io mi siedo per sentirlo tutto, mi muovo lento per farlo godere ancora alcuni istanti, Mi ferma.
Sospira. Resta fermo impassibile a riprendere fiato e io lo assecondo. Mi fa alzare e sento il cazzo sfilarsi da me, e me ne dispiace. Ancora brodoso dello sperma che mi ha riempito, lo guardo, lo ammiro, è bello grosso impressionante, ancora turgido come se non avesse fatto sesso. La sua mano arriva ai miei capelli, li prende li tira per farmi avvicinare al suo cazzo “dai ora lessalo bene, puliscilo e fammi sborrare di nuovo, e girati” Mi sposto e mi allineo al suo corpo, la bocca si prende il cazzo che assaporo dei suoi umori, piacevole gusto e lecco con desiderio sino a renderlo insapore.
Lui mi massaggia cazzo e palle, mi sega, mi piazza 2 dita in culo masturbandomi. “ma che bel culo aperto che hai, ci passa un transatlantico qui.” Io con il cazzo in bocca mugolo ma vorrei dirgli “caro, mi hai aperto tu così, che pretendo ora di avere un culetto vergine?”.
Le dita aumentano e la sega prosegue. Entrano con disinvoltura, dilatato ed elastico come è ora. Il mio pompino comincia a dare effetti. Il cazzo vibra in bocca, qualche colpo per assecondarmi e migliorare il piacere lo da ora anche lui. Si inarca spingendomi in gola il cazzo mentre io stavo scendendo, mi piazza le tre dita dentro con forza e spinge senza più tirarle fuori, la sega aumenta di ritmo. Il cazzo si ingrossa e sento che stà per venire, si sono felice di averlo fatto in un tempo non lunghissimo e dopo che si era già svuotato dentro di me in culo.
Mi sborra e i getti sono voluminosi e prolungati, la densità, la quantità, ma io me la godo assaporandola come un buon bicchiere di vino buono. Assaporo tutto il suo nettare mentre il culo mi manda segnale di piacere forte e inizio a sborrare anche io, lui in me io sul suo petto. Sborro una quantità inaspettata, ma piacevole. Quando ormai non sento più lo sperma in gola, finisco di leccarlo sino alla cappella, la bacio e mi stacco. Subito dopo mi toglie le dita dal culo, mi libera dalla sua morsa il cazzo, “bravo sei assetato di sborra, ecco lecca e la tua e puliscimi perfettamente.” Come in trance eseguo leccando e risucchiando per poi leccargli tutti il torace soffermandomi sui suoi capezzoli.
Guarda l’orologio “cazzo è tardissimo scappo. A non pensare che sia finita qui. Ci vedremo presto, anzi per comodità voglio il tuo numero di cellulare.” io provo a fare resistenza ma lui si avvicina mi prende per i coglioni e mi ordina “il numero o sentirai che bello quando stringo le palle” Ed allora cedo e do il numero che subito prova per verificare che non sia una palla. Il mio cell suona.
“bravo a presto e notte, mia dolce troia, e sei mia troia”
Finalmente posso rilassarmi e andare a dormire, un bel bidè prima, solo quello per la stanchezza
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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