Gay & Bisex
Trans al bar (4)
di crigio
26.09.2014 |
7.909 |
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"“Un… che??!!”, mi guarda stupito..."
Mi accosto al lato del palco. Enrico mi vede e scende giù. “Cazzo, amore! È stato… uff!... pazzesco!”, mi dice ansimando e asciugandosi la fronte col dorso della mano. Mi stampa un bacio sulle labbra e poi mi fa: “Ora tocca a te! Va’ a farti sbattere da quel tipo!”.Io guardo oltre la sua spalla e vedo il ragazzo scendere dall’altra parte. “Ma sarà spompato!”, mormoro.
“Non dire stronzate! Non hai visto che toro che è?”, ribatte il gigantone. E infatti, continuando a scrutare oltre Enrico, scorgo il tipo introdursi nel privé, anziché raccogliere le sue cose e andare via o dirigersi verso i bagni per darsi una pulita. “Sai che forse hai ragione…”, aggiungo distratto.
“Dai, va’, ché tra un po’ vengo a vedere come te la cavi!”.
“Ok…”, rispondo, ma sono già in marcia verso la stanza sul retro. Solo uno strattone ad un braccio mi richiama alla realtà.
“Ma bene bene! Guarda un po’ chi abbiamo qui!”, mi volto e il faccione rubicondo di Andrea invade la mia vista. “Allora era proprio Enrico quello sul palco poco fa. Non ne ero del tutto sicuro!”, sghignazza stringendo il sigaro tra i denti. Poi mi si avvicina ancora e con sguardo accigliato aggiunge: “Ricordati che se vuoi farti sbattere là dentro devi farti pagare. CHIARO!”, urla alla fine. Quindi, mi lascia il braccio spingendomi via.
Mentre cammino verso il privé mi guardo alle spalle e lui è sempre lì che ridacchia, forse ubriaco. Che pena!
Arrivato alla tenda che separa la sala dal retro, la scosto ed entro nel vero e proprio postribolo, dove, a quanto pare, già da un po’ diversi ragazzi si danno da fare. L’aria è impregnata dell’aroma di sperma e, un po’ qua e un po’ là, c’è chi fa pompini e chi prende cazzi in culo. In un angolo noto un capannello più numeroso: Alcuni maschioni si sono avventati su Gino e lo stanno palpando dappertutto, mentre lui non si risparmia e succhia cazzi a tutta forza.
Ma io sono qui per uno solo in particolare. Mi guardo intorno ma non lo vedo. Giro tra i corpi sudati e cerco di trovare il mio stallone, ma sembra sparito. Eppure l’ho visto entrare qui! Dopo qualche minuto desisto e decido di accontentarmi di qualcun altro. Mi spoglio e mi impossesso di una porzione libera di divano. Spalanco le gambe e, dopo essermi sputato su una mano, comincio a lubrificarmi il buco del culo.
Giro la testa alla mia sinistra e solo allora mi accorgo che il tipo steso accanto a me con la faccia soffocata dal culone di una troia in calore che gli siede sopra è proprio il ragazzo che stavo cercando. Il puttanone è accovacciato sul suo viso ed è spalmato contro il muro. Si struscia contro la parete, mugolando ad ogni lappata.
“Ma come fa questa statua greca ad eccitarsi con un tale pachiderma?”, mi chiedo. Allora passo all’azione: mi tiro su e poi mi chino sul ventre dello stallone. Il cazzo è barzotto: deve ancora riprendersi dall’orgasmo che ha scaricato sulla faccia di Gino poco fa. E la mia bocca è sicuramente il rimedio migliore!
Lo impugno e lo inghiotto, roteando la lingua intorno alla cappella. Sento che il corpo del ragazzo si muove e l’asta reagisce velocemente al mio pompino. Si ingrossa e si allunga in pochissimi istanti, tanto che il tipo spinge via il grassone e si guarda tra le cosce.
“Ma che sei?”, mi fa una voce maschia. “Un’idrovora? AH!”, mi apostrofa, spalancando la bocca. Quindi, mi afferra la testa tra le mani e mi detta il movimento sul suo ventre. “Sì, così cazzo! Che lingua che hai! Muovila così… uff!... così così… ah!... bene così! Porprio lì!... mmmmmm!... Ma sei un… wow!... un professionista della pompa! AH! AH! AH!”, bofonchia ad occhi chiusi e contorcendosi sulla seduta. “Ora succhiami! Succhialo tutto!”, e mi spinge il capo contro il suo bacino, facendomi ingoiare tutta la minchia. Me la sento fino in fondo e allora decido di fargli un pompino di gola: stringo gli addominali e trattengo il fiato, iniziando ad incavare le guance per tenere la verga ferma. Poi, inghiotto a più riprese e con la mia glottide gli massaggio il glande.
“Oh, merda! Ma che mi stai facendo, brutta troia!”, mi insulta, meravigliandosi delle mie abilità. Mi stringe per le orecchie e mi tira su. “Basta… basta…”, ansima. “Ma che era…?”, mi chiede stravolto.
“Un pompino di gola…”, gli rispondo.
“Un… che??!!”, mi guarda stupito. “Cazzo! Fantastico! Fammelo ancora!”, quasi mi implora dopo essersi ripreso, e mi spinge di nuovo la testa facendomi ingoiare il cazzo. Io ripeto l’operazione, mentre lui mi preme il capo contro il suo ventre e si irrigidisce sul divano. “Oh… merda merda… merda!!!”, impreca. Quindi, mi libera ed io risalgo fino a sputare l’asta. Lui trema tutto e poi si mette a sedere di colpo e si stringe forte la minchia. “Porca puttana! NO!”, urla, probabilmente per l’orgasmo imminente. Tuttavia, si strozza il cazzo talmente forte che riesce ad arrestarlo. “Uff!”, sbuffa infine, e si accascia sul divano. Mi guarda e mi chiede: “Sei bravissimo! Come ti chiami?”.
“Giò…”, rispondo.
“Claudio, piacere”, ricambia. “Ti va anche di farti scopare, per caso?”.
“Certo!”, gli faccio.
“Bene, perché me lo stai facendo scoppiare!”, aggiunge, come se non lo avessi notato. “Dai: succhiami un altro po’, che poi ti sbatto a dovere!”, e mi preme ancora la testa contro la sua mazza. Impugno l’asta e stavolta avvolgo solo la cappella tra le labbra, aspirando profondamente e titillando il frenulo con la lingua. “Oh… wow!”, geme lui. Poi, abbandono il palo e scendo con la mano sui coglioni, massaggiandoli lentamente. Le sue cosce si aprono agevolando la mia carezza. La verga mi scorre tra le fauci e si addentra sempre più. Quando le mie labbra raggiungono il suo pelo pubico, torno indietro succhiando forte. Il suo bacino segue il mio movimento e si scolla dalla seduta, sollevandosi. Quando con uno schiocco lascio andare il cazzo, il suo culo si accascia sul divano e lui trema di piacere.
“Mammamia!”, esclama strofinandosi il viso con entrambe le mani. “Nessuno mai mi ha fatto una pompa così! Vorrei che non finisse mai!”, mormora ad occhi chiusi, perso nel suo godimento. “Continua, ti prego!”, mi implora, e questa volta non lo inghiotto, ma con la lingua percorro tutta l’asta, dalla base alla punta, sentendola vibrare sempre di più. Quando arrivo in cima, una goccia di precum ne imperla il glande. La raccolgo con le labbra e poi la lecco via, gustandomela con un lieve mugolio.
“Sei proprio un gran succhiacazzi… ah!”, si complimenta, mentre mi affogo di nuovo col suo attrezzo. “Quando mi hanno detto che qui c’era da divertirsi… mmmmmmmm! Così così così! AH!... non ci ho creduto… uff!... E invece ho trovato una fica divina… MERDA!...”, sbraita con la cappella ancora stretta nella mia gola, “… e un pompinaro sopraffino… ARGH!”, grida alla fine, quando gli lascio andare il cazzo.
“Quindi non sei di queste parti?”, gli chiedo, mentre riprendo a massaggiargli le palle.
“No… mmmmmm… Sono appena arrivato dal sud… uff!... Devo prendere servizio qui domani… AH!... nella filiale locale della mia azienda… oh wow!... lì sì, cosììììììììììììììì!!!”, sibila, esortandomi ad insistere con la punta della lingua sul frenulo. “Ora basta, però, altrimenti esplodo!”, e si alza, facendo sdraiare me sul divano. “Apri le cosce… così! Vediamo che cosa abbiamo qui!”, e, afferrandomi per le caviglie, mi squarta. “Porca puttana! Ma sei completamente dilatato! Non è un buco di culo questo, ma una fica!”, sbotta fissandomi. Poi, finito lo stupore, si tuffa tra le mie chiappe ed inizia a grufolare e a mangiarmi la rosellina. “Ti piace… slurp!... ti piace così?”, mi chiede mentre la sua lingua mi perquisisce la mucosa.
“S… sì… continua, dai!”, lo incito.
“Che cosa ti piace di più: questo…?”, e con la punta circumnaviga il mio anellino. “…o questo?”, e, inserendo la lingua nell’ano, titilla velocemente la parte alta dello sfintere.
“Tutt’e due… mmmmmmmmmm… tutt’e due…”, rispondo, in preda ad un profondo piacere. Poi, con la lingua sempre dentro di me, incolla le labbra alla rosellina e succhia voracemente.
“Che buon sapore che hai… slurp!”, e con le mani risale lungo il mio corpo fino ad arrivare ai capezzoli. Le sue dita si stringono loro attorno e cominciano un movimento circolare in entrambi i sensi. Il mio petto si solleva e si offre spudoratamente alle carezze. Quindi, una mano lascia il mio seno e sale ancora più su fino alla bocca. Due dita mi violano le labbra ed io le succhio insalivandole bene. Claudio me le sottrae dopo pochi secondi: le porta al mio culo e spalma la saliva nel mio solco. Spinge le falangi contro il mio buco e lo oltrepassa.
“Cazzo! Sei un traforo! Senti qua che roba!”, commenta, mentre le sue dita sprofondano facilmente in me. “E ti stai pure bagnando, proprio come quella troia di prima!”, aggiunge sbalordito. Poi si guarda tra le gambe e fa: “Non ho mai avuto il cazzo così duro!”, e a queste sue parole mi rilasso ancora ed emetto altri umori. “MMMMMMM! Ti sei eccitato, eh?”, mi sfotte, continuando a ravanarmi il budello. Infine, estrae le dita e se le infila in bocca assaporando i miei aromi. “MMMMMMM!!! Mi fa impazzire questo sapore!”. Riapre gli occhi e mi dice: “Basta: non resisto più!”. Allora si alza in piedi, si mette le mie gambe sulle spalle e si appoggia con le mani sullo schienale del divano. Con una mano armeggia col suo cazzo e me lo appoggia nel solco. Spinge ed io ne ingoio il glande. “Non è duro? Eh?”, mi chiede.
“S… sì! E’ proprio duro!”, confermo, mentre l’asta mi scorre in corpo.
“Oh, come scivola bene! Te la metto tutta, eh? Tutta!”.
“Sì, dai! Tutta!”, e la verga prosegue la sua corsa verso la mia prostata. Quando il ventre di Claudio tocca le mie chiappe, lui sospira di soddisfazione. “E’ tutto dentro! Lo senti?”, mi chiede.
“Sì, lo sento”.
“Ora ti fotto! Ti fotto il cervello! Posso?”.
“Certo che puoi…”, rispondo quasi in trance, senza sapere a che cosa sto per andare incontro. Allora, lui non si ritrae come mi sarei aspettato, ma inizia a strusciarsi contro il mio culo. La sua cappella mi massaggia la prostata e il piacere cresce in me, più rapidamente del solito. Ad un tratto, però, si ferma, strattona indietro fino a rimanermi dentro solo con il glande e poi mi precipita di nuovo in fondo alle viscere con tutto il peso del suo corpo. Un calore improvviso mi pervade, mentre Claudio ricomincia a strusciarsi sulle mie chiappe. Lo fa per qualche secondo e poi tira ancora indietro per percuotermi una seconda volta con la sua mazza.
“Cazzo, sei bravo… mmmmmmmmmm!!!... anche tu sei bravo!”, mi complimento.
“Ti piace, eh? Di nuovo, dai!”, e per la terza volta estrae la minchia quasi del tutto e mi trafigge pesantemente con la sua arma micidiale. Istintivamente, le mie mani corrono alle sue natiche e le sento contrarsi nell’atto di strofinarsi contro di me. Poi le sento allontanarsi e di colpo riavvicinarsi al mio culo, mentre la cappella mi martella per l’ennesima volta la prostata.
“Merda!”, sbotto. “Non ho mai goduto così!”. Avverto il suo fiato sulla mia faccia e poi le sue labbra si incollano alle mie. Mi bacia avvolgendomi con la sua bocca e ansima rumorosamente. D’improvviso, incomincia a scoparmi a ritmo costante e sento il suono sordo del suo ventre che mi sbatte contro.
“Che hai, eh? Che hai?”, mi chiede, accorgendosi del tremore che mi prende tutto.
“Godo… godo…”, gli annuncio con un filo di voce.
“E tu godi così?”.
“Anche di più…”, faccio in tempo a dirgli prima che una convulsione mi costringa ad irrigidirmi e ad inarcare la schiena staccandola dalla seduta.
“Ma che ti prende, eh?”, si spaventa Claudio.
“Non smettere… NON SMETTEREEEEEEEEEEEEEEEEE!!!”, gli urlo contro, e lui obbedisce e continua a fottermi. Con la forza che mi deriva da tutto questo piacere, pianto le unghie nelle chiappe del mio stallone e me lo tengo stretto, quasi impedendogli di muoversi. Mi riaccascio sul divano ed uno spasmo mi fa stringere di colpo lo sfintere.
“AAAAAAAAAAAAAARGH!”, sbraita Claudio. “Me lo strappi via cosìììììììììììì!!!”, si lamenta, mentre i miei muscoli interni lo trattengono e lo pompano a frequenza sempre maggiore.
Di quello che è successo dopo non ricordo granché: solo che la mia vista si è annebbiata e ho smesso di sentire. Quando l’udito è tornato, Claudio, ancora dentro di me, blatera: “… orca troia che roba, ragazzi! Mi hai svuotato i coglioni completamente! Me li hai spremuti come due arance, vacca bestia!”. Il cazzo scivola lentamente fuori dal mio sfintere e, una volta uscito, sento qualcosa defluire dal mio budello. Deve trattarsi della sua sborra, e deve essere stata davvero tanta quella che mi ha scaricato dentro, visto che mi sembra che mi scorra giù un fiume in piena. “Mi hai munto come una vacca da latte, porca puttana! Non ce n’è più per nessuno!”, continua a sbraitare lui, mentre si rialza e si asciuga il sudore dalla faccia con entrambe le mani. Poi si volta e si allontana.
Due mani mi accarezzano premurose. “A quanto pare sei stato un portento!”, mi sussurra la voce di Enrico. “Come al solito, del resto!”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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