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A caccia! (4)


di crigio
07.02.2014    |    7.456    |    0 9.8
"Non è arrabbiato, ma solo stupito dal mio atteggiamento..."
“Andiamo a rimetterci un po’ in sesto!”, ci esorta Enzo, indicandoci i bagni. Paolo corre nella nostra stanza e si precipita su Seby, preoccupato per le sue condizioni. “Sta’ tranquillo!”, lo rassicura Enzo. “Ha goduto come mai prima d’ora! Piuttosto, quello lì ha passato un brutto momento!”, aggiunge lanciando un’occhiata a Filippo. Paolo prende in braccio il suo ragazzo e insieme agli altri stalloni escono dalla stanza.
Noi troie, invece, rimaniamo un istante a parlottare. “Che ne dite di mischiare le coppie?”, propone Pino. “Knut scopa con Seby. Tu, Enzo, con Enrico. Io con Tony e Giò con Paolo”.
“Ottima idea!”, acconsente il padrone di casa.
“Sì, mi piace!”, mi unisco io.
“Bene! Allora andiamo a darci una rinfrescata che tra un po’ si riparte!”, fa Enzo, imboccando la porta. “Ah, naturalmente la troia nera sarà sfondata da Filippo!”, chiosa infine.

La troia nera, che durante le chiacchiere da toilette abbiamo scoperto chiamarsi Pedro ed essere colombiana, al termine delle nostre abluzioni ha l’ordine di farsi trovare nella stessa camera di prima semiaddormentata sul letto e in penombra. Noialtri, invece, torniamo nella stanza accanto, dove, nel frattempo, le ante dell’armadio sono state richiuse, mentre sulla parete sopra il letto si è aperto un pannello dietro il quale compare un monitor che proietta l’immagine della camera accanto.
Pino, impaziente come al solito, si getta tra le braccia di Tony e lo adula, seguendo con l’indice il perimetro dei suoi possenti pettorali villosi.
Paolo mi viene alle spalle e mi abbraccia. “Finalmente sei tutto mio!”, mi sussurra all’orecchio. Intanto, Enzo corteggia Enrico: gli gira intorno accarezzandogli la pelle con una mano e guardandolo dal basso verso l’alto con occhi da finta innocentina. Seby, in ultimo, più timido, lascia che sia Knut a farsi sotto: il tedesco, infatti, lo raggiunge con passo da gran macho, gli cinge la vita, lo stringe a sé e gli affonda la lingua in gola.
Mentre Paolo mi lecca il collo e mi mordicchia il lobo dell’orecchio destro, nel monitor vedo un cono di luce illuminare il corpo d’ebano di Pedro. Filippo sta entrando in camera. La sua ombra si proietta sul letto finché non entra nell’inquadratura. Percorre la sponda sinistra e monta in ginocchio sul materasso. Si impugna il cazzo e lo conduce alle labbra del colombiano. Questo schiude la bocca e inghiotte la mazza; si gira e si mette supino. Filippo si appoggia con le mani sul letto e comincia a scopare la troia fino in gola.
Dopo qualche affondo, si vede lo stomaco di Pedro sussultare: la verga di Filippo deve essersi ingrossata e i colpi staranno soffocando la puttanella, che, infatti, sputa l’affare e si volta di lato per tossire. Subito, però, torna ad inghiottire la nerchia e, agguantandola con passione, la succhia energicamente. Contemporaneamente, spalanca le cosce e struscia le chiappe contro il lenzuolo. Filippo allunga una mano e gli infila un dito nello sfintere.
“MMMMMMMMMMMMM!!!”, si sente dal monitor. Non avevo capito che c’era anche l’audio. Fantastico!
Lo stallone inizia a fare un ditalino potente alla troia, seguendo lo stesso ritmo della pompa che quella gli sta facendo a sua volta. Pedro si porta la mano libera poco sopra la rosellina e si strofina velocemente il perineo.
“Sì, toccati, brutta vacca!”, lo insulta Filippo, e Pedro intensifica il movimento e il pompino.
“Pensa un po’ a me!”, mi dice Paolo, d’un tratto, vedendomi distratto dalle immagini provenienti dall’altra camera. Allora mi giro e gli getto le braccia al collo, sorridendogli.
“Che c’è? Ti senti trascurato?”, ribatto, provocandolo.
“Sì, tanto!”, risponde lui, mentre le sue mani scendono alle mie natiche, le stringono forte e le massaggiano. Me la apre e poi me le struscia una contro l’altra. Un suo dito si allunga fino alla mia rosellina e la titilla insistentemente. Le sue labbra sfiorano le mie e la sua lingua le penetra e si fa largo tra le mie fauci. Mi avvolge la bocca con la sua e mi limona con voluttà.
“Mi fai morire! Quanto ti voglio!”, mi dice ansimando. “Vieni qua!”, e si sdraia sul pavimento, invitandomi a sedermi sulla sua faccia. Scendo lentamente, lasciando che si goda la vista delle mie chiappe tonde e burrose e mi fermo a pochi centimetri dal suo naso. “Wow! Che meraviglia!”, si complimenta, e subito sento la punta della sua lingua percuotermi il buco del culo. Davanti a me, Knut sta grufolando nel solco di Seby, che, seduto su una poltroncina a cosce larghe, ha il volto paonazzo per il godimento che il tedesco gli sta regalando. Più oltre, Enzo è già inginocchiato ai piedi di Enrico, impegnato a praticargli un pompino da maestro.
Sul letto, Tony limona con Pino: gli lecca tutto il corpo, scendendo lungo il suo fianco sinistro. Quando raggiunge l’inguine, gli afferra le gambe e gliele apre. Infila la testa tra le chiappe e comincia a ravanare. Il capo del biondino sbatte da un lato e dall’altro, spinto dalla crescente eccitazione che la lingua dello stallone gli provoca.
Non è da meno la lingua di Paolo, che mi lavora la rosellina di gran lena. Per ricambiare, mi inginocchio e mi chino sul suo ventre, e inizio a dedicarmi anima e corpo al suo cazzo. Lo tiro su con due dita e avvicino la bocca al glande. Una goccia di precum ne imperla la cima: protendo le labbra e la succhio via. La assaporo tra le mie papille gustative e la ingoio. Poi, scendo di nuovo sull’asta: la cappella attraversa il mio cavo orale e lo riempie completamente. Ha un buon sapore: me lo gusto, mugolando come una vera vacca. Quindi, mi faccio scivolare la nerchia dentro, piano, finché non raggiungo il suo inguine.
“Oh, cazzo!”, esclama Paolo. Allora, contraggo gli addominali, trattengo il respiro e apro leggermente la bocca. Comincio a salire e scendere di pochi millimetri, stringendo il glande nella glottide. Via via, aumento la velocità, e sento il mio stallone vibrare.
“Oh… porc…! Ma che mi fai?”, mi chiede, stupito. Ho deciso di ricambiare i complimenti di poco fa con un pompino di gola, che sortisce sempre un effetto piacevole, diciamo così. La morsa in cui la cappella rimane avvolta, unita al saliscendi della mia testa, stimola intensamente il frenulo e tutto il prepuzio. Difficilmente è possibile resistere a questo massaggio, e infatti Paolo si contorce sotto il mio corpo e mi chiede di smettere. Non voglio certo che sborri così presto: quindi, mi tiro su e un filo di bava lega la verga alla mia gola. Inspiro e risucchio in dentro tutta la saliva, mentre Paolo si scuote per disperdere l’eccessiva eccitazione.
“Che stronzo che sei!”, mi insulta sghignazzando, e immediatamente riaffonda la faccia tra le mie chiappe, riprendendo a lavorarmi l’anellino.
Davanti ai miei occhi, Knut si alza in piedi, si sistema tra le cosce di Seby, si sputa sul cazzo e lo punta al buco del culo della troietta. Spinge e il glande si fa largo nel budello. Il fratellino sospira profondamente, mentre il tedesco si china su di lui e gli sussurra delle parole incomprensibili all’orecchio. Quando Knut si tira di nuovo su, Seby annuisce: poi allarga di più le gambe e Knut inizia a scoparlo. Il corpo pallido del biondino si agita sulla poltrona, reagendo sinuosamente ai colpi dell’energumeno. A differenza di suo fratello, lui non emette alcun suono, né pronuncia alcuna parola: trasmette tutto il suo godimento con le sue espressioni e con le sue movenze, in modo assolutamente naturale. Ed è veramente eccitante guardarlo, e deve dare molta soddisfazione a chi lo sta fottendo. Posso senza ombra di dubbio affermare che, tra noi quattro, Seby è sicuramente il più talentuoso.
D’improvviso, Knut strattona indietro: la troietta si contorce e una mano corre tra le cosce. Si strofina forte la rosellina, sorridendo ad occhi chiusi e inebriandosi del piacere ottenuto dal tedesco, che lo fissa con sguardo voglioso.
Eccitato dallo spettacolo, mi sposto lungo il corpo di Paolo fino al suo ventre. Gli impugno la nerchia e me la infilo in culo. Inspiro a fondo, reclino la testa e chiudo gli occhi. Comincio a rimbalzare e a farmi scorrere l’asta nelle viscere. Tiro su il capo e mi accorgo che Knut e Seby mi osservano. Il biondino abbassa le gambe, si alza in piedi e mi viene incontro. Si inginocchia e mi mette una mano sul perineo. Con due dita circonda la mazza del suo ragazzo e mi massaggia l’anellino sbragato dal suo palo. Mi sputa tra le cosce e continua a strusciarmi. Quindi, sputa ancora e mi penetra facendo scivolare le sue falangi sopra il cazzo di Paolo. Non mi guarda: è tutto concentrato sull’operazione che sta eseguendo nel mio sfintere. Con l’altra mano, invece, si accarezza la sua rosellina.
Dopo avermi pistonato un po’, tira fuori le dita e si piega tra le mie cosce con la lingua penzolante dalla bocca. La fa scorrere dalle palle di Paolo, su su lungo la sua asta e fino al mio buco, dove si ferma, saettando e succhiando. Poi, alza la testa e con un movimento impercettibile, invita Knut ad avvicinarsi. Il tedesco si inginocchia davanti a me e mi spennella il buco dilatato con la sua cappella.
Io sono atterrito: ho paura che Enrico e Pino possano girarsi e accorgersi di quello che Knut sta facendo. Il gigantone potrebbe ammazzarlo! Sbircio oltre la spalla dell’energumeno e vedo il mio ragazzo intento a sfondare il culo di Enzo, il quale, come al solito, manifesta a gran voce tutto il suo piacere. Pino, invece, è sempre sdraiato sul letto tra le grinfie di Tony, che lo sta sbattendo con profondo trasporto. La troietta si dimena senza controllo in preda ad un principio di orgasmo anale.
Entrambi non si curano di quello che succede sul pavimento e comunque anche Knut sembra del tutto indifferente ad una eventuale loro reazione, tanto da aumentare la pressione del suo cazzo contro la mia rosellina, la quale, pulsando di desiderio, accoglie la sua mazza nerboruta. Io cerco di non emettere alcun suono per non richiamare l’attenzione dei miei amici. Knut si china su di me e vorrebbe baciarmi, ma io giro la testa e lo schivo, pur non potendo ignorare l’eccitazione che mi sta crescendo dentro a causa della doppia penetrazione.
Knut si indispettisce e, deluso, si rialza. Non è arrabbiato, ma solo stupito dal mio atteggiamento. Si aspettava che, avendo accettato la sua virilità nel mio corpo, avessi dimenticato il passato e potesse tornare tutto come prima. Se non, addirittura, qualcosa di più! Ha lo stesso sguardo di quella notte a Roma: è lo sguardo di un uomo innamorato.
Non vedo l’ora che tutto finisca presto. Da un lato, non voglio rinunciare al piacere; dall’altro, temo che la mia disponibilità possa essere travisata.
Nel frattempo, Seby si piega nuovamente sul mio culo e lecca tutt’intorno. La dilatazione esagerata e la lingua del biondino che mi titilla in ogni dove mi infuocano. Ho caldo: nel bassoventre aumenta il calore, che via via si irradia verso le gambe e verso lo stomaco. In un attimo, una vampata risale lungo il mio corpo e mi esplode nel petto. Subito un’altra la segue e si arresta in gola. Le fauci mi si seccano e non riesco a parlare, ma non ho il tempo di pensarci troppo, perché un’altra onda cavalca le mie membra e stavolta raggiunge la mia testa. Mi divampa nel cervello: i miei occhi rientrano nelle orbite e perdo l’orientamento. Sverrei se non fosse per i colpi che le minchie di Knut e di Paolo mi inferiscono nelle viscere e che mi tengono desto.
All’improvviso, il flusso cambia direzione: adesso va verso il basso. Sento una pressione allo stomaco e, un secondo dopo, mi svuoto. Un effluvio di umori esce dal mio sfintere e irrora le dure nerchie dei miei due stalloni. La spinta dei miei muscoli interni espelle la verga di Knut, che salta per aria e spara un primo fiotto di sborra. Seby è lì pronto a raccogliere tutto quel succoso nettare e, come fosse in crisi di astinenza, si sposta rapido sulla traiettoria dello schizzo. Lo riceve e poi pasteggia e si lecca le labbra. Riapre la bocca e si abbevera con un secondo abbondante fiotto e, senza aspettare che finisca di uscire, inghiotte la nerchia e la succhia per aspirare tutto lo sperma che quella può donargli.
La calma con cui godeva fino a poco fa è sparita: l’aroma della sborra lo ha fatto impazzire e spompina il cazzo come una troia incallita, tanto che Knut si contorce, subendo quella potente ciucciata. Sotto di me Paolo continua a sferzarmi, mentre le vampate di calore salgono e scendono ininterrottamente lungo il mio corpo. Una mano di Seby, però, gli massaggia i coglioni e di lì a poco anche lui dà i primi segni di cedimento.
La mazza si ingrossa e lui trema: rapidamente il mio sfintere si inzuppa di liquido vischioso, che le mie contrazione fanno defluire fuori. Il mio anellino si cinge di sborra, che le dita di Seby spalmano dappertutto sulle mie chiappe. La bocca della troietta passa dal cazzo di Knut al mio buco, leccando e succhiando tutto il seme dei due stalloni.
Vedendolo così in fregola, il tedesco allunga un braccio e gli infila due dita in corpo, stantuffandolo con energia. Seby si irrigidisce e un attimo dopo si lascia andare al piacere estremo, mentre un sorriso beato gli attraversa il viso da parte a parte.
Alla fine, Knut si alza in piedi e torna alla poltroncina, sulla quale si abbandona, stremato ma appagato, proprio mentre Enrico si volta dopo essersi svuotato i coglioni nel culo di Enzo, il quale corre su e giù per la stanza, dimenandosi e urlando per lo sconvolgente orgasmo che gli tormenta le membra.
Sul letto, Tony assesta qualche altro colpo negli intestini di Pino, poi estrae il cazzo e schizza più volte verso l’alto. Lo sperma ricade sul corpo del biondino come pioggia dorata, e il mio amico ha la bocca spalancata nella speranza che qualche goccia ci finisca dentro. Quando lo stallone smette di eiaculare, lui si spalma quella preziosa crema sul petto e sulla pancia, come fosse olio da massaggi. Infine, si succhia le dita lorde di sborra, ubriacandosi col sapore dolceamaro del prodotto dei lombi del suo toro.
Abbandonato sul pavimento, sposto lo sguardo al monitor. Avevo dimenticato che nell’altra stanza Filippo sta scopando Pedro. Anche loro ormai hanno dato fondo alle loro energie, visto che lo stallone, con un sonoro rantolo, si sta scaricando le palle nella gola della troia. Il colombiano pompa a più non posso l’asta e aspira tutto il seme, ingoiandolo con avidità. Poi lascia il cazzo e assapora il succo che ha spremuto dai coglioni di Filippo, mentre questo esce lentamente dalla stanza.
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