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Gay & Bisex

Un nuovo weekend da pornostar (2)


di crigio
18.10.2013    |    8.353    |    1 9.9
"Mi sollevo sui gomiti per cercare di vedere quell’enorme palo che mi sfonda e mi fa davvero impressione guardarlo entrare ed uscire da me con grande facilità..."
Rientrati nell’open space, Michel ci conferma che il girato è perfetto. Poi aggiunge: “Dunque: è mezzogiorno. Abbiamo finito prima del previsto. Se ve la sentite – soprattutto tu, Faruk –, possiamo fare subito la scena della scopata, così nel pomeriggio sarete liberi”.
Il turco mi guarda e dice: “Io non ho nessun problema. Tu che ne pensi?”, mi fa.
“Ah, se non hai problemi tu, figurati io!”, scherzo.
“Bene!”, interviene Michel. “Allora cambiamo la scenografia e ripartiamo”. In un paio di minuti, i due blogger spostano il divano accostandolo ad una parete e al posto di quello riportano il lettone. Danno una sistemata alle luci e ci fanno accomodare sul set.
Io e Faruk, nudi, ci sdraiamo e cominciamo a limonare, accarezzandoci e strusciandoci. Un attimo dopo Gerry inizia a girare.
Le lingue si intrecciano e le bocche si incollano. Con un ginocchio massaggio la verga di Faruk, finché non la raggiungo con la mano per masturbarla lentamente. Quella si risveglia e si allunga e si ingrossa. Mi eccita tantissimo il fatto di fare quell’effetto ad un ragazzo così bello. Potrebbe avere chi vuole grazie alle sue fattezze, ma lui preferisce chi lo fa godere veramente. Ed io ci riesco!
Gli lecco e mordicchio un lobo; poi scendo lungo il collo e lui geme. Arrivo al capezzolo e glielo titillo un po’: le sue gambe si alzano di scatto per poi riabbassarsi e il suo respiro si fa più corto. La mia lingua scorre lungo il fianco e la sua pelle si accappona. Quando giungo al suo ventre, l’asta è già di nuovo dura e vibrante. La ingoio molto lentamente.
“Oh, cazzo!”, sibila lui. Non riesco a trattenere un sorriso e, per evitare un’interruzione della scena, lo maschero da segnale d’intesa con Faruk alzando gli occhi per guardarlo mentre si abbandona al piacere. Lui ricambia il mio sorriso e mi accarezza i capelli spingendomi dolcemente in basso la testa, così seguendo il mio su e giù sul suo cazzo. Chiude gli occhi e reclina il capo. Inspira profondamente e inghiotte saliva. Mollo la verga, la lascio cadere sulla sua pancia e mi intrufolo tra le cosce per dare una leccatina ai coglioni. Le sue gambe si divaricano e tremano. La mia lingua corre sull’interno coscia e poi torna allo scroto. Faruk geme sonoramente e mi guarda con lussuria. Il suo cazzo salta su: lo impugno e, masturbandolo, lo succhio voracemente. Le mani del turco stringono le lenzuola e i suoi occhi e la sua bocca si spalancano. Emette un lamento che aumenta e diminuisce di volume in coincidenza dei miei affondi.
Mi tiro su ed estraggo l’asta dalle mie fauci lasciandola inzuppata della mia saliva. Guardo Faruk e mi lecco le labbra con lussuria, poi infilo la lingua nel buchino del glande e lo titillo. Il cazzo si fa di marmo: è ora di fermarsi. Salgo in piedi sul letto, scavalco Faruk girandomi di spalle e, leggermente piegato in avanti, offro il mio culo alla sua bocca. Lui affonda nel solco con tutta la faccia e il mio buco si bagna. Con la lingua lappa voglioso tutto l’anello. Mi chino ancora in avanti, faccio colare della saliva sulla sua verga e poi la afferro con entrambe le mani, iniziando a massaggiarla. Mi trasmette il suo godimento mangiandomi e ciucciandomi la rosellina. Mi scopa con la punta della lingua e mi lecca in su e in giù dalle palle al buco. Io agito il culo e mugolo di piacere.
Mi tremano le gambe e allora mi abbandono in ginocchio sopra Faruk, che non smette di lavorarmi tra le chiappe. Piano piano avanzo sul suo corpo lasciandolo con la lingua penzoloni, fino ad arrivare alla sua asta. Me la infilo nel solco e la masturbo con le natiche. È davvero lunga! E dura! Mi piego completamente e me la sbatte contro la rosellina. Mi sollevo un po’ e mi punta il glande al buco. Spingo indietro e lo inghiotto.
“Ooooohhhhh!”, rantolo. Rilasso lo sfintere e scendo col culo verso il suo ventre. A metà della corsa avverto una frizione. Mi sputo su una mano e lubrifico la parte restante dell’asta accarezzandomi il buco dilatato. La parte più bassa del cazzo è più grossa ed entra più lentamente, ma alla fine lo prendo tutto. Faruk mi agguanta le chiappe e me le tiene dilatate con i pollici per guardare la sua mazza inghiottita nelle mie viscere. L’immagine lo esalta e inizia a muoversi dentro di me. È talmente grosso e lungo che ogni minimo movimento mi provoca scossoni.
Muovo avanti e indietro il bacino e mugolo di piacere. Poi mi sollevo sui piedi, mi appoggio indietro sulle mani e divarico le cosce. Gerry mi inquadra di fronte, così tutto aperto e vibrante di lussuria, con la rosellina spampanata da quell’enorme palo. La cosa mi eccita da morire. Alzo un po’ il culo e Faruk comincia a scoparmi dal basso verso l’alto. La telecamera a pochi centimetri mi fa sentire in diretta in mondovisione e l’idea di essere guardato da centinaia o migliaia di occhi mi manda in estasi.
Reclino la testa e vado incontro al ventre del turco. La cappella mi percuote la bocca dello stomaco e mi sconvolge ad ogni affondo.
“AAAHHH! AAAHHH! AAAHHH!”, urlo. Poi Faruk mi scopa solo con metà cazzo e con movimenti corti, accarezzandomi il buco con una mano. I nervi dell’ano vengono stimolati all’inverosimile. Mi tremano le gambe. D’improvviso un colpo secco fino in fondo e poi di nuovo impalato a mezz’asta. La mia schiena si inarca indietro e godo tantissimo. Mi infilo una mano tra le cosce e le stringo, ma Faruk me le riapre con le sue mani forti e mi percuote di nuovo col suo bacino.
“oooooOOOOOOOHHHHHHHHHHHHHHH!!!”, rantolo e un brivido mi sale dal ventre. I capezzoli diventano durissimi e mi fanno male. Il turco torna a scoparmi con mezzo cazzo, ma stavolta, invece di concludere con un affondo, estrae la verga e offre il mio buco spalancato all’occhio della telecamera. Poi mi lascia cadere sul letto e lui si mette in ginocchio tra le mie gambe, se le carica sulle spalle e mi spinge la sola cappella dentro, come se stesse intingendo un pennello in una tavolozza di colori. La tira fuori e sempre con quella mi accarezza la rosellina. Quindi, mi penetra ma solo fino a metà e fa dei movimenti corti. Ancora estrae la verga e mi spennella il buco. La terza volta entra completamente, piano ma deciso, e quando arriva in fondo continua a spingere sollevandomi il bacino.
Inizia a scoparmi intensamente con tutti i suoi trenta centimetri. Il mio sfintere si riempie e si svuota a ritmo lento e costante. Mi sollevo sui gomiti per cercare di vedere quell’enorme palo che mi sfonda e mi fa davvero impressione guardarlo entrare ed uscire da me con grande facilità. Incrocio gli occhi di Faruk ansimando e sbavando. Lui si china su di me e mi chiede: “Ti piace?”. Io annuisco soltanto, annichilito come sono dal piacere che mi sta procurando.
Poi aggiunge: “Stai godendo bene?”.
“S… sì…”, gli rispondo stavolta. Mentre il suo bacino ondeggia sulle mie chiappe i suoi addominali e le sue natiche si contraggono: non è più il ragazzino timido che ho conosciuto sulla nave, ma un uomo fatto. E scopa da Dio, cazzo!
La mia testa cade all’indietro. Faruk mi lecca il collo fino al lobo dell’orecchio, provocandomi l’ennesimo brivido. Poi si ferma a metà asta guardandomi con un ghigno. Dopo qualche secondo il mio sfintere comincia a pulsare e quelle contrazioni risucchiano lentamente il cazzo. Lo stronzetto lo fa una seconda volta, e poi una terza e una quarta.
“Questo l’hai imparato da tuo fratello, vero?”, gli sussurro.
“Già!”, mi risponde sfacciato.
Intanto, Gerry è in piedi sul letto sopra di me e inquadra ogni secondo del mio culo che ingoia la mazza. È eccitato, perché il suo pacco pulsa in modo evidente.
Faruk riprende a scoparmi a tutto cazzo e, piano piano, aumenta il ritmo. Gerry scende dal letto e il turco si sdraia di fianco a me tenendomi la verga piantata dentro e comincia a fottermi a cucchiaio. Con una mano mi tiene una coscia sollevata e con la lingua mi titilla l’orecchio. Mi volto e mi bacia con le sue labbra morbide. Mi sciolgo e mi abbandono totalmente. Se ne accorge e aumenta ancora la frequenza dei colpi.
“Dai, regalami uno dei tuoi orgasmi!”, mi incita. “Voglio sentire il mio cazzo stritolato dai muscoli del tuo culo! Oh, come sei aperto! Prendilo tutto, così, così!”.
Queste parole porche mi fanno diventare liquido il cervello. La gamba che lui mi tiene sollevata comincia a vibrare.
“Sì, bravo! Sta arrivando, non è vero?”, mi chiede.
“S… sì… Non fermarti…!”, gli rispondo. E lui non si ferma. Anzi, mi sbatte profondamente e nel mio ventre si rompe qualcosa e la temperatura del mio corpo aumenta rapidamente. Sudo e gemo con urletti acuti. Mi porto una mano tra le palle e il buco e sento lo sfintere gonfiarsi ad ogni colpo di Faruk. Con un dito sfioro la rosellina dilatata e una scossa sale veloce lungo la schiena e mi ubriaca il cervello.
“Oh, cazzo!”, rantolo. Una seconda carezza all’anello e tutto il mio corpo trema.
Avendo capito cos’è che mi sconvolge così, Faruk porta più in basso la mano con cui mi sorregge la gamba e con due dita mi pizzica la pelle della rosellina, come fosse una corda di chitarra. Il suono che ne viene fuori è il mio lamento strozzato. Poi un altro pizzicotto e la mia schiena si inarca incollandosi al suo petto. Una convulsione e il mio sfintere spinge in fuori dilatandosi ancora.
“Sì, eccolo!”, sussurra Faruk, felice di aver raggiunto il suo scopo. Invece di pizzicarmi il buco una terza volta, approfitta della mia maggiore apertura per infilarci due dita.
“AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!!!”, godo e uno spasmo mi fa contrarre il culo. Faruk fa appena in tempo a tirare fuori le dita: vuole sentire tutto il suo cazzo avvolto dalle mie viscere e, da come ansima, sicuramente non è rimasto deluso. Uno schizzo riscalda i miei intestini. Poi un forte strattone e gli altri spruzzi finiscono sulle mie chiappe e sulla rosellina. Infine, un affondo per scaricarmi dentro le ultime gocce di sborra, ed io ruoto il busto, cingo con forza le sue spalle e mi lascio scuotere dall’ennesima dirompente convulsione.
Respiriamo affannosamente uno sulle labbra dell’altro, mentre Faruk esce piano da me. Mi bacia delicatamente le labbra e poi, infilando il volto sotto la mia guancia per nascondersi dalla telecamera, mi sussurra: “Grazie! Sei sempre il migliore!”.
Io sorrido e…
“Stop!”, urla Michel. Gerry spegne la telecamera e va al computer. Io e Faruk continuiamo a contorcerci finché, aprendo gli occhi, vediamo Michel ai piedi del letto che, in evidente stato di eccitazione, solleva le spalle, allarga le braccia e sospira: “WOW!”.

Dopo esserci rimessi in sesto, andiamo tutti e quattro a pranzo fuori. Poi Faruk dice che, avendo terminato prima, ne approfitta per rientrare a Milano entro sera e prende un taxi per l’aeroporto, mentre io, Michel e Gerry torniamo allo studio, dove i due blogger mi mostrano le foto dei due stalloni con i quali domani dovrò girare l’altra scena. Sono entrambi belli e muscolosi, con due cazzi esagerati e, nonostante abbia avuto un orgasmo meno di due ore fa, sarei pronto a ripartire subito con loro.
“Che meraviglia!”, sbotto. “Ma davvero ragazzi così belli vogliono fare sesso con me?”, chiedo incredulo.
“Credici!”, risponde Michel. “Sai, noi non siamo una grande produzione. Qui gli attori non devono mettere in mostra i loro corpi, ma scopare e godere il più realisticamente possibile e far godere chi poi guarderà i video. Quello che voglio dire è che da noi gli attori che scoperanno davanti alla telecamera si scelgono tra loro, a differenza di quanto avviene all’interno delle grandi case. E questi due hanno scelto te perché, guardandoti nelle prime due scene, si sono eccitati come maiali! Questo ci hanno detto!”, e guardo anche Gerry che annuisce confermando tutto. “Anche noi due andiamo su di giri quando giriamo una scena con te, non te ne sei accorto? Non dico che in altre occasioni non ci siamo eccitati. Anzi! Ma tu hai qualcos’altro e ci dispiacerebbe molto se non collaborassi più con noi in futuro…”.
“Oh… oh… no no! No, ragazzi! Vi prego! Domani saranno le ultime due scene e poi, se vorremo incontrarci, con grande piacere! Ma fuori di qui, ok?”.
“Ok ok! Comunque, tu pensaci!”.
“Vabbè… vabbè… Dunque: abbiamo finito per oggi?”.
“Sì. Ci vediamo domani alla stessa ora, ok?”.
“Bene! A domani!”.
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