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Gay & Bisex

Regalo di compleanno (2)


di crigio
28.10.2013    |    6.567    |    2 9.1
"Mi stuzzica i capezzoli con il dorso delle mani e annuisce esortandomi a lasciarmi andare fino in fondo..."
Knut è ancora steso a cosce aperte sul palco e si sditalina il buco del culo con due dita per prolungare il suo piacere. Il suo sguardo è fisso sulla platea e, più precisamente, nella nostra direzione. Solleva il braccio libero e, con un dito, invita qualcuno a salire da lui. Io guardo Enrico e Pino e loro guardano me.
“No! Non ci penso proprio!”, protesto poco convinto. Loro annuiscono, confermandomi che Knut vuole me. Il pubblico guarda nella mia direzione e mi incita. Mi volto di nuovo verso Enrico, quasi a cercare la sua approvazione, e lui mi stringe la mano e mi dice: “Va’!”. Mi faccio coraggio e mi butto.
Salgo sul palco dalle scale laterali e mi avvicino al tedesco ancora in fregola. Mi inginocchio e mi tuffo sul suo corpo per lappare tutta la sborra che l’energumeno gli ha schizzato addosso. Poi gli afferro la mano con la quale si sta pistonando il culo e la tiro via, gettandomi a capofitto in mezzo alle sue cosce per succhiare lo sperma che sbrodola fuori dalla rosellina. L’odore forte del seme mi fa eccitare e un certo calore mi sale dal ventre alla testa. Mi sollevo e mi levo la maglia. Poi torno a cibarmi di quel nettare saporito, leccando anche il filo del tanga, tutto inzuppato di sborra.
Con la coda dell’occhio vedo un sacco di gente agitarsi in platea, ma sono talmente preso da quel calice meraviglioso, che quasi non sento il frastuono. Knut mi afferra la testa con entrambe le mani e la spinge tra le sue natiche. Io tiro fuori la lingua e gliela infilo nel buco, andando a cercare altro succo. Lui continua a contorcersi, solleticato in quella parte del suo corpo che, dopo la penetrazione, è diventata ancora più sensibile.
All’improvviso si sente un boato del pubblico, ma non me ne curo e continuo a lavorare il culo del mio amico. Qualche secondo dopo due mani mi cingono la vita e mi sbottonano i jeans, tirandomeli giù insieme con gli slip. Per reazione, mi volto e sopra le mie terga troneggia la figura minacciosa ed imponente del domatore tutto nudo col cazzo in tiro che, con la bocca socchiusa, fa colare della saliva dritta nel mio solco. Poi si piega sulle gambe e mi struscia la mazza tra le chiappe. Il mio buco si rilassa e si apre e lui ne approfitta per farci entrare la cappella.
I miei jeans sono d’intralcio e allora l’energumeno mi leva le scarpe e me li tira via. Poi si accovaccia nuovamente dietro di me e riprende da dove aveva interrotto. La cappella torna dentro il mio buco, ma sono talmente eccitato che il mio sfintere ingoia facilmente anche il resto del cazzo. Inarco la schiena e sollevo il capo, ma il tipo me la rispinge tra le chiappe di Knut, cominciando a fottermi di brutto. Si china su di me e mi mordicchia le spalle, mi lecca il collo e mi titilla e succhia i lobi delle orecchie.
Il suo cazzone che mi riempie completamente, il pubblico che mi guarda e sapere che Enrico in platea si sta eccitando per la mia prestazione mi fanno andare il sangue al cervello. Ormai di sperma da bere dal culo di Knut non ce n’è più e allora salgo a leccargli le palle scostando il triangolo del tanga. Quelle saltano fuori gonfie di sborra e sembrano chiedermi di essere mangiate. Le ingoio insieme e le inzuppo di saliva. Ad un centimetro dal mio naso la verga del tedesco comincia a pulsare semicoperta dal latex. A fatica la tiro fuori, sbalzato come sono dai colpi del domatore. Con una mano afferro la mazza di Knut mentre l’altra la porto alla mia rosellina dilatata. Sto sbrodolando per il godimento.
D’un tratto le mie dita vengono coperte dalla mano dello stallone che comincia a strofinarmi il buco come fosse una passerina. Questa carezza mi fa impazzire. Non ci vedo più e, infoiato, mi impossesso del cazzo di Knut, inghiottendolo per intero. Il suo busto balza verso l’alto per il contatto improvviso e inizia a fissarmi con occhi sgranati e bocca socchiusa mentre lo spompino voracemente. Il suo membro si rintosta velocemente, ma io, non pago, gli infilo un dito nel culo e lo ravano in lungo e in largo. La verga si gonfia di colpo e diventa dura come il marmo: è pronto!
L’energumeno se ne accorge e mi libera lo sfintere del suo cazzo dandomi una pacca sul culo, invitandomi ad impalarmi su Knut. Non me lo faccio certo ripetere e, sedutomi sul ventre del mio amico, lascio che la sua mazza venga ingoiata dalle mie viscere. È grosso, veramente grosso, come al solito del resto. E come al solito il tedesco ci va giù pesante. Poggiandosi sulle mani, con scatti del bacino verso l’alto mi assesta colpi profondi che si riverberano per tutta la mia schiena e arrivano fino al cervello ubriacandolo di godimento.
Approfittando della mia bocca socchiusa, l’energumeno si alza in piedi, mi viene davanti e mi inchioda col suo palo. Mentre assaporo i miei succhi dal suo cazzo, Knut gli lecca i coglioni pendenti e grossi nonostante siano stati svuotati poco fa.
Nella foga della situazione, i miei occhi si girano in tutte le direzioni: la folla è in visibilio, Pino è sull’orlo di un orgasmo ed ha una mano infilata spudoratamente nei jeans con la quale si masturba il cazzo e forse si accarezza il buco del culo. Enrico, invece… Ehi!, ma dov’è Enrico??!! Cazzo! Lo sapevo che si sarebbe incazzato! Non dovevo abbandonarmi alla lussuria! Se ne sarà andato…
Vengo distolto bruscamente da questi pensieri dal domatore che, stringendomi la testa tra le mani, mi colpisce la gola soffocandomi col suo affare di carne.
Improvvisamente si sente un altro boato del pubblico: mi volto verso Pino e lui mi fa cenno di guardare dalla parte opposta. Mi giro e vedo che la terza colonna, quella centrale e collocata più indietro sul palco, inizia ad abbassarsi. Oh merda! Qui la cosa si fa pesante! Come se questi due megacazzi non fossero già sufficienti!
Poi non vedo più nulla: lo stallone mi tiene la testa all’altezza degli occhi e mi impedisce di guardare chi sta arrivando. Pochi secondi dopo sento il calore di un corpo che mi sovrasta. Un cazzo impressionante scorre dal mio collo verso il basso lungo la mia spina dorsale. Un brivido mi scuote. La corsa della verga finisce proprio sopra quella di Knut che mi sta scopando il culo. Un respiro caldo mi soffia nell’orecchio destro.
“Sono qui, amore”. È la voce di Enrico.
Sono sollevato ed eccitato al tempo stesso.
“Ti piace il mio regalo di compleanno per te?”, mi chiede, cercando di farsi sentire in mezzo a quel frastuono. Il mio corpo si rilassa al pensiero che lui sia qui con me e che questo spettacolo sia stato organizzato appositamente per il mio piacere.
Le mani di Enrico percorrono il mio corpo, scendono lungo i miei fianchi e mi massaggiano le chiappe, il tutto allo scopo di farmi spingere in fuori lo sfintere e dilatare la rosellina. E infatti, nonostante Knut continui a sfondarmi, la mia schiena si inarca e le mie natiche si separano. Enrico punta la cappella al buco e comincia a spingere, mentre il tedesco si ferma aspettando che anche il secondo cazzo mi penetri.
Un attimo dopo l’anello si sbraga: godo con ogni millimetro del mio corpo. La mia bocca non succhia più la mazza del domatore, ma emette un lamento che piano piano aumenta di volume. Enrico, accovacciato alle mie spalle, adesso mi stuzzica i capezzoli e mi lecca il collo. Mi apro ancora e lui mi scivola dentro con facilità. I due cazzi mi pistonano alternatamente, lenti all’inizio e poi sempre più veloci. Anche l’intensità e la profondità dei colpi aumenta progressivamente, man mano che Knut ed Enrico si rendono conto che posso riceverli completamente.
Mi sento le cosce inzuppate: la saliva e i miei umori colano dal mio buco e lubrificano i due membri. Knut segue il ritmo più dolce di Enrico, che non fa altro che accrescere la mia eccitazione. L’energumeno, invece, riprende a sfondarmi la bocca, preoccupandosi solo del suo piacere.
Poi, Enrico si sfila da me e Knut sostituisce il suo cazzo con due dita. Il domatore mi gira intorno e mi viene dietro, prendendo il posto del mio gigantone e le dita del tedesco lasciano spazio alla sua verga possente che mi penetra scivolando sopra l’altra. Knut si sdraia completamente ed Enrico si accovaccia sul suo viso facendosi leccare i coglioni, e intanto mi prende per le guance e mi bacia con passione. Il cazzo dell’energumeno è più caldo degli altri due e mi accende un fuoco negli intestini. Le mie labbra smettono di baciare quelle di Enrico, il quale si accorge che il piacere mi sta dominando. Mi stuzzica i capezzoli con il dorso delle mani e annuisce esortandomi a lasciarmi andare fino in fondo.
Anche Knut si rende conto che il mio orgasmo sta per arrivare e allora da una pacca sul culo ad Enrico, facendolo alzare, e un’altra al domatore, facendolo uscire dal mio culo. Poi, anche lui sfila il suo cazzo da me ed io stramazzo in ginocchio a chiappe per aria in preda ai primi spasmi.
Due mani si appoggiano pesantemente sui miei lombari e un palo mi squarta le sfintere. Una mano mi tira in su per i capelli ed una mazza mi finisce in gola. Così infilzato, gli spasmi diventano più frequenti e più intensi. D’un tratto i due cazzi mi abbandonano e un attimo dopo altri due mi riempiono i pertugi. I tre stalloni mi stanno scopando in culo e in bocca girando intorno a me. Ognuno, a turno, mi fotte sia da una parte che dall’altra. Le mie natiche vibrano per i colpi inferti e per le convulsioni, che via via risalgono lungo la mia schiena, mi induriscono i capezzoli e mi rendono liquido il cervello.
Le scosse che percorrono il mio corpo mi fanno sembrare un tarantolato, tanto che mi rigiro sulla schiena sbattendo il bacino sul palco. Uno dei tre mi afferra le gambe e me le apre spingendomi verso il basso per tenermi fermo, e intanto mi impala fottendomi come un ossesso. Alzo la testa e, nell’ebbrezza dell’orgasmo, distinguo le fattezze di Knut.
Sta abusando di me. Mi violenta. Mi stupra. Poi un corpo mi sormonta e punta le ginocchia sulle mie braccia, bloccandomi a terra. Un secondo cazzo mi affonda in gola, me la scopa e infine me la allaga di bollente e saporito nettare. Lo inghiotto. Mi disseto.
Lo stupratore mi dà un ennesimo colpo profondo e si ferma cominciando a tremare. Le mie viscere si infuocano: sta sborrando. Io godo: la mia rosellina si dilata, prima lentamente, poi, a causa di una convulsione improvvisa, si spalanca vergognosamente. Lo sperma cola fuori e il cazzo mi abbandona, mentre il terzo e ultimo, approfittando dello sbrago anale, mi precipita dentro.
Uno spasmo e mi contraggo, strizzando la verga appena entrata, che comincia a pulsare e ad ingrossarsi. Rialzo la testa, ormai liberata dal peso dell’energumeno che mi ha abbeverato, e stavolta vedo la figura di Enrico, che solo in apparenza è confortante perché subito inizia a scoparmi con la sua tecnica devastante. Con uno strattone esce da me e sembra quasi asportarmi un pezzo di intestino. Un secondo dopo mi assesta un colpo preciso e profondo: le mie pupille si rivoltano oltre le palpebre, la mia bocca si socchiude e sbava. Vado in apnea. Un altro strappo mi scuote e riprendo a respirare. Poi, un secondo affondo e ansimo ad alta frequenza. Ogni volta che il ventre di Enrico sbatte contro le mie chiappe vengo proiettato indietro sul palco. Lui mi rincorre senza desistere e senza dare segni di cedimento. Vuole regalarmi un orgasmo potente e le premesse ci sono tutte.
Le contrazioni del mio ano si distanziano e mi dilato e mi restringo esageratamente. Enrico ora rimane dentro di me e mi cavalca aggrappandosi alle mie spalle. Infine, mi dà una sferzata dilaniante e poi strattona in fuori schizzando un fiotto lungo ed abbondante che mi segna tutto il corpo longitudinalmente fino alla faccia. Subito torna dentro di me, scaricando il resto del suo piacere nelle mie viscere.
Non pago, Knut mi monta sul petto e mi infila il cazzo tra le labbra. Qualche colpo e spara dell’altra sborra tra le mie fauci. Il forte aroma mi sconvolge i neuroni: brucio di godimento, la gola mi si chiude e il seme cola dai lati della bocca.
Sono fradicio di spremuta di coglioni e mi contorco sul palco spalmandomela dappertutto, mentre i tre stalloni mi sormontano fieri della loro performance.
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