Gay & Bisex
Pornoattore per un weekend (2)
di crigio
06.09.2013 |
6.825 |
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"Dopo qualche minuto cambiamo posizione: si sdraia sulla schiena e mi dice di impalarmi sopra di lui dandogli le spalle..."
Dopo essermi ripulito, per la prossima scena io e Martin ci posizioniamo in piedi davanti al letto, lui si leva la t-shirt e, dopo un cenno di approvazione di Gerry, il blogger inizia a baciarmi. Parte la registrazione e noi limoniamo. Le mie labbra, rilassate dalla precedente suzione del dildo, scorrono dolcemente su quelle di Martin. Lui mi fa un lingua-in-bocca; io gli mordicchio il labbro inferiore. Nel frattempo, col dorso della mano lui mi accarezza i capezzoli.D’un tratto sento una spinta sul mio ventre: il suo cazzo si sta ingrossando. Io scorro delicatamente le mie dita lungo i suoi fianchi e gli si accappona la pelle: arrivo all’elastico dei suoi boxer, lo allargo davanti e ci infilo una mano. Agguanto una mazza calda e vibrante, già bella tosta e con una cappella grossa come un’albicocca. Mi scosto un po’, lui strappa il velcro e la sua verga salta fuori sballonzolando su e giù. I miei occhi si sgranano di sorpresa. Lui sorride per la mia espressione, mi solleva il mento e riprende a baciarmi.
Gli agguanto il cazzo e inizio a masturbarlo lentamente. Martin abbandona le mie labbra e si dirige verso il lobo del mio orecchio che succhia dolcemente. Poi scende lungo il mio collo e arriva al mio capezzolo sinistro, incollandosi a quello con la sua bocca. Lo succhia, lo titilla con la lingua e lo stringe piano tra i denti. Io reclino la testa indietro spalancando la bocca per il godimento e Martin, tirandosi su, ci affonda la sua lingua, baciandomi con profonda passione, mentre le sue mani massaggiano e stringono la mia schiena.
“Va’ giù”, mi sussurra. Io mi abbasso piano, leccando il suo corpo fino al ventre. Quando cado in ginocchio, il suo cazzo punta alla mia bocca, prepotente. Avvolgo piano con una mano l’asta e con le labbra il glande. Mi gusto quel frutto con evidente voluttà e sento Martin ansimare. Un lento “va e vieni” della mia mano accompagna i movimenti della mia testa.
“Andiamo sul letto. Staremo più comodi”. Lui si sdraia sulla schiena e io sulla pancia, aprendo la mia gamba sinistra e piegando il ginocchio in modo da dare una forma sensuale al culo. Quindi, gli riafferro il cazzo e ingoio nuovamente la cappella, riprendendo da dove avevo interrotto. Lui si rilassa e si gode il pompino.
D’un tratto mi inginocchio a pecorina, offrendo all’occhio della telecamera tutta la rotondità delle mie chiappe. Decido di fare una cosa che ho visto una volta in un film porno. Levo la mano dall’asta, la inghiotto completamente e, aprendo leggermente la bocca e stringendo gli addominali, inizio un pompino di gola.
Il corpo di Martin vibra e le sua mani si stringono a pugno, ma il primo tentativo non mi riesce molto bene: devo tirare fuori il cazzo dalla bocca perché sto soffocando. Capisco dove sta l’errore e ci riprovo: mi impossesso della mazza, allargo le fauci, trattengo il respiro e stringo gli addominali. Poi inizio ad andare su e giù strizzando la cappella di Martin con la mia glottide. Adesso va meglio! Il segreto è non respirare. Naturalmente non dura molto, ma, dopo aver ripreso fiato, lo faccio per la terza volta.
Sento che Martin si irrigidisce e di nuovo stringe i pugni. Gli piace e se lo sta godendo alla grande, però, improvvisamente mi solleva la testa: “Non vorrai farmi già venire, vero?”, mi rimprovera sorridendo. Io ricambio il sorriso. Rapidamente si porta alle mie spalle e mi dà una pacca sul culo per dirmi di sdraiarmi sulla schiena. Mi apre le cosce e si accovaccia tra le mie chiappe, affondandoci la faccia. “Ehi, ma questa prova non era prevista!”, provo a protestare.
Sento la sua lingua che mi ripassa la rosellina con abbondanti pennellate, e poi con la punta, e poi di nuovo aperta a ventaglio. Mi tocca dei nervi che non sapevo di avere e il mio corpo si contorce. Lui sale con le sue mani lungo il mio ventre e, raggiunti i capezzoli, li strizza con forza. La mia testa sbatte a sinistra, la mia bocca si spalanca e godo sonoramente. Gli afferro la testa con le mani e la spingo tra le mie natiche: lui ne approfitta per penetrarmi con la lingua, ritmicamente e più in fondo che può. La mia schiena si inarca. Un dito si introduce nel mio sfintere, mentre Martin continua a torturarmi l’anellino. Non riesco a capire che cosa mi stia stimolando: non ho mai goduto tanto con un anilingus. Un brivido mi sale lungo la schiena e i capezzoli si induriscono. Lui estrae lentamente il dito e mi lecca dolcemente il culo fino a fermarsi. Si mette in ginocchio sul letto, osservandomi mentre gemo di piacere. Poi urla: “Stop!”, e Gerry spegne la telecamera.
“Direi che per il momento può bastare”, mi sussurra. Io mi infilo una mano tra le cosce, andando a coprire il buco del culo, e la stringo con le gambe rigirandomi nel letto per il godimento che mi sta sconvolgendo.
“Ma dove hai imparato a leccare il culo così bene?”, gli chiedo con un filo di voce.
“E tu dove hai imparato a fare i pompini di gola, eh?”, ribatte lui senza rispondermi. Apro gli occhi, ci guardiamo e ridiamo serenamente, rilassandoci.
“Dai, andiamo a vedere com’è venuta questa scena!”. Gerry ha già collegato la telecamera al computer per scaricare la registrazione. Mentre rivediamo i momenti più eccitanti, i due blogger si guardano con cenni di approvazione, scambiandosi opinioni su come potrebbe venire il montaggio.
Alla fine Martin dice: “Bene, anche questa è fatta! Adesso passiamo alla penetrazione, ok?”.
“Ok”, rispondo, tradendo una certa impazienza. Do un’occhiata ad Andrea che sta sempre seduto sullo sgabello nella cucina in fondo al loft, e lui con il labiale mi sussurra: “Fagli vedere chi sei!”. Io gli sorrido e mi volto per seguire Martin verso il letto.
Mi fa sdraiare sulla schiena, mi solleva le gambe, che si carica sulle spalle, e inizia a strusciare il cazzo tra le mie natiche. Prima di iniziare a girare deve riportarsi la verga in erezione, ma gli basta poco. Quindi, fa cenno a Gerry di avviare la registrazione. Si struscia ancora un po’ e fa cadere della saliva sull’asta e sul mio buco. Poi si siede sul letto col cazzo svettante, appoggia le mani sul mio interno cosce e allunga i pollici per accarezzarmi il buco e spargere bene la saliva. Con quel massaggio la mia rosellina si dilata: Martin ci punta la cappella e, spingendo, la introduce in me. Io faccio un respiro profondo. Lui, continuando ad accarezzarmi l’anellino, fa scivolare lentamente il cazzo nel mio sfintere fino ad arrivare in fondo. Un brivido mi sale lungo la schiena, mentre lui estrae lentamente il suo membro. Lui guarda il mio buco e con il labiale esclama “Wow!”. Deve essere aperto e accogliente. Infatti, subito mi dice: “Sei morbido, caldo e ti apri con molta facilità. Che meraviglia!”. Quindi, fa scomparire di nuovo la sua verga nelle mie viscere e stavolta, quando arriva in fondo, accompagna il movimento con tutto il bacino, facendo arrivare la cappella ancora più su.
Io gemo. Lui inizia a scoparmi con estrema dolcezza e il suo cazzo scorre libero dentro di me. Comincio a sentire un certo calore dentro: “No, è troppo presto!”, mi dico, e mi distraggo allungando le braccia per afferrare i capezzoli di Martin e strizzarli un po’. Dopo qualche minuto cambiamo posizione: si sdraia sulla schiena e mi dice di impalarmi sopra di lui dandogli le spalle. Eseguo: mi appoggio sulla mano sinistra iniziando a muovere il bacino e con l’altra mano mi accarezzo il petto, la pancia e il pube, ansimando e gemendo a favore di telecamera. Nell’agitare la testa da un lato e dall’altro, vedo Gerry che, scostando un momento l’occhio dall’obiettivo, fa “Wow!” a Martin.
“Bene, sta andando bene!”, penso e rendo il mio movimento ancora più sinuoso, tanto che Martin inizia a mugolare dietro di me.
Ad un tratto mi spinge di lato, io cado sul mio fianco destro, ancora infilzato dalla sua mazza, e continua a scoparmi così, a cucchiaio. Mi tiene la coscia sinistra alzata e mi pratica un “dentro e fuori” da urlo. La temperatura del mio corpo, sia interna che esterna, aumenta.
“Tutto bene?”, mi chiede Martin, avendo avvertito il calore che emano. “Oh sì, benissimo!”, ansimo io e mi volto a baciarlo. Quando torno a guardare di fronte a me, uno spasmo mi scuote. Martin non se ne accorge perché mi prende contemporaneamente ad un suo affondo, e perciò crede che sia una reazione al suo movimento penetrante. La stessa cosa succede altre due volte e allora io capisco che non è più possibile per me tornare indietro.
D’improvviso una convulsione, ma anche questa non viene colta da Martin che sta spingendo tutto il suo cazzo nelle mie viscere. Il mio sfintere si dilata di colpo. Allora mi volto verso di lui e gli sussurro: “Decidi subito dove vuoi sborrare. Non ha molto tempo”. Il suo “perché?” rimane strozzato così come la sua verga, avvolta dal mio culo vorace che si ricontrae di scatto, praticandogli una intensa masturbazione rettale.
“Merda!”, esclama Martin, e con uno strappo si tira fuori da me, si inginocchia accanto alla mia testa e, facendo scorrere l’asta sulle mie labbra, spruzza un primo schizzo di sperma che va a perdersi sul lenzuolo. Un secondo schizzo più corto mi segna la guancia; poi un terzo più lungo. Il quarto finisce direttamente nella mia gola, perché subito ingoio quella mazza vibrante per non perdermi più neanche una goccia del suo saporito nettare.
Martin rantola e il mio bacino sbatte violentemente contro il materasso, tre o quattro volte e poi si arresta. Il blogger si siede sul letto, ansimante, con una goccia di sborra che gli cola ancora lungo l’asta. Io mi allungo per raccoglierla, dalla base fino al frenolo, e lui sussulta. Mi sorride, mi accarezza i capelli e poi urla: “Stop!”.
“Ma che cazzo era quello? Mi ha sconvolto!”, mi chiede stupefatto. “Era un orgasmo anale?”, aggiunge. Io faccio sì col capo, non avendo fiato per parlare.
“E puoi averne uno ogni volta che vuoi?”, stavolta la domanda proviene da Gerry. A rispondere è Andrea, che, vedendomi stremato, si avvicina al set dicendo: “Direi di sì. Le prime volte non li aveva. Poi da un certo momento hanno iniziato a prenderlo, e ora praticamente ne ha uno ogni volta che viene scopato nel culo”.
“Ma è meraviglioso!”, sbotta Martin. “Solo una volta sono riuscito a far avere un orgasmo di questo tipo a qualcuno, ma comunque fuori dal set. La telecamera inibisce un po’ e i passivi che magari nel privato della loro camera da letto riescono spesso ad averlo, qui non lo provano mai. Tu, invece, l’hai raggiunto. Bravo!”.
“Grazie!”, rispondo con un filo di voce. E tutti a ridere.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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