Gay & Bisex
Il maestro di sci (4)
di crigio
08.05.2014 |
6.415 |
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"Io annuisco e ci mettiamo in ginocchio a spompinare i nostri due boys..."
Facciamo quattro chiacchiere e offriamo qualcosa ai nostri amici. Knut, appartato con Tony e Paolo descrive loro l’avventura della scorsa notte con una troia “megagalattica” (così la definisce il tedesco). Gli altri due sembrano molto interessati e dichiarano di non vedere l’ora di conoscerla.Naturalmente, Knut si riferisce a Ivan e nella mia mente c’è già l’immagine di un’orgia pazzesca con quella troia al centro delle attenzioni dei quattro stalloni (e non solo!). E alla fine potrebbe scattare anche l’orgasmo anale!
“Ho sentito che Knut vi sta parlando del maestro di sci!”, intervengo, avvicinandomi al gruppetto.
“Ah! È un maestro di sci?”, chiede Paolo.
“Ah sì, non ve l’avevo detto!”, precisa il tedesco.
“Allora non deve essere male!”, aggiunge Paolo.
“No, per niente! Vedessi che culo!”, chiosa Knut.
“Beh”, mi inserisco di nuovo. “Immagino che non gli dispiacerebbe affatto assaggiare anche voi, dopo avere spolpato questi due. Che ne dite: vi va? Se volete combino l’incontro!”.
Knut mi lancia uno sguardo interrogativo: non capisce dove stia il mio interesse in tutto questo. Ma io lo tranquillizzo con un’espressione sicura, mentre Paolo e Tony rispondono che non vedono l’ora di conoscere questa puttanella.
“Ok! Allora non appena lo vedo fisso l’appuntamento!”, concludo. “Ovviamente noi” e ammicco a Pino, Enzo e Seby, “assisteremo allo spettacolo!”.
“Ovviamente!”, mi fa Tony, ridendo e dandomi una pacca sul sedere.
Purtroppo, per tutta la serata quella puttanella di Ivan non si fa vedere: chissà da chi altro si sta facendo sbattere. Lo cerco nei cessi pubblici, al pub e al rifugio, ma non c’è verso di trovarlo. Sarà rintanato nel suo bungalow o nello chalet di qualche cliente.
Solo l’indomani lo rincontro sulle piste da sci. Mi avvicino e, in modo molto riservato gli prospetto una bella orgia con i miei amici. Naturalmente lui non si tira indietro: mi chiede dove e quando e poi mi dà l’ok.
Nel primo pomeriggio al nostro chalet tutto è pronto per ricevere il troione e i nostri quattro stalloni scalpitano. In particolar modo Paolo e Tony, che sono impazienti di sperimentare le tanto decantante abilità di Ivan.
Tre colpi alla porta ci annunciano l’arrivo del nostro ospite. Vado ad aprire e lo faccio accomodare in sala.
“Salve!”, saluta lui. “Allora: da dove cominciamo?”, chiede.
“Da qui!”, risponde Tony, che, comparendo di soppiatto alle sue spalle, gli afferra una mano e se la mette sulla patta. Dall’altro lato di Ivan c’è Paolo che fa lo stesso e, prendendo l’altra mano del maestro di sci, se la struscia contro il pacco.
“MMMMMM! Niente male!”, commenta la troietta, che si getta a capofitto tra le braccia di Tony, limonandolo profondamente, senza smettere di massaggiare alle sue spalle la virilità dall’altro stallone. Nel frattempo, noialtri ci godiamo la scena, seduti sui divani e sulle poltrone. Paolo si avvicina di più ad Ivan e gli strofina la sua protuberanza sul culo. Quello allora si gasa e si abbassa, finché non cade in ginocchio ai piedi dei due maschioni. Sbottona loro i jeans e scarta i suoi regali.
Le due mazze balzano fuori contemporaneamente, barzotte e pronte ad essere assaporate dalle fauci della puttanella, che, senza indugio, inizia con quella di Tony, prima gustandone il glande rosso e turgido, poi impossessandosi di tutta l’asta, arrivando a toccare l’inguine dello stallone con le sue labbra. Non appena Ivan arriva in fondo, Tony si piega in avanti di scatto con espressione stupita. Paolo gli sorride e annuisce, come se volesse suggerirgli di godersi la pompa vorace che la troia gli sta facendo. Tony ricambia l’espressione allegra, e sembra rispondere al suo compare che tra poco toccherà a lui.
Neanche a dirlo, Ivan sputa la nerchia di Tony e si volta ad ingoiare quella di Paolo, tutta per intero. Anche quest’ultimo, colto di sorpresa, è costretto a inarcarsi per trattenere l’eccessivo e improvviso godimento.
“Cazzo! È proprio affamata questa troia!”, biascica, mentre un rivolo di bava gli cola da un angolo della bocca.
“Ve l’avevo detto, no?”, intervengo, sottolineando le capacità indubitabili del maestro di sci.
“Sì, ma non immaginavo…!”, aggiunge Paolo, che, senza riuscire a finire la frase, prende un respiro profondo e rantola di brutto. “Non vorrai farmi sborrare subito, eh, puttana?”, chiede a Ivan, una volta ripresosi, e quello alza lo sguardo verso di lui facendogli un sorrisetto sbarazzino, mentre con l’altra mano masturba la minchia di Tony con estrema delicatezza. Questo massaggio leggero è forse peggio di un pompino violento per il mio amico, che cerca di velocizzare l’andirivieni muovendosi a sua volta incontro alla troietta. Questa si libera la bocca dal tubo di Paolo e, unendo le cappelle dei due cazzi, fa scorrere la lingua da uno all’altro come se fossero un tutt’uno, soffermandosi più a lungo sui frenuli. Poi, tira su le aste e si dedica ai loro scroti. Le ginocchia dei due stalloni si piegano e cominciano a tremare.
“Ehi, amico, come va?”, chiede Tony a Paolo, preoccupato per la sua resistenza.
“Benissimo! E a te?”, ribatte quell’altro.
“Da Dio!”, risponde il primo. “E’ che ti ho visto cedere un po’…”.
“Io? Forse tu! Guarda come ti tremano le gambe!”.
“E perché, a te no?”. Continuano a stuzzicarsi l’un l’altro, mentre Ivan usa la sua lingua sulle loro mazze, che ad ogni sferzata pulsano e si induriscono sempre più. Poi Tony fa l’occhiolino a Paolo: è un segnale. E infatti, tirano su la troia e le tolgono tutti i vestiti. La spingono su un divano libero e la ribaltano, esponendo al pubblico ludibrio le sue intimità. Tony si inginocchia tra le sue chiappe e inizia a lavorargli la rosellina, mentre Paolo monta sul divano e, piegando le gambe, offre alla vacca i suoi coglioni da succhiare.
“Slurp!... Sì, leccami, così… slurp!...”, mugola Ivan, continuando a ciucciare le palle di uno dei due stalloni. “Che lingua che hai… slurp! Infilamela dentro, dai… slurp!... Oh, così, bravo… slurp!... Così, sì… slurp!”. Tony, in realtà, gli infila in culo non solo la lingua, ma anche un dito e, mentre gli lubrifica ben bene l’anellino, glielo perquisisce con una falange. “MMMMMMMMMM, che roba… slurp!”.
“E sta un po’ zitto!”, si irrita Paolo che, spingendosi in giù il cazzo, lo pianta tutto in bocca alla puttanella, facendola affogare. Quella dà un colpo di tosse e si aggrappa con le mani alle cosce del suo aguzzino, il quale, non contento, le strizza i capezzoli con le dita, stringendo forte come una tenaglia. Un urlo soffocato esce dalla gola di Ivan e il massaggio alle aureole sembra che gli abbia fatto dilatare maggiormente il buco del culo, tanto che Tony, accorgendosene, si solleva, si sputa sul cazzo spalmando bene la saliva e lo punta al solco della troia. Il glande ci sparisce in mezzo e, spingendo un po’, l’asta comincia ad affondare nelle sue viscere. Ivan emette un altro gemito e accoglie lentamente la nerchia dello stallone per tutta la sua lunghezza. Quando arriva in fondo, la mazza scorre al contrario, finché rimane dentro solo il glande. Quindi, riprende la sua corsa verso il fondo e, quando è quasi arrivato, un colpo secco impala la puttanella, che ha un sussulto di dolore allo sfintere. Si contorce e le sue mani strizzano con più forza le cosce di Paolo, il quale ricambia stringendo con maggiore violenza i suoi capezzoli.
Ivan gira la testa di lato e si libera della minchia di Paolo. “Ah, ma che stronzi!”, grida incazzato, ma questa reazione non fa demordere i due stalloni, che, anzi, cominciano a darci dentro come due forsennati. Tony monta la puttana come un toro e Paolo tira verso l’alto le punte delle sue aureole costringendolo a sollevare il petto per evitare che quelle si stacchino.
“Riprendimi il cazzo in bocca, altrimenti tiro più forte!”, lo minaccia Paolo, ed Ivan inghiotte nuovamente la sua mazza ricominciando a succhiare, nonostante il dolore che continua a patire per i colpi violenti alla prostata e per la morsa in cui sono strette le sue tettine.
Dopo un po’, però, sembra calmarsi e dalla sua gola, anziché le urla di poco fa, escono dei mugolii di piacere. Per di più, afferra il cazzo di Paolo e, mentre lo spompina, lo munge lentamente, nella speranza che presto gli regali dell’abbondante e caldo latte dissetante. L’altra mano, invece, corre al suo buco dilatato dal tubo di Tony, che lui inforca con due dita, accarezzandosi sempre più velocemente, come se si stesse sgrillettando.
“Bene! Vedo che inizia a piacerti!”, commenta Paolo, che lancia un’occhiata al suo compare. Subito i due si scambiano di posto: Tony estrae senza riguardo il cazzo dallo sfintere di Ivan, che si gira e rigira sul divano con le cosce serrate, mentre Paolo scende dal divano e si posiziona dove un attimo prima c’era il suo amico. Questo corre sul retro dello schienale e si china per massaggiare il petto martoriato della puttanella, la quale, vedendo il secondo stallone pronto alla monta, schiude le gambe e si offre spudoratamente a lui. Paolo, infoiato dal gesto invitante della sua vittima, gli pianta la nerchia in corpo con un fendente preciso e profondo. Ivan si acciglia e grida come un ossesso per il dolore, ma poi si accascia nuovamente sulla seduta e si gode la scopata potente del mio amico. Paolo non si risparmia, ma sul volto e sul corpo della puttanella non ci sono segni di cedimento: non sembra ci sia verso di fargli raggiungere questo benedetto orgasmo anale!
Penso che il fatto che rifiuti la stessa possibilità di un tale piacere gli impedisce di arrivarci. Bisogna trovare una variante. Allora, mi avvicino a Seby e gli sussurro le mie perplessità. Anche lui mi confessa di vedere il suo boy allo stremo delle forze e della resistenza e che bisogna fare qualcos’altro per fare godere quella gran puttana del maestro di sci.
Con decisione si alza in piedi e si spoglia. Si accosta al divano e ci monta sopra. Quindi, si mette a cavalcione di Ivan e comincia a strusciarsi sopra di lui come una gatta in calore. Con la lingua gli lecca il collo, prima da una parte e poi dall’altra e, quando raggiunge i lobi delle orecchie, li mordicchia delicatamente.
“MMMMMMMMMMM!!! OOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHH!!!”, geme Ivan, travolto dalle sensazione che riceve sia nelle viscere che sulla pelle. “Oddio che caldo!”, sibila alla fine. Seby si volta verso di noi ed io gli faccio “ok” col pollice in su. La cosa sta funzionando: se continuano così conquisteremo il nostro obiettivo.
D’improvviso, il bacino di Ivan sussulta. “Oh cazzo! Che è stato?”, chiede preoccupato, ma nessuno gli risponde e Seby e Paolo continuano a lavorarselo a dovere. Purtroppo, però, si è trattato solo di un falso allarme, perché i miei due amici non riescono ad ottenere di più. Anche Enzo lo capisce e decide di sua iniziativa di unirsi a loro. Si inginocchia e si infila tra le gambe di Paolo e, allungando il collo, inizia a leccare la rosellina slabbrata e profanata dal cazzo del suo amico.
“No! Non fare così!”, strepita Ivan, e sul suo volto si dipinge un’espressione preoccupata. Finalmente il suo corpo gli sta restituendo quello che cercavamo, ma lui non lo interpreta come qualcosa di piacevole. Forse pensa che gli stia venendo un infarto, chissà!
“Dai, lasciati andare!”, gli sussurra Seby. “Vedrai che sarà bellissimo!”.
“Che cosa sarà bellissimo?”, chiede lui, ormai impanicato dalle vibrazioni crescenti delle sue membra che non riesce più a controllare. Seby, però, non gli risponde e riprende a massaggiarlo e a leccarlo. Sotto, le lappate del suo fratellone si fanno sempre più invadenti e i colpi di cazzo di Paolo sempre più potenti e penetranti. La prostata di Ivan è sollecitata all’inverosimile e starà pulsando senza sosta. La sua pelle si vela di sudore e il suo respiro si affanna. “Ma che mi succede?”, chiede ancora, guardando le sue gambe tremare.
“Dai ragazzi! Arriva!”, dice Paolo con un filo di voce, esortando i suoi amici.
“Chi arriva…? Chi…?”, insiste Ivan, ma l’ultima domanda viene troncata da una convulsione improvvisa che gli tronca il fiato. Rapidamente i suoi occhi si rivoltano nelle orbite ed il suo corpo si irrigidisce. Va in apnea. Quando ricomincia a respirare ogni centimetro di lui vibra senza controllo. Il suo sguardo corre su di sé e sembra quasi si stia mettendo a piangere. Una goccia di sudore cola inesorabile dalla fronte e si infrange sulla seduta del divano. Seby gli smonta di dosso e si siede di lato a godersi finalmente il piacere estremo che ha contribuito a fargli raggiungere. Ivan lo fissa interrogativo: non ha la forza di chiedere ancora, ma lo fa con gli occhi.
Poi, passa a guardare Paolo che continua a fotterlo instancabile, finché uno spasmo violento gli fa sollevare il busto e lo fa urlare come un maiale scannato.
L’inesperienza gli impedisce di controllare le contrazioni dello sfintere e il cazzo di Paolo finisce per essere pompato con un’aspirazione tale che non può fare altro che sborrare. Enzo, naturalmente, ancora tra le gambe del suo amico, non intende abbandonare la postazione proprio adesso e, con la bocca spalancata, aspetta che la minchia sputi litri di caldo e succoso nettare che, dopo aver riempito il retto della troia, si riverserà fuori per dissetarlo.
E così è: qualche secondo dopo che Paolo inizia a sborrare, l’anellino di Ivan si imbianca del suo seme. La lingua di Enzo lappa per raccoglierne ogni singola goccia, mentre la sua bocca si gusta lo sperma nell’intervallo tra uno schizzo e l’altro. L’orgasmo anale di Ivan però non si arresta e, dopo le contrazioni al culo, arriva un’altra convulsione che gli fa sbattere ripetutamente il bacino contro il divano. La nerchia di Paolo sguscia fuori ed Enzo la afferra con una mano e se la inghiotte per ripulirla della sborra e degli umori della vacca. Il povero stallone, già stremato dalla pompa stringente praticatagli dai muscoli dello sfintere di Ivan, non riesce a sottrarsi alla ciucciata vogliosa del suo amico.
“Merda! Vengo di nuovo!”, sbraita Paolo, e Seby monta ancora a cavalcioni su Ivan e, stringendo tra le mani la testa del suo boy, lo incita a svuotarsi i coglioni.
“Sì, amore! Dai, disseta il mio fratellone! Lo sai che è tanto vorace, no!”, e le parole del biondino accentuano il secondo orgasmo del maschione, che sembra essere ancora più violento del primo.
Intanto, Ivan rimane riverso sul divano, il capo da un lato e la lingua che gli pende fuori dalla bocca. Gli occhi spalancati fanno sembrare che sia morto, ma il suo petto si gonfia e si sgonfia, segno che sta respirando. Piuttosto, appare sotto choc…
Pino si avvicina a me e mi sussurra all’orecchio: “Ora che ha provato il primo orgasmo anale sarà in grado di averne degli altri. Che ne dici di rintostare i nostri stalloni per permettere anche a loro di godersi la puttana?”, mi chiede, indicando con la testa Enrico e Knut. Io annuisco e ci mettiamo in ginocchio a spompinare i nostri due boys.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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