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Sviluppi imprevisti - Barcellona (5)


di crigio
30.12.2013    |    6.961    |    1 8.8
"Mi giro alla mia sinistra e, dopo un attimo di smarrimento, riconosco, nel volto che sta a pochi centimetri dal mio, Gerry, il blogger italo-tedesco, ..."
Mentre si riveste, Carlo ci chiede: “Quanto vi fermate a Barcellona?”.
“Una settimana”, rispondo.
“Beh, allora potremmo rivederci!”.
“Perché no!”.
“Bene!”, e, raccolte tutte le sue cose, ci saluta e se ne va.

L’indomani facciamo un giro per la città e ci informiamo su qualche locale dove potremmo andare a divertirci. Entriamo in un internet point e facciamo delle ricerche. Troviamo un bar nel quale proprio questa sera ci sarà uno spettacolo dal vivo. Nella locandina c’è la foto del ragazzo che si esibirà in uno spogliarello integrale e, non so perché, mi ricorda qualcuno. Mah!
Riprendiamo il nostro tour e, dopo pranzo, rientriamo in hotel per riposarci un po’. Il pomeriggio passa nella nostra totale indolenza e, quando si fa ora, ci prepariamo per una serata di follie.
Un taxi ci porta all’indirizzo che cerchiamo e, arrivati, l’insegna del locale ci indica che siamo nel posto giusto. Entriamo: nel vestibolo, un ragazzo prende le nostre giacche e, superata una tendina, ci addentriamo nella penombra del bar. Luci soffuse e tendenti al rosso avvolgono un ambiente evidentemente lascivo e lussurioso. Alcuni ragazzi seduti al bancone consumano i loro drink e si voltano a scrutarci, così come fanno con chiunque altro entri.
Siamo giusto in tempo per la performance dello spogliarellista. Infatti, un tipo con microfono dal palco annuncia l’uscita del go-go boy. Fumo sulla scena e musica house accompagnano la camminata sexy del ragazzo in slip, papillon e polsini, mentre il pubblico si affolla intorno alla pedana incitandolo a darci dentro.
Non so perché, ma nella calca mi sento osservato. Dello spogliarellista per il momento si vede solo la sagoma. Rapito dai suoi movimenti, non mi accorgo che due tipi mi si avvicinano e cominciano a palparmi.
“Ehi!”, protesto. Mi giro alla mia sinistra e, dopo un attimo di smarrimento, riconosco, nel volto che sta a pochi centimetri dal mio, Gerry, il blogger italo-tedesco, regista dei video che ho fatto tempo fa.
“Ciao, amico!”, mi saluta. Sorpresa e timore al tempo stesso. Enrico e Pino non hanno mai saputo di questo aspetto del mio passato e all’epoca chiesi a Gerry e Michel di non farne mai parola con nessuno. Chissà se se lo ricordano ancora.
Alla mia destra una mano mi stringe la spalla: il mio collo si torce e vedo Michel.
“Ciao! Ma che ci fai qui! Com’è piccolo il mondo!”.
“C… ciao! Sono in città con il mio ragazzo e un amico”, urlo per sovrastare il rumore della musica, e con lo sguardo gli indico Enrico e Pino. Si presentano e il biondino squadra i due blogger e poi mi lancia un’occhiata di apprezzamento. La solita troia!
Effettivamente, sono bene in tiro e fanno la loro porca figura. D’improvviso, mi coglie un sospetto: vuoi vedere che… Ma sì, certo! Quello sul palco… il ragazzo della locandina della serata… ma sì, è Hans! Mi giro verso il palco e poi torno a guardare Michel, che annuisce intuendo la mia domanda. Mi si avvicina all’orecchio e mi propone: “Se vuoi dopo replichiamo…!”.
Ci penso un po’. Mi viene un’idea: “Se possono venire anche i miei amici, ok!”.
“Certo che possono! Anzi, il locale è munito di camerini e sale di ogni tipo. Possiamo infilarci in una di quelle e divertirci insieme!”.
“Ok!”, e comunico ad Enrico e a Pino i prossimi sviluppi della serata. Naturalmente, nessuno dei due si tira indietro.
Quando lo spettacolo finisce, tutti e cinque andiamo negli spogliatoi ad incontrare Hans che, con mio enorme stupore, parla italiano in modo abbastanza fluente.
“Gli abbiamo fatto un corso accelerato di tutte le lingue che conosciamo, in modo che, lavorando con attori di diverse nazionalità, possa parlare con loro e capire quello che dicono”, precisa Michel, tirandomi da parte perché gli altri non sentano. Il tedesco è anche più in forma dell’ultima volta e le mutande non nascondono nulla della sua prorompente virilità. Pino ha l’acquolina in bocca e non vede l’ora di saltargli addosso.
Mi accorgo, poi, che Michel non stacca gli occhi di dosso ad Enrico ed il gigantone, a quanto pare, ricambia. Ho già capito come si comporranno le coppie!
Gerry spiega le nostre intenzioni ad Hans e, dopo che questi si dichiara disponibile, ci dirigiamo verso il piano inferiore dove ci sono le salette di cui si parlava prima. Ci infiliamo in una di queste e, come previsto, Michel si fa incontro ad Enrico, gli appoggia una mano sui pettorali e glieli palpa. Da un’altra parte, Pino si lancia su Hans, rimasto nudo, e inizia a leccarlo dappertutto.
Io e Gerry ci guardiamo e, inevitabilmente, ci appartiamo in un altro angolo della stanza.
“Sai, per notti intere ho sognato di prenderti così”, mi sussurra. “Ho guardato e riguardato le tue scene più volte: non mi stancano mai. Sei eccitantissimo e, nonostante ti abbia già scopato mentre dormivi, ho sempre avuto voglia di rifarlo!”. MI bacia penetrandomi con la lingua fino in gola. Mi avvolge tra le sue braccia possenti, accarezzandomi e stringendomi a sé. Una mano si introduce nei miei jeans e raggiunge una chiappa. “MMMMMMMM!!! Anche più soda di quanto ricordassi!”, commenta. Poi, con indice e anulare mi allarga le chiappe e il medio si inserisce nel solco, sfiorandomi la rosellina. Al contatto, inspiro profondamente.
“Bene! Vedo che ti piace ancora!”, aggiunge e mi preme contro il suo corpo. Nei suoi pantaloni comincia a crescere qualcosa: pulsa e spinge sul mio ventre.
“Ah però!”, esclamo, complimentandomi per la sua dotazione.
“Se vuoi, puoi scartare il pacco!”, mi invita, ed io non mi faccio certo pregare. Mi inginocchio lentamente e una protuberanza rotonda appare davanti ai miei occhi. I pantaloni di latex che indossa non lasciano nulla all’immaginazione, segnando perfettamente la forma del suo membro. Slaccio il bottone e tiro giù la lampo. Non indossa mutande: la peluria del suo pube spunta immediatamente dall’apertura. Avvicino la bocca e stringo dei peli tra i denti, tirando indietro e ammiccando verso l’alto con lo sguardo. Afferro i lembi dei calzoni e apro ancora verso il basso. Si intravede il suo cazzo: estraggo la lingua e lo lappo un paio di volte. Si ingrossa e vuole uscire. Tiro più giù i pantaloni: spunta il glande. Un ultimo centimetro e l’asta schizza per aria colpendomi il naso. Lo avvolgo piano con la mano e, con estrema lentezza, inizio a masturbarlo.
“AH!”, urla Pino. Guardo oltre il bacino di Gerry e vedo che Hans lo sta stringendo per la vita e, chino sul suo petto, gli sta stritolando i capezzoli con i denti. Approfitto per buttare un occhio anche all’altra coppia: Michel ha sollevato la t-shirt di Enrico e gli sta leccando con passione i muscoli dell’addome e del petto, arrivando ad assaporare il sudore delle ascelle del gigantone.
Queste due scene mi mandano in visibilio e allora spalanco la bocca e inghiotto l’attrezzo di Gerry, stringendolo tra le mie labbra protese. Con gli occhi rivolti a lui, lo stuzzico: il suo sguardo è contratto per il massaggio delle mie fauci. Si leva la maglia e, incrociando le braccia, si titilla i capezzoli.
“Sì, succhialo!”, sibila. “Wow! Che bocca calda che hai!”. La sua verga è delle dimensioni perfette: tosto e leggermente curvo all’insù, ma né troppo grosso né troppo lungo. Riesco a spompinarlo comodamente e mi ci dedico con avidità. Gli scopro anche le chiappe e gliele stringo, invitandolo a fottermi la bocca. Inizia a muoversi e la mazza scorre agevolmente nel mio cavo orale. La mia lingua gli stimola il frenolo: sento la cappella pulsare e ingrossarsi. Il suo sguardo si acciglia e digrigna i denti. Poi spalanca la bocca e sospira. Ansima. Delle gocce di sudore gli imperlano la fronte. La sua pelle si inumidisce e rilascia afrore di maschio. Mi inebrio di questi effluvi e lo pompo con maggiore intensità.
“Merda! Uno dei migliori bocchini che abbia mai ricevuto!”, sbotta. Le mie guance si incavano per la suzione e si stringono intorno all’asta. “Sei... uff!... bravissimo!”, si complimenta.
Con la coda dell’occhio vedo che, nel frattempo, Pino si è inginocchiato ai piedi di Hans e gli ha tirato fuori il cazzo. Ricordavo che era enorme, ma rivederlo è sempre un gran piacere. Pende ancora molle tra le sue cosce, ma si intuiscono le dimensioni che può raggiungere. E anche il biondino è della mia stessa idea, perché in un secondo si avventa voglioso su quel pezzo di carne, ingoiandolo e succhiandolo con voluttà. Per reazione, Hans contrae il busto e il volto. Dopo qualche secondo si abitua al massaggio di Pino e si rilassa, lasciandolo fare.
Oltre Gerry, anche Michel è chino, in piedi, sul ventre di Enrico e sta spompinando il suo membro già bello duro. Il gigantone è appoggiato con le spalle alla parete e ha le gambe piegate. Il suo respiro pesante si sente in tutta la stanza: sta godendo come un porco. Michel deve essere davvero bravo di bocca!
“Adesso basta!”, dice d’un tratto Gerry. Mi afferra per le braccia e mi tira su. Mi leva la maglia, mi sbottona i jeans e mi ordina di levarmi tutto. Nudo davanti a lui, rimane un momento a contemplarmi: mi gira intorno e si ferma qualche secondo alle mie spalle. “Che gran culo, Dio mio!”, esclama. “Mettiti sul sofà!”. Obbedisco e gli offro la mia migliore pecorina. Inarco bene la schiena e spingo le chiappe in fuori. Le mie rotondità si aprono e il mio solco rivela a lui la mia bella rosellina. “Uff!”, sospira, e si tuffa a leccarla.
“Oh!”, gemo, mentre la sua lingua scorre lungo l’apertura e la punta si sofferma e torturarmi il buco. Poi, le sue labbra si incollano al mio anellino e sento penetrarmi. La mia bocca si schiude e sbavo di libidine.
“Ehi, Gerry!”, chiama Michel. “Mi sa che a ‘sto giro me lo prendo in culo! È troppo bello!”, dice, commentando il cazzo di Enrico. Giro la testa e vedo che si sta spogliando. Si sputa su una mano e si lubrifica in mezzo alle chiappe. Si infila due dita dentro e mugola, mentre Enrico si masturba per tenersi in erezione.
“Siediti là!”, gli ordina Michel, indicandogli una strana poltrona. Enrico obbedisce e, una volta seduto, la sua mazza svetta verso l’alto. Il blogger sale in piedi sulla seduta e si accovaccia sul ventre del gigantone. Agguanta l’asta e se la strofina sulla rosellina. Infine, con un gesto secco se la infila dentro e se la ingoia completamente.
“UUUUUUUUUUUOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHH!”, rantola, mentre scende fino a toccare il ventre di Enrico con le sue natiche. Rimane un po’ così e si muove in tutte le direzioni per sistemarselo bene. Quindi, si appende al collo del mio ragazzone e comincia a cavalcarlo. “Sììììììììì! E’ bellissimo! Amore, lo sento così bene, fino in fondo, sai?”, aggiunge, rivolgendosi a Gerry, il quale, a quelle parole, si eccita ancora di più e intensifica le lappate al mio culo.
“MMMMM! Slurp! Slurp! Che… mmmm… slurp!... buon… sapore… slurp!... slurp!...”, biascica, grufolando tra le mie chiappe. “Ti scopo! Ora… mmmm… ti… scopo…!”, mugugna e si alza in piedi, puntando il cazzo al mio buco.
Intanto, Enrico ha agguantato le natiche di Michel e accompagna il suo saliscendi, massaggiandole e palpandole. Pino, invece, continua a dedicarsi con passione alla verga imponente di Hans, che tuttavia rimane ancora moscia. Il biondino avrà una bella sorpresa!
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