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Gay & Bisex

Training per Silvia (Enrico) (1)


di crigio
20.03.2017    |    7.915    |    4 8.7
"Non deve spingere più di tanto: sembra che la vulva stia inghiottendo l’asta senza che lo stallone faccia alcuno sforzo..."
Dopo aver scoperto che Giò è finalmente diventato una puttana, proprio come volevo io, devo uscire a farmi un goccetto. Soprattutto per smorzare l’eccitazione che quel porcone del mio boy mi ha fatto venire.
Ci pensate! Mi sono sborrato addosso guardandolo! Roba da non credere!
Mi incammino per le strade della città e finisce che mi ritrovo davanti al locale di Andrea. Spingo la porta ed entro. Stranamente è vuoto. Forse è troppo presto.
Guardo l’orologio: sono le 22,30. A quest’ora, di solito, la sala è colma di ragazzi che sbavano sotto il palco in cerca delle attenzioni del performer di turno.
Oltrepasso il bancone e attraverso la porta che dà sulla saletta. Già nel breve corridoio giungono alle mie orecchie dei suoni inconfondibili. Gemiti di piacere percorrono lo stretto budello di collegamento. Quando mi avvicino alla seconda porta, allungo il collo per sbirciare.
Scosto un po’ la tenda e vedo Silvia, la sorellina di Andrea, sdraiata a cosce aperte su un divano. Una donna bionda di mezza età, ma con un fisico da ragazzina, la sta sditalinando con due falangi, accelerando progressivamente il movimento. È china a novanta gradi sul ventre della ragazza e ansima all’unisono con lei. Mi sporgo ancora e mi accorgo che la bionda si sta prendendo nella figa il cazzo di un uomo, anche questo sulla cinquantina, ma con un fisico tonico e completamente depilato. Lei si china di più sulla fregna di Silvia e comincia a leccare il clitoride. La povera piccola si contorce tutta e si afferra i seni, strizzandoli con forza.
Guardandola meglio, mi rendo conto che è tutta bagnata: ha i capelli fradici e gronda sudore dalla fronte. O almeno è quello che sembra. Eh già! Perché, un attimo dopo, la bionda si sfila la nerchia dell’uomo dalla passera, monta sul divano e, strofinandosi forte la vulva inizia a schizzare umore sul corpo di Silvia. Lei spalanca la bocca e riceve con voluttà quei liquidi caldi e saporiti. Poi, la donna si inginocchia sulla faccia della troietta e si lascia leccare la fica madida di succhi.
Nel frattempo, l’uomo si è seduto sul divano accanto alla ragazza. Quando Silvia ha ripulito a dovere la fregna della bionda, le dice di montargli sopra a smorzacandela, dandogli le spalle. La troietta obbedisce e, invece di prendere il cazzo nella vagina, ci si impala sopra col culo. L’asta le scivola dentro senza difficolta e, man mano che scorre, la piccola trema, ansima e reclina il capo indietro. Si appoggia con le mani allo schienale del sofà e comincia a muoversi sull’uomo. Questo le afferra le cosce e, facendola sdraiare su di sé, gliele solleva e apre vergognosamente.
Un’ombra si allunga sul corpo di Silvia e un omone leggermente sovrappeso ma ben piazzato compare sulla scena. Lo osservo meglio e riconosco in lui Michele, il ragazzo di Silvia, nonché regista dei film che si girano di solito in questa location.
La bionda, intanto, gira intorno al divano e monta sulla faccia di Silvia, soffocandola tra le sue cosce. La ragazza viene costretta ad abbeverarsi ancora alla fonte di quella fica, mentre i fianchi tonici della donna ondeggiano in ogni direzione.
Michele si avvicina a Silvia e la penetra lentamente. Il corpo della troietta ricomincia a vibrare e le gambe si tendono di colpo. Un urlo soffocato risuona dal ventre della bionda e un movimento inatteso della ragazza le fa sputare la verga dell’uomo dal culo. Michele impreca: estrae anche lui l’arnese e lascia che il tipo infilzi nuovamente la sua morosa. Poi, si rifà sotto e inchioda la povera Silvia.
La donna ha un cedimento: si china in avanti appoggiandosi alle spalle di Michele e aggrotta la fronte. “Bevi tutto, ragazzina!”, dice a Silvia, e, a quanto pare, le vomita in gola degli altri umori. Michele, dal canto suo, imbocca un seno della bionda ed inizia a succhiarlo avidamente.
Nella stanza fa eco il rumore del bacino di Michele che sbatte violentemente contro quello di Silvia, letteralmente stuprata dal suo boy, che è in preda ad una follia crescente. Una mano della donna si allunga sulla fregna della ragazza e la accarezza con insistenza, tanto che il monte di Venere le si gonfia e spunta della schiuma biancastra. La donna si porta le dita alla bocca e condivide con Michele i succhi che ha raccolto dalla vulva di Silvia.
I due limonano intorno alle falangi della bionda senza smettere, l’uno, di fottere la ragazzina, l’altra, di strofinarle sul muso la propria fica.
“Ti piace lo spettacolo?”. Una voce interrogativa mi sorprende alle spalle. Mi volto e Andrea è lì, col suo sorrisetto sornione e il sigaro tra le labbra. Senza che io gli chieda niente, prosegue: “Stiamo facendo esercitare Silvia con una coppia di scambisti. Deve fare molta pratica se vuole diventare una vera pornostar. E ancora non lo è. Guarda: non riesce a controllare il proprio piacere. Gode quando non dovrebbe. Deve essere lei a dominare la situazione, se è protagonista della scena, e ancora non lo sa fare. Invece si lascia dominare dai suoi istinti”.
Quando mi giro nuovamente, la ragazzina è effettivamente in preda ad un orgasmo, come si capisce dalle sue gambe, ancora una volta tese e tremanti, e da quegli urletti che affiorano dalle cosce della donna che stringono il suo viso.
“Merda, amore!”, impreca, poi, Michele. “Mi fai sborrare!”, e si scuote tutto in preda al piacere estremo. Tira fuori la minchia e schizza il proprio seme sul ventre della ragazza. La donna si tuffa immediatamente e leccare lo sperma dalla pancia di seta di Silvia e poi si allunga sulla sua passera, proseguendo il lavoro di bocca. Quindi, solleva un po’ il capo e inghiotte in un sol boccone l’asta di Michele succhiandola come un’ossessa per estrarre tutti i succhi che gli sono rimasti nei lombi. Il regista stringe i pugni e si pianta bene sulle gambe, ruggendo come un troglodita per non farsi tramortire dal godimento che quel pompino gli sta procurando.
Quando si è saziata, la donna smonta dal divano e l’uomo, che finora ha avuto poco margine di movimento, spinge Silvia a destra, mantenendo il proprio cazzo nel suo culo. Le solleva la coscia sinistra e comincia a fotterla nello sfintere. La ragazzina si porta rapidamente una mano alla fregna, come per trattenere qualcosa, forse il piacere che le vuole esplodere fuori. La nerchia le scorre in corpo con fluidità e l’uomo sembra instancabile. La mano abbandona la coscia e si aggrappa ad una seno della ragazzina. Lo strizza, mentre con le dita stimola velocemente il capezzolo. Poi ci stringe attorno pollice e indice e lo tortura senza sosta. Silvia non riesce più a frenare il godimento e la sua mano si insozza dei suoi stessi umori, mentre l’uomo rantola e si svuota i coglioni nel suo budello.
Una volta scaricatosi completamente, il tipo si tira fuori e si allontana. La donna si fa subito sotto, inginocchiandosi ai piedi del divano: affonda la faccia tra le chiappette rosee della troietta e succhia lo sperma che l’uomo le ha vomitato dentro.
“Sono bravi, non è vero?”, mi chiede Andrea, senza attendersi una vera risposta. Li ho selezionati bene: frequentano tutti i club d’Italia e non hanno limiti. Fanno sesso senza alcuna inibizione”, ci tiene a precisare.
Quando torno a guardare dentro la stanza, la bionda si è stesa a cosce larghe su un altro divano e si schiaffeggia la fica. “Mia moglie ha ancora voglia”, dice l’uomo a Michele.
Il regista è perplesso e sbotta: “Ma… come faccio? Sono appena venuto!”.
“Oh, ma questo non è mica un problema!”, aggiunge l’uomo, e, inginocchiatosi ai suoi piedi, si aggrappa alle sue chiappe e ingoia in un sol boccone l’intero apparato genitale di Michele. Intendiamoci: non solo la verga, ma proprio tutto intero l’apparato, palle comprese. Il regista rimane basito: è costretto a piegarsi in avanti e ad appoggiarsi alle spalle dell’uomo, il quale si sta dando da fare in un modo che non mi è mai capitato di vedere. Le sue guance si muovono innaturalmente: si sta lavorando cazzo e coglioni con i muscoli orali e con la lingua, mentre Michele cerca di resistere a quella stimolazione inusuale, contorcendosi e facendo smorfie terribili. Il gozzo dell’uomo si gonfia di tanto in tanto, come se stesse inghiottendo qualcosa. Poi le gote si incavano e si gonfiano ritmicamente e delle bogne compaiono sulle guance per poi sparire velocemente.
Alla fine, si fa indietro e il cazzo di Michele riappare alla mia vista, rivelando un vigore che non aveva neanche prima di sborrare. “Oh, porca puttana! Ma sei un fenomeno!”, esclama mentre ammira la propria dotazione, rintostata dall’uomo. Questo sorride soddisfatto del proprio lavoro e schiaffeggia una chiappa di Michele per invitarlo a scopare sua moglie. La donna, allora, si sistema meglio sul divano e divarica le gambe in spaccata, come una ballerina di danza classica. La sua fica si schiude e il glande si Michele si appoggia tra le sue labbra. Non deve spingere più di tanto: sembra che la vulva stia inghiottendo l’asta senza che lo stallone faccia alcuno sforzo. Poi, le mani della bionda si aggrappano alle natiche di Michele e lo tirano completamente verso di sé.
Un gemito da gran troia giunge alle mie orecchie. “MMMM! Fammi godere, bel maschione!”, chiede la troia. “E vedrai quanto ti faccio sborrare!”. Quindi, stringe le gambe intorno alla schiena del regista e comincia a muoverle.
“Merda! Ma che mi fai?”, bofonchia Michele.
“E’ una sua specialità!”, interviene l’uomo, che nel frattempo si è chinato a lappare la fichetta fradicia di Silvia. “Ti pompa il cazzo con i muscoli della fica!”.
“Me ne era accorto… AH!”, rantola lo stallone, mentre cerca di trattenere il proprio piacere, amplificato a forza da quella puttana navigata.
“Guarda, piccola, e impara!”, continua l’uomo, rivolgendosi a Silvia, dopo averle dato un buffetto sulla guancia per farla risvegliare dal suo torpore post-orgasmo. La ragazza è allibita: non riesce a capire come il suo boy possa provare tanto piacere senza muoversi praticamente per nulla e soltanto con quel lieve ondeggiare del bacino della donna.
Michele è ubriaco di libidine: un filo di bava scende dal suo labbro inferiore e i suoi occhi sono socchiusi e persi nel vuoto. Si gode il massaggio insistente della donna, almeno finché lei stessa non decide di smettere e sputare la verga. A quel punto spinge via Michele con un piede e suo marito abbandona Silvia e si tuffa sul ventre dello stallone, inghiottendo senza paura, ancora una volta, il suo intero apparato genitale.
Il regista, colto alla sprovvista, si piega in due e afferra la testa dell’uomo, premendosela contra il ventre. In realtà non ce n’era bisogno, perché il tipo si stava già strozzando con il suo arnese, pur non dando segni di soffocamento, ma solo di libidine, visto che il pompino viene accompagnato da un gemito di apprezzamento e gusto, come solo le vacche d’alto bordo sanno fare.
Quando si tira indietro, le pudenda di Michele appaiono lucide di saliva e il regista barcolla verso il divano e ci si abbandona sopra. La bionda lo scavalca e si impala sulla sua verga adesso ancora più dura di prima. Si china in avanti abbracciando lo stallone e cominciando a limonarci, mentre suo marito le va dietro e la incula senza pietà.
“Oh, amore! Come sei maschio!”, gli fa lei, sfottendolo anche un po’, dal momento che un attimo prima stava succhiando un cazzo. I due uomini scopano la donna a sandwich e lei gode, ma senza perdere mai il controllo della situazione. Poi si volta verso Silvia e le dice di avvicinarsi. La invita a montare sulla faccia di Michele, quindi lei si tuffa sulla sua fregna e inizia a leccarla, mentre il regista affonda bocca e naso tra le sue chiappette. La piccola ricomincia a provare piacere e a singhiozzare come una troietta. Due dita della donna la penetrano intanto che la sua lingua tortura il clitoride.
“Voglio vederti schizzare, piccola!”, la esorta la bionda, e Silvia aggrotta la fronte, come colta da un improvviso sturbo. Ansima e reclina il capo, e un secondo dopo spruzza umori dappertutto. “Così, brava!”, si complimenta la troia, continuando a violentare la fica della ragazzina. Poi, si appende al collo del marito e lo attira verso il ventre della piccola. Insieme ripuliscono quella pelle setosa dei liquidi vaginali e si inebriano con quegli afrori.
La donna spinge via Silvia e, china su Michele, gli sussurra: “Adesso tocca a te, tesoro. Vedrai: ti farò sborrare come non hai fatto mai in vita tua!”, e già queste parole fanno sobbalzare lo stallone, che tradisce qualche segno di cedimento. “Non ancora: voglio godermi la tua bella mazza vibrante. Sai: la sento pulsare fino in fondo. Ora si gonfia, ora si sgonfia. Mi dilata le pareti della fica”, continua, rallentando sulla “f” di fica, “e strofina contro il mio clitoride, veloce, sempre più veloce”, prosegue, accelerando la cavalcata. Il marito, per favorire il movimento, estrae il proprio cazzo dal suo culo e si tiene un po’ distante, ammirando lo spettacolo. La donna monta il suo stallone come una forsennata e Michele non si controlla più. Le sue mani si allargano sulla seduta e comincia a sbraitare che sta per venire, che la inonda tutta e la riempie di tanto di quello sperma che la farà soffocare.
Lei risponde che sì, che vuole soffocare ricolma di tutta la sua sborra e allora Michele solleva un po’ il busto e rantola. La bionda, però, ha altri progetti: si alza di scatto, e inginocchiatasi sul divano, si getta a capofitto sul ventre di Michele. Lo stesso fa suo marito dall’altra parte, dopo aver afferrato Silvia per i capelli e averla fatta mettere tra le cosce del suo boy. Tutti e tre sono pronti a ricevere il seme abbondante dello stallone, che non tarda ad arrivare.
Un fiotto alto e lungo sgorga sibilando dall’asta. L’uomo e la donna sono già pronti, a bocca spalancata e lingua in fuori, a riceverlo, mentre Silvia rimane sbigottita da tanto ben-di-Dio. E quello è solo il primo schizzo, perché ne segue un secondo e poi un terzo, uguali, che però la ragazzina stavolta non si perde.
Tutti e tre si avvicinano alla verga, tesa come un obelisco, e leccano dall’asta lo sperma che cola giù. Qualcuno si getta sul ventre di Michele per raccogliere le gocce che vi sono cadute sopra, qualcun altro si ingozza con l’asta, succhiando per estrarre dell’altra sborra. Il regista viene munto a dovere da quelle bocche vogliose e sembra non capacitarsi di come non smetta più di godere, anche quando i suoi lombi si sono ormai svuotati completamente.
“Cazzo… cazzo…!”, continua a biascicare, contorcendosi e tremando sul divano, guardandosi ogni tanto la minchia che a volte non riesce neanche a vedere perché sparita tra le fauci di una delle tre troie ai suoi piedi.
D’un tratto, l’uomo spinge via Silvia e prende il suo posto tra le gambe di Michele. Gliele solleva e affonda la faccia tra le sue chiappe per leccargli il buco del culo. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, il regista non si oppone, ma, anzi, continua a godere e a grugnire come un porco. Tanto che succede l’impensabile: il suo cazzo si impenna improvvisamente e ricomincia a sputare fiotti consistenti di densa sborra.
Io sono esterrefatto: il mio cazzo nelle mutande chiede di venire fuori. Mi fa un male cane e, con Andrea alle mie spalle, non so come fare. Lo stronzo, come se mi leggesse nel pensiero, allunga una mano sulla mia patta e, in men che non si dica, la sbottona e me lo ritrovo in ginocchio ai miei piedi con la mia verga piantata in gola. Mi scarico in lui, cercando di non emettere alcun suono, e intanto finisco di godermi lo spettacolo dentro la saletta.
La donna si abbevera alla fonte di Michele e, insieme al marito ripuliscono cazzo, palle e ventre del regista, mentre Silvia è accasciata sull’altro divano, stremata e fradicia come un lenzuolo steso sotto la pioggia.
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