Gay & Bisex
Anna e Paolo
di crigio
19.11.2013 |
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"Io ed Anna la beviamo e ingoiamo, e poi ripuliamo l’asta lasciandola bella lucida..."
Tornato dalla vacanza in Sicilia, mi aspetta una brutta sorpresa: la mia casa è stata svaligiata o, quantomeno, questa è stata la prima impressione. Sì, perché, ad un più attento esame, pare che i ladri non abbiano preso granché. In ogni caso, Enrico chiama subito la polizia e dopo circa mezz’ora arrivano due agenti, un uomo e una donna. Spieghiamo loro la situazione, prendono la denuncia e cominciano ad analizzare l’appartamento in cerca di qualche traccia utile. Guardano dappertutto, anche in camera mia, dove le ante dell’armadio sono state quasi divelte e i cassetti rovesciati. Sbadatamente, o forse perché siamo andati in confusione, io ed Enrico non ci siamo accorti che anche il cassetto nel quale teniamo i giochini erotici è stato tirato fuori, anche se è l’unico rimasto dentro il comò.Appena entriamo nella stanza, ci guardiamo preoccupati e cerchiamo di arrivare al mobile prima dei poliziotti per chiuderlo, ma non ci riusciamo. Loro sono già lì davanti che buttano l’occhio dappertutto e si soffermano proprio sui nostri giocattolini. Si scambiano uno sguardo tra lo stupito e il divertito. Poi l’uomo dice: “MMM, non vi annoiate di certo voi due!”, e ci squadra sorridendo. Anche noi sghignazziamo, pensando di avere superato indenni l’imbarazzo.
Quindi, l’uomo aggiunge: “Sarò franco: per avviare le indagini serve qualcos’altro… Per esempio,” prosegue avvicinandosi a me e girandomi intorno “questo!”, e mi stringe una chiappa.
“Già!”, interviene la collega, dirigendosi verso Enrico. “E anche questo!”, e agguanta il pacco del mio ragazzo.
Non appena ci toccano, entrambi sobbalziamo per la sorpresa e ci guardiamo. Io mi sento scoppiare il viso, mentre Enrico sembra più tranquillo e dopo qualche secondo fa: “Perché no!”. Io sono esterrefatto, ma non ho il tempo di capire che succede che il poliziotto mi afferra una spalla, mi fa girare verso di lui e mi spinge in basso, attirandomi verso la sua patta. Enrico, invece, con una mano prende per la nuca la donna e comincia a limonarla, e con l’altra gli palpa il seno da sopra la camicetta. Non sapevo che il gigantone fosse esperto anche di donne!
Il poliziotto si struscia contro il mio muso, e sento qualcosa gonfiarsi. Poi si scosta un po’, apre la cerniera dei calzoni e tira giù gli slip. Spunta fuori un cetriolone barzotto, che già così promette bene.
“Succhialo, dai!”, mi ordina, ed io lo ingoio e inizio a spompinarlo. Intanto, Enrico sbottona la camicetta della donna e gioca con le sue tette, stringendole e massaggiandole da sopra il reggiseno. Quella ansima e strofina il pacco di Enrico. Poi gli cala la cerniera dei jeans ed infila rapidamente una mano dentro, bramosa di vedere quale sorpresa nascondano. Quando finalmente prende in mano il suo cazzone, esplode in un’espressione di stupore.
“Mamma mia, che palo che hai!”, esclama, e comincia a masturbarlo, mentre lui riprende a baciarla e la cinge con le braccia per raggiungere l’abbottonatura del reggiseno e slacciarglielo. Le sue bocce rimangono dritte esattamente come quando erano sorrette dall’indumento e sono belle grosse e appetitose. Enrico si tuffa immediatamente a ciucciarle, provocando un gemito di piacere nella donna.
Intanto, il cazzo del poliziotto inizia ad assumere nella mia bocca proporzioni interessanti. Lo estraggo per dargli un’occhiata e quello si rivela essere bello gonfio e quasi completamente duro. La cappella è più piccola rispetto all’asta che, adesso, pulsa nella mia mano e si ingrossa sempre più, stimolata dal contatto col mio palmo caldo. Approfitto di quello stato di eccitazione per stuzzicarlo un po’: tiro fuori la lingua e solletico il frenolo. L’uomo si contrae e inspira tra i denti, colto da un guizzo di piacere. Poi avvolgo il glande con le labbra e lo succhio voracemente.
“Che succhiacazzi fantastico che sei!”, esclama lui. “Anna, questo frocio è più bravo di te!”, aggiunge rivolto alla sua collega. Allora lei, presa da un moto di orgoglio, si inginocchia tra le gambe di Enrico, gli sbottona del tutto la patta e tira fuori la verga già bella grossa del mio ragazzo, inghiottendola lentamente ma completamente e senza alcun problema.
“Che troia!”, penso tra me e me. La vedo andare avanti e indietro lungo l’asta e gustarsela a fondo. Nel frattempo, si accarezza le poppe e si strizza i capezzoli, che, in un baleno, diventano turgidi e rugosi. Poi scende con una mano verso il suo ventre, la infila nei calzoni e comincia a muoverla. Mentre si strofina la passera, emette dei gemiti soffocati dal palo di carne che ha conficcato in bocca e che sta via via assumendo le dimensioni sue proprie. La donna, allora, inizia ad avere qualche difficoltà a contenerlo tra le labbra e lo tira fuori.
“Wow, tesoro! Che mazza fantastica!”, sbotta e lo divora nuovamente. Enrico si toglie la t-shirt, mostrando il suo fisico muscoloso. La donna alza lo sguardo e ancora una volta si stupisce per la bellezza del mio ragazzo. Allunga una mano e gli accarezza gli addominali, mentre si sofferma a lavorargli la cappella con le labbra e la lingua.
“Allora, Paolo!”, chiede all’improvviso. “Pensi ancora che il frocio sia più bravo di me?”.
“E’ una dura lotta, piccola!”, risponde quello, che, continuando a godersi il mio pompino, inizia a spogliarsi. Il suo corpo non è certo paragonabile a quello di Enrico, ma quanto a cazzo non ha nulla da invidiargli. Sebbene di forma diversa, è grande quasi quanto quello del gigantone e forse più grosso.
D’un tratto, Enrico afferra Anna per le braccia e la tira su. Le infila una mano dentro i pantaloni e raggiunge la fica. Lei ha un sussulto e stringe le cosce, aggrappandosi a lui. Enrico le sbottona i calzoni e glieli abbassa. Sotto ha un tanga rosso di pizzo con un triangolino che copre a malapena la sua patatina, mentre le sue chiappe sono di una rotondità esagerata. Vista così, solo in mutandine, è davvero una gran bella gnocca! Si fa un po’ indietro e si siede sul letto; si toglie le scarpe e si sfila i pantaloni; si sdraia e divarica le cosce, offrendo a tutti noi lo spettacolo dello slippino inzuppato di umori da cui traspare un leggero pelo pubico. Enrico, dopo essersi spogliato completamente, si inginocchia ai piedi del letto e scosta il triangolino del tanga. L’ostrica che Anna ha tra le cosce comincia ad aprirsi ed Enrico allunga la lingua per lapparla. Al primo contatto la schiena della poliziotta si inarca e poi si rilassa. Lei si tiene aperte le grandi labbra tirandole con le mani. Così facendo, il clitoride eccitato spunta fuori ed Enrico sale a titillarlo e succhiarlo. Le gambe di Anna si agitano nell’aria e la sua fica continua a sbrodolare.
D’improvviso, Paolo mi afferra e mi spinge verso il letto. Si leva tutto e poi si avventa su di me per spogliarmi. Appena denudato, mi fa mettere a pecorina e, gettandosi nel mio solco, inizia a grufolarci in mezzo. La testa di Anna non è lontana dalla mia e cerco di allungarmi per raggiungerla. Anche lei si sposta un po’ verso di me e, quando finalmente sono sopra di lei, cominciamo a limonare. Lei è veramente calda: deve essere al colmo dell’eccitazione e non si accorge che Enrico abbandona la sua fica e si alza in piedi, se non quando la cappella sfiora la sua passera. Allora si scosta da me e guarda il gigantone.
“Sì, scopami!”, lo esorta, ed Enrico spinge per entrare in lei. Il glande passa e Anna geme. È talmente fradicia che anche il resto dell’asta scivola facilmente, anche se la donna contrae il volto, forse per lo spessore del cazzo di Enrico, che non le è per nulla indifferente.
Anche Paolo si alza in piedi e punta la mazza al mio buco. La fa scorrere un po’ tra le mie chiappe e poi torna a strofinarla contro la mia rosellina. Ci sputa sopra, la lubrifica bene e poi inizia a spingere. Anch’io sono molto eccitato e la verga mi scorre senza ostacoli nelle viscere. Tuttavia, è così grossa che, strusciando contro le pareti dello sfintere, mi provoca dei brividi evidenti. Quando arriva in fondo torna indietro, lentamente, e poi di nuovo dentro: questo movimento cadenzato è una tortura per me, perché fa aumentare la mia eccitazione.
“Oh no, non così! Scopami forte! Forte!”, prego Paolo.
“Che puttanella! Non preoccuparti che tra un po’ avrai la tua bella dose di sferzate!”, mi fa lui, e intanto continua ad entrare ed uscire con la stessa frequenza, forse per prendere bene le misure. Anna, invece viene sbattuta a dovere da Enrico e probabilmente anche quello spettacolo mi fa provare una certa invidia e un certo desiderio di essere fottuto violentemente.
D’improvviso, un colpo profondo mi lacera gli intestini.
“Oh sì, cosìììììììììììììììì!!!”, gemo, e il poliziotto inizia a caricare pesantemente sul mio buco. Al contrario, Enrico comincia a rallentare il movimento nella fica di Anna, che mugola come una gatta contorcendosi e accarezzandosi. Riesco a vedere gli umori che le colano dalle grandi labbra e scendono giù lungo il solco delle natiche. Poi, Enrico estrae il cazzo dalla vagina di Anna e si sdraia sul letto, chiedendole di impalarsi su di lui a smorzacandela. Lei si solleva in ginocchio con le spalle rivolte ad Enrico e, scavalcandogli il bacino, si pianta quell’obelisco tutto in corpo. Poi si alza sui piedi, appoggia le mani dietro e comincia la cavalcata. Le tette sobbalzano e ad ogni affondo lancia un urletto. Enrico la tiene per i fianchi e accompagna il suo movimento.
“Tesoro… Uff! Uff! Uff!... ma sei una vacca!”, la schernisce Paolo, mentre continua a sfondarmi.
“Sta’ zitto e scopami!”, lo richiamo io, mentre mi muovo incontro a lui col culo, facendomi arrivare il cazzo non saprei dire neanche dove. Un mano di Enrico abbandona la vita di Anna e scende ad accarezzarle la passera piena. Lei inspira sonoramente e si contrae.
“Oh cazzo cazzo! CAZZO!!!”, esclama e dopo qualche secondo tutto il suo corpo è scosso da vibrazioni sempre più forti. La mazza di Enrico sguscia fuori e la fica della donna comincia a spalancarsi. Paolo, che ha capito cosa sta succedendo, con uno strattone esce da me e si precipita tra le cosce della sua collega, che, reclinata la testa indietro, inizia a squirtare copiosamente. Paolo apre la bocca, tira fuori la lingua e riceve tutti gli umori che fiottano dalla fica di Anna. Sembra una fontana a zampilli e il poliziotto beve tutto, dissetandosi avidamente. Quando gli schizzi cessano, l’uomo incolla le labbra alla passera e la ripulisce ben bene.
“Sei sempre il solito porco!”, lo insulta Anna. Poi Paolo agguanta il cazzone di Enrico, lo spompina un po’ ed infine lo spinge di nuovo dentro la donna. Quindi, torna da me, ma, invece di riprendere a scoparmi, mi fa un ditalino al culo con due dita e si gode lo spettacolo della sua collega impalata sul mio ragazzo. D’un tratto le dice: “Dai: ora girati!”, e lei, trattenendo la verga nella fica, ruota sul corpo di Enrico, si inginocchia e riprende a cavalcare. Paolo, allora, si avvicina ai due e si china sul culo di Anna, cominciando a leccarle il buco. Le infila un dito e poi due, continuando a lappare. Quando ritiene che sia ben lubrificato, sale sul letto e, posizionandosi alle spalle della collega, le spinge il cazzo nello sfintere. Lei non fa una piega: l’orgasmo di poco fa deve averla rilassata completamente e adesso le due mazze le scorrono dentro, con movimenti alternati e separate solo da un sottile istmo di pelle.
Chissà che sensazione favolosa deve essere! Non nego che ho sempre invidiato un po’ le donne per questo…
“Non restare… uff… lì… uff…! Dai… auch!... unisciti a noi… Oh! Oh! Oh!...”, mi chiama Anna, vedendo che sono rimasto da solo. Allora, mi levo in piedi sul letto e vado ad accovacciarmi sulla faccia di Enrico, facendomi leccare la rosellina da lui e succhiare il cazzo dalla donna. Di tanto in tanto Anna cede la mia verga a Paolo che, chinatosi sul suo corpo, si avvicina al mio ventre e se la inghiotte. I due me la lavorano anche insieme, lui ciucciando l’asta e lei leccandomi le palle.
Poi, vedendo il culo di Paolo proteso in fuori, mi viene un’idea. Smonto da Enrico e scendo dal letto. Ci giro intorno e mi porto alle spalle del poliziotto. Sputo sul cazzo e sul suo buco e spingo per penetrarlo.
“MMMMMMMM!!! Porcellino! Sì, fammi il culo!”, mi incita, facendo adesso la parte della vacca in calore. Poi, mentre è chinato sulla schiena di Anna, lei gli sussurra qualcosa all’orecchio e lui dice: “Sì, magari!”. In un attimo lei sguscia via e Paolo si fa in avanti, liberandosi del mio cazzo e andando ad impalarsi su quello di Enrico.
“Oh, porca puttana! Ma come hai fatto prendertelo, porcona!”, chiede alla sua collega, mentre cerca di ingoiarselo. Tuttavia, a forza di spingere, riesce a farlo entrare e inizia a cavalcarlo. Intanto, Anna si mette a sessantanove su Enrico e, mentre si fa leccare la passera, spompina il suo collega. Io giro intorno al poliziotto e, affiancandomi alla donna, giochiamo a rubarci la verga dell’uomo, succhiandola e leccandola voracemente. Tutte queste stimolazioni scatenano in lui l’orgasmo e, in pochi secondi, schizza sborra a tutto spiano. Io ed Anna la beviamo e ingoiamo, e poi ripuliamo l’asta lasciandola bella lucida.
Paolo, allora, ricomincia a scoparsi il cazzo di Enrico e lo sprona a sborrare, e, quando sente che l’asta si gonfia, smonta dal suo ventre, afferra Anna per la nuca e le pianta in gola il palo del mio ragazzo. Le sue fauci vengono inondate di caldo e abbondante nettare e la donna comincia a scuotersi, sconvolta da un secondo orgasmo, che questa volta scarica nella bocca di Enrico.
“Manchi solo tu”, dice Anna alla fine, e, dopo avermi fatto sdraiare sul letto, comincia a spompinarmi da matti. In un attimo Paolo si unisce a lei e la vista delle loro due bocche che si scambiano il mio cazzo mi fa impazzire. La sborra mi schizza fuori senza che me ne renda conto e i due sbirri se la gustano appieno, anche uno dalle labbra dell’altra.
Mentre restiamo avvinghiati sul letto, Anna ci rivela che di tanto in tanto, per arrotondare, fa la escort, anche in coppia con Paolo, e allora capisco da dove deriva quella loro maestria.
Anzi, vi dirò di più: siamo anche diventati grandi amici e lei mi ha raccontato diverse storie, che non escludo di mettere per iscritto…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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