Gay & Bisex
L'annuncio (4)
di crigio
03.09.2014 |
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"“Io godo… gooooooooooodooooooooooooooooo!!!”, strilla..."
“Che è successo di là?”, chiedo a Pino non appena entriamo in bagno a darci una ripulita.“Che è successo?”, mi chiede a sua volta, non capendo la mia domanda.
“Dai non fare il finto tonto! Ti conosco troppo bene io!”.
Lui mi fissa accigliato, ma non riesce a reggere il mio sguardo severo. Abbassa gli occhi e mi fa: “Tu che cosa hai visto?”.
“Ho visto una puttanella completamente rapita dal suo stallone e uno stallone del tutto coinvolto dalla sua troietta. Doveva essere una scopata come le altre, ma a quanto pare è stato ben altro. O mi sbaglio?”.
Pino si siede sul bidet e sibila: “No… non ti sbagli…”.
“Merda!”, sbotto. “E ora?”.
“Ora che?”, urla voltandosi di scatto. “Ma mica mi ci devo sposare! Semplicemente mi piace… molto…”.
“E’ quel molto che mi preoccupa! Vabbè: adesso ce ne andiamo e tu non lo rivedi più!”.
“Mi ha scritto il suo numero… sulla mano…”.
“Che cosa?”, sbraito incredulo afferrandogli un polso. “Vie’ qua ché te lo lavo via!”.
“NO!”, mi contraddice strattonando il braccio.
“Come no?! E che vorresti fare?”.
“Non lo so… Sarà quel che sarà… Ah, insomma: Lo sai che con Knut non va più bene come una volta e sai anche perché! Quindi smettila di controllarmi e di dirmi quello che devo fare!”.
“Non pensavo di dirti quello che devi fare! Pensavo di essere tuo amico e di darti solo dei consigli”.
“Già: consigli disinteressati, vero?”, dice guardandomi di traverso.
“Che vuoi dire?”.
“Tu vuoi solo evitare problemi con Enrico, e finché io sto con Knut, credi che lui ti starà lontano. Se io dovessi lasciarlo sarebbe libero di cercarti! Ma tanto, non è quello che vuoi?”.
“Sei uno stronzo! Ti ho sempre confessato tutto e non mi sembra giusto che usi contro di me le confidenze che ti ho fatto!”, rimbrotto dandogli le spalle.
Le sue mani fredde sulla mia pancia, strette in un abbraccio affettuoso, accompagnano le sue parole di scuse: “MI dispiace! Ma non penso di dovermi tenere quel traditore per sempre. Tu che dici?”.
Mi giro e ricambio l’abbraccio: “Certo che no. Ma devi essere onesto con lui. Parlagli, e magari lascialo, prima di iniziare una relazione con qualcun altro, ok?”.
“O… ok…”.
“Bene”.
Torniamo in sala e, non appena ci mettiamo comodi a bere qualcosa, suona il citofono. Lanciamo uno sguardo interrogativo ai gemelli, i quali a loro volta si guardano tra di loro, non troppo sorpresi. Franco va ad aprire e dopo un paio di minuti lo sentiamo parlottare con qualcuno. Le voci si avvicinano finché lui riappare sull’uscio insieme ad un ragazzino.
“Ciao…”, ci fa il nuovo arrivato, alzando timidamente la mano.
“Lui è Gino”, ce lo presenta Franco. Noi in coro ricambiamo il saluto. Il ragazzino sembra intimidito dalle nostre nudità, ma neanche troppo. “Avevamo quasi scordato che dovesse venire anche lui”, prosegue il gemello. Poi, rivolto all’ospite aggiunge: “Mi spiace, ma noi abbiamo iniziato senza di te”.
“Oh, non importa”, risponde Gino, agitando un braccio in aria in modo poco virile. “Tanto voi non avete problemi di resistenza, giusto!”, dice provocando.
“Franco guarda suo fratello ed entrambi se la ridono. “Certo che no!”, fa Giulio, che va incontro al ragazzino e gli si ferma davanti. Appoggia il bicchiere sul tavolino e comincia ad ispezionare Gino. Lo accarezza e lo palpa dappertutto. Quindi gli ordina di spogliarsi. Lui si leva la polo e si slaccia i jeans, mostrando un leggero strato di peluria sul petto e sulle gambe. Poi infila i pollici nell’elastico degli slip e li tira giù fino ai piedi piegandosi in avanti. Quando si rialza restiamo tutti sbigottiti.
O meglio: tutti tranne i gemelli, i quali si voltano verso di noi, spalancando le bocche e gli occhi in un’espressione di finto stupore.
“Ma dov’è il cazzo?”, mi chiede Enzo sussurrandomi all’orecchio.
“Non c’è”, rispondo io.
“Com’è possibile? Non è un ragazzo?”.
“S… sì… credo di sì…”.
“Allora: avete domande?”, ci chiede Franco.
“Sì!”, risponde subito Enzo. “Dov’è il cazzo?”, e tutti a ridere. Io gli do un colpo su una coscia e lui strilla: “Ahia! Ma che ho detto di male?”.
“Non ce l’ho”, risponde Gino. “Sono un transessuale”, chiarisce a tutti.
“Ah…”, esclama Enzo, apparentemente soddisfatto. Poi, Franco gli si avvicina e gli infila una mano tra le cosce, strofinandogli la passera sormontata da un triangolino di pelo ben disegnato e rasato. Lo afferra per il collo e inizia a limonarlo. Lo stesso fa Giulio, che si mette a fianco del fratello e accarezza l’interno coscia del ragazzo. Gino si volta verso l’altro fratello e scambia anche con lui un profondo bacio.
D’improvviso, guardando bene la fica, mi accorgo che sta spuntando qualcosa: dalla parte superiore sembra fuoriuscire un clitoride che somiglia quasi ad un cazzetto. Probabilmente viene espulso quando Gino comincia ad eccitarsi. Franco lo stringe tra pollice e indice e lo strizza un po’. Allora Gino inizia a gemere e a contorcersi. Le sue mani corrono a cercare le nerchie dei gemelli, le trovano e le masturbano lentamente.
Intanto, la mano di Franco cede il posto a quella di Giulio, che allarga le labbra della passera e ci fa vedere meglio il clitoride. Quindi, col medio lo titilla e le gambe di Gino tremano.
Loro se ne accorgono e lo conducono al divano. “Qui starai più comodo”, gli fa Giulio, che, invece di sedersi accanto a lui, così come ha fatto Franco, si inginocchia a terra e apre le cosce del ragazzo. Osserva un po’ l’ostrica che ha davanti e poi ci si avventa contro succhiando il clitoride.
“AH!”. Un urletto di Gino rievoca la sua natura originariamente femminile, mentre Franco gli cinge la vita e, stringendolo a sé, lo limona come un porco. Giulio aggiunge un dito alla suzione: infila una falange nella vagina e comincia un lento ditalino. Ogni tanto stacca le labbra e strofina il clitoride con il pollice. Quindi, si china nuovamente sulla passera e dà delle lunghe lappate.
D’un tratto, Franco si tira su sulla seduta fino a portare il cazzo all’altezza della bocca di Gino, il quale lo impugna e se lo inghiotte senza indugio. Il ragazzo mugola e aspira rumorosamente come ho sentito fare solo alle attrici porno nei filmetti che guardavo da ragazzo. Con l’altra mano preme la testa di Giulio contro la sua fica, costringendolo a stimolarla senza sosta.
“Sì… mmmmmmmmmmmm… leccami lì… così… ah!... oh sììììììììì, proprio lì… ah! Ah! Ah!... mmmmmmmmmmmm…”, geme. Giulio riesce ad allontanare il capo un momento e sputa sulle grandi labbra: spalma ben bene la bava e poi torna e mangiare il frutto. “Wow! Che gran leccafiche che sei!”, si complimenta Gino, godendosi il cunnilingus.
“Ti piace?”, gli chiede lo stallone.
“Sì… leccami tutta, dai…”.
“E sta un po’ zitto!”, rimbrotta Franco, che gli pianta il suo cazzone fino in gola. Gino tossisce, ma subito stringe l’asta con tutta la bocca e le sue guance si incavano in una potente suzione. “Oh, sì! Che succhiacazzi!”
“Posso, fratello?”, chiede Giulio all’improvviso.
“Sì, tranquillo… ah!... Non intendo lasciare questa bocca meravigliosa per niente al mondo… uff!”. Allora Giulio si alza, piega un po’ le ginocchia e si sputa sul cazzo. Lo lubrifica e poi punta la cappella alla fregna. Tiene le gambe di Gino aperte e gli scivola in corpo come un coltello nel burro.
“IIIIIIIIIIIIIHHHHHHHHH!!!”, strilla il ragazzo. “E’ grosso!”, si lamenta, lasciando per un istante la nerchia di Franco.
“Sta’ zitto e succhia sto cazzo!”, lo richiama lo stallone, che lo prende per i capelli e gli ripianta in gola la verga. Giulio infila il palo fino in fondo alla passera e poi si volta verso di noi sorridendo. Per un momento mi sembra che il suo sguardo si fermi soprattutto su Pino, ma è solo una sensazione, perché lui torna immediatamente a dedicarsi alla troia che sta scopando.
“Erano secoli che non scopavo una fica!”, dice ansimando.
“Già, fratello! Ogni tanto ci vuole!”, lo sostiene Franco. Quindi, Giulio lascia andare le caviglie di Gino e si appoggia con le mani sul divano. Allunga un po’ le gambe e, facendo presa sui piedi, si assesta bene prima di cominciare a fottere la puttanella come si merita.
“AH! AH! AH!”, ricomincia ad urlare quella. Sentiamo il ventre dello stallone sbattere forte contro quello di Gino, che incrocia le gambe sulle terga di Giulio, mentre impugna il cazzo di Franco e cerca di rimetterselo in bocca. Franco, però, glielo sottrae definitivamente e scende dal divano. Rimane in piedi a godersi la monta e intanto si smanetta. Quando Giulio si accorge del fratello, passa le braccia sotto le spalle di Gino e lo prende in braccio. Si gira e si lascia andare sulla seduta, di modo che Gino gli rimanga sopra a smorzacandela. Allora Franco si inginocchia alle spalle del ragazzo, gli agguanta le chiappe e gliele dilata; quindi, ci infila la lingua in mezzo e comincia a torturargli il buco del culo.
“Oh, wow!”, esclama la puttanella, che, senza ritegno, ha preso subito a cavalcare Giulio. Muovendosi su è giù si trapana lo sfintere e contemporaneamente si spennella la rosellina con la lingua di Franco. Si china su Giulio e le loro labbra si intrecciano le une con le altre. Le mani dello stallone corrono lungo la schiena della troietta e, arrivate al culo, si sovrappongono a quelle dell’altro gemello e insieme dilatano le chiappe. Franco sprofonda con tutta la faccia nel solco di Gino: adesso lo penetra con la lingua e alterna il suo andirivieni a quello del cazzo di suo fratello nella fica.
“Oh! Mi fate godere… così… mmmmmmm… sì, godo!”, mugola la troietta.
“Tra poco… slurp!... godrai… slurp!... slurp!... ancora di più… slurp!...”, gli fa Franco, continuando a slinguazzargli il buchino. E infatti, dopo qualche secondo si rialza in piedi e si accosta al culo di Gino. Gli strofina la minchia tra le natiche afferrandolo per le spalle.
“MMMMMM! Che cosa avete in mente? Un sandwich?”, chiede la puttanella.
“Già!”, conferma Giulio.
“Wow! Non ne faccio uno da quando avevo ancora le tette!”, scherza Gino.
“Allora dovremo impegnarci a fondo, in modo che te lo ricorderai per tanto tempo, visto che non lo fai così spesso!”, interviene Franco.
“Sono perfettamente d’accordo!”, risponde il ragazzo. Franco fa colare della saliva sulla sua asta dura e poi la spalma con la mano. Solletica un po’ la rosellina di Gino col suo glande e poi ci si appoggia e comincia a spingere. Vediamo l’anellino dilatarsi ed inghiottire quella bellissima albicocca.
“E’ più facile di quanto pensassi!”, si stupisce Franco. “Sei così eccitato che ci passerebbe un treno!”. Le verga prosegue la sua corsa e via via sparisce completamente nelle viscere di Gino. Solo un sottile lembo di pelle separa il cazzo si Giulio da quello di suo fratello e le due mazze iniziano a stantuffare la troietta alternatamente nei suoi due pertugi. Quella si piega su Giulio e si struscia sul suo corpo come una gatta in calore, gemendo di piacere. Un suono, come uno sciabordio, si diffonde nella stanza: sono gli umori vaginali e anali di Gino rimestati dalle due verghe. Dopo un po’, la cornice dell’anellino si imbianca e quelle secrezioni colano giù fino alla fica. Anche da lì, però, esce qualcosa: è più trasparente e più liquido rispetto all’umore vischioso che secerne lo sfintere. Il cuscino del divano si bagna e la chiazza si allarga sempre di più.
Franco si sdraia sulla schiena di Gino, gli afferra la testa, la gira verso di sé e lo bacia profondamente. Poi, restituisce la bocca della troietta a suo fratello e anche questo fa un penetrante lingua-in-bocca alla puttanella.
“Merda, fratello! Riesco a sentire il tuo cazzo sopra il mio!”, sbotta Giulio.
“Anh’io… uff!... sento il tuo sotto il mio… argh!...”, ribatte il gemello, ed entrambi continuano a pistonare i due canali di Gino.
“Avevi ragione!”, ansima il ragazzo. “Sto godendo ancora più di prima… mmmmmmmmmmmm!...”.
“Sì, ma adesso si cambia!”, mormora Franco, che estrae la sua nerchia dal culo di Gino. Anche Giulio si divincola dalla troietta e poi entrambi la fanno girare a pancia in su. Il ragazzo si impala di culo sul cazzo del gemello seduto sul divano, il quale gli prende le cosce e gliele apre a favore di suo fratello. Franco si avvicina con la nerchia alla fica e ci si tuffa dentro. Il colpo fa sussultare il corpo di Gino, che inarca la schiena e reclina il capo. Giulio ne approfitta per addentargli un lobo e mordicchiarlo; poi gli lecca tutto il collo e risale a torturargli il padiglione auricolare. Il clitoride della troietta è teso e si mostra completamente. La passera è tutta bagnata e continua ad emettere umori.
Giulio è praticamente immobile, non riuscendo col peso di Gino e di Franco addosso a scopare il culo del ragazzo. La puttanella riceve tutto il piacere dal cazzone del gemello che la sovrasta e che la fotte sempre più forte.
All’improvviso, Gino si accartoccia su se stesso. “Io godo… gooooooooooodooooooooooooooooo!!!”, strilla. In un attimo, la verga di Franco viene sputata fuori dalla fregna, il clitoride si impenna ed uno zampillo alto in parte raggiunge il petto dello stallone, in parte ricade sulla pancia della troietta. Franco è così infoiato da quanto appena successo che reinfila la mazza in corpo a Gino e lo monta come una vacca. Non passa neanche un minuto che il gemello si immobilizza, diventa paonazzo e il corpo di Gino comincia a tremare e fa un balzo. Una mano della puttanella corre alla passera e la strofina forte.
“AH!”, urla. “AHIA!”, si lamenta. Franco deve essere scoppiato per l’ennesima volta nel suo orgasmo esplosivo e sicuramente quello non sarà l’unico schizzo di sborra. E infatti, dopo una decina di secondi Gino salta ancora sul corpo di Giulio. “AAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!”, grida di nuovo. Per reazione, il suo clitoride si impenna e fiotta una seconda volta. Lui se lo accarezza forte e gli umori si sparpagliano dappertutto.
Quando Franco ha smesso di scaricarsi i coglioni, afferra Gino per un braccio e lo fa scendere dal divano. Si sdraia a terra e gli dice di accovacciarsi sulla sua faccia. Lo prende per le cosce e gli mangia letteralmente la fica, succhiando avidamente le sue secrezioni. Giulio, intanto, pianta il suo cazzo in gola alla troietta, che lo smanetta e lo spompina fino a portarlo all’orgasmo. Quando anche Giulio inizia a fiottare sborra, gli occhi di Gino si sgranano, con tutta probabilità per la gran quantità di seme che lo stallone gli sta sparando contro le tonsille. E infatti, il suo gozzo sale e scende, segno che sta ingoiando ogni singola goccia del caldo nettare. Solo quando Franco gli penetra il culo con un dito e riprende a succhiargli il clitoride, Gino spalanca la bocca e la sborra di Giulio ne fuoriesce come la lava da un vulcano in eruzione, mentre la troietta urla di piacere ed emette altri umori dalla fica.
Alla fine, Gino si abbatte stremato sul pavimento e poi tutti ci ristoriamo con dei cocktail preparati da Giulio.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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