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Quella gran troia di Ahmed! (Giò) (2)


di crigio
19.02.2019    |    6.451    |    1 8.7
""Sì, dai! Cavalcami , puttana! Lo vuoi il cazzo, eh! Lo vuoi, vero?"..."
All'ora pattuita le auto cominciano ad affollare il parcheggio antistante il vialetto di ingresso alla villa. Faruk, con indosso solo una culotte di latex che fa esaltare il suo fisico scultoreo, accoglie gli stalloni e li fa accomodare nella stanza adibita a spogliatoio. Noi riusciamo a vedere tutto, giacché la casa è praticamente trasparente.
"Non appena ci sarete tutti vi chiameremo di là, d'accordo?", annuncia il turco ai presenti. Tra i primi ci sono anche Paolo e Tony. Enzo e Seby fanno loro un salutino veloce attraverso i vetri e quelli rispondono con un cenno del mento e un mezzo sorriso.
In una mezz'ora circa gli stalloni sono tutti arrivati. Ahmed spalanca la porta scorrevole che separa lo spogliatoio dalla sala e inizia ad incamminarsi verso la sling. Gli stalloni entrano, tutti completamente nudi, e la prima cosa che vedono è il turco che, chinandosi elegantemente in avanti si sfila lo slip, mostrando così loro le sue chiappe nerborute. I commenti si sprecano: i maschi mormorano tra loro e si danno dei colpetti coi gomiti, in segno di ammirazione della troia che stanno per montare.
Anche noi entriamo nella sala confondendoci tra la folla. Uno degli stalloni, facendosi largo a forza si dirige velocemente verso la sling, proprio mentre Ahmed ci sta salendo sopra. Gli afferra le caviglie e lo fa ribaltare sulle stringhe di cuoio.
"Ehi, maschione! Siamo impazienti, eh?", lo schernisce il turco, ma quello se ne infischia e, inginocchiandosi, affonda la faccia tra le chiappe della troia iniziando a grufolare come un maiale. E' un tipo muscoloso e calvo: un bel manzo se non fosse per i modi. Guardo Enrico e lui mostra già segni di preoccupazione: neanche abbiamo iniziato e già c'è qualcuno che crea problemi.
"Che facciamo?", gli chiedo.
"Aspettiamo un po': potrebbe solo essere molto eccitato. Se gli altri non protestano lasciamo stare". E gli altri non protestano affatto: anzi, esortano lo stallone a lavorare la fichetta del turco.
Di certo quello non si risparmia e, infilato il dito medio nella rosellina, dopo acer sputato sul perineo, con l'altra mano strofina nervosamente la mucosa di Ahmed, facendolo ansimare proprio come aveva fatto il giorno prima nella nostra camera da letto. Intanto, altri due maschi gli si affiancano e gli offrono i loro cazzi da succhiare. Lui si volta a sinistra, ma, invece di ingoiare la mazza, estrae la lingua e comincia a titillare il glande e il frenulo. Lo stallone si stuzzica i capezzoli con gli indici e guarda in basso con la fronte aggrottata e la bocca schiusa, apprezzando il lavoro che la troia gli sta facendo. Poi, Ahmed si gira dall'altra parte e offre lo stesso servizio all'altro manzo. Anzi, stavolta la lingua percorre l'asta per tutta la sua lunghezza e, giunta in cima, circumnaviga la cappella avvolgendola e succhiandola solo con quell'organo arrotolato come un cannolo. Anche questo stallone si gode il massaggio, meravigliandosi di come, senza usare la bocca, il troione gli stia procurando piacere.
Intanto, le dita nel culo di Ahmed sono diventate due e il porcone muscoloso sta ravanando nel suo sfintere mentre con la lingua titilla la parte superiore della mucosa. Mugola e rantola, passando ben presto a tre falangi. I maschi d'attorno sputano ripetutamente tra le chiappe del turco, in modo da lubrificare la rosellina e facilitare il lavoro dello stallone.
Da sopra la testa di Ahmed spunta un uccello: sollevo lo sguardo e mi accorgo che è quello di Tony, il ragazzo di Enzo. La troia reclina il capo e spennella la parte inferiore dell'asta facendo gemere il mio amico, il quale si porta più avanti per farsi lappare anche i coglioni.
Ahmed non ha ancora usato le labbra e la bocca, ma nonostante questo sta riuscendo a fare godere gli stalloni. E' una tecnica sopraffina: chissà dove l'ha imparata!
Lo chiedo a Faruk: "Non ne ho la più pallida idea!", mi risponde lui nervoso. Da maschio alfa non accetta che il fratello si sia ridotto a succhiare cazzi. Lo credeva uno stallone al pari di quelli presenti nella stanza e anche di più. Non si capacita di vederlo in qualla posizione passiva.
D'altro canto, la cosa non sembra dispiacergli poi così tanto: spostando lo sguardo sulla sua culotte di lattice posso notare l'allungamento imbarazzante del suo cazzo. I suoi trenta centimetri non si esprimono ancora al massimo, ma sono sulla via per farlo. Dall'altra parte vedo Pino che si lecca le labbra mentre ammira lo stesso spettacolo. Quando si accorge che lo sto fissando mi sorride e sposta la sua attenzione sulla sling, dove lo stallone imbizzarrito si è alzato in piedi e si sta lubrificando la verga con la propria saliva. Una volta pronto, la spinge nel culo del turco che muggisce lamentandosi dello spessore dell'arnese.
Tuttavia, l'attrezzo supera l'ostacolo e avanza lungo gli intestini di Ahmed. "Merda quanto sei stretto!", grugnisce il porcone, che sputa ancora sulla rosellina e la massaggia con il pollice, in modo da farla rilassare ancora.
Sulla faccia del turco, Paolo ha preso il posto di Tony. Il ricciolone si fa sempre più sexy ogni giorno che passa. Somiglia sempre più al David di Michelangelo! Il suo cazzo, curvo all'insù, è più bello di quello del suo amico, completamente dritto, e anche il glande è più grosso. La sua reazione alla lingua del turco è superlativa: sembra continuamente sull'orlo dell'orgasmo, ma non ci arriva mai. Sta godendo come un porco e non intende spostarsi da lì.
Alla fine però deve farlo, perché un altro maschione lo spinge via e sbatte il suo pesante scroto sul muso di Ahmed, il quale, senza sosta, continua a saettare con la lingua. Raggiunge persino il buco del culo dello stallone appena arrivato, il quale non si dispiace affatto della cosa. Anzi, si dipinge sul volto un'espressione talmente estatica che pare sorpreso lui stesso del piacere che quella carezza può dargli.
Intanto il pelato, afferrate le caviglie della troia, comincia a fotterla di gran lena. La sling dondola e i maschi intorno esortano il loro compare a sfondare la baldracca. Tuttavia, a dispetto di tanta baldanza, lo stallone non è molto resistente. Dopo pochi colpi si scarica i coglioni nello sfintere del mio amico, imprecando per il fatto che è troppo stretto.
Sbraita e agita le braccia, mandando tutti a quel paese. Enrico adesso sembra davvero preoccupato: il tipo è su di giri e bisogna intervenire.
"Aspetta!", mi fa. Infatti, il pelato si è fatto di lato e si sta smanettando per recuperare l'erezione. Ci vuole riprovare, solo che è un tipo problematico e il mio boy non vuole rischiare. "Va'!", mi dice. "Proponiti come fluffer e portalo di là. Poi fa quello che devi fare".
"Sì, capo!", scherzo.
"Sii serio! Niente deve andare storto!".
"Ok, scusa!". Mi avvicino allo stallone e mi metto davanti a lui con fare lussurioso. "Ciao, bel maschione. Se vuoi posso aiutarti... con questo...", sussurro stringendogli la minchia nel palmo della mano. Lui sussulta e sgrana gli occhi.
"E chi cazzo saresti tu?", sbuffa lui.
"Sono il tuo angelo custode. Vieni con me e non te ne pentirai", mormoro ancora tirangolo per la verga verso l'altra stanza. Lui non si sottrae e mi segue. Socchiudo la porta alle nostre spalle e comincio a strusciarmi sul suo corpo. "Ho sentito che ti lamentavi perché quella troia è troppo stretta. Ti piacciono le fichette aperte, eh?", lo provoco. "La mia è spalancata!", aggiungo stentoreo, e lo stallone si irrigidisce. "Vuoi vederla?", e, senza attendere la sua risposta, mi volto e mi chino un po' in avanti divaricando le gambe. Mi afferro le chiappe tra le mani e le apro, mettendo in bella mostra la mia rosellina slabbrata attraversata dal filo del tanga che ci affonda in mezzo.
"Oh, porca puttana!", esplode il pelato. Guardo tra le sue cosce e il suo uccello ha una prima reazione.
"MMMM! Niente male!", mi complimento, leccandomi le labbra.
"Lo vuoi assaggiare?", mi chiede.
"Se poi anche tu assaggi me...". Più puttana di così...
"Non dobbiamo farlo in due tempi. Vieni qua!", e mi strattona trascinandomi sul divano che c'è nella stanza. Lui si sdraia supino e mi costringe a mettermi sopra a sessantanove. Io gli sbatto le mie chiappone sulla faccia e intanto mi getto a capofitto sulla sua verga che, non essendo ancora dura, riesco ad ingoiare completamente. Gli strappo un rantolo che rimane soffocato tra i miei glutei. La sua lingua saetta velocemente e accende il mio desiderio. Nonostante sia uno stronzo è proprio bravo ed il suo cazzo si sta rivelando un bell'esemplare davvero. Se resiste più che con Ahmed ci sarà da divertirsi.
Do uno sguardo verso la porta e vedo che Enrico mi tiene d'occhio oltre l'uscio: non vuole rischiare con questo tipo. Che tesoro! Poi dà una spinta alla porta in modo che si apra un po'. Lo ha fatto per farmi vedere quello che succede di là. Ahmed continua a slinguazzare cazzi a tutta forza, mentre altri stalloni passano dal suo culo penetrandolo a turno. D'un tratto, uno di questi lo afferra per le braccia e lo fa scendere dalla sling. Getta dei cuscini a terra e ce lo fa inginocchiare sopra. Quindi, si accovaccia alle sue terga e affonda dentro di lui, strappandogli un grido. La bocca spalancata gli viene subito riempita da un uccello barzotto, che lo soffoca e lo fa tossire e sbavare. Gli stalloni non si accontentano più di essere stuzzicati: vogliono sentire le sue calde fauci intorno alle loro aste e vogliono soddisfarsi con le sue bollenti intimità che iniziano ad essere più accoglienti e non strette come con il porcone che mi sto lavorando io.
"Oh, come succhi! E che bella passera che hai! La voglio scopare! La voglio scopare tutta!", mi fa il pelato.
"Tesoro... slurp! Slurp!... ma è tutta tua! Accomodati pure!", lo esorto, e mi priva del suo arnese scivolandomi sotto, si inginocchia dietro di me e mi infilza con il suo cazzo che io ho fatto diventare duro come il marmo. "MMMMMMM!", gemo mentre l'asta mi scorre in corpo. Dimeno le chiappe a destra e a sinistra facendole sobbalzare e mi spingo verso il suo ventre fino a farlo affondare completamente in me. Lui si china in avanti appoggiandosi sulle mani, si solleva sui piedi e comincia a incaprettarmi, proprio come uno stallone sta facendo con Ahmed nella sala.
"Lo senti? Lo senti?", mi chiede ansimando e mangiandomi il lobo dell'orecchio destro.
"Sì... Sì... Sei così duro! MMMMMM!".
"E' merito tuo, puttana!", mi insulta mentra mi monta. "Ma...", sbotta ad un tratto. "Ma ti stai bagnando?".
"Oh, si! Io godo col culo! MMMMM!", mugolo.
"Merda! Ma sei proprio troia!", infierisce lui.
"Tesoro, e questo è niente! Continua e vedrai che succede!", aggiungo, ed il suo cazzo si allarga ancora.
"Che... AH!... Che succede?", mi chiede incuriosito.
"Vedrai... vedrai...", lo stuzzico, e mi porto una mano alla rosellina violata per accarezzarmela. Sto proprio sbrodolando: più che questo stronzo, ad eccitarmi è lo stupro di gruppo che sta subendo Ahmed di là. Guardarlo mentre viene ripassato a pecorina da tutti quei cazzoni mi eccita da morire.
Raccolgo un po' dei miei umori e li offro al mio stallone. Lui mi ciuccia le dita ed ha uno spasmo: sta sborrando; mi sta sborrando negli intestini.
"Oh, cazzo! Oh, cazzo! Che porcona che sei! Ti riempio tutta, bagascia! OH! OH! Sì, così! MMMMMM!". Poi, senza neanche dargli il tempo di svuotarsi completamente, mi sfilo e lo ribalto. Mi impalo sul suo uccello e, appoggiandomi indietro con le mani, comincio a cavalcarlo. "Ma che minchia fai?!", protesta lui.
"Ti voglio! Ti voglio ancora! Io godo così! MMMMM! Come godo!". Lui, dapprima stupito, mi afferra le chiappe tra le mani e comincia a schiaffeggiarmele.
"Sì, dai! Cavalcami , puttana! Lo vuoi il cazzo, eh! Lo vuoi, vero?".
"Sì, voglio il cazzo! Rimani duro così, dai! Fammi godere! Ho tanta voglia di cazzo!". Mentre rimbalzo sul suo ventre, mi volto verso la porta. Enrico sbircia dentro e alza gli occhi al cielo: sta pensando che sto esagerando un po'. Gli sorrido ma continuo nella mia recita. Lo scopo è quello di spompare questo stallone ed è quello che farò. Non mi resta che raggiungere un orgasmo anale cosicché gli strozzo l'uccello e glielo mungo fino all'ultima goccia. Devo però trovare gli stimoli giusti, perché non è che lui me ne stia dando più di tanti.
Allora guardo di nuovo nella sala: adesso gli stalloni hanno fatto impalare Ahmed sul cazzo di Paolo e il turco è rivolto a cosce a perte proprio verso di me. Sta cavalcando il suo stallone e intanto tre minchie si strusciano sulla sua faccia e si fanno succhiare a turno. E' una visione celestiale. Sento il mio respiro accelerare e un fuoco accendersi nel mio ventre. I miei capezzoli si induriscono e, tra l'altro, lo stronzo me li strizza proprio quando sono belli tesi e del tutto estrusi.
Un violento spasmo mi esplode dentro: la mia rosellina si spalanca improvvisamente e, un attimo dopo, si serra intorno all'asta dello stallone.
"AAAARGH!", si lamenta lui e cerca di sottrarsi alla morsa del mio sfintere. Dopo un primo momento di stasi, i miei muscoli interni iniziano a contrarsi e a mungerlo. Lui tira su il busto e mi urla contro: "Ma che cazzo mi stai facendo, zoccola!". Poi spalanca occhi e bocca e sento uno schizzo risalirmi le viscere. Mi lecco le labbra come se stessi assaporando lo sperma e mi struscio sul suo ventre facendo pulsare lo sfintere finché anche l'ultima goccia di sborra non è uscita dai suoi lombi.
Alla fine il pelato stramazza sul letto ed io mi chino su di lui per limonarlo. "Sei il diavolo! Basta! BASTA!", sbraita. Mi spinge di lato, scende dal letto e corre via spalancando la porta. Attraversa la sala e dopo qualche minuto lo vediamo uscire dalla villa, salire in macchina e dare gas.
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