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Gay & Bisex

Vacanza in Thailandia 5


di FRANK_1987
09.01.2022    |    5.138    |    4 8.5
"Passiamo prima dalla nostra per darci una rinfrescatina per il caldo particolarmente appiccicoso che fa oggi e poi bussiamo alla porta di Abib..."
Giro di boa

CAPITOLO 5

Sono già trascorsi 7giorni da quando io e Mario siamo in vacanza. Ne mancano altri 7 e il nostro divertimento terminerà. Per divertimento naturalmente intendo sesso. Le serate a Bangkok le trascorro quasi come quelle che trascorro nel mio paese cioè all'insegna del sesso più sfrenato accompagnato da litri di alcol. Solo le mattinate e i pomeriggi sono un po' noiosi. Da ragazzino desideravo viaggiare. Ho sempre etichettato l'Italia come il paese più bello al mondo ed ho venerato le sue meraviglie antiche come se l'avessi costruite io. Ero solo un ragazzino che non aveva provato il sesso ma quando sono andato in gita a Venezia l'ultimo anno del liceo ed ho scopato con un ragazzo irlandese, il mio desiderio di girare il mondo e l'Italia per vedere i monumenti antichi si e' trasformato in una spasmodica caccia al cazzo di ogni etnie e dialetto regionale. Per questo motivo, ogni volta che vado in vacanza e' uno strazio per me trascorrere le mattinate e i pomeriggi perché non mi va più di andare a visitare le bellezze locali visto che sono sempre a caccia di cazzo. Però questa mattina la situazione e' diversa. Mario ha voluto passare il suo tempo in sauna per tenersi in forma grazie al calore mentre io sono disteso su una sdraio poco distante dal bordo della piscina. Sto ascoltando della musica con i miei auricolari Bluetooth e un riflesso di luce mi dà fastidio agli occhi quindi preferisco indossare i miei occhiali da sole per evitare di spostarmi e invadere la privacy degli altri. Un'ombra mi passa velocemente davanti e si ferma accanto a me. Abbasso leggermente gli occhiali e vedo un ragazzo dai capelli rossi con addosso una maglietta verde e un pantalone nero sedersi sulla sdraio accanto alla mia. Si toglie l'orologio e lo poggia su un tavolino di vimini, si sfila le infradito dai piedi, poi si alza e si leva la maglietta. Ha una leggera peluria tra i pettorali scolpiti nel marmo così come gli addominali e un tatuaggio a forma di fiore stampato sul costato destro. Anche le gambe sono pelose, proprio come piacciono a me. E' bello, magari potessi sedermi a smorzacandela su di lui per toccargli le gambe pelose anche se non eccessivamente. Il ragazzo si butta in piscina e fa qualche bracciata. Successivamente lo vedo avvicinarsi al bordo proprio in direzione mia e della sua sdraio, principalmente. Poggia le mani e si solleva. La scena ai miei occhi si muove a rallentatore come in quelle pubblicità dove il modello bono esce dall'acqua proprio come sta facendo questo ragazzo davanti a me. L'acqua dalla testa gli cola lungo la faccia gocciolando sul mento. Si passa una mano sui capelli, si dà una leggera spinta verso l'alto, poggia la gamba destra sul bordo piscina e poi fa emergere tutto il suo corpo dall'acqua. E' tutto bagnato e se fossi una donna, lo sarei anch'io ma invece sono molto eccitato e cerco di nascondermi alla bene meglio con un giornale. L'acqua continua a cadergli dalla testa fino ai piedi perché si e' fermato a parlare con una ragazza e le ha poggiato una mano su un fianco. Sembra un Dio marino uscito dall'abisso e adesso si sposta di nuovo verso la sua sdraio prendendo un asciugamano per non infradiciare la sua roba. Mentre si asciuga, lo guardo e noto che sotto il pantaloncino, non porta l'intimo. Il suo pene ondeggia ad ogni movimento che i suoi arti fanno per detergersi il corpo ed o e' eccitato o deve avere una bella dotazione se da moscio gli arriva quasi a metà coscia.
"A cosa stai pensando? Oh, Giulio. Ci sei?", mi fa Mario
"Che cosa hai detto?", gli chiedo mentre sono seduto sul divano e sto sognando ad occhi aperti
"A cosa stai pensando?"
"Ad un ragazzo che ho conosciuto in piscina. Era un Dio sceso in terra"
"Addirittura?", fa il mio fidanzato sbalordito
"Oh si, meglio di quelli che ci siamo scopati finora"
"Te lo sei fatto almeno?"
"Magari. Credo che fosse uno di quei pochi eterosessuali che ancora sbavano dietro alla figa", rispondo notando anche sul viso di Mario un certo dispiacere "e tu? Hai scopato con qualcuno in sauna?"
"Un ragazzino di 18anni. Gli ho spaccato il culo nel bagno"
"Mi piace questa nuova piega che sta prendendo la nostra relazione. Sono contento di vedere altre persone e di non sentire il peso di tradirti se poi ti racconto tutto", dico a Mario abbracciandolo per il collo
All'ora di pranzo, esco dalla stanza per andare nel salone. Aspetterò il mio fidanzato giù insieme a tutti gli altri perché ha avuto un imprevisto e non siamo potuti uscire insieme dalla stanza. Percorrendo il corridoio, vedo un carrello lasciato incustodito a sbarrarmi la strada. Mentre sto quasi per raggiungerlo, un maschio esce dalla sua camera. Indossa una camicia blu e un pantalone elegante scuro. Ha gli occhi e i capelli neri così come nero e' il colore della sua pelle. Mi guarda e mi sorride con i suoi denti bianchissimi che fanno contrasto con la cromaticità del suo corpo. Ricambio il sorriso e tutti e due ci avviciniamo al carrello che ci impedisce di andare oltre continuando a camminare separi l'uno dall'altro. Non vogliamo spostarlo per evitare grane e allora lui m invita a passare per primo ed io faccio lo stesso. Mi ringrazia in un inglese fluente e di nuovo mi sorride. Mentre passa tra il carrello ed il muro, la sua camicia blu attillata alla sua carne, lo diventa ancora di più e attraverso lo spazio di un bottone e l'altro, osservo la sua pelle nera e mi viene voglia di infilarci le dita e toccare quel petto. Quando passa, io rimango fermo al mio posto e ne approfitto per osservargli anche il culo fasciato e bello tondo prima che lui possa scomparire dietro un angolo del muro.
"Che ci fai qui impalato?"
"Ho visto un'altra divinità", rispondo alla domanda di Mario
"Maschio o femmina? Di quale contenente?"
"Maschio. Africano. Quello nero, molto nero"
"Andiamo va. Sei sempre il solito porco", mi apostrofa il mio fidanzato
Raggiungiamo il salone per pranzare e ci sediamo. Racconto a Mario quello che poco prima avevo visto e vedo il mio fidanzato che infila una mano sotto la tovaglia per aggiustarsi meglio il cazzo che sicuramente gli si starà gonfiando per quello che gli racconto. Tra una chiacchiera e l'altra, il ragazzo di colore incontrato nel corridoio si avvicina al nostro tavolo. Si presenta come Abib e prima di andarsene ci lascia un biglietto. C'e' scritto di andare nella sua stanza dopo aver pranzato perché ha piacere di intrattenersi con noi. Anche a me e Mario fa piacere intrattenerci con lui e così non prendiamo neanche il dolce e saliamo in camera. Passiamo prima dalla nostra per darci una rinfrescatina per il caldo particolarmente appiccicoso che fa oggi e poi bussiamo alla porta di Abib.
"Entrate", fa Abib avvolto in un asciugamano bianco legato alla vita con la cinta che però si allenta ad ogni suo movimento "vogliamo bere qualcosa?", domanda
"Veramente siamo qui per questo", rispondo io maliziosamente
"Si, abbiamo una grande sete e spero che tu la estinguerai", mi fa eco Mario con altrettanta malizia nelle sue parole
L'ugandese, con i suoi indici bicolore, fa segno a me e a Mario di avvicinarci a lui. Quando lo facciamo, tira fuori la lingua e iniziamo a baciarlo. I tre organi gustativi si urtano l'uno con l'altro mentre le mani sembrano possedute da un'entità maligna soprannaturale che non riesce a far prendere loro un po' di pace. Le mani di Abib sono piantate tutte e due sulle natiche mie e quelle del mio fidanzato. La mano destra di Mario si e' infilata dentro la parte inferiore dell'asciugamano e dal movimento che fa e' chiaro che sta masturbando il ragazzo mentre la mano sinistra tocca la mia destra che gli accarezza la schiena e, infine, l'altro mio arto e' infilato dentro la parte superiore dell'asciugamano e accarezza il petto di Abib che e' ricoperto di peletti corti e riccioluti come quelli che i membri della sua razza hanno sul corpo. Mentre Abib bacia il mio fidanzato, io bacio l'africano sul collo e viceversa entrando in sintonia e soprattutto in sincronia cosa non facile con quelli come lui che sono un po' rudi forse per il fatto che devono dimostrare di saper fare l'uomo, anche non solo a letto, dopo secoli di ingiusta inferiorità razziale. Ma, per quanto mi riguarda, io penso che tutti nella vita dovremmo provare almeno un cazzo nero così questa disparità scomparirà.
"Siete delle brave schiavette, lo sapete?", ci chiede
"Farò di tutto per te", gli rispondo
"Anche io", fa Mario
"Cominciamo a vedere come siete messi fisicamente", ci ordina Abib riprendendo a baciarsi contemporaneamente
Le mani che gli stavano accarezzando la schiena ora stanno sbottonando le nostre camicie aprendole. Abib, da dietro, le afferra e tira fuori dai pantaloni così noi possiamo togliercele completamente e lui ci accarezza voluttuosamente. Quando si leva l'asciugamano, ognuno si stacca dall'altro e una proboscide più animalesca che umana si presenta davanti ai nostri occhi che ormai hanno incorporata l'unità di misura della lunghezza e ci fanno capire che il cazzo e' lungo 25cm. Ci inginocchiamo e prendo in bocca il suo pene. Mario deve perdonarmi se l'ho costretto a leccare, almeno per il momento, solo i coglioni di questo magnifico uomo nero ma l'ho visto prima io ed e' normale che sia la mia bocca a dargli piacere per primo. Dopo averlo spompinato per un bel po', ci passiamo tutta l'asta tra una bocca e l'altra permettendo poi al mio fidanzato di fare anche lui un bel servizietto all'ugandese dalla pelle nerissima. Con la mano destra salgo lungo il ventre di Abib percorrendo al contrario la linea che i suoi peli formano partendo dal petto fino a raggiungere l'ombelico e disperdendosi in quelli pubici. Con le sue falangi afferra le nostre teste e si fa nuovamente leccare tutto il cazzo da entrambi.
"Chi vuole essere scopato per primo?"
"Io", rispondiamo io e Mario all'unico alla domanda dell'africano
"Allora scelgo io", fa Abib rimarcando la sua superiorità "scelgo lui", indica me "d'altronde e' stato il primo che ho visto", spiega
"Mi sembra giusto", risponde Mario
La risposta del mio fidanzato, che non ha obiettato alla scelta di Abib, non mi sorprende anche perché in fondo sa che pure lui sarà scopato da 25cm di minchia dura africana più nera rispetto al resto del corpo. Io mi sdraio sul divano e sollevo le gambe. Abib si inginocchia davanti a me e mi aiuta a sorreggere i miei arti inferiori. Prende il suo enorme pene precedentemente foderato da un preservativo e spennella il mio buchetto solleticandomi con la parte finale del rivestimento di lattice. Mario sale sul divano e si accovaccia su di me mostrandomi il suo culetto. Quando Abib entra nel mio orifizio, lascio andare le gambe e posiziono le mani sulle natiche del mio fidanzato. La sua rosellina si apre maggiormente e lui scende ancora un altro po' permettendomi di slinguazzarlo mentre Mario lecca il corpo dell'africano che a sua volta tiene sollevate le mie gambe in aria tenendole per i talloni. I mugolii che emetto si disperdono nella mucosa anale di Mario che sembra risuonare come un corno. Il classico rumore di due persone che si stanno baciando mi fa capire che la persona che mi scopa e quella alla quale sto leccando il culo limonano di brutto e questo suggella ancora di più il legame creato tra noi tre.
"Che bel cazzo che hai", esclama Mario verso Abib "ti prego, fammi tuo", continua pregandolo come se fosse un vero Dio
"No", gli rispondo al suo posto uscendo rapidamente fuori dalle chiappe del mio fidanzato "scopami, scopami", grido contro l'ugandese anche se non riesco a vederlo e poi ancora una volta mi fiondo a slinguazzare un buchetto già stato mio tante volte
Abib sembra ricevere il messaggio forte e chiaro perché afferra le natiche di Mario aprendole ancora di più e permettendomi di stimolare meglio le pieghe anali mentre devo tenere sollevate le mia gambe agguantandole dall'interno delle ginocchia per evitare che si abbassino e il mio culo si chiude leggermente facendomi perdere la possibilità di avere tutta la banana nera al suo interno.
"Dai vieni", dice l'uomo di colore vero Mario
"Cazzo, come brucia", dico io dopo che Abib esce dal mio culo che non era stato preparato ma solo fottuto grazie al lubrificante spalmato sul condom
"E' il tuo turno", fa la statua d'ebano rivolto a Mario che aiuta me ad alzarmi dal divano dolorante sia per il sedere che per la schiena compressa sui cuscini
Mario e' più furbo. Si distende sempre sul divano ma a pancia in sotto mentre Abib si sdraia su di lui e il suo enorme obelisco di carne umana sparisce nel buco del mio fidanzato come se fosse un martello pneumatico. Facendo forza con le gambe, l'ugandese chiava Mario il quale geme come una cagna ed io mi abbasso davanti a lui alzandogli la faccia e baciandolo in bocca. Anche Abib si unisce a noi ma poi si solleva e continua a scopare il culo che ha a disposizione inginocchiandosi direttamente sui cuscini del divano così può avvicinarsi ancora di più al buchetto e far entrare al suo interno altri centimetri di carne che sembra abbrustolita al sole. In questa posizione, il mio fidanzato può osservare come io e chi lo stia scopando ci scambiamo effusioni mentre lui con la mano sinistra gli tocca il corpo tenendo quella destra schiacciata sotto al suo ma, avendo a disposizione la mia minchia a pochi centimetri dal suo cavo orale, fa si che quest'ultimo venga occupato dandomi piacere, un piacere che ne' io ne' lui avevamo concesso al mio organo riproduttivo durante la mia precedente scopata con Abib perché entrambi eravamo impegnati a farlo altro mentre adesso c'e' tutto il tempo di occuparcene.
"Alzati, zoccola", intima l'africano al mio fidanzato dopo essergli uscito dal culo e averlo costretto ad alzarsi prendendolo per il collo mimando un soffocamento "lo vuoi di nuovo dentro?", gli domanda e Mario annuisce con la bocca leggermente aperta "mettiti qua", gli ordina "e anche tu", dice rivolto verso di me prendendomi per un braccio gettandomi sul divano
Io e Mario ci ritroviamo a pecorina sui cuscini del sofà con la testa poggiata contro lo schienale e leggermente piegata l'una verso quella dell'altro. Con la coda dell'occhio vedo Abib aggiustarsi il preservativo per poi ungerlo con ancora altro lubrificante e alla fine si avvicina a noi. Sale con i piedi sul divano ed apre le gambe come se fossero delle forbici in modo da raggiungere i nostri fianchi, quello mio sinistro e quello destro di Mario. Il primo a beneficiare di essere nuovamente scopato in questa posizione e' proprio Mario che continua ad avere la bocca aperta per tutto il tempo della penetrazione ed io ne approfitto per baciarlo e infilargli la mia lingua in bocca. Abib prosegue a scoparlo per un po' e poi infila i suoi 25cm nel mio culo. Le sue palle penzolanti stimolano il mio perineo inviando degli impulsi libidinosi verso il mio cazzo che comincio a masturbare. L'africano non ne ha abbastanza e ci scopa a turno uscendo ed entrando dai nostri buchi senza neanche starci cinque minuti per darci il tempo di abituarci alle sue dimensioni perché vuole torturarci anche a livello psicologico. Il lubrificante mischiato ad umori anali di Mario viene spalmato sulle mie chiappe e di conseguenze anche le sue vengono sporcate con i miei.
"Ti amo da impazzire", grida Mario a pochi centimetri da me
"Anche io ti amo", contraccambio baciandolo con passione per confermare la nostra unione fortificata anche da scopate con terze persone
"Succhiate, succhiate", fa Abib dandoci in bocca i suoi indici grossi tipo piccoli cazzi e che ci tirano le pareti mascellari come se fossero ami e noi dei pesci
Un cazzo enorme ci sta martellando ritmicamente i culi entrando ed uscendo come se fossimo dei buchi da riempire solamente per qualche secondo o al massimo un minuto o due. Successivamente non vengono più stantuffati ma giusto il tempo di cambiare posizione però. Adesso io e Mario ci troviamo seduti sul divano a gambe in aria e con il culo al vento trasformati in dei neonati che sembrano aspettare il cambio del pannolino mentre noi non aspettiamo altro che il cazzo equino di Abib entri nei nostri culi. Quando tocca a me essere scopato, posiziono una mano dietro la testa e uso l'altra per segarmi mentre l'africano tiene in aria le mie gambe afferrandole per le caviglie. Quando invece tocca a Mario essere scopato, l'africano lo afferra dall'interno delle ginocchia ed il mio fidanzato usa una mano per segarsi, come facevo io, e l'altra per accarezzare il fianco ad Abib. Ogni tanto si abbassa su di noi per baciarci oppure poggia i suoi arti contro lo schienale del divano e spingere la sua minchia scura ancora in profondità dentro le nostre membra facendo dondolare in aria i nostri arti inferiori che sembrano quelli dei polli o dei tacchini quando togli lo spago che li legavano durante la cottura.
"Devo venire", fa Mario masturbandosi
"Dai, puttanella, fammi vedere come sborri con un cazzo nel culo", lo incita Abib continuando a stantuffarlo
"Non resisto! Non resisto", urla il mio fidanzato sporcandogli gli addominali con il suo caldo e bianco nettare
Gli spasmi involontari di Mario mentre eiacula con il cazzo di Abib ancora piantato dentro l'ano, danno modo all'ugandese di rallentare con le spinte e ne approfitto per chinarmi sull'addome del mio fidanzato e con la lingua raccolgo tutto il suo sperma mostrando all'unico uomo attivo di questo trio, come il mio stomaco reclami sperma, di qualunque uomo. Abib esce dal culo di Mario ed entra nel mio. Vuole che anche io sborri mentre lui mi sta trombando e solo adesso mi accorgo che la mucosa anale di Mario che stringeva contro l'asta dell'africano, non e' riuscita a farlo sborrare e questo mi fa capire quanto lui sia resistente. Mario si accovaccia vicino a me e mi passa un dito sull'asta seguendo tutto il percorso dell'uretra sperando che io emetta il mio seme al più presto ma sa che ancora riesco a resistere. Quando Abib ne ha abbastanza di scoparmi ed esce da me, io mi inginocchio sul divano, prendo il mio fidanzato per la testa e gli infilo il mio pene in bocca riempiendogliela di liquido bianco. Manda giù tutto come se fosse una medicina ordinata dal dottore e poi ci baciamo ma non abbiamo molto tempo per cambiarci reciproche effusioni perché Abib ci fa sdraiare per terra l'uno vicino all'altro. Lui si alza e si masturba la minchia precedentemente privata del condom e poi dal basso vediamo una pioggia di orzata bianca fuoriuscire da un cazzo nero per depositarsi su ogni parte dei nostri volti e qualche goccia, quando se lo sgrulla, mi finisce persino vicino all'ombelico. Se finora ho sempre odiato il pomeriggio durante una vacanza, ora grazie a questo splendido imprenditore emigrato in Inghilterra dall'Uganda ho cominciato ad amarlo.
"Che dici? Andiamo a casa sua o in albergo da noi?", mi chiede Mario seduto ad uno sgabello del locale gay thailandese la stessa sera dopo un piacevole pomeriggio trascorso in compagnia di uno stallone nero
"Andiamo da noi", gli rispondo alzandomi dallo sgabello insieme a lui porgendo la mano alla persona che dobbiamo portarci in camera
Nell'ascensore, le nostre mani non riescono a stare ferme, devono toccare tutto di quel corpo come se non ne avessero mai visto uno. In realtà, un corpo del genere l'abbiamo già visto ma ci comportiamo così perchè siamo sempre in preda alla passione. Usciti dall'ascensore, proseguiamo con le effusioni per tutto il corridoio raggiungendo la porta della nostra stanza. Dentro, io e Mario ci priviamo dei vestiti rimanendo in mutande. Ci sdraiamo sul letto poggiandoci con le spalle contro lo schienale e cominciamo, attraverso la stoffa dell'intimo, a toccarci i cazzi che crescono fino a deformare i boxer, il mio verso destra e quello di Mario verso sinistra. La persona che abbiamo portato in camera da noi ha iniziato a spogliarsi ma lo fa lentamente. Vuole farci godere dello spettacolo che abbiamo davanti ed infatti e' proprio così perché mi infilo una mano tra i boxer e mi sego ma senza mostrare la mia mercanzia. Quando lo striptease e' finito, veniamo raggiunti sul letto dalla terza persona che cammina gattonando toccando la mia gamba destra e quella sinistra di Mario. Le sue mani si fermano sui nostri pacchi e l'aiutiamo a tirare fuori tutto quello che c'e' dentro. I suoi occhi si illuminano, le sue mani afferrano i nostri centimetri, si lascia scivolare leggermente sul letto e ci lecca solamente la cappella per poi infilarsi gradualmente tutta l'asta, una alla volta, in bocca. Noi diamo il ritmo al pompino mettendo le mani sulla sua testa ma all'improvviso smettiamo di ricevere questo trattamento perché chi ce l'ha fornito si inginocchia sul materasso. Lascia andare i nostri cazzi, si abbassa le mutandine ed un cazzo eretto fa contrasto con la quinta di reggiseno.

FINE CAPITOLO 5

Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica

TO BE CONTINUED

TUTTO CIO' E' ACCADUTO PRIMA DEL COVID-19

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