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Gay & Bisex

Aspettando te 14


di FRANK_1987
07.03.2021    |    2.553    |    3 6.0
"Non deve essere lei a comandare e prima che prenda il controllo della situazione, le alzo il vestito mettendole in mostra il culo e anche la sua figa..."
La giovane e il vecchio

Questi capitoli si collocano dopo “UN MESE DI BALDORIE”

CAPITOLO 14

Anche se in questo capitolo all’inizio c’e’ una scena ETERO, continuando a leggere troverete una scena GAY. Vi ho voluto avvisare per non imbattermi in commenti sgraditi ed ho voluto postare il racconto in questa categoria perché e’ quella che mi identifica.

La musica e' troppo alta, mi rimbomba in testa. Eppure tutte le sere dovrebbe essere così ma questa sera e' diversa. Forse hanno aumentato l'intensità di qualche decibel oppure sono io a sentirla più forte. Sicuramente sono io. Anzi, sono i sei Bloody Mary che ho bevuto seduto al tavolo insieme ad alcuni amici ed anche con lei, uno splendido esemplare di donna di colore. Stiamo ballando in pista praticamente attaccati l'uno all'altra. Lei mi prende per i fianchi percorrendo il mio costato e le spalle per poi soffermarsi con le mani sul mio collo e le sue dita dalle lunghe unghie viola mi toccano le guance mentre le mie mani sono fisse sul suo sedere. Ha un vestitino anch'esso di colore viola che si solleva leggermente a causa dei suoi movimenti. Ci sono certi ragazzi che se la mangiano con gli occhi e ogni tanto si abbassano per cercare di guardarle sotto. Io, per non dare scandalo, non muovo le mani dal suo culo sia perché mi piace tenerle lì e sia perché se il vestito dovesse alzarsi troppo, tutti gli avventori del locale vedrebbero che la ragazza non indossa le mutandine dando prova che e' una vera donna cosa che io avevo testato qualche minuto prima quando, seduti sul divanetto, limonavamo di brutto e le ho infilato una mano tra le cosce perché i suoi connotati mi facevano pensare che invece fosse una trans. Quando si gira, si piega in avanti strusciando le sue natiche contro il mio pacco che e' già voluminoso ed ora i miei arti superiori si soffermano a toccarle le cosce e, sempre per evitare scandali dovuti al suo abbigliamento, subito dopo le sposto intorno alla sua vita. Continuiamo a ballare così ravvicinati e inizio a baciarla sul collo suggerendole di seguirmi nel bagno perché non riesco neanche ad aspettare di andare in una delle nostre rispettive case per scopare. Camminando tra le persone intente a ballare, afferro un preservativo da una delle tante ciotole che sono a disposizione sui tavoli. Entriamo nel bagno dei maschi e chiudo la porta della cabina alle nostre spalle. Io e la ragazza, Aisha, iniziamo a limonare mettendo le nostre mani dappertutto. Sicuro che non possa vederci nessuno, gliene infilo una tra le cosce stimolandole la vagina con due dita sentendola ansimare mentre lei inizia a massaggiarmi il cazzo. Poi mi prende per la nuca e mi getta a terra. Si avvicina al water e vi poggia sopra il suo piede destro intimandomi di leccarle lo stivale nero. Evitando con la lingua di toccare la parte inferiore stata a contatto con il pavimento, cominicio a muoverla su e giù sulla sua calzatura ma poi mi alzo e mi sbottono la patta, sposto il boxer e tiro fuori l'uccello sbattendoglielo in faccia perché lei intanto si e' inginocchiata. Vorrebbe che glielo ficcarsi in bocca e cerca di avvicinarlo a se con il suo organo gustativo ma siccome a volte divento un po' sadico, glielo avvicino alle labbra lambendo il suo organo pieno di saliva ma poi continuo a picchiettarle la faccia mentre il trucco comincia lentamente a sciogliersi per colpa del presperma che deposito sulla sua faccia che le fa da struccante.
"Ma hai qualche parente di colore?", mi domanda
"Perché?"
"Hai un cazzo meraviglioso, stupendo. Non credevo che un bianco potesse averne uno così. Sei tra i pochi dotati che ho incontrato e non vedo l'ora di ficcarmelo nella figa", mi dice Aisha
La ragazza di colore impugna il mio pene e comincia a leccarlo e a succhiarlo facendo lo stesso lavoretto anche con i miei coglioni. Le metto una mano sulla nuca spingendoglielo direttamente nella gola e quando lo tolgo, il suo rossetto mi rimane attaccato sull'asta che ritorna ad essere pulita quando Aisha se lo riprende in bocca e poi lo sputa nuovamente fuori. Con irruenza la faccio alzare e la spingo contro il muro. Lei poggia ancora il suo piede destro sul water ma questa volta non mi faccio fregare. Non deve essere lei a comandare e prima che prenda il controllo della situazione, le alzo il vestito mettendole in mostra il culo e anche la sua figa. Mi inginocchio e comincio a leccare tutto il suo apparato riproduttivo armeggiando in una tasca. Quando Aisha mi vede prendere il preservativo che avevo precedentamente custodito, si allarga da sola le chiappe ed io, che ho praticamente la faccia dentro tutte quelle pieghe anali e vaginali, indosso fodero il mio pene e mi alzo. Me lo umetto di saliva, glielo passo sopra il buchetto posteriore anch'esso già lavorato da chissà chi e poi le entro nella patata. Comincio a spingere aumentando gradualmente l'intensità schiaffeggiandole il culo aumentando anche con le mani il vigore delle sculacciate. Lei geme come una cagna abbracciandomi per il collo mentre limoniamo e scopiamo. Aisha si attacca con le mani al muro ed io le do una bordata con un po' troppa veemenza. Lei sente dolore e per questo mi da uno schiaffo ma io la guardo con menefreghismo e le spingo la testa contro il muro della cabina bagno provocando un leggero tremito in quel cartongesso.
"Ma che cazzo state facendo?", sento pronunciare ad una voce maschile
"Fatti i cazzi tuoi", rispondo mentre continuo a stantuffare quella figa di colore
"Ma senti sto coglione. Ora vado a chiamare la vigilanza", continua a dire quella voce senza nessun volto
"Chiama chi cazzo vuoi, tanto nessuno si stupirebbe"
Proseguo a fottere la ragazza mentre con due dita si trastulla la patata sfiorandomi il cazzo e con l'altra mano si aggrappa al muro scostando la faccia che prima aveva sbattuto contro di esso. Le agguanto un seno che a stento riesce a stare nella mia mano. E' un florido seno naturale e penzolante tipico delle donne di colore e per questo e' anche flessibile tant'e' che riesco ad abbassarmi per succhiarle il capezzolo anche se io sono alle sue spalle e devo rallentare il ritmo della scopata. Dall'altra parte della cabina bagno sento provenire degli strani rumori. Non credo che qualcuno stia facendo sesso anche perché, subito dopo, l'uomo che prima aveva minacciato di chiamare la vigilanza, ora spia da sopra il muro in piedi sul water aggrappato con tutte e due le mani per non cadere.
"Wow amico, te la stai scopando alla grande"
"Perché non entri e le ficchi il cazzo in bocca?", gli chiedo
"Si, lo voglio. Voglio un altro cazzo", fa Aisha mentre io la tengo per il collo e lei si massaggia il suo enorme seno continuando a ricevere il mio enome pene nella sua vagina allargata a dismisura
La figa dell'africana sbrodola di umori vaginali che mi colano lungo il cazzo raggiungendomi le palle e bagnandomele mentre queste vengono sbattute contro il suo clitoride che forse e' la vera causa del suo sbrodolare. Vedo l'uomo poggiato al muro con solo una mano perché starà usando sicuramente l'altra per masturbarsi ed io lo guardo con strafottenza per fargli provare invidia per quello che io e lei stiamo consumando e che lui non può fare nonostante ne abbia voglia. Non curandomi dei mugolii di piacere misti a dolore di Aisha, mi concentro sulle espressioni che il porco voyeur sta esternando sulla sua faccia facendomi eccitare maggiormente ma non per la sua bellezza, visto che e' un uomo di mezz'età stempiato, ma per la situazione venutasi a creare, dato che c'e' un uomo che mi sta vedendo fottere una ragazza nel bagno di un locale per gay ma che frequentano anche bisessuali e donne come Aisha in cerca di piselli ai quali piace entrare ed uscire da buchi maschili e femminili. Quando sfilo il mio pene dalla figa nera che mi ricorda quella delle cavalle che partorivano nella fattoria di mio nonno, lei si inginocchia e dopo essermi masturbato per un po', le scarico addosso tutta la mia essenza trasformando la sua faccia da donna di colore in quella di una zebra a strisce bianche e nere. Aisha cerca di ripulirmi il cazzo ma la sua bocca sporca di sperma impedisce questo suo desiderio che forse consiste più nel continuare a succhiarmi la minchia che a pulirmi. L'uomo abbarbicato sul water intento a spiarci non c'e' ed io mi rimetto a posto aprendo la porta e trovandomelo davanti pronto a usufruire anche lui di lei.
"Complimenti, siete stati fantastici", esclama "molto più di un film porno", continua mentre degli uomini entrano ed escono dal bagno non curandosi di quello che si e' potuto consumare in quella cabina nonostante la presenza di una donna in un luogo dove non e' permesso loro di entrare
"E' tutta tua", dico al guardone andando via
Quando raggiungo la porta principale della toilette, vedo la porta della cabina bagno dal quale sono appena uscito, richiudersi nuovamente. Ormai la serata può considerarsi terminata nonostante manchino solo meno di 30minuti all'una di notte. Ho ballato, ho bevuto, ho scopato, tre cose che si fanno di solito quando si va per locali. Qualche giorno dopo, Rafael mi chiama sul cellulare per chiedermi se posso andare da lui per parlare del regalo di compleanno da fare alla mamma. Non ho voglia di uscire ma devo farlo. Quando arrivo, la sua segretaria mi dice di attenderlo nella saletta adiacente al suo studio. Subito dopo, un uomo di 55anni, calvo, con una barba piuttosto lungo ma non esagerata, entra dalla porta raggiungendomi dopo aver ricevuto le stesse indicazioni dalla ragazza. E' in giacca e cravatta ma non dimostra minimamente la sua età. Si siede sulla poltroncina di fronte alla mia e, mentre leggo una rivista, noto che mi guarda e quando alzo gli occhi, lui distoglie lo sguardo. Rafael esce dal suo studio. Mi alzo per raggiungerlo ma il mio patrigno, vedendo l'uomo seduto, lo fa entrare per primo dicendomi che tanto non avrei perso tempo visto che non ho niente da fare ogni giorno trascorrendolo a smanettarmi il cazzo. Mi verrebbe voglia di tornare a casa e di lasciarlo da solo ma poi penso a quell'uomo, alle sue mani intorno al mio cazzo e alle mie intorno al suo e mi eccito davanti alla segretaria ringraziando Rafael mentalmente per aver detto quelle cose proprio davanti al suo collega. Dopo aver finito di parlare, escono dallo studio e l'uomo, passandomi davanti, mi sorride come se in qualche modo mi avesse in pugno.
"Stai aspettando qualcuno?", sento pronunciare alle mie spalle
"Si, stavo aspettando te", rispondo girandomi trovandomi davanti l'uomo che ho visto nello studio di Rafael
"Sei proprio un bel ragazzo", mi dice accarezzandomi la guancia mentre ci guardiamo intorno ma non c'e' nessuno che possa vederci trovandoci in un posto isolato sulla spiaggia
"Sei sposato", dico notando una fede al dito
"Si ma e' solo un matrimonio di facciata ormai. Stiamo insieme solamente per i figli", mi risponde con un tono malinconico "mia moglie ha scoperto da poco la mia bisessualità e abbiamo deciso di rimanere insieme per non turbare soprattutto il più piccolo ma già da prima facevamo vite separate, anche sessualmente"
"Scusa, ti sembro uno psicologo?", gli rispondo bruscamente facendogli smettere all'improvviso di parlare
"Si, scusa, volevo solo sfogarmi un po'"
"Stai ancora parlando? Portami nella tua stanza", gli dico
L'uomo dalla testa rasata e dagli occhi neri si chiama Filippo, indossa una camicia rosa chiaro, una giacca grigia e uno jeans che da quanto posso vedere nasconde un bel gruzzoletto. Saliamo nella sua camera d'albergo e ci dirigiamo verso il letto. Ci baciamo poggiando le mani sui nostri corpi. Io ne metto una intorno al suo collo per tenere incollata la sua bocca alla mia e un'altra sul pacco che accarezzo percependo come gli si stia ingrossando. Le sue invece sono infilate nei miei indumenti: una mi accarezza il solco delle chiappe mentre l'altra mi stimola i capezzoli. Filippo mi bacia, anzi mi mangia letteralmente le labbra perché apre la sua bocca come se avesse fame di me pungendomi con la barba che ricorda quella di un nordafricano. Mi spoglio mentre lui mi guarda con lussuria senza muovere un dito. Vuole che sia io a levargli i vestiti e dopo essermi denudato, inizio a denudare anche lui. Gli sbottono la camicia ammirando il possente corpo di un uomo di oltre 50anni, peloso e massiccio con un filino di pancia. Gli apro la zip e gli calo giù i pantaloni massaggiandogli il cazzo da sopra i boxer e sembra morbido nonostante la sua erezione abbia deformato l'intimo mentre lui mi lecca la lingua. Mettendomi una mano intorno al collo, Filippo mi fa inginocchiare lentamente davanti al suo cazzo che con l'altra mano viene liberato dall'ormai inutile boxer. Un pene di 21cm attaccato alla stoffa dell'intimo a causa della fuoriuscita di pre-sperma sbatte contro il suo ombelico ed io successivamente lo prendo in mano segandolo per poi ficcarmelo in bocca. Non so come sia potuto accadere. Avevo visto Filippo in compagnia del mio patrigno, mi sarebbe piaciuto farmi sbattere da lui ma non credevo che fosse possibile e invece ora sta succedendo. Ma una domanda mi sorge spontanea, come dicevano tempo fa in tv: come faceva a sapere che sarei andato in spiaggia proprio questa sera e a quell'ora? Non importa. L'importante e' ritrovarmi in ginocchio con un membro mastodontico tra le fauci che mi riporta alla realtà quando Filippo mi prende per la nuca facendolo entrare quasi tutto per poi farmi alzare e gettarmi a pecorina sul letto. Mi allarga le chiappe con le sue mature mani e la lingua si insinua tra la mia rosellina che pulsa trasmettendomi una sensazione di piacere verso l'addome e il cazzo che inizia a perdere un filamento trasparente che si attacca alle lenzuola color salmone della stanza d'albergo dove soggiorna Filippo.
"Hai un culo slabbrato che mi fa sangue"
"Scopami, ti prego"
"Si, un attimo", mi risponde Filippo sentendolo armeggiare con un condom
"Dai non resisto", gli dico allargandomi le chiappe con una mano soltanto sculettando per farlo eccitare
Dopo aver indossato il preservativo, Filippo prende il lubrificante da un cassetto, lo cosparge sul suo cazzo che poi usa per spennellarmi l'ano occupandomelo successivamente. Mi aggrappo alle coperte per resistere alle spinte che mi sta dando mentre le mani arpionano ogni parte del corpo ma non per dare più energia alla scopata ma per accarezzarmi, per tastare ogni lembo della mia pelle. Io spingo all'indietro il mio per far entrare meglio la sua banana dentro di me sentendo i suoi peli pubici contro le mie chiappe martoriate dall'appendice sessuale di un uomo di più di 50anni. Filippo mi fa alzare in modo che la mia schiena si adagi contro il suo petto e mi bacia facendo reclinare la mia testa in modo che la sua lingua possa entrare dentro la mia bocca continuando però a spingere il suo pene nel mio budello. Mi fotte per un po' in piedi, anche se siamo sul letto e poi mi sbatte su di esso facendomi distendere del tutto così lui può sollevare un piede poggiandolo sulle coperte premendo con i suoi arti sulla mia schiena fottendomi come se fossi una cagna. Il mio membro, non ancora toccato da nessuno di noi due, viene strofinato sulla coperta rossa e lui mi afferra per il corpo scopandomi. Riesco a percepire che muove solo la parte sinistra del corpo, usufruendo della gamba corrispondente poggiata accanto a me, per indirizzare le sue spinte e mirarle. La sua leggera pancia viene strusciata sulle mie natiche mentre cerco di aprire di più il buco del culo allargando le gambe assumendo la forma tipica delle rane. Filippo smette di scoparmi e sfila il suo cazzo di 21cm. Mi lecca il culo cercando di darmi sollievo. Lo sfregamento della sua carne contro la mia lo ha sicuramente arrossato ma l'unico sollievo che può darmi e' quello di continuare a scoparmi perché e' la cosa che più desidero in questo momento. Sembra quasi leggermi nel pensiero perché si distende sul letto accanto a me afferrandosi il cazzo dall'attaccatura delle palle sventolandolo e facendomi capire di dovermi impalare. Seppur a fatica, mi alzo e mi adagio su di lui che strofina il mio buchetto per frizionare quel che resta del lubrificante usato per umettarsi il cazzo e poi me lo infila di botto. Comincio a cavalcare il pene di un uomo che ha quasi la stessa età dell'uomo che ha violato per la prima volta il mio buco. Anche se, a dire la verità, e' lui che muove il suo bacino verso l'alto contro il mio culo tenendomi fermo per le chiappe mentre io sono aggrappato ai suoi pettorali che adesso, per colpa del proprietario disteso sul letto, hanno perso un po' della loro turgidezza. Mi sento davvero una puttana a farmi scopare da un uomo più grande di me ma non posso farci niente. Per me non importa l'età, maturo o giovane, basta che l'uomo abbia un cazzo, preferibilmente grande e grosso, da poter infilare dentro le mie viscere e potrei anche non chiedere altro dalla vita, solamente di essere scopato notte e giorno. Naturalmente quando sono in modalità passiva.
"Che troia che sei", fa Filippo toccandomi il ventre e risalendo con le sue mani fin tutto il mio torace raggiungendo la guancia destra prendendola poi a schiaffi
"Sono abbastanza troia se faccio questo?", gli chiedo arrivando a sfilare quasi completamente il suo cazzo dal mio culo, facendomi rimanere solo la cappella, per poi infilarmelo di colpo toccando le palle con le mie chiappe facendolo sussultare
Mentre Filippo mi scopa, io sego il mio cazzo i cui coglioni sfiorano i peli grigi del suo corpo. Quando mi chino su di lui rimane intrappolato sui nostri corpi e un filo di pre-sperma mi esce dalla cappella depositandosi sul suo torace. Ci baciamo giocando con le lingue ma poi diventa più audace baciando i pettorali e leccandomi i capezzoli mentre poggia le sue mani sul mio coccige e continua a fottermi. Mi sollevo per prendere in mano le redini dell'amplesso e lui poggia le sue sul materasso. Spingo il mio culo contro il suo palo di carne facendolo entrare completamente dentro di me mentre i miei arti inferiori, posizionati sempre sul suo petto, cercando di far risalire i pettorali evitando che continuino ad essere vittime della forza di gravità. Ma in fondo un uomo maturo che da giovane e' stato muscoloso e ora tende ad essere più molliccio, mi eccita, mi fa sentire davvero una troia, come mi ha apostrofato poco fa. Continuando a cavalcarlo, le sue palle si riempiono di sperma che poi Filippo riversa sulla mia faccia quando smette di scoparmi e mi getta a pancia in su sul letto. Gli lecco il cazzo ripulendolo per bene. Lo faccio con tutti ma con lui e' più di un piacere, e' un dovere. Il dovere di fargli capire, da parte mia, che mi ha soddisfatto alla grande.
"Dove sei stato?", mi domanda Rafael quando ritorno a casa
"Che te ne importa?", gli chiedo invece io
"Sai che mi preoccupo per te"
"Per quale motivo? Cominci ad innamorarti di me?"
"Non essere sciocco", fa lui allontanandomi perché mi ero avvicinato quasi per sfida
"Eppure tutta questa gelosia e' tipica delle persone innamorate"
"Io geloso di te? Ma smettila"
"E allora cosa te ne importa di sapere con chi sono stato e dove?"
"Perché mi preoccupo di ogni componente di questa famiglia, grande o piccolo. Se te ne fossi stato con il tuo Mario, a quest'ora non ti avrei rotto il cazzo cercando di sapere dove sei stato", mi dice facendomi arrabbiare "ti e' piaciuto il cazzo di Filippo?", mi chiede ed io mi meraviglio di questa sua domanda
"Come sai di lui?"
"Lo so e basta", mi risponde andandosene in camera ma io lo seguo e pretendo di avere una spiegazione
Seduti sul letto che condivide con mamma, Rafael mi spiega ogni cosa: mi dice che il giorno che Filippo mi vide nel suo studio, rimase affascinato da me e quando scoprì, grazie ad una foto di famiglia posta sulla scrivania, che ero il suo figliastro, l'argentino gli ha offerto la possibilità di continuare a lavorare insieme permettendogli di scoparmi, sapendo delle sue inclinazioni sessuali. Per questo motivo Filippo sapeva dove trovarmi, perché il mio patrigno glielo aveva suggerito. Mi sento usato da lui, come se io fossi la sua puttana e lui il mio magnaccia. Ma non gliene faccio una colpa. Anche se non in questo modo, mi e' piaciuto fin da subito avere la possibilità di scopare con quel bel pezzo di uomo maturo e proprio Rafael me l'ha servita su un piatto d'argento, quasi come un regalo. Per ciò, lo bacio con passione e lui ricambia. Le nostre mani si poggiano sui rispettivi colli mentre le labbra si sfiorano dolcemente, come quelle di due innamorati che possono vivere il loro amore alla luce del sole e non come quelle di due amanti. Ma tutto dura poco. Mia madre subito dopo ritorna a casa senza darci la possibilità di comprendere fino a quanto si sarebbe spinta quella tenerezza tra noi due e, almeno in sua presenza, ritorniamo ad essere solo patrigno e figliastro.

FINE CAPITOLO 14

I RACCONTI VERRANNO POSTATI OGNI DUE GIORNI FINO A QUANDO NON SI ALLINEERANNO CON LE DOMENICHE COME QUANDO VENIVANO PUBBLICATI PRIMA DELL'INTERRUZIONE

TO BE CONTINUED

TUTTO CIO' E' ACCADUTO PRIMA DEL COVID-19

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