Gay & Bisex
Aspettando te 5
di FRANK_1987
29.11.2020 |
3.806 |
3
"“Hai dormito bene?”, mi chiede mamma
“Si, come un ghiro..."
Ogni riccio un capriccioQuesti capitoli si collocano dopo “UN MESE DI BALDORIE”
CAPITOLO 5
In questo capitolo all’inizio c’e’ una scena ETERO, anche se non si narra di sesso consumato, e subito dopo una scena GAY
Dormire di pomeriggio non e' certo l'ideale. Per il caldo e anche perché ti risvegli talmente stralunato che non si sa se devi iniziare una nuova giornata oppure quella che stai vivendo deve ormai terminare. Quando ero bambino, i miei genitori mi mandavano a dormire il pomeriggio. Ricordo una volta di essere tornato talmente stanco dall'oratorio e mamma e papà hanno deciso di svegliarmi più tardi del solito. Ero impazzito. Credevo di dover andare a scuola, che stavo per fare tardi, che non avevo fatto i compiti. In poche parole, per colpa loro mi stava quasi per prendere un attacco di panico ed ecco perché non faccio quasi mai la siesta pomeridiana. Ho detto quasi perché, nelle ore più calde senza fare niente, e' normale sdraiarsi sul letto o sul divano, guardare la tv e lasciare che ti faccia la ninna nanna, ogni tanto. Preso coscienza di essermi svegliato, ma di pomeriggio, vado in cucina. Mi faccio un'orzata e mi siedo al tavolino. Le tende della porta-finestra che da sul giardino mi offuscano la visuale ma riesco a notare chiaramente che Carmen e' appena uscita dalla dependance dove alloggia e si sta recando verso la piscina. La curiosità e' talmente tanta che mi alzo e sposto la tenda. Indossa un bikini rosso. La parte superiore e' legata al collo con dei laccetti lasciando scoperta la schiena mentre la mutandina ha gli stessi laccetti sui fianchi. Si immerge nell'acqua che sembra una sirena e come tale ne esce fuori aggrappandosi alla piccola ringhiera salendo quei pochi gradini che si disperdono in quella piccola chiazza azzurra. Una volta uscita del tutto dall'acqua, si passa le mani tra i capelli appiattendoli ancora di più e con quella destra scende lungo il corrispondente fianco. Il mio cazzo e' contento di quello che sta vedendo. Tantissimo. Voglio uscire fuori per darmi la possibilità di parlare con lei ma indosso un pantaloncino largo che non permette un'eventuale visione della mia erezione e così vado in camera a cambiarmi. Indosso un boxer nero anche se avrei preferito indossarlo bianco per poi gettarmi in piscina rendendo trasparente la stoffa ma declino. Prendo un gelato al gusto stracciatella e ne riempio due coppette. A torso nudo, con due coppe di gelato in mano e con il solo boxer nero a coprire le mie pudenda, esco. Carmen e' seduta a bordo piscina e gioca con l’acqua muovendo le gambe al suo interno. Io mi avvicino a lei poggiandole per scherzo sulla spalla destra una delle due coppette che intanto si e' raffreddata grazie al contenuto.
"Ehi, che fai?", grida lei
"Niente, volevo solo farti rinfrescare un po' con questo caldo. Ho pensato di portarti un po’ di gelato. Ti va?"
"Si, grazie", mi risponde mentre noto che mi guarda da capo a piedi "anche se avrei preferito un ghiacciolo da leccare", continua sfacciata prendendosi la coppetta
"Ora come ora non ce l'ho"
"Peccato"
"Però potrei farlo apparire da un momento all'altro", le dico rispondendo con altrettanta sfacciataggine alla sua provocazione verbale sedendomi anche io a bordo piscina bagnandomi le gambe fino a metà polpaccio
Carmen inizia a mangiare il gelato con estrema delicatezza portandosi alla bocca il cucchiaino facendolo scomparire al suo interno. Chissà quante volte ha fatto la stessa cosa con i cazzi e chissà come sarebbe bello avere le sue labbra intorno al mio di cazzo. Con questo pensiero, il mio membro si attiva di nuovo. Gliel'avevo detto che il ghiacciolo che voleva succhiare l'avrei fatto apparire da un momento all'altro anche se per ora non sembra interessata. Io, però, non riesco a smettere di eccitarmi guardandola e la mia erezione non accenna a diminuire. Non faccio niente per nasconderla ma lei non ne vuole sapere e intanto la mia cappella allarga l’elastico del boxer pronta a uscire fuori per essere leccata. Carmen prima cercava di sedurmi in ogni momento, anche quando le ho dato il gelato mi ha risposto con provocazione sessuale e ora nulla. Magari aspetta che sia io a fare la prima mossa come da gentiluomo o da persona allupata. Tranquilla, la farò. Anzi, la faccio subito. Carmen, mangiando il gelato, ne lascia cadere inconsciamente una goccia che finisce un po' sulla parte superiore del bikini e un po' sulla mammella. Poggia la coppetta per terra e non sa che cosa fare per pulirsi, allora e' in quel momento che mi viene un'idea che mi porta ad abbassarmi su di lei leccando via il gelato pulendola. La ragazza mi guarda un po' spaesata e poi mi abbraccia per il collo ficcandomi la lingua in bocca.
"Era da tempo che volevo farlo", mi sussurra
"E perché non l'hai fatto?", le chiedo mentre le bacio il collo
"Volevo farti arrivare al punto di non ritorno", mi confessa "volevo farti crogiolare perché ero sicura che prima o poi non avresti potuto resistere. Me l'ha detto Sofia", continua rivelandomi le manipolazioni di sua zia
Carmen si mette sopra di me e ci baciamo. Le tocco la schiena fino a salire ai laccetti del reggiseno intorno alla nuca. Glieli slaccio facendolo cadere in mezzo alle gambe liberando la sua quarta misura. Mi sembra di stare dentro ad un film porno. Come ben sapete, la mia casa e' circondata da una modesta vegetazione che ci permetterebbe di fare porcate anche in piscina proprio come sta succedendo adesso.
"Hai delle tette fantastiche", mi complimento con la proprietaria prendendole entrambi con le mani riempiendole tutte
"Immaginale intorno al tuo cazzo"
"Vogliamo provare?"
"Non chiedo altro"
Io e Carmen continuiamo a baciarci mentre lei poggia il suo petto contro il mio, peloso. Il mio bastone, invece, avvolto nei boxer neri deformati punta verso la sua vagina che, anche lei, e' ancora avvolta nella mutandina. Ci spostiamo nella zona della piscina con i gradini. Io mi siedo di nuovo mentre lei cerca di sistemarsi sul gradino che le permetterà di ritrovarsi successivamente con le tette proprio davanti al mio membro. Dopo averlo liberato e succhiato per un po', avvicina il suo seno contro il suo petto avvolgendolo completamente. Solo la cappella e l'inizio dell'asta riesco a vedere perché le generose mammelle di Carmen lo coprono quasi tutto. La pelle della mia asta fa su e giù contro quella del suo seno. In vita mia ne ho fatte di cotte e di crude. Lo so io e lo sapete anche voi che mi avete sempre seguito, ma mai una ragazza mi ha praticato una spagnola. Ogni tanto interrompe questa, per me, nuova pratica sessuale e mi lecca la cappella fino a ritornare a segarmi con il suo seno. Io le accarezzo i capelli, il collo e anche le tette che successivamente vengono ricoperte di caldo e bianco latte sparato dalla mia uretra il cui primo schizzo urta contro il mento di Carmen appiccicandosi come se fosse colla vinilica. Prima che gli altri residenti della casa possano tornare dalle loro faccende, ci puliamo in piscina promettendoci l'un l'altro che la prossima volta avremmo scopato.
"Ah, si, scopami, più forte, non ti fermare. Ancora! Ancora", grido contro Camillo, il padre di famiglia che mi sta scopando sul divano della casa che ha affittato insieme alla moglie "fottimi, stronzo, fottimi! Sono la tua puttana", continuo a dirgli mentre mi preme la testa su un cuscino con uno dei suoi piedi sudati trasformandomi davvero nel suo svuota buchi facendomi eccitare di brutto tant’e’ che devo interrompere la mia sega
“Dopo mi scopi tu, d’accordo?”, mi chiede lui
“Si, ma adesso sfondami”, gli rispondo
Dopotutto, mi sono appena fatto fare una spagnola da una ragazza ed e' normale, per uno come me, farmi trattare da troia da un uomo. Anche Camillo si fa scopare essendo lui un uomo versatile, ma la mia scopata dura poco. In questo pomeriggio inoltrato voglio essere io la donna dopo aver ricominciato ultimamente a fare l’uomo. Voglio punirmi da solo per essermi convinto a giocare con Carmen nonostante la mia smania per i maschi. Ma per me le donne sono la trasgressione, un po' come lo sono le transessuali per la maggior parte dei loro clienti. Dopo essermi fatto scopare da Camillo che mi inonda la faccia con il suo succo scrotale, e' arrivato il momento di cenare tutti insieme. Carmen e' seduta di fronte a me e mangia quello che c'e' nel suo piatto con fare lussurioso guardandomi negli occhi. Non vi nascondo che avverto una fitta al basso ventre che si propaga verso il mio cazzo che diventa barzotto. Desidero scoparmi anche lei ma devo ricaricare un po' le batterie della mia versione omosessuale e se il mio cazzo vibra alla vista di una ragazza che mangia come se stesse succhiando un membro maschile, e' chiaro che Camillo non ha fatto il suo dovere. Non e' riuscito a farmi dimenticare, seppur per un attimo, il mio desiderio incontrollabile di andare con le donne e quindi devo rimediare. Decido di andare nel locale gay ma la serata e' piatta. E' pieno per la maggior parte di drag queen e, anche se alcune mi fanno la corte, stasera ho voglia di un maschio vero. Esco dal locale e cammino sul lungomare. La fauna maschile e' molta ma non disposta a venire a letto con me. Ci sono ragazzi che camminano da soli, in coppia o in gruppo. Alcuni indossano magliette a maniche corte, altri a giromaniche, altri ancora delle camicie aperte davanti oppure alcuni non indossano neanche l'indumento per coprire i loro toraci lasciandoci ammirare, alle ragazze e anche a me, le loro abbronzature visibili anche attraverso le luci dei lampioni. Mi fermo alla fine del marciapiede e mi poggio ad una ringhiera. Seduto ad un tavolo insieme a degli amici maschi e femmine c'e' un ragazzo abbigliato con una maglietta a mezze maniche verde e un pantalone di jeans. La maglietta sembra di una taglia più piccola visto che gli stringe sui fianchi e anche sui bicipiti. Quando si gusta la granita portando il bicchiere alla bocca, alza il dito mignolo proprio come faccio io facendomi capire che possa essere gay. Dei capelli biondi lunghi e ricci fin sopra le scapole e degli occhi celesti completano il quadro di un ragazzo che sembra la reincarnazione di un vichingo. Mi giro poggiandomi con gli avambracci sulla ringhiera sporgendo il mio culo in fuori attirando la sua attenzione. I suoi occhi si appiccicano immediatamente sulle mie chiappe ma poi distoglie lo sguardo incrociando il mio e gli faccio l'occhiolino. Poco dopo, si alza e se ne va verso degli scogli. Penso che sia più che comprensibile quello che vuole fare e lo seguo trovandolo intendo a svuotarsi la vescica.
"Vuoi succhiarlo?", mi chiede prepotentemente
"Si", gli rispondo quasi impaurito
"Aspetta", fa lui finendo di pisciare per darsi una ripulita
"No", gli grido contro afferrandogli il cazzo bagnandomi un po' la mano di urina per poi inginocchiarmi davanti a lui prendendoglielo in bocca
“Ti piacciono le porcherie?”, mi chiede mentre io gli annuisco con in bocca il suo cazzo ancora madido di piscio
E' moscio ma non tarda molto a indurirsi nel mio buco superiore. Nel farlo, l'allungamento della sua uretra permette la fuoriuscita di alcune gocce di pipì rimaste al suo interno finendomi sulla lingua miste alla saliva. Sono ormai anni che pratico pissing con mio estremo piacere e desiderio grazie al mio patrigno. Di solito lo faccio dopo aver scopato ma con lui e' come se l'avessi già fatto in partenza. Riesco a percepire la fragranza del suo liquido giallo sulle mie papille gustative e la mando giù nello stomaco come se fosse semplice acqua. Il ragazzo mi afferra la testa e mi scopa la bocca. Posso lentamente spostarla indietro osservando sul suo volto un'espressione autoritaria ma poi lo sguardo mi finisce sui pettorali che, a causa delle braccia allungate verso di me, si restringono aumentando così tanto di volume che uno dei bottoni della maglietta si allenta aprendosi e mostrandomi qualcosa in più sul suo torace.
"Basta", mi fa lui togliendo di prepotenza il suo cazzo dalla mia bocca
"Tutto ok?", chiedo mentre stacco dalle mie labbra un piccolo rivolo di saliva leccandomi le dita "vuoi fermarti?", continuo con le domande per capire il perché della sua interruzione
"No, anzi. Non ho nessuna intenzione di fermarmi. Vogliamo andare a casa mia o a casa tua?", mi domanda facendomi alzare
Credevo che avesse solo voglia di farsi spompinare ma invece desidera affondare il suo cazzo dentro di me e anche io lo desidero. Decidiamo, quindi, di andare a casa mia e ci ritroviamo immediatamente sul letto della mia stanza. Il ragazzo, Spartaco, sale sul materasso togliendosi le scarpe e inginocchiandosi. Mentre anche io tolgo le mie calzature, osservo il suo jeans che tira in prossimità delle ginocchia gonfiandogli il pacco o solo mettendoglielo in evidenza, dato che ho già visto il suo contenuto. Salgo sul letto e ci baciamo accarezzandoci. Le nostre mani ci privano a vicenda degli indumenti mostrando il corpo nudo l'uno all'altro. Fisicamente ci somigliamo ma lui e' più muscoloso rispetto a me e leggermente più pelosetto. Aiutato dalla lingua e dalle mani, percorro quel corpo statuario anche se devo limitarmi a leccargli pettorali, addominali, bicipiti e zona pelvica. E non ti basta?, potreste domandare voi. No!, vi risponderei imperativo, perché un corpo come quello vorreste leccarlo tutto, anche le zone che vi fanno più ribrezzo. Spartaco mi bacia teneramente poggiando le labbra contro le mie oppure usando la lingua che finisce dentro la mia bocca oppure la usa per leccarmi il mento e le guance come un cagnolino ma poi mi ribalta sul letto e mi lecca il culo inserendoci dentro le sue dita che vengono successivamente sostituite dal suo poderoso membro di 18cm.
"Cazzo", esclama Spartaco entrando in me riferendosi probabilmente a quanto sia accogliente il mio culo
"Che c'e'?", chiedo fingendomi preoccupato
"Questo non e' un culo, e' una caverna. Una splendida caverna da puttana", mi risponde delucidandomi su quello che inizialmente pensavo
Dopo aver esternato la sua felicità mentale e corporea ritrovandosi nel mio anfratto posteriore, Spartaco comincia a spingere scopandomi. Le sue spinte sono così energiche che lentamente perdo la posizione iniziale, a pecorina, perché le mie mani scivolano sulle lenzuola facendomi ritrovare con la testa poggiata su di esse. Anche le mani del ragazzo cambiano posizione. Non sono più sulle mie natiche usate come perno per la chiavata ma sono arpionate sul materasso in modo da spostare tutta la forza che ha in quel marmoreo corpo verso la sua zona inguinale. Come vorrei avere di fronte a me uno specchio per vederlo in faccia o per osservare il suo magnifico corpo peloso muoversi incessantemente ogni volta che me lo ficca nel culo. Ma devo accontentarmi solo della mia immaginazione che, dopo tanti anni trascorsi a scopare con diversi uomini, ormai si e' abituata alle cose più disparate.
"Dai, continua, ancora", grido verso Spartaco esternando la mia femminilità sull'ultima vocale della parola
"Sei una femmina nata", mi dice lui rallentando un po' la scopata per accarezzarmi sulla testa perché si sarà accorto del cambio di tono della mia voce
"Sono la tua femmina, sono la tua femmina", continuo a gridare
Incito Spartaco con le mani per riprende a scoparmi come faceva prima. Sdraiato a pancia in giù sul letto non e' una cosa facile da fare ma riesco comunque a toccargli un braccio solo con le dita ed e' abbastanza per lui. La mano il cui braccio ho appena toccato, si poggia sul materasso in prossimità della mia testa. Ora il suo pube e parte del suo addome mi schiacciano la schiena e sento il suo pene vibrarmi dentro ancora di più. Per questo motivo, gli afferro la mano all'altezza del polso, facendogli capire quanto io ami la brutalità in generale durante una scopata ma adesso amo maggiormente la sua. Prosegue a trombarmi in questa posizione selvaggiamente facendomi sbattere la testa contro il materasso. Fortunatamente e’ un materiale morbido altrimenti mi avrebbe spappolato il naso e cambiato definitivamente i connotati ma poi decide di uscire. Mi aiuta a sdraiarmi supino e finalmente posso giocare con il mio attrezzo che per tutto il tempo si era limitato a strofinarsi da solo sul letto. Spartaco mi solleva la gamba sinistra e ritorna in me. In questa posizione l'entrata del mio culo e' più chiusa quindi la sua banana non può entrare come prima ma mi piace ancora di più il suo spingere, sforzandosi di occupare altro spazio nel mio intestino. Ritorna a poggiare le mani sul materasso vicino alle mie spalle, perché, messi come siamo adesso, e' l'unico posto dove farlo.
"Complimenti", mi fa Spartaco
"Per cosa?", gli chiedo e lui mi risponde con gli occhi indicandomi il cazzo "grazie", gli dico quasi arrossendo "vuoi provarlo?", domando cercando di trasformare questa mia scopata passiva in una versatile
"No, grazie. Sono solo attivo"
Spartaco gela ogni mia voglia di sprofondare nella sua carne ma non mi importa più di tanto dopo tutto. L'importante e' che sia lui quello che vuole sprofondare in qualche buco e sono contento che questa sera abbia scelto il mio. Mentre con la mano destra mi sego, con la sinistra gli tocco la schiena e poi gli strizzo il pettorale corrispondente. Spartaco mi sorride dolcemente e si accascia su di me baciandomi.
"Sei una zoccola, lo sai?", mi chiede ed io gli rispondo guardandolo dritto negli occhi facendogli un cenno perché sono consapevole che l'epiteto appena rivolto contro la mia persona non e' per niente dispregiativo anzi, indica il mio essere più intimo e allora lui mi sputa sul labbro superiore ed io raccolgo la sua saliva con la lingua decifrando ancora il gusto della granita alla menta precedentemente consumata al bar
Il ragazzo continua a baciarmi scopandomi. Il mio cazzo, che continuo a masturbare, urta contro la sua pancia piatta insieme alle dita della mano che lo avvolge. E' quasi come se mi stesse segando anche se non ha neanche minimante sfiorato il mio membro nonostante sia gay. Ma allora mi domando: che razza di gay sei se non ti piace toccare il cazzo e giocarci con un po'? Tanto normale non sei oppure mi sfugge ancora qualcosa sulla sessualità umana.
"Dammi la mano", mi fa togliendosi dal mio sedere porgendomi il suo arto
"Cosa vuoi fare?", domando impaurito nonostante siamo nella mia stanza
"Voglio continuare a scoparti ma questo cazzo di letto non aiuta a ficcarti nel culo tutti i miei centimetri", mi dice e per un attimo non e' più il ragazzo dolce visto al bar ma si e' trasformato in un rude scopatore
Spartaco mi adagia sul tappeto della mia stanza sempre nella stessa posizione che ho praticato sul letto. Tengo la gamba destra alzata afferrandola per l’interno del ginocchio ed uso la mano sinistra per sputarmi sulle dita e lubrificarmi il culetto mentre lui si aggiusta il preservativo e si inginocchia davanti a me. Punta la sua nerchia e fa entrare solo la cappella, poi mi afferra per le caviglie e muove il bacino contro il mio ano che si riprende di tutto il suo cazzo. Adesso lo sento ancora meglio. Aveva ragione. La morbidezza del letto mi faceva sprofondare ancora di più dentro il materasso e le lenzuola impedendogli di godere mentre adesso la consistenza del pavimento favoriscono la scopata anche se lo strusciamento della schiena sul tappeto inizia a irritarmi la pelle. Ma non e’ niente, cerco di non pensarci e di guardare il meraviglioso corpo muscoloso e peloso di Spartaco che mi tromba. I suoi muscoli si bagnano di sudore, i peli del corpo si appiccicano l’uno all’altro come se fosse uscito dalla doccia e i suoi lunghi capelli ricci e biondi si muovono avanti e indietro coprendo e scoprendo la faccia. Poggio una mano sotto la testa per adagiarmi meglio e il bicipite mi si gonfia attirando la sua attenzione. Mi bacia vicino all’ascella, risalendo su tutto il muscolo della spalla fino a raggiungere la mia bocca. Con la mano destra mi sego e successivamente sparo il mio seme lungo l’addome. Esauriti gli spasmi dell’eiaculazione, lascio andare la mia banana che lentamente si ritira in buon ordine mentre Spartaco giocherella con le mie palle e sbatte il mio cazzo energeticamente sotto l’ombelico colpendo anche lo sperma e piccole gocce si staccano dalle macchie lasciate sulla mia pelle per raggiungere altri punti della mia epidermide. Il ragazzo continua a scoparmi afferrandomi per le caviglie e piantandomi il suo bastone dentro il deretano anche se poi si sfila, si alza e inizia a segarsi. Dalla mia prospettiva, sembra un colosso che si erge pronto per innaffiare la sua vittima di turno. Spartaco espelle il suo liquido seminale dall’alto colpendomi addominali e bicipiti. Naturalmente, con le dita lo raccolgo lo assaggio. Ormai e’ una cosa che faccio con tutti. Se non assaggio il seme degli uomini che mi scopo o che mi scopano, e’ come se non avessi fatto l’amore con loro. Spartaco si sdraia vicino me e ci rimane per pochi minuti prima di riprendere la sua roba, pulirsi in fretta e dileguarsi nel cuore della notte come un ladro.
“Hai dormito bene?”, mi chiede mamma
“Si, come un ghiro. Ero davvero stanco”, le rispondo
“Chissà con chi ti sei stancato?”, fa Rafael quasi geloso
“Con un ragazzo va bene? Un bel ragazzo biondo con gli occhi celesti che mi ha scopato senza preoccuparsi di fare del male a qualcuno”, replico contro il mio patrigno riferendomi alla nostra situazione sebbene io non sappia neanche se Spartaco fosse impegnato o no
“Buongiorno”, fa Elvira entrando in cucina con il marito “io faccio colazione più tardi. Voglio prima andare a fare una doccia”, ci spiega
“Va bene, troverai tutto pronto più tardi”, le risponde la nuora
“Grazie cara, sei veramente un amore”, chiarisce la 60enne che quando se ne va, mi accarezza voluttuosamente una spalla ma fortunatamente ne’ il marito ne’ il fglio se ne accorgono
Anche io vado a fare una doccia. Dopo la scopata con Spartaco mi sono addormentato quasi subito. Quando ritorno in salotto, c’e’ Carmen seduta sul divano ed io cerco di camminare dietro di lei senza farmi vedere ma non ci riesco. Mi scorge attraverso un quadro d’argento e si gira verso di me salutandomi con le sue labbra già piene di rossetto waterproof. Io la saluto ma Carmen fa una cosa che mi accende la fantasia. Non se ne stava seduta sul divano senza fare niente. Stava mangiando un ghiacciolo, come quello che mi ha chiesto di assaggiare quando invece le ho portato una coppetta di vero gelato qualche giorno fa. Lo lecca maliziosamente innescandomi un’erezione che fortunatamente non si vede grazie ad un altro pantaloncino più largo. Ma prima o poi gliela mostrerò.
FINE CAPITOLO 5
Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica
TO BE CONTINUED
TUTTO CIO' E' ACCADUTO PRIMA DEL COVID-19
QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA VITA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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