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Gay & Bisex

Aspettando te 25


di FRANK_1987
18.04.2021    |    4.091    |    6 5.0
""Sbattimi, Giulio, sbattimi", mi incita Mario "Mi e' mancato questo culo", gli dico rimanendo dentro di lui fermandomi ma..."
Benedetta passione

Questi capitoli si collocano dopo “UN MESE DI BALDORIE”

CAPITOLO 25

"Vuoi venire con noi?", mi chiede la mia amica mentre sono seduto sul divano e lei, insieme al suo ragazzo e altri conoscenti sono in piedi accanto a me
"No andate voi, io resterò al calduccio"
"Dai non fare lo scemo, andremo tutti"
"E' proprio questo "tutti" che non riesco a capire. Perché non mi avete detto che Mario sarebbe venuto anche qui?", le domando seccato
"Pensavamo vi facesse piacere", mi risponde il ragazzo della mia amica "anche a lui credo che sia piaciuto trovarti qui, a te no?", prosegue
"Veramente non lo so"
"Comunque se non vuoi venire con noi a fare quattro passi in centro, non pensare di andartene. Tra un po' diventerà sera e sono previste altre nevicate"
"Troverai la strada impraticabile", le fa eco un amico
"Rischierai di fare un incidente", controbatte un terzo quasi come se volessero che io rimanessi a casa per non so quale motivo
"Andiamo, Mario ci aspetta fuori", dice la mia amica andandosene con gli altri
Eppure e' strano. Mario non l'ho visto proprio uscire oppure l'avrà fatto prima che io entrassi in salotto. Altre volte sono andato in vacanza in questa stessa località sciistica della Sila e mi sono sempre divertito sulla neve ma questa volta c'e' sempre qualcosa che mi blocca. Sarà il mio ex, sicuramente. Magari dentro di me scatta quella fissazione di non fargli capire quanto io sia felice senza di lui perché emotivamente non lo sono. Con il corpo si, perché mi sono lasciato andare a diverse situazioni sessuali anche estreme di recente, ma la mia mente pensa sempre di averlo perso. Avrei dovuto perdonarlo per avermi tradito come lui ha perdonato me quando gli ho messo le corna con un ragazzo incontrato nel parco della città dove vivo. Però, pensandoci bene, ci sono ancora altri giorni fino all'Epifania da trascorrere tra un divertimento e l'altro magari anche sulla neve. Dopo aver controllato cosa ci sia di bello in tv di pomeriggio, sento dei passi e mi giro. Mario sta scendendo le scale scalzo con addosso un maglioncino bianco e dei jeans. Appena mi vede rimane di sasso. Non si aspettava che io fossi rimasto a casa ed io credevo invece che lui fosse uscito prima come mi aveva detto la mia amica. Per non fare il maleducato, lo saluto muovendo alcune dita ricevendo in cambio solamente un timido cenno con la testa mentre smette di scendere le scale e se ne va verso la cucina. Io mi giro di nuovo per guardare la tv ricominciando a fare zapping mentre dietro alle mie spalle lo sento armeggiare con delle pentole anche con fare più rumoroso rispetto a prima perché vorrà sicuramente darmi fastidio impedendomi di ascoltare quello che viene detto in televisione in santa pace. Pochi minuti dopo, un leggero profumo di cioccolato raggiunge le mie narici diventando sempre più forte perché Mario si e' avvicinato al divano dove sono seduto anche io e si e' accomodato soffiando dentro la sua tazza cercando di raffreddare la bevanda per poi berla a piccoli sorsi per non ustionarsi la lingua.
"Credevo che volessi uscire insieme agli altri", gli dico interrompendo un silenzio che andava avanti da parecchio
"Dovevo ma non mi ha svegliato nessuno. Avevo anche messo la sveglia ma quella stronza deve averla disattivata mentre dormivo"
"Meglio così no?", chiedo a Mario che mi guarda pensando che io sia contento di stare con lui "voglio dire che almeno hai dormito un altro po' e stasera potrai stare sveglio ancora più a lungo dopo la mezzanotte", continuo cercando di accampare una scusa anche un po' banale
"E tu perché non sei andato?"
"Perchè non ne avevo voglia. Non pensare che io sapessi che tu stessi ancora dormendo e non sono voluto uscire perché speravo di restare da solo con te, eh", gli rispondo mentre lui scuote la testa sorridendo "che c'e'? Non mi credi?", proseguo impaurito temendo che possa capire che invece stare con lui mi sta piacendo
"Credo che l'abbiano fatto a posta. Oggi a pranzo hai detto che non saresti uscito e non mi hanno svegliato perché erano sicuri che non saresti andato con loro"
"Già, potrebbero aver fatto tutto ciò"
"Ma tu eri d'accordo con loro? Volevi restare da solo con me?", mi domanda
"Certo che no", gli rispondo vedendolo annuire facendomi comprendere di aver ricevuto il messaggio anche se non era quello che si aspettava
"Vuoi della cioccolata?", mi chiede ed io acconsento
Quando Mario poggia la sua tazza e si alza, posso ammirargli il culetto fasciato dallo jeans. Tutte le altre volte che c'eravamo incontrari prima d'ora, a parte il battito un po' accelerato, nessun'altra parte del mio corpo aveva reagito trovandoselo difronte mentre adesso anche il mio cazzo sembra essersi risvegliato di colpo cominciando a ingrossarsi mentre seguo con gli occhi il panettone che il mio ex nasconde nella parte posteriore dei pantaloni. E' la prima volta che mi eccito guardandolo da quando non stiamo più insieme. Prima che lui possa tornare verso di me, per non fargli capire di averlo fissato perché lo desidero, mi giro. Ma forse non avrei dovuto farlo, sono più che sicuro di non sbagliarmi pensando che anche Mario sarebbe interessato a comprendere se tra noi oggi possa rinascere l'amore. Mi porge la tazza e ci tocchiamo le dita. Siamo imbarazzati come due adolescenti mentre lui si prende la sua e beviamo sempre nello stesso momento in cui l'altro beve. Lui, ovviamente, la finisce prima e va a sistemare il recipiente nel lavabo ed io, anche scottandomi tutto il palato, la finisco in modo da poter avvicinarmi alla cucina insieme a lui ritrovandoci faccia a faccia quando Mario si gira all'improvviso cercando di ritornare nel salotto.
"Giulio che cosa stai facendo?"
"Niente, sono venuto a poggiare la tazza perché ho finito di bere la cioccolata"
"Mi lasci passare?", mi chiede perché io, intenzionato a sedurlo, cerco volontariamente di ostruirgli il passaggio da tutti le parti da dove potrebbe divincolarsi da me
"Su, dai passa", gli dico appoggiando una mano sul tavolo "vediamo come sei bravo a fare il limbo", continuo ma lui invece cerca di andarsene dall'altra parte libera che io subito dopo raggiungo per poi fermarlo
"Smettila per favore, non mi sembra il caso e poi togli quel coso dritto dal mio culo", mi ordina riferendosi al mio cazzo dritto "non mi interessa più", mi informa
"Neanche se faccio questo?"
Bacio Mario dietro l'orecchio destro mordendoglielo leggermente. So per certo che facendogli ciò lui possa capitolare. In tanti anni di fidanzamento, ogni volta che litigavamo anche per le cose più futili, mi bastava andargli dietro, baciarlo dove ho appena poggiato le labbra facendolo sciogliere e così si ritornava a fare pace come fanno anche le coppie eterosessuali quando hanno qualche battibecco. Anche questa volta non sbaglio e Mario si gira senza divincolarsi da me mentre i miei occhi guardano i suoi soffermandosi sulle labbra ed a lui succede lo stesso. Lentamente ci avviciniamo l'un l'altro sfiorandoci le bocche e aumentando l'intensità del bacio fino a quando le lingue non entrano nel cavo orale dell'altro insalivandoci anche l'esterno. Limonando, ci spingiamo contro la fine della cucina componibile e lui si inginocchia sbottonandomi la lampo e prendendo in bocca il mio cazzo. Gli metto una mano sulla nuca per guidarlo nel pompino ma temo di essere troppo prepotente e la tolgo quasi subito costringendo Mario a rimettercela lui stesso perché non vuole altro che fare l'amore con me con lo stesso impeto di quando lo facevamo mentre stavamo insieme.
"Vuoi scoparmi?", mi chiede mentre si alza e si toglie il maglioncino
"Scherzi? Certo che voglio scoparti", gli rispondo mentre abbasso la zip della mia felpa verdognola tenendola però addosso
"E poi dopo scopo te", mi avverte
"Lo sai che al cazzo di un bel ragazzo non so resistere", gli dico ricordandoglielo
Mario si abbassa i pantaloni e i boxer gettandoli su una delle tante sedie di legno che circondano il tavolo della cucina dello chalet di proprietà della nostra amica comune. Quando si gira mostrandomi il suo culo, per un attimo mi fermo ricordandomi che con quel buco mi ha tradito ma poi inizio a slinguazzarlo per prepararlo perché anche a me piacciono i ragazzi di colore e non gliene faccio più una colpa.
"Avevo dimenticato come sai usare la lingua. Che bello averlo ricordato" mi dice mentre insalivo il buchetto di Mario e ci infilo dentro qualche dita "certo che tuo zio ha proprio saputo insegnarti tante cose e sono contento che tu abbia voluto condividerle con me"
"E non ti secca che io le abbia fatte anche gli altri?", gli chiedo
Mario mi mette una mano intorno al collo facendomi alzare in modo da farmi avvicinare a lui per baciarmi. Questa dovrebbe essere la risposta che non gliene frega nulla se io abbia scopato con altre persone perché lui in questi 6mesi non e' stato certo a digiuno di cazzi o di altri buchi dove infilare il suo organo riproduttivo. Quando mi scanso da lui, afferro il mio membro e lo guido nel suo anfratto che lo accoglie dopo tanto tempo. Avete presente quando non vi segate per due o tre giorni che non appena iniziate a menarvi il cazzo vi viene quella sensazione di benessere che ci porterebbe a sborrare quasi immediatamente? Se vi e' successa, e' questa la stessa cosa che provo io adesso mentre sono nuovamente nel culo di Mario. Sono così felice di esserci solamente entrato che potrei anche venire. Ma non ci penso per niente e poi non soffro di eiaculazione precoce quindi posso avere tutto il tempo per scoparlo, a patto che i nostri amici non tornino prima. Lo agguanto per i fianchi cominciando a spingere la mia nerchia nel suo culo mentre Mario si poggia ad un mobile con entrambe le mani o alcune volte lo fa usandone solo una perché usa l'altra per masturbarsi il pene che gli sventola in mezzo alle gambe.
"Sbattimi, Giulio, sbattimi", mi incita Mario
"Mi e' mancato questo culo", gli dico rimanendo dentro di lui fermandomi ma agguantandogli le chiappe "e' il culo di una puttana", asserisco sculacciandolo
"Voglio esserlo sempre. Che stupido che sono stato. Che stupido", si schernisce da solo mentre riprendo a scoparlo
E' chiaro che le ultime frasi Mario le rivolgeva a se stesso. Si sente uno stupido per aver mandato all'aria il nostro amore per un cazzo di colore. Naturalmente nessuno potrebbe rinunciare ad un bastone color cioccolato, o almeno chi gli piace non lo fa, ma avrei preferito che avesse continuato a scopare con lui in mia presenza piuttosto piuttosto che trasformarmi in un cervo. Ma sono sicuro che si sia pentito e avermi risposto che vuole essere sempre la mia puttana mi fa ben sperare a patto che anche io sia la sua. Poggiato ad un mobile e impossibilitato a muovermi più del consentito, afferro Mario per il bacino e spingo indietro il suo culo come se si stesse scopando da solo sul mio cazzo. Lui si sega mentre cerca di aggrapparsi a qualsiasi oggetto saldo in modo da non cadere ma non deve avere paura perché non lo lascerò andare via tanto facilmente perché e' tempo che lui scopi me ma prima voglio dargli le ultime bordate. Decido di scoparlo lentamente colpendo il suo culo con spinte ben mirate e singole tralasciando quella frenesia che ho usato fino a pochi secondi fa. I suoi gridolini mi fanno eccitare e vorrei proseguire ma invece mi sfilo e prendo il suo posto.
"Questo culetto ha preso fin troppi cazzi per i miei gusti", mi dice quando si abbassa per prepararlo alla scopata
"Lei che cosa mi consiglia, dottore?"
"Che ne prenda ancora un altro e poi la smetta"
"Ok, a patto che questo lo prenderò fino alla fine dei miei giorni", gli rispondo
Spero che abbia ricevuto il messaggio. Voglio ritornare con lui non solamente per scopare senz'amore e basta ma per trascorrere la mia vita insieme all'unica persona che io abbia mai amato. Mario si sputa sopra il cazzo, se lo lubrifica e poi mi penetra. Io, al contrario di lui, mi sono posizionato meglio sul mobile poggiandoci anche i gomiti in modo da dargli tutta la possibilità di infilarmi il suo membro e anche bene. Basta un attimo che lo sento sfregare contro le pareti del mio sfintere con cadenza ritmica. Le mani di Mario fanno su e giù lungo la mia schiena e ogni tanto oltrepassano le spalle raggiungendomi il petto. I peli pubici mi solleticano le chiappe e i coglioni mi sbattono contro il perineo facendomi venire voglia di masturbarmi ma lo fa lui agguantandomi il cazzo che sbatte contro la maniglia di un cassetto cominciando a farmi male in prossimità della cappella. Purtroppo quando una persona ci sta scopando non riesce contemporaneamente a segarci come vogliamo noi ma già avere la sua mano intorno alla mia asta e' più che sufficiente e infatti dall'uretra comincia ad uscire del pre-sperma che Mario degusta raccogliendolo con le dita per poi ficcarle in bocca anche a me assaporando pure le secrezioni del suo cavo orale.
"Non vedo l'ora di assaggiare il tuo sperma"
"Se solo vuoi, potrai assaggiarlo sempre. Lo vuoi?", gli chiedo cercando di capire se la nostra sia solo una scopata per ingannare il tempo oppure qualcosa di più come le nostre frasi mi hanno fatto capire sperando che non sia state dettate solo dalla circostanza in cui ci troviamo
Spostando leggermente la gamba, riesco a inserire una mano tra il mio inguine prendendomi il cazzo e cominciando a masturbarlo. Mario continua a trombarmi aggrappato ai miei fianchi e alle spalle con le sue mani che diventano gli artigli di un'aquila. Ogni tanto mi vengOno dei brividi di freddo perché il corpo nudo non riesce ad abituarsi alla temperatura dell'ambiente nonostante ci sia il camino acceso e anche perché il bacino del mio "ex" ex fidanzato sbatte contro il mio culo bagnandomi con leggere goccioline di sudore. Quando lo sfila dallo sfintere, si sega davanti ad esso ed io lascio stare il mio cazzo allargandomi le chiappe con le mani in modo da venire macchiato meglio con il suo sperma che quando cade a terra, dei leggeri schizzi mi colpiscono i piedi e le caviglie. Mario, subito dopo aver eiaculato, me lo rinfila dentro e approfitta per scoparmi prima che l'erezione vada man mano diminuendo finendo per toglierlo definitivamente appaggandosi per avermi trombato. Io, invece, ancora non sono venuto ed ho ancora voglia di farmelo quindi lo faccio stendere su un tavolino e mi avvicino a lui tenendogli sollevato una gamba sostenuta dalla mia mano sinistra mentre la destra aiuta la mia minchia ad arrivare a pochi centimetri dalla sua entrata posteriore.
"Scopami Giulio, non farmi aspettare"
"Lo vuoi di nuovo dentro?"
"Si, non resisto. E' stato troppo bello e non so come io abbia fatto a vivere tutto questo tempo senza il tuo cazzo e soprattutto senza di te", mi dice ammettendo, seppure implicitamente, che io sia migliore del ragazzo di colore
Con la punta del cazzo spennello la sua rosellina che si apre sempre più sia da sola che aiutata da una mano di Mario. La pigio facendogli credere che io stia per penetrarlo ma poi mi tiro indietro vedendo sul suo volto i segni del godimento provocati dal mio avvicinamento a lui e quelli di tristezza quando invece mi allontano. Mi chino e lo bacio con passione.
"Adesso ti scopo"
"Era ora"
"Volevo solo giocare con te"
"Mi sono mancati anche i giochetti. Peccato non avere ancora del tempo perché mi sarebbe piaciuto farmi pisciare addosso", mi ricorda
Ha ragione. Non abbiamo molto tempo perché le previsioni meteo questa volta hanno indovinato. Ha ricominciato di nuovo a nevicare e i nostri amici potrebbero tornare da un momento e all'altro trovandosi davanti uno spettacolo gratuito degno delle migliori fiere europee sul sesso. Per questo motivo mi intrufolo di nuovo nell'ano di Mario prendendolo dall'inguine e ricominciando a scoparlo. Lui cerca di far tornare eretto il suo pene ma non ci riesce. Potreste pensare che soffra di qualche malattia visto che il vostro torna in piedi subito dopo una sborrata ma il periodo refrattario cambia da persona a persona e lui ci mette un po' per farlo drizzare nuovamente. Intanto proseguo nel dargli spinte sempre più energetiche per caricare i miei coglioni di sborra che tra poco andrò a versare in qualunque parte del corpo lui desideri. Il suo pube e' appiccicoso e decido di imbrattarlo ancora di più quando sborro tutta la mia essenza su di lui. Con la mano la raccolgo e gliela faccio ingoiare mentre lui si inginocchia e mi ripulisce il cazzo. Poco prima che la combriccola di amici possa tornare, io e Mario ci laviamo promettendoci di scopare ancora un'altra volta per poi ritrovarci tutti e due nella vasca cospargendoci di caldo piscio.
"Vi siete divertiti pomeriggio?", ci chiede la nostra amica
"Si, ci siamo divertiti", le rispondo guardando Mario
"Lo sapevo che avrebbe funzionato", fa il fidanzato della padrona dello chalet dove stiamo consumando il cenone dell'ultimo giorno dell'anno
"Congratulazioni", ci dice un altro amico
"Siete una bella coppia", gli fa eco l'altro palesemente innamorato non so di chi ma sperava che io o Mario potessimo scoparlo
"Ero sicura che se vi avessimo lasciato insieme nella stessa casa non avreste resistito un attimo per scopare"
"Sei una stronza ma visto com'e' andata, ti adoro", fa Mario
"Grazie per non aver insistito nel farmi venire con voi", replico "se l'avessi fatto, chissà con chi sarebbe andato a scopare questo bellissimo ragazzo", proseguo baciando Mario su una guancia
"Sicuramente con qualche ragazzo di colore", dice l'amico geloso mentre l'altro gli da una gomitata e viene guardato in malo modo da quasi tutti i commensali presenti
La cena continua fino a quando altri amici della mia amica ci raggiungono per trascorrere la vigilia di Capodanno insieme con noi trasformando un semplice chalet di montagna nel salotto di un albergo. Poco prima dello scoccare della mezzanotte, mi ritrovo insieme a Mario sotto un vischio che penzola poggiato alla cornice di un balcone dal giorno di Natale. Si e' un po' seccato ma i fiori bianchi si riconoscono ancora. Chiaramente, come da tradizione e per buon auspicio, ci scambiano un tenero bacio che presto diventa qualcosa di più. E' sicuramente il segnale che la nostra relazione e' ricominciata ma, visto come si baciano, sembra quasi che non fosse terminata per niente. Ma il mio pensiero va anche a Rafael, Pedro e mia madre. Con loro avevo iniziato delle storie che adesso dovrò interrompere per forza. Un po' mi dispiace perchè con il mio patrigno le cose andavano bene ma non ho nessuna intenzione di perdere Mario per colpa mia, questa volta. Anche con gli altri chiudo ogni ponte lasciandoli con un po' di amaro in bocca ma sono sicuro che riusciranno a trovare chi possa amarli veramente. Al ritorno a casa, dopo l'Epifania, i camion del trasloco riportano tutte le mie cose nella casa che condividevo con Mario riprendendo la nostra routine quotidiana andando di nuovo al lavoro insieme perché suo zio Gustavo mi ha nuovamente assunto come se non aspettasse altro che io e il nipote ci riappacificassimo. Quando il trasloco finisce, il letto e poi il bagno per una sessione di pissing vengono ribattezzati ed io mi muovo in quella casa come se non fossi mai andato via.
"Presto dobbiamo andare all'ospedale", mi avverte mia sorella tramite una chiamata nove mesi dopo, verso la metà di Settembre
"Dacci il tempo di vestirci", le rispondo saltando giù dal letto
"Cosa succede?", mi domanda Mario
"Ci siamo", gli dico iniziando a vestirci
In ospedale, nella sala parto, mia madre stesa su un lettino sta gridando come una pazza. Deve partorire e quando il bambino viene alla luce, tutti noi siamo felici ma io un po' meno. Quello che all'apparenza potrebbe essere il mio fratellastro, non ha niente di Rafael soprattutto nel colore degli occhi che sono celesti. Nessuno nella nostra famiglia ha gli occhi di questo colore, solamente io...

FINE CAPITOLO 25

FINE

TUTTO CIO' E' ACCADUTO PRIMA DEL COVID-19

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