Gay & Bisex
La mia adolescenza 5
di FRANK_1987
28.01.2019 |
10.009 |
7
"Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Il prossimo capitolo uscirà GIOVEDI'. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.Attori in erba provano…a scopare
CAPITOLO 5
Come già accennato nel precedente capitolo, nel mese di Settembre, con l’inizio della scuola, un nuovo ragazzo si trasferisce nel mio liceo. Si chiama Alberto, ha la mia stessa età, ha i capelli neri sempre portati a spazzola e gli occhi verdi. Nonostante frequenti la IV° di un’altra sezione, non faccio altro che guardarlo tutti i giorni durante la ricreazione, mentre aspettiamo l’arrivo del professore, perfino mentre usciamo dalla scuola cerco di guardarlo per l’ultima volta giornaliera in modo da fissarlo bene nella mia mente e poi utilizzare quest’ultimo ricordo per segarmi immaginando che mi stia scopando. Dal canto suo, però, non c’e’ nessun interesse verso di me. Si capisce che e’ un etero convinto perché non gli piace questo mio attaccamento quasi morboso nei suoi confronti e dal momento e’ arrivato, quando le quarte si uniscono insieme, non mi hai mai rivolto la parola come se parlandomi, io lo trasformassi in un omosessuale oppure venga additato come gay dagli altri compagni solo e semplicemente perché mi parla. Dopo qualche tempo, durante la ricreazione, lo vedo insieme ad un gruppetto di ragazzi dopo c’e’ anche la presenza di un ragazzino di prima. Quando passo lo guardo come faccio ogni volta che posso e poi lo sento rivolgere verso di me, una frase spiacevole.
“Ma cchi cazzu tena dde guardare ssu ricchiune?” (Ma che cazzo ha da guardare questo ricchione?)
Il cuore mi batte all’impazzita, sono molto agitato e anche un po’ spaventato. Mi chiudo nel bagno sperando che non mi raggiungano ed aspetto che l’agitazione passi da sola. Penso immediatamente di non guardalo più, di smetterla per paura che possa farmi qualche scenata davanti agli altri che, pur sospettando della mia omosessualità, non ne hanno ancora la prova però poi quella frase mi carica ancora di più, non voglio dargliela vinta e quando esco dal bagno lo trovo in compagnia solo del ragazzino di prima e questa volta non guardo solamente Alberto ma anche il ragazzino. E’ un osso duro, non riesco a convincerlo ma non mollo la missione. Non faccio altro che guardarlo tutto il giorno, ad ogni ora, ogni volta che ne ho l’occasione, devo fargli venire il disgusto di essere guardato in continuazione anche se lui, per smorzare un po’ la cosa, mi chiama in vari modi ma quello che mi piace di più e’ “Spermaboy”. Quando sento che mi chiama così per la prima volta, non faccio nessuna reazione. Lui sicuramente immaginerà che ho assaggiato diverso sperma e nella mia mente penso che vorrei dirgli di farmi assaggiare anche il suo così potrà chiamarmi “Spermaboy” con la consapevolezza che lo sono davvero. Nel mese di Dicembre, dopo estenuanti corteggiamenti sempre andati a vuoto, scopro che il ragazzino di prima che e’ sempre in compagnia di Alberto e’ suo fratello Kevin. Ha 14anni, capelli e occhi neri e a differenza del fratello che e’ magrolino, Kevin e’ un po’ più cicciottello ma non per colpa del grasso, non lo e’ affatto, ma a causa della sua costituzione ossea. Anche Kevin e’ un bel vedere e quando scopro della loro parentela, fantastico su quanto possa essere bello farmi scopare da tutti e due contemporaneamente. Pochi giorni prima delle vacanze di Natale, la nostra professoressa di Italiano all’ultimo anno di insegnamento, decide di preparare una mini recita per salutare il suo ultimo Natale da insegnante. Quando assegna le parti, combinazione, io vengo affiancato ad Alberto dovendo rappresentare due pastorelli del presepe. Questa e’ la prima occasione che ho di parlargli e gli consiglio di venire a casa mia per provare la parte ma lui, impaurito che io possa sedurlo nel mio habitat naturale, consiglia invece di vederci a casa sua sperando che io, intimorito dal posto, possa starmene con le mani in mano.
“Io esco”, comunico ai miei genitori
“Dove vai?”, mi chiede mamma
“Vado da un mio compagno di scuola, dobbiamo provare la parte della recita”
“Fai attenzione”, si preoccupa papà “vuoi che ti accompagni?”, continua
“No oggi e’ una bella giornata, farò una passeggiata”
Esco di casa e mi incammino per raggiungere l’abitazione di Alberto. Sebbene non sia un appuntamento sessuale, sono molto emozionato e il cuore mi batte all’impazzita. Per calmarmi, mi ripeto la parte che devo provare fino a quando arrivo davanti al suo portone e busso. Subito dopo mi apre Kevin.
“Cia’, frattita e’ intra?” (Ciao, tuo fratello e’ in casa?)
“Cchi vvuì e illu?” (Che vuoi da lui?), mi chiede prepotentemente
“Avimu e prova’ a recita” (Devo provare la recita)
“E’ ntra st’nza” (E’ in camera), continua Kevin
“Me fa trasare o ciaiu e rire e battute e cca?” (Mi fai entrare o devo dirgli le mie battute da qui?), gli risponde malevolmente
Kevin mi guarda un po’ in cagnesco e poi mi fa entrare facendomi aspettare nel corridoio mentre lui va a chiamare suo fratello. Sono molto spaesato perché sono entrato per la prima volta in questa casa e non per scopare con qualcuno. Poco dopo Alberto, indossante un jeans, un maglione nero e una camicia bianca, arriva dalla sua stanza e mi fa accomodare nel soggiorno. Mi siedo timidamente sul divano mentre noto che i due fratelli si danno delle occhiate furtive e ogni tanto Kevin accenna un sorrisetto beffardo. Per smorzare l’agitazione, consiglio di iniziare con le prove. Anche Alberto e’ contento della mia idea ma soprattutto perché, in questo modo, io possa andarmene da casa sua ma invece, battuta dopo battuta, scopro che il ragazzo non e’ così male come immaginavo e che il suo temperamento da duro e’ soltanto una maschera che indossa a scuola. Mi offre una cioccolata calda e io, da grande consumatore di cioccolato e simili, l’accetto. Alberto e Kevin vanno nel cucinotto mentre io rimango da solo nel salotto ripassando la mia parte.
“Kevin a voì finì?” (Kevin, la vuoi smettere?), sento dire improvvisamente ad Alberto
“Ma cchi male c’e’?” (Ma che male c’e’?), gli fa eco Kevin
“Finisciala” (Smettila), continua il fratello
“E ddai, cussì armenu e’ lla vota bbona ca…” dice Kevin omettendo di farmi sentire l’ultima parte della frase forse perché detta all’orecchio del fratello
“Ma cchi cazzu cunti?, vavatinne” (Ma cazzo dici? Vattene), termina Alberto per poi tornare nel salotto portandomi la cioccolata calda
Nonostante l’accesa discussione di prima, i nostri rapporti non cambiano. Ci stiamo divertendo da pazzi e noto degli sguardi che Kevin rivolge ad Alberto il quale guarda in malo modo il fratello ma non riesco ancora a capire perché. Alberto e Kevin sembrano ben disposti a parlare con me, un omosessuale, e io sono ben disposto ad accettare che, domani mattina a scuola, si comportino freddamente con me davanti a tutti gli altri continuando ad ignorarmi e magari anche ad insultarmi, tanto ormai so come sono fatti e anche se questo mi fa stare male, in fondo so che lo fanno soltanto per salvare le apparenze in un luogo, il Meridione, pieno di pregiudizi e in un posto, il liceo, dove se vieni etichettato, il marchio ti rimarrà in eterno. Il piacevolissimo pomeriggio passato in compagnia di Alberto e Kevin purtroppo finisce e per salutarmi, il più grande dei due, mi stringe la mano toccandoci per la prima volta. Durante tutta la settimana che precede la recita scolastica sopporto a scuola i loro epiteti offensivi ma in casa, sia mia che sua, apprezzo maggiormente il loro essere liberi togliendosi quella maschera che i coetanei gli hanno imposto di indossare. Il pomeriggio prima della recita, aspetto Alberto in camera sua.
“Cchi sta faciennu?” (Che stai facendo?), mi dice Alberto entrando
“Staiu lejiennu a parte” (Stavo leggendo la parte)
“A dde si arrivatu?” (Dove sei arrivato?), continua lui
“Alla metà” (A metà)
“T’avia chiestu e me aspettare” (Ti avevo chiesto di aspettarmi)
“M’era stancatu e aspettare e cussì aiu volutu cuminciare” (Ero stanco di aspettare e così ho voluo cominciare)
“Mo ma paghi” (Ora me la pagherai), dice Alberto
Il ragazzo inizia a farmi il solletico. Io getto a terra i fogli che stavo leggendo e rido fragorosamente cercando di allontanare le sue mani, che sembrano i tentacoli di un polipo, da sopra il mio corpo. Lo so, fin da quando l’ho visto ho desiderato che mi toccasse ma non per farmi il solletico, ma per accarezzarmi sinuosamente. Mentre rido, ogni tanto lo osservo e nei suoi occhi vedo la gioia di potermi toccare anche pur facendomi un semplice scherzo.
“Cchi fannu i piccioncini?” (Che fanno i piccioncini?), fa Kevin entrando all’improvviso
“Vavatinne” (Vattene), gli risponde imperativo il fratello smettendo di solleticarmi
“Me stava faciennu u solleticu” (Mi stava facendo il solletico)
“Ma raveru?” (Ah davvero?), fa Kevin guardando sbalorditamente Alberto che e’ confuso “e cumu stava faciennu? Forse cussì? (E come stava facendo? Forse così?), continua Kevin iniziando anche lui a farmi il solletico
Alberto ci guarda per un po’ e poi riprende a solleticarmi insieme al fratello. Cerco di resistere alle loro mani divincolandomi ma mi toccano nei punti strategici facendomi perdere le forze in modo da non riuscire a farli smettere continuando a ridere fino a quando Kevin tira il pantalone della mia tuta lasciandomi in mutande.
“Ma chi cazzu fa’, Kev?”, gli domanda sorpreso il fratello smettendo improvvisamente di solleticarmi
“Chillu chi volia fare tu” (Quello che volevi fare tu)
“Vestalu torna” (Rivestilo subito)
“Guarda cchi pelle vellulata ca tena” (Guarda che pelle vellutata che ha), gli risponde Kevin sollevandomi la maglia e toccandomi l’addome mentre Alberto deglutisce amaramente
“Finiscitela guagliu’” (Smettetela ragazzi), gli dico io cercando di contenermi
“Ma statte cittu ca e’ dde quannu na vistu ca vue i cazzi nuerri” (Ma stai zitto che e’ da quando c’hai visto che vuoi i nostri cazzi)
Quando sente queste parole, Alberto fa a Kevin un cenno di approvazione e il più piccolo dei due fratelli mi abbassa il pantalone fino alle caviglie esponendo il mio pene avvolto nel mio boxer e ancora a riposo. Alberto si abbassa su di me ed inizia a baciarmi. Non riesco ancora a credere che il nuovo arrivato nel mio liceo mi sta baciando in presenza del fratello che, dal canto suo, si protrare verso di noi chinandosi sul mio petto cominciando a baciarlo. Alberto si alza raggiungendo i miei piedi liberandoli dalle scarpe e togliendomi completamente il pantalone, poi mi si avvicina e mi leva anche la maglia. Preso dalla voglia, sollevo i loro pullover facendogli capire che devono spogliarsi e così, mentre Alberto e Kevin mi mostrano i loro torsi, io li accarezzo. Quello di Alberto si presenta asciutto e tonico mentre quello di Kevin e’ un po’ rotondetto ma comunque definito. I due fratelli indugiano sul mio corpo accarezzandolo, baciandolo e leccandolo ma poi d’un tratto Alberto si ferma.
“Un llu potimu fa’” (Non possiamo farlo)
“Pecchì? E ddai ca signu arrittatu” (Perché? Dai che sono eccitato), gli ricorda il fratello
“Ma me para e ne approfittare” (Ma mi sembra di approfittarne)
“Un ne fa’ na questione, me signu sempre sonnatu su momentu” (Non farne un dramma, ho sempre sognato questo momento), dico ad Alberto per metterlo a suo agio trovandomi sul suo letto
“E ddai eni cumu l’estate passata quannu te futtia a zita tua, pue signu trasatu iu, na simu futtuta assieme e alla fine…” (Dai sarà come quest’estate quando ti scopavi la tua fidanzata, poi sono entrato io, ce la siamo trombati insieme e alla fine…), fa Kevin
“Vabbo’” (Ok), fa Alberto titubante
Il ragazzo si sbottona il pantalone abbassandoselo con tutte le mutande e, togliendoselo, mi mostra un cazzo di 18cm. Alberto mi si avvicina mentre Kevin ancora mi lecca l’addome. Supino su quel letto, l’unica cosa che riesco a fare e’ ricevere in bocca il cazzo di Alberto che lo spinge dentro le mie fauci aperte che lo sono sia per accogliere il suo cazzo e sia per l’eccitazione che mi sta facendo provare Kevin leccandomi l’ombelico e il leggero pelo che mi scende fino all’elastico, per poi privarmi del mio intimo notando la mia erezione cresciuta a causa delle sue leccate e dei suoi baci.
“Minchia, cchi cazzu” (Minchia, che cazzo), esclama stupefatto Kevin
“Cchi meraviglia” (Che meraviglia)”, gli fa eco Alberto
“Secondo te quantu e’ granne?” (Secondo te quanto e’ grande?)
“Un llu sacciu” (Non ne ho idea)
“19 centimetri”, gli rispondo
“Aia alla miseria, e’ cchiu granne e ru miu” (Mannaggia alla miseria, e’ più grande del mio), fa Alberto
“Allura l’avimu e’ punire” (Allora dobbiamo punirlo)
Con il cazzo ancora dentro la mia bocca, Alberto sale sul letto tenendo le mie mani ferme sul materasso impedendo di muovermi mentre Kevin da degli schiaffi sul mio cazzo dall’alto verso il basso facendomi provare dolore sul pube. I due fratelli continuano questo gioco perverso ma poi Kevin mi alza le gambe, mi avvicina a bordo letto lasciandomi sdraiato sul materasso e inizia a leccarmi il buco. Alberto scende dal suo letto e si abbassa sul mio inguine prendendosi in bocca il mio cazzo intanto che il fratello mi lavora la rosellina leccandomela oppure infilandoci dentro delle dita. Anche Alberto dopo un po’ si abbassa davanti al mio culo e ora le lingue che mi leccano sono due e le dita che entrano nel mio culetto per prepararlo alla scopata con due cazzi consaguinei sono molte di più rispetto a prima.
“Chissu tena tuttu esagerato” (Questo c’ha tutto esagerato), fa Kevin “u cazzu cchiu luengu e ru nuerru, u culu ruttu e chissà quanti cassi” (il cazzo più lungo del nostro, il culo rotto da chissà quanti cazzi), continua
“Quanti na avuti” (Quanti ne hai avuti?), mi domanda Alberto
“Veramente…”
“Cchi minne frica? Chillu chi me interessa e’ cca oje ne tena natri rui” (Che me ne frega? Quello che mi importa e’ che oggi ne avrà altri due), risponde Kevin al posto mio mentre lascia il fratello a leccarmi il foro anale e lui si toglie il pantalone esibendo un cazzo di 16cm
“Chine vo esere u primu?” (Chi vuol essere il primo?), gli domando masturbandomi
“Volimu cuminciare e ru cchiu picculu?” (Vogliamo iniziare dal più piccolo?), fa Kevin desideroso di entrare in me
“No a stanza e’ lla mia e io signu u primu a mu futtere” (No, la stanza e’ mia e io sarò il primo a fottermerlo), lo rimprovera Alberto
“Si, nu stronzo” (Sei uno stronzo), lo apostrofa Kevin
Alberto fa una smorfia ironica a Kevin, poi si alza, si sdraia sul letto, si sputa su una mano lubrificandosi il cazzo mentre io mi siedo a cavalcioni su di lui impalandomi sulla carne eretta di un giovane stallone mio coetaneo. Il ragazzo mi tiene per i fianchi mentre io faccio assestare il suo pene dentro di me e poi comincio ad andare su e giù aiutato anche dai movimenti del suo bacino. Da quando l’ho visto, ho bramato essere scopato da lui e da quando ho scoperto che Kevin e’ suo fratello, ho rivolto le mie fantasie erotiche anche nei suoi confronti ma mai avrei immaginato che potessero diventare realtà seppure nella mia mente, usandole mentre mi sparavo una sega sul letto della mia cameretta, c’erano o solo Alberto o solo Kevin a trombarmi ed adesso, nella realtà, tutte e due i fratelli si stanno godendo il mio corpo. Il grosso pene di Alberto entra ed esce dal mio orifizio peccaminoso e le sue palle sbattono contro le mie chiappe ogni volta che, in maniera sincronica, lui muove il suo bacino contro il mio culo e io muovo il mio culo contro il suo bacino. Kevin si sente un po’ escluso da questo amplesso ma alla fine sale sul letto per parteciparvi in qualche modo con i suoi centimetri in evidenza e succede una cosa del tutto inaspettata: Alberto inizia a succhiare il cazzo del fratello.
“Cchi culu chi tena” (Che culo che ha), fa Alberto
“Cum’e’?” (Com’e’?), gli chiede Kevin
“Funnu” (Profondo)
“Ce trasunu e palle?” (Ci entrano le palle?), chiede Kevin
“Natra picca” (Fra un po’), fa Alberto
“Futteme, futteme” (Scopami, scopami), incito il mio scopatore
“Cchi puttana cheni” (Che puttana che e’)
“Mo ce chiuru a vucca” (Adesso le chiudo la bocca), minaccia Kevin
Kevin si alza sul letto divaricando le gambe per non perdere l’equilibrio e mi infila il cazzo in bocca. Aveva ragione a dirmi che me l’avrebbe chiusa perché nonostante sia un cazzo di normali dimensioni, quello che non ha di normale invece e’ la circonferenza che mi occupa tutta la bocca costringendomi a respirare solo con il naso. Mentre Alberto mi scopa toccandomi il culo, la schiena e il petto, Kevin infila sempre più il suo membro nelle mie fauci ben disposte ad accoglierlo sapendo che poco prima era stato lucidato dalla saliva del fratello. Arpionato ai miei fianchi, Alberto mi scopa velocemente facendomi ogni tanto perdere il cazzo di Kevin approfittando quindi, per prendere qualche boccata d’aria. Poi Kevin smette di farmi succhiare il suo cazzo e si inginocchia dietro la mia schiena. Sento le sue mani accarezzarmi le chiappe e la sua lingua umida strofinare sulla mia pelle delicata. Il ragazzino infila alcune dita nel mio buco di culo occupato dal cazzo di suo fratello, poi riprende a leccarmi sul coccige scendendo fino all’asta del fratello che gli lecca mentre e’ ancora ben piantata dentro di me. Si solleva nuovamente e mi massaggia i glutei pizzicandomeli e sento uno schiaffo sulla pelle di qualcuno. Senza avvertire dolore, capisco che lo schiaffo l’ha dato al fratello come un segnale segreto tra loro due.
“T’ha vo’ futte’?” (Te la vuoi scopare?), chiede Alberto a Kevin smettendo di scoparmi ma restando sempre in me
“E certu” (E certo), risponde il fratello masturbandosi il cazzo
“Cumu te minti?” (Come ti posizioni?)
“Cussì” (Così), fa Kevin sedendosi sul letto di Alberto
“Scinne” (Scendi), mi fa il mio scopatore
“Serete cca” (Siediti qua), mi ordina Kevin
“Cumu?” (Come?), domando
“Alla storta” (Alla rovescia)
“Cussì?” (Così?), gli chiedo sedendomi su di lui ma dandogli la schiena
“Bravo cussì” (Bravo, così)
“Mintaccellu” (Mettiglielo), ordina Alberto al fratello Kevin
Kevin impugna il suo cazzo e me lo infila nel culetto mentre io, posizionato a rana sopra di lui, vengo scopato. Il ragazzino solleva un po’ le spalle da sopra il materasso e, ponendo le sue mani sul mio ventre, muove il bacino contro di me entrando più che può nel mio ano occupato da Alberto fino a qualche istante prima. Il fratello e’ inginocchiato sul letto e si masturba il cazzo mentre il mio, eretto, si muove di qua e di là ogni volta che Kevin affonda in me. Alberto smette di segarsi e si abbassa sul mio cazzo succhiandomelo. Kevin, tenendomi adesso con una sola mano, usa l’altra per premere la testa del fratello, e di conseguenza anche la bocca, contro il mio pene che gli entra tutto dentro facendolo tossire ma senza toglierlo per respirare. Intanto che Alberto mi succhia anche l’anima, mi godo il randello di Kevin che strofina lungo tutte le mie parenti anali. Non sono mai stato scopato da un ragazzo più piccolo di me, ho sempre avuto cazzi maturi o coetanei ma dare piacere anche ad un pene più giovane, mi da gioia facendomi entrare ancora di più nel mio ruolo da puttana per ogni età. Alberto smette di succhiarmi e si avvicina a Kevin che si poggia completamente sul letto e inizia a succhiare di lato il cazzone del fratello mentre ancora viola le mie carni non più vergini da tanto tempo. Il ragazzino si dedica al piacere da conferire al fratello piuttosto che al mio allora sono io quello che saltello felice su quel giovane cazzo che sebbene sia nella norma e’ più grosso di quello del fratello.
“Esce e cca” (Esci da qua), fa Kevin alzandosi togliendomi il cazzo dal culo e smettendo di succhiare il cazzo del fratello
“U vu’?” (Lo vuoi?), chiede Kevin ad Alberto
“Certu” (Certo), gli risponde con l’acquolina in bocca
“E consate allura” (Posizionati allora)
Alberto si posiziona sul petto del fratello e poggiando le mani su un cuscino solleva un po’ il bacino fottendo la bocca di Kevin come se fosse un buco qualsiasi. Io ne approfitto per succhiare il pene di Kevin ripulendolo di tutti i miei umori e quando alzo la testa mi trovo davanti il buco del culo di Alberto. Quando ancora non ero stato deflorato dal mio sverginatore maturo, ricordo che mi osservavo il culo allo specchio ed era ancora chiuso non si mostrava come la piccola serratura verticale che e’ adesso. Con questo ricordo in mente, deduco che il buco di Alberto non e’ più vergine perché si presenta uguale al mio dopo aver perso la verginità. Non so con chi abbia fatto l’amore la prima volta ma capisco perché a scuola non mi tratta nel migliore dei modi: non vuole far scoprire a nessuno di lui perché altrimenti lo prenderebbero in giro per la sua omosessualità, anzi bisessualità perché Alberto l’estate scorsa aveva una ragazza che si e’ scopato insieme a Kevin. Alberto esce dalla bocca di Kevin che si muove strattonandomi senza tener conto del piacere che gli stavo dando al cazzo e poi Alberto si posiziona a pecorina e Kevin gli va dietro facendo sparire il suo cazzo dentro l’ano del fratello maggiore. Ora ho capito con chi ha perso la verginità e capisco anche cosa e’ successo dopo che si sono fottuti quella ragazza. Alberto, da sempre attratto dai due sessi, non ha saputo resistere quando si e’ trovato di fronte il primo cazzo diverso dal suo e non si e’ fatto scrupolo a dare il culo al fratello tanto non avrebbe mai rivelato questo segreto.
“Futte, futte” (Scopa, scopa), fa Alberto
“Ogni iuernu chi passa diventa sempre cchiu largu” (Ogni giorno che passa diventa sempre più largo), fa Kevin
“Cchiu dde chillu e Giulio?” (Più di quello di Giulio?)
“No, chillu e’ na voragine” (No, quello e’ una voragine)
Io, Alberto e Kevin scoppiamo in una fragorosa risata. Poi mi posiziono davanti ad Alberto che mi prende in bocca il cazzo succhiandomelo e alla fine gli vengo sulla lingua e lui manda giù ogni goccia possibile. Anche Kevin estrae il suo cazzo dal culo del fratello e gli sborra sopra per rientrare un altro po’, dare un paio di spinte e uscire definitivamente mentre io lecco le chiappe di Alberto intrise di giovane sborra adolescenziale. Alberto si solleva sul letto poggiando la sua schiena contro il petto del fratello e io mi posiziono sotto il suo cazzo che spruzza il suo nettare facendomelo bere come se uscisse da un rubinetto. Tutti e tre ci sdraiamo stremati sul letto e ci massaggiamo a vicenda e ci baciamo. Quando Alberto e Kevin non prestano più attenzione a me intenti a baciarsi e a toccarsi a vicenda, raccolgo le mie cose, mi vesto senza disturbarli e me ne torno a casa. Il giorno dopo recitiamo e iniziano le vacanze di Natale. In questo periodo di solito prevale il rosso e anche nelle nostre stanze domina il rosso ma quello della passione, infatti con Alberto e Kevin inizio una relazione un po’ altalenante…
FINE CAPITOLO 5
TO BE CONTINUED
QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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