Gay & Bisex
Vita di coppia 21
di FRANK_1987
22.12.2019 |
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"Non riesco a credere che ognuno di noi debba fare sesso con chiunque gli capiti a tiro indipendentemente dalla sua identità di genere..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica. Questi racconti si collocano dopo la saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”Un’applicazione geniale
CAPITOLO 21
Sono gli ultimi giorni d’estate. Un altro anno e’ quasi volato via. Mamma mia come passano in fretta le stagioni. Ruzzolano l’uno dietro l’altra che non ti rendi conto quale stai vivendo adesso. Quando ero piccolo, mia madre e mia nonna si sedevano in terrazzo a chiacchierare del più e del meno. L’argomento si spostava quasi sempre sul tempo atmosferico ogni volta che un po’ di sole le raggiungeva. Dicevano che quando sarebbe arrivato il freddo dovevano chiudersi in casa come delle vecchie comari e a me sembrava che l’inverno non arrivasse mai. E così succedeva. Forse perché ero ancora un bambino e non potevo capire lo scorrere del tempo e percepire i cambiamenti sul nostro corpo. Adesso invece, quei medesimi mutamenti li osservo eccome. Il mio corpo e’ diventato più massiccio e tonico. Mi sono cresciuti i peli sulle gambe, sulle braccia e anche sul petto, il cazzo e’ diventato più grande ma tutto questo non ha neanche a che vedere con gli sconvolgimenti della mia vita. Eh si, perché da bambino nessuno poteva prevedere, naturalmente, cosa mi sarebbe successo da grande. Nessuno poteva mettermi in guardia anticipandomi che avrei fatto sesso con metà della mia famiglia. Non fraintendetemi, non rinnego nulla, ma col senno di poi mi accorgo che determinate cose avrei preferito non farle. Vorrei la macchina del tempo per tornare indietro ed impedire a me stesso del passato di fare sesso con papà. Di portargli un po’ più di rispetto invece di trattare il suo culo come un buco dove inserire solo la mia minchia e viceversa. Anche il sesso con la mamma cancellerei. Lei sembra averlo dimenticato, o forse non ci dà peso, ma ogni volta che mi viene in mente provo una sensazione di vergogna per essermi intrufolato con i miei centimetri nella stessa carne che ho strofinato con la testa e il resto del corpo per venire al mondo. Non e’ che non mi sia piaciuto scoparmi una donna ma se fosse stata un’altra, sarebbe stato meno traumatizzante. Ma in fondo potevo anche fermarmi prima, nonostante ricordo ancora perfettamente com’era vestita quella sera e, ricordarla con il tailleur addosso, non mi fa più vergognare ma eccitare. L’unica cosa che avrei fatto accadere e’ il sesso con nonno Ugo. Il suo cazzone spaventosamente grosso, unito alla sua tenerezza nel prendersi la mia verginità, mi hanno regalato una prima volta che dopo 14anni ancora non riesco a dimenticare. E non ho nessuna intenzione di farlo. Molti di voi mi consiglierebbero di cancellare anche questo incesto, che poi sarebbe il primo in ordine cronologico, ma mentre con i genitori ho avuto un rapporto complicato e mi turbo nominando mentalmente questi determinati fatti, con il nonno ne ho avuto uno splendido anche se so, ragionando con la mia parte razionale del cervello, che farsi inculare dal padre di tuo padre non e’ la cosa più normale al mondo sebbene capiti un po’ dappertutto e venga usata anche violenza sessuale. Comunque sia, non posso fare niente per cambiare quello che e’ stato. Devo ricordarmi che le esperienze che ho avuto mi hanno permesso di diventare l’uomo che sono adesso. Si lo so, faccio soltanto il cameriere, la mia laurea e’ andata a farsi fottere ma questa e’ la vita e fino a quando la vivo con il sorriso stampato sulla faccia, tutta l’umiliazione che ho subito a scuola e nel vivere quotidiano passano in secondo piano. Finalmente arriva l’autunno. Di questo periodo in America c’e’ la fiera del sesso a Folsom Street ma io e Mario rinunciamo ad andarci perché le spese da affrontare non rientrano nel budget e anche perché siamo appena rientrati dal Texas dove ho scopato con il testimone del marito di mia cugina di terzo grado e anche con il fratello di lei.
“Ah, si, più forte, ancora”
“Sei una troietta, lo sai?”
“Si, lo so. Fammi male”
“Ti sfondo. Ti spacco il culo. Ti piace farti scopare da un ragazzo più giovane eh?”
“Si, mi eccita”
Questa conversazione viene enunciata tra me e Pietro. Il ragazzetto maggiorenne mi sta trombando sul letto di casa mia. Sono con la schiena poggiata sul materasso e il culo, occupato dal suo cazzo, in aria mentre le gambe vengono sorrette da Mario che fa ciondolare la sua banana semi eretta sulla mia faccia. Ormai sono già grande da un pezzo e mi eccita sapere che il mio sedere dona sollazzo anche ai più giovani. Mi attirano per la loro immaturità nel sesso e mi piace pensare di essere per loro una guida portandoli a scoprire nuovi modi per poter godere. Pietro mi tiene fermo per l’inguine mentre sbatte il suo pube contro le mie natiche. Il giovane calciatore sta imparando veramente come fare per portarmi a godere nonostante faccia anche la parte passiva. Diciamo che e’ come me. Prima lo prendevo solo nel culo ma quando da adolescente mi sono scopato il giovane fratello polacco della moglie di mio fratello Salvatore, anche io intervallo i due ruoli nella vita. Mi piace molto dominare un bel sederino, che esso sia giovane o maturo, ma allo stesso tempo mi piace molto aprirmi tutto per accogliere sempre più centimetri dentro di me. Mario mi ficca il suo cazzo in bocca. Sa degli umori del culo di Pietro che mi afferra per i capezzoli strizzandoli. Mi masturbo il cazzo che ancora non ha goduto di nessun budello presente nella stanza. Non voglio ancora raggiungere l’eiaculazione perché il 18enne deve farsi chiavare da me come e’ successo con il mio fidanzato. Ho l’intestino talmente anestetizzato che non sento neanche più le spinte che riceve. So solamente che Pietro e’ ancora al suo interno perché si muove contro di me ed e’ chiaro che sta continuando a scoparmi.
“Basta, ora e’ il mio turno”, gli dico dandogli una spinta facendolo cadere sul letto
“Ok, stronzo, vediamo se reggi il confronto oppure l’età comincia a farsi sentire”, mi stuzzica il ragazzo
Arrabbiato, scendo dal letto e prendo Pietro per un braccio facendolo girare verso di me. Lo porto con il culo proprio a bordo letto fino a quando le sue gambe non toccano il tappeto, poi gliele alzo e inizio a leccargli il buchetto. Anche se e’ stato già usato da Mario in precedenza e quindi e’ abbastanza lubrificato, lo faccio più per provare godimento io che lui. Lascio andare le sue gambe e lo afferro per il bacino girandolo a pecorina. Con il torso sdraiato sul materasso e i piedi poggiati a terra, il sedere di Pietro si apre per me ed io entro senza neanche bussare. Sicuramente vi siete accorti che non ho menzionato l’uso del preservativo. Anche se ho giurato che l’avrei usato per prevenire ogni malattia sessualmente trasmissibile, con Pietro non lo utilizziamo perché ci fidiamo di lui e lui di noi. Sappiamo che incontra altre persone e lui sa delle nostre avventure ma ci proteggiamo solamente con gli uomini con i quali scopiamo senza conoscerli più in fondo. Poggiato con le mani sulla sua schiena, lo scopo sbattendo violentemente il bacino contro i suoi glutei. Chissà se lo sto scopando con più veemenza rispetto a quando mi scopava lui. Non potendosi masturbare, lo faccio io e Mario, seduto a gambe aperte davanti alla sua faccia, si fa succhiare il cazzo. L’ano di Pietro diventa sempre più largo ogni giorno che passa. Una volta c’ha detto di aver provato la doppia penetrazione. Io l’ho praticata solamente poche volte ma mi piacerebbe riprovare con il mio fidanzato e il mio amante fisso. Non riuscendo a trattenermi più, scarico nel budello del ragazzo tutto il mio sperma mentre Mario gli riempie la bocca con il suo. Esco dal culo e mi inginocchio segandolo. Non riesce ancora a muoversi, quindi mi faccio sborrare nella mano e poi gli faccio leccare tutto quello che ho raccolto.
“Allora? Ho retto il confronto?”, gli chiedo
“Proprio no”, mi risponde riuscendo a sdraiarsi sul letto
“Sei uno stronzo”, gli dico
“E’ la verità”, continua lui ma tanto so che sta mentendo perché si tocca continuamente la rosellina ormai irrimediabilmente allargata
“Vado a fare la doccia”, fa Mario alzandosi dal materasso “anzi, prima vado a pisciare”
“Mmh, buona idea”, dico facendo intuire al mio ragazzo cosa ho in mente
“Ehi, che cazzo fai?”, mi domanda Pietro mentre gli prendo le mani e gliele giro all’indietro “lasciami stronzo”, continua a blaterare e Mario gli lega gli arti inferiori con la sua stessa maglietta “che cosa volete fare? Così mi fate male”, prosegue urlando mentre noi due lo facciamo alzare dal letto e lo spingiamo costringendolo a camminare dondolando
Nel corridoio, Pietro cerca di divincolarsi da noi ma, essendo in due e sebbene non forti quanto gli allenamenti di calcio hanno fatto diventare lui, lo conduciamo nel bagno. Lo facciamo inginocchiare nella doccia e ci prendiamo i cazzi in mano. Il ragazzo vorrebbe alzarsi ma scivola sbattendo con un ginocchio contro le mattonelle. Spero che non se lo sia rotto, altrimenti dovremo chiamare l’ambulanza e tutti verrebbero a scoprire cosa succede a casa nostra e anche perché mi dispiacerebbe se non potrebbe giocare mai più. Attendiamo quanto il liquido giallo delle nostre vesciche percorra il tragitto fino all’uretra e poi pisciamo contro Pietro. Con i primi schizzi lo colpiamo sul petto (RICORDATEVI DI NON INDIRIZZARE MAI IL PRIMO SCHIZZO IN BOCCA PERCHE’ NELL’URETRA SI RACCOLGONO SEMPRE DEI BATTERI) e gli altri glieli indirizziamo verso la faccia. Pietro serra le labbra per impedire che gli entri in bocca e fa un’espressione di schifo ma prima che possiamo finire tutta la nostra pipì accumulata, notiamo che si lecca le labbra. Naturalmente ci etichetta con diverse parole offensive ma dopo la doccia non va via come credevamo facesse a causa dell’utilizzo forzato della sua persona, ma rimane a casa con noi. Dopo cena, Mario consiglia di uscire un po’ e decidiamo di andare nel nostro locale preferito. Seduto ad un divanetto c’e’ papà. E’ vestito con uno smoking elegante, neanche fosse andato ad un ricevimento importante. Dopo la prima volta che lo portai qui, non l’ho più visto e mi fa piacere che si stia allietando con una ragazza dalla pelle leggermente ambrata. Lui non l’ha capito, ma quella non e’ effettivamente chi dice di essere.
“Ciao”, esclamo
“Giulio, che ci fai tu qui?”, mi domanda papà
“Sono venuto a divertirmi un po’”
“Ah ne sono contento”, fa lui “vedo che avete già trovato con chi passare la serata”, mi dice riferendosi a Pietro “non e’ un po’ troppo giovane?”, mi chiede
“No, e’ solo un amico”, mento per evitare un rimprovero
“Lei e’ Jessica, viene da Puerto Rico”
“Hola, muy bonito”, mi fa lei
“Papà questa non e’ una vera donna. E’ una trans”
“Che cosa?”, mi domanda sbalordito
“Certo! Guardala bene. Non riesci a notare i lineamenti maschili?”, mio padre fa cenno di no con la testa “ok, tu non puoi perché non ne hai mai incontrato una ma io si. So riconoscerle”
“Per incontrato intendi…”, fa papà senza finire la frase ed io annuisco ammettendo di avermi scopato delle trans ed essermi fatto scopare da una di loro “oh, wow, non me l’aspettavo. Però dev’essere divertente. Non so perché ma ho il cazzo che mi tira nei pantaloni più adesso che prima, pensando che fosse una donna”, e in effetti il bozzo la dice lunga
Papà e la trans Jessica si allontanano tra le persone che ballano. Non riesco a credere che ognuno di noi debba fare sesso con chiunque gli capiti a tiro indipendentemente dalla sua identità di genere. Che ne e’ stato del “sono gay e vado solo con i maschi?”. Lo so, proprio io non dovrei fare distinzioni del genere, ma avendo pensato per quasi una vita intera che se sono omosessuale devo prenderlo solo nel culo come fanno le donne, credere che io stia sbagliando, anche con tutta la mia esperienza alle spalle, e’ un po’ difficile. Mentre il mio genitore e la sua nuova conquista spariscono indisturbati, mi volto verso Pietro e lo vedo seduto ad uno sgabello del bancone. Un tizio alla sua destra gli ha messo una mano sulla coscia nuda sporgente da un pantaloncino nonostante i primi freddi di Settembre. L’uomo e’ un po’ stempiato, basso e tarchiato e il 18enne gli ha messo una gambe tra le gambe. Per preferire un maschio del genere, deve avere una bella dotazione da riproduzione oppure gli ha offerto del denaro. Lo guardo e lui mi sorride baciando la sua preda. Scuoto la testa accennando un sorriso e mi avvicino a Mario che sta parlando con due ragazzi. Uno ha 30anni, capelli castani, occhi verdi, indossa una maglietta grigia e un jeans, l’altro, 25anni, capelli e occhi castani, porta una maglia a giro maniche e anche lui un jeans. E’ una coppia di fidanzati conosciuti da Mario tramite Grindr e gli avevano dato appuntamento per questa sera, ecco perché ha consigliato di uscire, di solito lo faccio io. I due sono di una bellezza sconvolgente. Il più giovane, Dante, deve avere un tatuaggio sul pettorale sinistro mentre Giacinto, il più grande, ha degli occhi che sembrano due calamite per i miei. Chiacchieriamo un po’ e poi decidiamo di andare a casa loro.
“Spogliati”, fa Dante a Mario
“Hai cattive intenzione?”, gli domanda
“Ovviamente”, risponde il ragazzo
“Il tuo fidanzato ci ha adescato come fa una vera puttana, vediamo se tu sei come lui oppure no”, mi dice Giacinto
“Sono peggio”, gli faccio
“Verifichiamolo”
Io e Mario ci spogliamo quasi freneticamente dei nostri vestiti. Giacinto e Dante, invece, lo fanno quasi come se stessero inscenando uno spogliarello. Avevo ragione a credere che Dante avesse un tatuaggio. Un cerchio quasi perfetto e’ disegnato sul suo pettorale. Non so cosa significhi e poco me ne importa, ma la pelle marchiata mi ha sempre affascinato. Anche Giacinto ne ha alcuni. Uno al costato destro e un albero che parte dalla caviglia sinistra fino a raggiungere il ginocchio. Io e il mio fidanzato ci masturbiamo i cazzi e poi anche loro si levano le mutande. Due obelischi di carne vengono liberati e noi ci inginocchiamo ai loro piedi per venerarli. Tutti e due possono essere più o meno intorno ai 19cm, l’unico più piccolo, si fa per dire, e’ quello di Mario che ne misura 17. Ci prendiamo in bocca quelle minchie fidanzate e le succhiamo a bocca aperta. Io succhio quella di Giacinto mentre Mario si dedica a quella di Dante. Le pompiamo in bocca per poi sputarle fuori, leccare tutta la superficie leccabile e ricacciarle nuovamente nelle nostre fauci. I due fidanzati hanno le mani sulle nostre nuche e le bocche incollate limonando. Poi ci scambiamo le banane. Mi fa sempre piacere far godere una persona più giovane di me con i miei buchi e Dante, che lo e’, lo sta facendo alla grande. Mi prende per la nuca e mi fotte la gola per poi lasciarmi e far pendere dal suo cazzo un filamento di pre-sperma e saliva che io ingoio quando riprendo a lavorargli il cazzo. Anche Giacinto scopa il cavo orale di Mario. Usa la stessa tecnica del fidanzato e mi domando: “se sono tutti due così dominanti, come faranno a letto? Chi sarà il passivo e l’attivo dei due? Ma almeno sono versatili e forse vogliono solamente dimostrare, in questo preciso momento, come sanno far godere due troie come noi?”
“Alzatevi”, pronunciano all’unisono tutti e due
“Adesso ti scopo”, fa Dante a Mario scambiandoci ancora i partner
“Si, si”, fa il mio fidanzato rapito dalla situazione
“Tu, vieni con me”, mi dice Giacinto
“Cosa vuoi fare?”, gli domando
“Conosci quest’oggetto?”, mi chiede mostrandomi una croce di Sant’Andrea ed io gli rispondo mugolando “ti va di provarla?”, continua a chiedermi ed io gli rispondo poggiandomi su quell’attrezzo sessuale divaricando le gambe e alzano le braccia in alto
Dante si prende un preservativo e lo indossa. Si sputa su una mano spalmando la sostanza vischiosa sul buchetto di Mario, che e’ posizionato a pecorina sul letto, e dopo averglielo penetrato con le dita, lo fa con il suo cazzo. Lo prende per le spalle e lo scopa mentre il mio fidanzato si masturba il cazzo lentamente. Non muove quasi la mano perché le spinte che gli da il ragazzo contro il sedere, fanno si che il suo arto si muova da solo lungo il suo pene senza deciderlo lui. Le espressioni di goduria di Dante mi fanno talmente eccitare che non vedo l’ora di essere scopato dal suo giovane cazzo. Giacinto, intanto, mi ha legato per i polsi e le caviglie alla croce di Sant’Andrea. Prende delle particolari pinze e me le applica ai capezzoli. Io grido dal dolore ma lui mi da dei pugni sui pettorali per zittirmi. Lo faccio immediatamente ma e’ solo dentro di me che posso manifestare la mia sofferenza mugolando un po’ perché se la esterno, Giacinto potrebbe farmi di peggio. Una volta ho visto che le stesse pinze venivano applicate sui coglioni di un uomo da parte di una donna e non voglio che lo faccia anche lui. Con un gatto a nove code, mi frusta tutto il corpo. Legato come sono, non posso fare altro che lasciarlo fare, dopotutto sono stato pure io a dargli il consenso a legarmi. Fortunatamente il malefico aggeggio che ha in mano non possiede alle estremità ossa di pecora o lamine di piombo come nel Medioevo e per questo motivo, mi risulta particolarmente gradito. Fa male, e’ ovvio, ma sempre meglio delle pinze ai testicoli.
“Guarda come le piace a questa troia”, fa Giacinto constatando che mi sto abituando allo sbattere dello strumento sul mio corpo
“Anche alla mia piace il cazzo”, gli risponde Dante
“Perché non ci sostituiamo?”
“Lo sai che non mi piacciono le torture. Se vuoi questa troia devi liberare l’altra così me la scopo”
Giacinto acconsente a quello che gli dice il fidanzato. Mi libera dalla croce di Sant’Andrea e sul mio corpo noto tutti i segni rossi che il gatto a nove code mi ha lasciato. Dante solleva Mario e, mettendogli un braccio intorno al collo, lo scopa così ferocemente prima di uscire dal suo povero buco del culo. Giacinto si avvicina a Mario e lo fa girare sul letto a gambe in aria. Si mette un preservativo e poi lo scopa. Lo tiene per l’interno delle cosce mentre il mio ex torturatore fotte il foro anale del mio ragazzo. Lui geme di piacere e si sega il membro con una mano usando l’altra per cercare di accarezzare almeno una chiappa del suo scopatore. Dante, invece, si e’ seduto sul letto e senza togliersi il condom usato per scopare Mario, mi fa impalare sulla sua minchia. Dopo tutto, perché cambiarlo? Io e Mario siamo puliti e di sicuro non ci trasmettiamo niente, solo gli umori delle sue budella adesso vengono lasciati dentro la mia carne. Accarezzo il corpo di Dante soffermandomi sul suo tatuaggio. Con un dito lo seguo e gli poggio le mani sui suoi pettorali. Le sue vengono spostate all’altezza dei miei fianchi, così io posso scendere di più sul suo cazzo facendo si che le sue gambe ricoperte da un’eccitante peluria, urtino contro le mie chiappe insieme alle sue palle. Giacinto solleva una gamba di Mario e il piede gli finisce su una spalla. Prende l’altra gamba afferrandola per la caviglia e spalanca ancora di più l’entrata del culo del mio fidanzato che viene riempito come un uovo da un bel bastone di carne umana.
“Salta, puttana, salta”, fa Dante mentre io cavalco il suo cazzo
“Lo voglio tutto, dammelo”, lo incito
“Prenditelo, prenditelo”, mi risponde spingendo il suo pube contro le mie natiche
“Fammelo provare”, gli dice Giacinto
“No, continua a scoparmi”, lo implora Mario
“Zitto, che voglio fottermi anche quella troia del tuo fidanzato”, lo rimprovera
Giacinto esce dal culo di Mario ed io mi alzo da sopra il cazzo di Dante. Mi posiziono supino con le gambe in aria e Giacinto me lo affonda dopo essersi cambiato il preservativo. Mi tiene per il ginocchio mentre poggio un piede sul pettorale sinistro in modo da portare più indietro l’intera gamba e aprirmi meglio. Gli accarezzo i muscoli del petto e quelli addominali raggiungendo il suo pube toccandogli il cazzo e sentendo con le dita quanto ne sia entrato. Mario e’ inginocchiato dietro la mia testa e mi fa succhiare la sua banana ed anche Dante e’ genuflesso accanto a me ma bacia il suo fidanzato dicendogli quanto lo ami. Nelle mie fauci alterno la nerchia di Mario e Dante e a volte succhio contemporaneamente le loro cappelle. Mi masturbo ma non lo faccio nel modo tradizionale ma tiro il mio cazzo che non e’ del tutto eretto per colpa del piacere che sto indirizzando verso il culo invece che verso il mio organo sessuale. Giacinto e’ un toro scatenato. Sebbene sia di un anno più grande di me, quella barbetta sul viso lo fa sembrare molto più maturo della sua età. I suoi occhi mi guardano in cagnesco quasi come se ce l’avesse con me per averlo così tanto circuito da farmi scopare. Esce dal mio culo e si toglie il profilattico iniziando a segarsi. Anche Dante e Mario lo fanno e il primo a sborrare e’ proprio il più giovane tra noi quattro. Schizza la sua essenza maschile sul mio pettorale destro e poi mi da il suo cazzo da ripulire. Mario invece mi sborra in bocca sporcandomi il mento e anche il pomo d’Adamo perché ho la testa piegata all’indietro. Il mio pene finalmente si risveglia di nuovo in tutta la sua magnificenza ed erutta sul mio ventre proprio quando lo fa anche Giacinto. Le sborre mescolate vengono raccolte dalle mie dita e leccate avidamente. Mentre Mario e Dante si fanno ripulire meglio i loro attrezzi, Giacinto fa la stessa cosa con il mio. Alcuni grumi di sborra più densa c’erano rimasti attaccati sopra ma ora sono spariti. Il ragazzo si protrae su di me e mi bacia, poi bacia anche il suo ragazzo e Mario.
“Grazie”, ci dice
“Di cosa?”, gli domando alzandomi mentre la sborra diventa acquosa e cola lungo i miei testicoli
“Di averci contattati”, fa Giacinto
“Veramente io non ne sapevo niente”, rivelo
“Hai fatto tutto alle spalle del tuo fidanzato?”, domanda Dante e Mario
“Si, ma tanto ero sicuro che avrebbe gradito”, gli risponde il mio ragazzo “già altre volte l’abbiamo fatto quindi non avrebbe detto di no”
“Che troie”, fa Dante
“Già, una peggio dell’altra”, continua Giacinto finendo la frase della sua dolce metà
Mentre vado in bagno, passo davanti ad uno specchio nella stanza da letto. Sono sudato, ho i capelli bagnati, i peli del mio corpo sono coperti da piccole gocce di traspirazione e il ventre e’ macchiato leggermente di perle biancastre. Posso notare ancora i segni che il gatto a nove code mi ha lasciato sulla pelle. Voglio comprarne uno e convincere Mario ad usarlo. Ma tanto so già che non c’e’ bisogno di convincerlo a lungo perché fa ogni cosa che io gli chiedo. Torniamo a casa e andiamo a dormire. I due fidanzati non li abbiamo più incontrati ma meglio così. Meglio conoscere persone nuove. L’unica vecchia conoscenza con la quale scopiamo versatilmente e’ Pietro. Ormai ha un anno in più rispetto a quando l’abbiamo conosciuto e l’anno prossimo andrà all’università. Dobbiamo cercare qualcuno che lo sostituisca ma c’e’ ancora tempo…
FINE CAPITOLO 21
TO BE CONTINUED
QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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