Gay & Bisex
Il fidanzato di mia sorella 17 - Vacanza Brasiliana 4
di FRANK_1987
27.07.2018 |
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"Non posso fare altro che lasciarmi scopare, non voglio un altro schiaffo, mi farebbe male, anche se in fondo mi e’ piaciuto essere dominato, essere..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): scusate il ritardo ma un grave lutto che mi ha colpito lunedì mattina mi ha portato a posticipare di qualche giorno l’uscita dei nuovi capitoli della mia saga nonostante io abbia visitato il sito sporadicamente in questa settimana. Da adesso ogni nuovo capitolo non uscirà più ogni due giorni ma soltanto quando avrò del tempo libero. Portate pazienzaRitorno a casa
CAPITOLO 17
La sera prima della partenza per l'Italia, Kai decide di trascorrere la sua ultima notte in discoteca mentre io, per riposarmi e svegliarmi più rilassato, decido di rimanere a casa. Siamo agli inizi di Settembre e ancora fa caldo qui a Rio de Janeiro. Sta per iniziare la stagione primaverile, le stagioni nell’emisfero australe sono invertite, ma sembra sia estate, un’estate quasi come quella italiana con l’anticiclone sub-sahariano sempre in agguato. Sono seduto sul letto della mia stanza nella grande casa dello zio, con addosso solo un boxer e inizio a fare zapping. In tv non c’e’ niente di interessante per un turista che non capisce la lingua, tranne per quelle piccole parole di circostanza. In compenso ci sono dei videoclip musicali con dei ragazzi che cantano nella lingua locale stando a torso nudo con la loro meravigliosa pelle ambrata in bella mostra. Inizio a toccarmi il cazzo ma ho troppo caldo e lascio correre. Non appena finisce il videoclip, dopo non essermi perso neanche una mossa seducente del ragazzo in tv, la spengo e me ne vado in salotto. Kai, Mariano e Cecilia sono usciti e allora ne approfitto per togliermi il boxer. Adesso sono completamente nudo, mi prendo una fetta d’anguria e me la mangio. Per un po’ mi rinfresco e anche i condizionatori sembrano fare il loro dovere. Pulisco il tavolo e getto tutto nella spazzatura, ma quando sono in cucina, sento uno scatto alla serratura. Spio dalla porta della cucina ma non vedo nessuno per poi notare la figura ingombrante dello zio.
“Zio sei tu”, gli dico rincuorato uscendo dalla cucina
“Si, sono io. Sono tornato prima, perché?”
“Niente mi hai fatto spaventare. Credevo fossero i ladri”
“Volevi prenderli a manganellate?”, mi domanda indicando il mio considerevole cazzo anche se ancora moscio
“No, fa caldo”
“Va bene, va bene. Vado a farmi una doccia”
“E gli altri?”, gli domando preoccupato per Kai
“Torneranno più tardi”, mi risponde mentre si allontana mostrandomi le sue muscolose spalle che vengono liberate dalla camicia bianca
Mi siedo sul divano e inizio a navigare su internet con il cellulare. Ho un pensiero fisso in testa: sarà l’ultimo giorno della mia vacanza in Brasile e oltre al pompino che gli ho fatto in terrazza, non ho ancora avuto il cazzo dello zio nel culo. Mi viene una voglia irresistibile di averlo di nuovo ma poi penso che se lo zio non mi ha scopato e’ perché non gli andava, perché avermi scopato in passato per lui e’ stato uno sbaglio. Ho il cuore che mi scoppia nel petto e il cervello che mi dice di andare nel bagno ma allo stesso tempo di rimanere qui in salotto. Poggio il cellulare sul divano convinto di andare da lui ma poi lo riprendo convinto anche di fermarmi ma alla fine vince la mia morbosità, poggio il cellulare sul divano, mi alzo e vado verso il bagno. Percorso il corridoio e mi fermo sulla porta. E’ socchiusa, quindi se il mio essere puttana vuole entrare, può farlo liberamente. Allungo la mano e apro ancora di più la porta in modo tale da farmi venire di fronte il box doccia. E’ già appannato di vapore e si vede la sagoma mastodontica dello zio che si insapona. Il mio cazzo si indurisce all’istante, non esito più ed entro. Il rumore dell’acqua copre quello che fanno i miei piedi toccando il pavimento umidiccio. Dal box doccia si intravede lo zio girarsi verso il muro dandomi le spalle mentre si insapona la testa, allora decido di aprire la doccia e, facilitato dal fatto che non mi sente lavandosi anche le orecchie, entro dentro. Dopo un paio di insaponate, Mariano si gira e mi vede davanti a lui.
“Giulio che cazzo ci fai qui?”, mi domanda spaesato
“Voglio farmi la doccia con te”
“Non puoi aspettare dopo o domani mattina?”
“Voglio farla adesso”
Allungo una mano verso i suoi pettorali, verso il tatuaggio a forma di squalo che ha sulla clavicola sinistra. Sono bagnati e a tratti insaponati e la mia mano scivola su di loro che e’ una bellezza. Mariano mi lascia fare quasi in estasi ma poi mi toglie la mano dal suo corpo.
“Perché l’hai fatto?”, gli chiedo preoccupato
“Perché e’ sbagliato”, mi dice lui
“Ma se abbiamo fatto l’amore in Italia. Se ti ho fatto un pompino quando sono venuto qui. Ti ricordi in paese quante volte mi hai fatto il culo riempiendolo con la tua sborra?”
“E’ acqua passata. Non deve succedere più”
“Ma e’ successo ancora. Ti ho fatto un bocchino”
“E’ successo soltanto perché sei così bello, tu eri triste per come e’ andata la tua vita e volevo tirarti su il morale. Ma ora basta. Sei mio nipote”
“E allora? Ho fatto sesso con papà e con la mamma. I miei genitori. Che sarà mai fare sesso ancora con lo zio?”, gli dico io mentre mi avvicino a lui in maniera seducente
Vedo che Mariano cerca di resistere ma allo stesso tempo vorrebbe lasciarsi andare. E’ diviso tra due fuochi come lo ero io quando dovevo decidere se andare oppure no nel bagno. Gli tocco i suoi bicipiti gonfi e leggo nei suoi occhi la lussuria, la voglia di sbattermi lì dentro. Poi fa un ghigno malefico e mi prende il collo.
“Ok, l’hai voluto tu puttanella. Ma non qui perché non c’e’ abbastanza spazio. Prima facciamo la doccia e poi andiamo di là così il tuo culo può aprirsi ancora di più per il mio cazzo”
Io e Mariano ci baciamo con passione e facciamo la doccia. Lo so, fare la doccia e poi programmare di scopare con un caldo boia per ritrovarsi di nuovo appiccicosi, sudaticci e vogliosi di farne un’altra, non e’ proprio una grande idea, ma mi basta quel momento intimo con lo zio perché so che poi non sarà così, si trasformerà in un animale mentre adesso, nel box doccia, stando stretti l’uno all’altro, possiamo insaponarci a vicenda, accarezzare i nostri corpi, i nostri cazzi duri come il marmo facendo crescere in noi una voglia sfrenata. Usciamo dal bagno, ritorniamo in salotto tutti bagnati e masturbandoci i cazzi a vicenda mentre dalle grandi finestre possiamo osservare Rio de Janeiro by night con le sue mille luci scintillanti. Lo zio mi getta sul letto e si corica su di me iniziando a baciarmi. Lo tengo stretto per i capelli umidi in modo che le nostre lingue non lascino le nostre bocche grondanti di saliva. Continuiamo a baciarci per un po’ di tempo ma poi lo zio si siede sul divano tenendosi il cazzo dalla radice sventolandolo come una bandiera facendomi capire di volere che glielo succhi. Mi inginocchio tra le sue gambe pelose, gliele allargo, mi intrufolo tra di loro e mi prendo in bocca il cazzo dello zio. E’ la seconda volta durante questa vacanza che ce l’ho in bocca ma questa volta non voglio che mi faccia assaggiare il suo prelibato liquido seminale ma che me lo inietti nel culo con la sua enorme sac à poche . Me lo ficco in bocca, poi lo tolgo, gli lecco la cappella, gli copro il glande con il prepuzio per poi masturbarglielo scappellandolo e infilarmelo infine ancora una volta in bocca. Mariano e’ in mia completa balia, si lascia fare di tutto e io gli faccio di tutto. Bisbiglia delle parole ma non riesco a capire cosa dica e io mi sfilo dalla bocca i suoi 22cm constatando quanto sia diverso il colore del cazzo rispetto a quello del resto del corpo tutto abbronzato. Mariano prende il suo obelisco di carne rosa e me lo sbatte sulla bocca e anche sulla lingua quando apro le mie fauci per accoglierlo di nuovo dentro ma poi si alza dal divano impetuosamente.
“Alzati e mettiti a pecorina”, mi ordina lo zio e io eseguo il suo ordine con piacere
Poggio le ginocchia sui cuscini del divano, così come anche la testa senza puntarmi con le mani in modo che il mio culo si apra di più, e così e’. La mia rosellina si spalanca nuovamente e in modo osceno ancora davanti allo zio più slabbrata di quanto l’aveva lasciata lui durante la sua vacanza in Italia. Mariano mi sputa sul buco del culo, poi sul cazzo e dopo averselo massaggiato un po’ me lo pianta tutto dentro. Lo sento nel mio intestino, nelle sue profondità. E’ più di un anno che voglio di nuovo il bastone dello zio. Mentre mi martella il culo con il suo matterello tenendomi fermo poggiando una sua mano sul mio coccige, con l’altra mi masturbo il cazzo che non ne può già più ma cerco di resistere. Fortunatamente, per modo di dire, mi toglie il suo cazzo dal culo e, sollevandomi e baciandomi allo stesso tempo, mi fa girare e sdraiare con la schiena sul divano. Mariano mi prende una gamba alzandomela e mentre con la mano sinistra mi tengo alzata la corrispondente gamba e con la mano destra mi sego, lui me lo butta di nuovo nel culo. Tenendosi una mano lungo il fianco, nello stesso tempo con l’altra si arpiona al mio piede sinistro per mantenere l’equilibrio. Io poggio il piede sul suo pettorale destro, smetto di segarmi, sollevo l’altra gamba e tenendomele sollevate da sotto le ginocchia, facilito la sua penetrazione. Ogni tanto le tengo sollevate, ogni tanto invece le lascio andare cercando di tenerle il più sollevate possibile mentre mi allargo il culo con le mani.
“Che bello riavere di nuovo il tuo culetto, maricas”, mi fa scopandomi
“Mi piace il tuo…aaahhh…cazzo, zio. Voglio che…uuuhhh…mi spacchi tutto”
“A momenti succederà, tesoro mio. Stasera ti si apre che e’ una bellezza”
“E’ perché…ooohhh…ti vuole dentro”, gli rispondo per incitarlo ancora di più anche se non c’e’ nessun motivo di farlo, perché lo zio e’ sempre molto passionale, ma ogni tanto qualche incentivo non guasta
Mentre mi scopa, o mi tengo le gambe sollevate o mi allargo il buchetto per sentirlo tutto dentro oppure passo le mie mani sui suoi addominali che hanno una leggera peluria nera, evidentemente non aveva avuto il tempo di farsi la ceretta. Lo so che probabilmente dirò un’aberrazione, ma a me l’uomo piace glabro, soprattutto quando devo leccargli l’addome, ma questo suo pelo lievemente accennato, mi fa eccitare da matti. Zio Mariano si abbassa su di me iniziando a baciarmi ma in questo modo non riesce bene a scoparmi quindi da dei colpi più forti ma non mirati e per tutto il tempo del bacio, tengo la bocca aperta emanando i miei classici urletti da rotto in culo gaudente. Ora che ci penso, sembra quasi come se lo stesse facendo apposta, proprio per farmi godere, per farmi arrivare a dire “basta” ma io non sono scemo. Non dirò mai quella parola, non lo farò fino a quando posso avere ancora il suo cazzo nel culo, non lo farò fino a quando non mi avrà sborrato dentro farcendomi il sedere come quello del tacchino il giorno del Ringraziamento in America.
“Ti piace il cazzone dello zio?”, mi chiede scopandomi e baciandomi
“Si, mi…uuuhhh…piace. Continua”
“Ma da chi hai preso ad essere così zoccola?”
“Dalla…aaahhh…mamma”, gli rispondo
“Si può darsi”, mi fa Mariano continuando a chiavarmi ma smettendo di baciarmi e sollevandomi “o forse da tuo padre. Fino a quando abbiamo scopato da ragazzini, lo voleva tutto dentro sia il mio che quello di papà, tuo nonno”
“Non posso…ooohhh…biasimarlo”, gli dico affermando una verità risaputa
Mariano mi prende le gambe, me le solleva e me le fa unire. Quella posizione incomincia a recarmi qualche fastidioso doloretto , quindi metto il braccio sinistro sotto le mie gambe per tenerle ferme ma questo fa si che il mio buco leggermente si restringa ed il cazzo dello zio si fa sentire in tutta la sua interezza. Mentre mi tromba, io mi massaggio la chiappa destra con la mano e lui tenendomi per i piedi spingendomi ancora le gambe più indietro continua a conficcare il suo bastone nelle mie povere carni. Non resisto più in quella posizione.
“Zio cambiamo posizione”, gli suggerisco
“Sta’ zitto, frocetto”, mi risponde Mariano dandomi un sonoro schiaffo “hai desiderato il mio cazzo per tutta la durata della vacanza e ora devo soddisfare questo culetto”
Nonostante sia stato rude e ancora intenzionato a scoparmi a lungo, lascia la presa sulle mie gambe e sempre tenendo il cazzo dentro di me, si distende leggermente per trombarmi ma senza farmi muovere di un millimetro. Mi sta facendo davvero soffrire ma io lo amo anche per questo. Come punizione al mio avergli dato un ordine, inizia a scoparmi la mia fica anale a più un posso. Sento le sue palle sbattermi contro le chiappe mentre sul suo viso si stampa la tipica espressione di scopatore incallito e violento. Non posso fare altro che lasciarmi scopare, non voglio un altro schiaffo, mi farebbe male, anche se in fondo mi e’ piaciuto essere dominato, essere trattato soltanto come un buco da usare per sfogare i suoi bollenti spiriti. E’ così che voglio sentirmi per gli uomini con i quali faccio sesso. Anche se sono loro ad usarmi, a scoparmi violentemente, anche se sono loro ad essere considerati attivi, anche io mi diverto perché alla fine ottengo sempre quello che più bramo di loro: il CAZZO. Mariano mi sfila il cazzo dal culo, mi fa alzare, e mi fa sdraiare sullo schienale del divano. Poggio un piede sopra su un cuscino e l’altro sul tavolino dietro al divano e subito dopo ricevo il suo cazzo. Mi scopa tenendomi per i fianchi mentre io con una mano cerco di masturbarmi il cazzo. Mariano posa le sue braccia sulla mia schiena e mettendosi nella classica posizione di chi sta spiando dalla finestra, continua a ficcarmi il cazzo nel culo. Lo sento come se volesse scoparmi per forza, quasi annoiato ma allo stesso tempo la sua mira e’ infallibile e in un attimo il mio cazzo ritorna ad essere di nuovo bello duro.
“Ti scoperei anche ad occhi chiusi”, mi dice zio
“Ad occhi chiusi, ad occhi...aaahhh...aperti, basta che mi scopi”, gli rispondo
Ogni volta che lo zio me lo toglie dal culo per poi rimettermelo, il suo cazzo mi lascia dentro un vuoto, mi sento la rosellina tutta aperta, spalancata, molto probabilmente sarà pronta per ricevere una doppia penetrazione cosa che succederà non appena ritornerò in Italia trovando, naturalmente, due persone adatte per questi compiti con dei cazzi anche nella norma per iniziare, ma poi sempre più grossi perché di certo li saprò accogliere. Mariano mi alza il busto facendolo aderire al suo e senza togliermi il cazzo dal culo, mi fa poggiare con un ginocchio su un cuscino del divano mentre l’altra gamba me la alza in modo da ostruire un po’ il mio culo che si stava allargando a vista d’occhio. Tenendomi per il fianco sinistro con la mano destra, mi ficca tutto il suo cazzo nel culo. Quasi quasi glielo stacco e me lo porto in Italia come souvenir dal Brasile come hanno fatto con il cazzo del mistico russo Rasputin. Sento le mie pareti anali lacerarsi dal suo dentro e fuori come se ad ogni uscita ne togliesse un pezzo ecco perché da cinque anni Cecilia non lo lascia neanche per sogno e permette, per fortuna, ad altre persone, maschi o femmine che siano, di godere di quel meraviglioso cazzo che non può essere di una sola persona ma che il mondo intero deve condividere come se fosse una rarità, una cosa bramata da tutti.
“Sei la mia puttana”, mi ripete in continuazione lo zio ed io voglio esserlo.
Mi sollevo mentre mi tiene per i fianchi e limoniamo mentre con una mano mi aggrappo alla sua schiena robusta, con l’altra riesco a toccargli il pettorale sinistro e il fianco e con il culo faccio dei movimenti all’indietro per fargli capire che godo talmente tanto con il suo cazzo nel culo, che mi piace farmi scopare lacerandomi l’ano da non smettere più.
“Voglio scoparti guardandoti in faccia mentre godi con il mio cazzo nel culo”, mi dice ancora chiavandomi per poi sollevarmi per le spalle e alzarmi continuando a penetrarmi in piedi il culo con il suo enorme cazzo mentre io mi abbabirco con le gambe intorno al suo culo e raggiungiamo la stanza da letto lanciandomi sul materasso e togliendomi il cazzo dal culo. Mariano si siede sul letto, divarica le gambe, io salgo sul talamo portandomi con il buchetto sul suo cazzo che, tenendoselo per la radice, lo guida dentro di me mentre io mi abbasso. Prendendomi per i fianchi mi fa chinare verso di lui baciandomi mentre io muovo il mio culo verso destra e verso sinistra in modo da far assestare il suo cazzo dentro le mie budella allargate e racimolare ancora altri centimetri di cazzo. Afferrandomi le chiappe capisco che tra poco darà il via alla cavalcata, allora mi alzo sentendo dentro di me il suo palo e lo zio inizia a spingerlo dentro di me. Questa volta, anche se potrebbe continuare benissimo così, voglio essere io a dominarlo quindi gli tolgo le mani dal mio culo, gliele metto sulle mie ginocchia abbassandole sul letto e sentendo le sue palle schiacciate contro i miei glutei, me lo cavalco.
“Si cavalcati il cazzo dello zio”, mi incita
“Lo voglio dentro…aaahhh…il mio culo, fino alle palle”, gli rispondo
“Ci stai quasi riuscendo”, mi fa notare
Mentre saltello su e giù sul cazzo dello zio, prendo il mio e lo masturbo. Compiendo quest’azione, zio Mariano mi prende per i fianchi e mi alza agilmente per farmi ricadere sul suo cazzo. Mi fa impazzire, gridare dalla goduria facendomi cadere addosso a lui e, prendendomi per il collo, mi bacia con passione con la sua lingua lunga. Sento che tra poco arriverà il momento che tanto attendo da più di un anno ma lo zio mi sfila il cazzo dal culo, si sposta alzandosi e facendomi girare mi posiziona pecorina, infila il suo bastone muovendo soltanto il bacino chiavandomi. Mi prende per i capelli sentendo che me li quasi strappa e con una mano sulle chiappe, si gode il mio buchetto profanato da chissà quanti cazzi. Mariano sale sul letto con le ginocchia e scopandomi per le spalle mi fa sdraiare completamente sul materasso con la pancia in giù, introducendo ancora il pene dentro di me.
“Dove vuoi che ti venga?”, mi chiede
“Vienimi nel culo”
“Ma voglio sborrare in quella bocca di pompinara”
“Invece farciscimi come si deve, stallone”
Mentre continua a scoparmi, il mio cazzo si struscia contro il lenzuolo del materasso e, non potendomelo segare, riesco comunque a venire mentre si strofina ad ogni movimento del cazzo dello zio dentro il mio culo. Afferrandomi le chiappe affondando le sue dita nella mia carne, lo zio fa un urlo cavernicolo e sento un getto caldo di sborra riempirmi l’ano seguito da altri getti meno intensi. Mariano continua ancora a scoparmi per poi sfilarlo, raccoglie con il suo cazzo il suo seme che esce dal mio culo e usando il suo matterello tipo un pennello, mi spalma la sua essenza sulle mie chiappe oppure cerca di infilarmelo ancora dentro il mio buco che ormai non riesce più a contenere niente per quanto sia allargato.
“Ho una sorpresina per te”, mi fa zio
“Che cosa?”, gli domando io mentre mi giro supino nel letto con le chiappe ancora sporche e il mio addome macchiato dal mio sperma
“Tu aspettami qui, io tornerò subito”
Zio scende dal letto e si allontana dandomi le spalle. Io mi distendo sul materasso portandomi le mani dietro la testa e sorridendo per la bella serata che ho appena trascorso. Poco dopo, zio Mariano ritorna nella stanza con una bottiglia in mano.
“Dobbiamo brindare”, mi dice
“Ma non abbiamo i bicchieri”, gli faccio notare io mentre mi sollevo e mi inginocchio
“Non importa”, dice lo zio salendo sul letto per sedersi come gli indiani “beviamo dalla bottiglia. Inizia prima tu”
“Ok, dopo tutto e’ normale festeggiare una così bella scopata”
Lo zio fa un sorrisetto accondiscendente e poi mi passa la bottiglia che io prendo. Avvicinandomela alla bocca, il mio naso capta un odore particolare. Un odore che avevo sentito già in passato. E’ quello del piscio, più specificatamente quello dello zio.
“Bevi su”, mi incoraggia lo zio avendo capito che io ho scoperto cosa contiene la bottiglia
Porto la bocca a contatto con il collo della bottiglia, la sollevo e il suo contenuto tocca le mie labbra serrate che poi si aprono facendo entrare nel mio cavo orale il meraviglioso spumante, anzi, champagne dello zio. Ne bevo più che posso cercando di deglutirlo ogni volta che mi va in bocca. Ho quasi bevuto mezza bottiglia quando decido di riprendere fiato.
“Perché non ne provi anche tu un po’?”, gli domando “d’altronde e’ soprattutto merito tuo se abbiamo passato una così bella serata”
Lo zio si prende la bottiglia di prepotenza, se la porta alla bocca per bere ma poi me la versa tutta sulla testa. Io emetto un urlo, ma non e’ di schifo o di disgusto, ma e’ l’urlo di chi viene preso alla sprovvista perché altrimenti avrei bevuto tutto la bottiglia, cosa che poi faccio di seguito. Lo zio poggia la bottiglia sul letto e mi bacia assaporando di riflesso il suo stesso piscio mentre mi accarezza i capelli e il torace cosparso della sua pioggia dorata. Prima che tornino Kai e Cecilia, facciamo una doccia, l’ennesima, ma questa volta separati per evitare di arrivare al momento della mia partenza tutti fradici di sudore e piscio. Il mattino dopo, in seguito alla solita routine, io e Kai accompagnati da zio Mariano e Cecilia, arriviamo all’aeroporto. Durante il tragitto racconto a Kai quello che ho fatto con lo zio e lui mi racconta di essere stato invitato dalla bella Cecilia ad una festa per sole trans, per l’esattezza erano cinque, dove lui era il loro passatempo preferito nella parte passiva. Dopo aver salutato Mariano e Cecilia promettendoci di rivederci per le vacanze estive magari da noi in Italia facendo una mega orgia con la mamma, papà e il nonno, io e Kai ci accomodiamo nei nostri posti sempre di prima classe. Sfortunatamente non c’e’ nessuno di tanto attraente come quel splendido napoletano incontrato sul viaggio di andata verso il Brasile anche se il capitano non e’ niente male. Allacciate le cinture e decollati, scopro che Kai sta consultando via internet alcune pagine dove spiegano diversi procedimenti, in grandi linee, per diventare transessuali…
FINE CAPITOLO 17
TO BE CONTINUED
PS: NONOSTANTE CONTINUO AD USARE LO STESSO TITOLO, PEDRO NON APPARE IN QUESTE SCOPATE MA SICCOME E' INIZIATO TUTTO DA LUI, DOPO IL NONNO NATURALMENTE, HO DECISO DI TENERE QUESTA INTESTAZIONE ANCHE PER I RACCONTI SUCCESSIVI AI PRIMI DUE.
QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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