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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 28


di FRANK_1987
12.10.2018    |    8.320    |    5 8.1
"Quando porto il resto dei piatti, lui si alza e si avvicina a me..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Ogni nuovo capitolo uscirà ogni settimana. Portate pazienza ragazzi

Sputtanato ai quattro venti

CAPITOLO 28

Sono nel letto di Rafael e mamma Rachele che mi sta succhiando il cazzo mentre sono seduto accanto a lei. Quando mi alzo rimanendo inginocchiato sul letto, mi tolgo la maglia del pigiama e le sue mani si poggiano subito sul mio corpo accarezzandolo per poi impugnare nuovamente il mio cazzo e segarlo.
“Che cosa aspetti?” mi domanda Rafael “fammi vedere come sai fare l’uomo anche con una donna”
“Te lo faccio vedere subito”, gli rispondo
Mi sdraio addosso alla mamma con la testa poggiata sulla sua fica, gliela allargo con due dita e inizio a leccargliela, lei geme di goduria mettendomi una mano sulla testa stropicciandomi i capelli mentre Rafael le tasta le tette strizzandogliele. Le lecco il clitoride e il buco vaginale, poi mi sollevo, mi inginocchio davanti alla sua fessura e in un attimo le sono di nuovo dentro con metà cazzo. Rachele piagnucola come una puttana mentre io inizio a scoparmela aumentando progressivamente l’intensità delle mie bordate dentro la sua fica. Arpionato alle sue meravigliose tette, spingo il mio cazzo dentro la sua patata mentre sulla sua faccia si formano le classiche espressioni di soddisfazione ed io la guardo accigliato come se volessi punirla a suon di cazzo per essersi fatta nuovamente scopare da suo figlio.
“Ti piace il cazzo di questo ricchione?”, le chiede Rafael
“Si, mi piace…aaahhh…tantissimo”, gli risponde
“E a te piace stare nella fica di tua madre?”, domanda a me
“E’ così calda che non vorrei uscire mai”, gli dico
Rachele inizia a toccarmi la schiena con la mano sinistra e una chiappa con quella destra strizzandomela facendomi avvertire un formicolio al buco del culo. Intanto il mio cazzo entra ed esce dalla sua fica bagnata di umori e anche della sborra che prima di me, Rafael le aveva riversato un po’ fuori e un po’ dentro. Le succhio le tette una per una come se volessi succhiarle via il latte materno e poi le lecco i capezzoli mentre il cazzo moscio di Rafael le ciondola sulla faccia e lei ogni tanto lo lecca. Freno un attimo la mia scopata dandole dei colpi secchi e singoli facendole sentire tutto il mio cazzo fino alle palle che sbattono lungo il suo perineo. La mamma mi da delle sculacciate ad ogni colpo che le do io nella fica quasi per castigarmi per come mi sto comportando con lei a letto davanti al suo compagno che ha anche abusato del mio culetto e non una volta soltanto. Quando il mio cazzo esce dalla fica della mamma per poi rientrarci, e’ tutto pieno di liquidi appiccicosi biancastri quindi lo sfilo completamente, mi avvicino alla sua faccia e le sparo tutto il mio carico di sperma dentro la sua bocca e sul mento. Rafael usa il suo cazzo per spargere ancora di più il mio liquido seminale sulla faccia della mamma che adesso ha un’espressione più serena, soddisfatta.
“Mi dispiace tesoro mio”, mi fa la mamma
“Per cosa?”, le chiedo
“Per averti quasi costretto a scoparti una fica, soprattutto la mia”, chiarisce
“Tranquilla mamma, me ne sono già fatte altre e poi mi e’ piaciuto e non e’ stata una forzatura perché hai visto com’ero eccitato?!”, le dico
Mamma Rachele mi sorride dolcemente, poi ci alziamo dal letto e ci laviamo insieme, tutti e tre, toccandoci a vicenda. Fatta colazione, inizio subito a lavorare e più passa il tempo, più dentro di me cresce lo schifo di quello che si e’ appena consumato a casa mia. So di aver detto alla mamma che mi e’ piaciuto, e mi e’ piaciuto davvero, ma adesso sento di essere sporco più delle altre volte quando mi sono scopato una donna. Al ristorante incontro Mario che mi viene vicino domandandomi se voglio di nuovo fatto un pompino. Mi piacerebbe moltissimo avere le sue labbra, quelle di un ragazzo, avvolte intorno al mio bastone ma la sensazione che continuo a provare mi fa comportare in un modo sgarbato con lui. Non so perché ma provo una voglia di farla finita con il sesso, di farmi un nodo al cazzo e infilarmi un tappo dentro al buco del culo in modo da non stapparlo più. Mario ci rimane male, credeva che tra noi potesse succedere qualcosa di più importante del solito pompino, lo credevo anche io ma non posso farci niente se adesso mi sento così. E’ la stessa sensazione che ho provato quando ho scopato Sofia, quando credevo di diventare eterosessuale o bisessuale tralasciando i piaceri che mi fa provare un pene nel culo. Quella volta sono riuscito a guarire con una bella dose di cazzo di Pedro ma questa volta e’ diverso, sento che e’ arrivato il momento di trascorrere la mia vita da solo perché tanto lo so, tutte le persone mi faranno soffrire. Trascorro la giornata lavorativa in pessimo stato anche se decido di fare gli straordinari per non ritornare a casa della mamma e vederla. Verso le 19 iniziano ad arrivare dei clienti che già soggiornavano nel ristorante ma che si erano andati a fare belli per festeggiare il compleanno di un 18enne di nome Gennaro. Ci sono quasi tutti, dai suoi genitori, ai nonni, gli zii e i suoi compagni di scuola, manca solo lui che arriva dopo un po’ accompagnato dalla sua fidanzatina osannato come il Redentore quando e’ entrato a Gerusalemme. Dall’ accento che riesco a sentire, deduco che sono campani quindi capisco la loro spocchiosità esibita nel linguaggio e nel loro modo di porsi (NON ME NE VOGLIATE A MALE). Il festeggiato, Gennaro, indossa uno smoking grigio chiaro così come il suo papillon e una camicia nera. Ha gli occhi e i capelli neri tirati verso destra da chissà quanto gel. Per essere un 18enne, non e’ per niente male ed ha un bozzo sul davanti del quale sicuramente la sua fidanzatina avrà già beneficiato innumerevoli volte. Con l’inizio della cena, i primi piatti cominciano ad essere serviti e a me tocca proprio servire quell’affascinante bullo di periferia che non fa altro che sbaciucchiarsi con la sua ragazza davanti a tutti i commensali che non vedono o fanno finta di non vedere quello che fanno i due giovani. Poggiandogli il piatto sopra il tavolo, Gennaro mi ringrazia, io gli rispondo tenendo gli occhi bassi e quando mi allontano, mi fermo a guardare la sua disarmante mascolinità e noto che anche lui mi sta guardando, così mi sorride maliziosamente e mi fa l’occhiolino. Mi ha fatto eccitare, lo confesso, ma sono anche arrabbiato per la sua eccessiva sfacciataggine rivolta ad una persona che non conosce e me ne vado in cucina. Quando porto il resto dei piatti, lui si alza e si avvicina a me.
“Sai dirmi dov’e’ il bagno?”, mi chiede con il suo accento napoletano
“Da quella parte”, gli rispondo
“Da quale? Forse dovresti accompagnarmi”, continua lui
“Percorri il corridoio e ti troverai davanti ad una porta con su scritto bagno”, gli spiego “hai appena compiuto 18anni, saprai leggere”
“Stu friarièll”, mi fa lui offendendomi nel suo dialetto andando verso la toilette
La cena continua fino a quando andiamo a prendere i piatti e mi tocca prelevare anche il suo ma Gennaro si offre di aiutarmi prendendone due e mettendoli sul suo porgendomeli. Io gli faccio un accenno di sorriso tornando in cucina dove svuoto i piatti dal contenuto semi mangiato dai commensali e noto che tra un piatto e l’altro c’e’ un biglietto di carta sporco di sugo al pomodoro. Lo apro e leggo: “Ti aspetto stasera nella mia stanza, tanto sai che numero e’”. Il ragazzino e’ audace e mi piace questo suo modo di fare arrogante. Vuole qualcosa e fa di tutto per prendersela anche se questo significa fare del male alle persone che lo circondando. Io sono molto intenzionato di darmi a lui completamente, l’unico problema e’ capire come fare a rimanere nel ristorante oltre l’orario di chiusura senza destare sospetti nel mio datore di lavoro ma prontamente penso ad una scusa molto plausibile per rifilare a Gustavo. Gli dico che ho dei problemi con mia madre e che ho bisogno di dormire fuori casa almeno per una notte per schiarirmi le idee. Gustavo accetta di farmi dormire in una delle stanze libere capendo il mio problema che poi tanto inventato non e’ perché ancora non mi e’ passato lo schifo di aver rifatto sesso con la mamma. Dopo la fine della festa, gli invitati vanno a dormire nelle loro case mentre i genitori di Gennaro e il loro figlio da poco maggiorenne soggiornano nel ristorante in due camere diverse perché così ha voluto il ragazzo in modo da poter trascorrere le notti con la sua fidanzata che, tuttavia, questa sera e’ tornata a casa per potersi svegliare presto il giorno dopo non godendo dei piaceri della carne del suo fidanzato. E’ quasi l’una di notte quando mi preparo per andare nella stanza di Gennaro. Esco dalla mia e busso alla porta del 18enne che mi apre mostrandosi in canottiera bianca e boxer blu.
“Si venut’a fatte fotte? (Sei venuto a farti fottere?)”, mi chiede in napoletano
“Voglio essere tuo”, gli rispondo lasciandomi andare completamente sentendo quell’idioma a me fastidioso ma eccitante al tempo stesso
“O sapevo ca eri nu’ recchione. Trase (Lo sapevo che eri un ricchione. Entra)”, mi invita nella sua stanza
Entro nella tana del lupo che chiude la porta alle mie spalle e si avvicina ad un divanetto sedendosi a gambe aperte sistemandomi il pacco abbondante e poi poggiando le braccia aperte sullo schienale. Ha un fisico leggermente muscoloso che posso notare tramite la sua canottiera aderente. Nonostante indossi l’intimo, porta ancora le scarpe da tennis che aveva mentre di sotto nel salone si festeggiava il suo compleanno.
“Cchi bo fa? M’assimigghij nu palu. ‘Nginocchiate (Che vuoi fare? Mi sembri un palo. Inginocchiati)”, mi ordina poggiando il suo piede destro sopra quello sinistro
Capisco che questa sera forse non ne uscirò vivo e che il mio giovane master vuole che gli lecchi i piedi. Mi inginocchio prendendo il piede sinistro cercando di togliergli la scarpa ma invece mi ordina di iniziare a leccargli la sua calzatura. Abbasso la testa sopra la scarpa e inizio a leccarla prima dai lati e poi in prossimità delle dita sempre più freneticamente passando anche alla scarpa che contiene il suo piede destro. Mentre lecco questo piede, Gennaro si toglie la scarpa sinistra e me la fa annusare. E’ la scarpa che ha indossato per tutta la serata da quando e’ arrivato al ristorante quindi vi lascio immaginare l’odore che emana ma io, preso dall’eccitazione, non faccio caso a questo perché grazie agli ormoni rilasciati dal mio corpo, quella puzza mi piace, mi attizza. Gennaro si toglie anche la scarpa destra e fa la stessa cosa che ha fatto con la sinistra, poi la getta a terra e mi ordina di massaggiargli i piedi ancora avvolti dai calzini bianchi. Io, non essendo un massaggiatore professionista, improvviso un trattamento che lo fa distendere rilassandosi ancora di più sul divanetto e poi mi ficco in bocca ancora i piedi avvolti nei calzini giallognoli. Mi sto comportando così da quando Marco, il cliente del ristorante, mi ha trattato come uno slave ma questo mi piace e mi piace anche quello che sto facendo. Gennaro si alza all’improvviso come una belva spingendomi a terra, si toglie i calzini e mi mette i piedi in faccia uno per volta. Mi ordina di leccarglieli e di fare la stessa cosa con le dita ma io invece di limitarmi soltanto ai suoi ordini, prendo l’iniziativa e me li ficco in bocca succhiandoli per poi prendere i suoi arti dalla caviglia e passarmi le piante dei piedi su tutta la faccia e soprattutto sul mio organo gustativo.
“Si propriu nu luerdu ne’ (Sei proprio uno sporcaccione)”, mi dice
“Sono tutto quello che vuoi, padrone”, mi sottomesso
“T’aggia futte u culu ja (Devo scoparti il culo, dai)”, mi fa alzare inginocchiandomi davanti al suo pacco dal quale esce un cazzo di 20cm già bello duro
Mi prende la bocca per le guance facendomela aprire e la occupa con il suo maestoso bastone partenopeo. Ho le labbra intorno al cazzo di un giovanissimo uomo che sembra più grande della sua età forse perché tutti i ragazzi di questi tempi crescono velocemente oppure e’ la sua autorità innata che lo fa sembrare già un uomo bello e fatto. Gennaro inizia a scoparmi la bocca come fa con la fica della sua ragazza e come farà con il mio culo, tanto che iniziano a farmi male i bordi della bocca ogni qualvolta che infila la sua nerchia dentro le mie fauci. Mentre gli succhio il cazzo, il ragazzo mi da dei sonori schiaffi che fanno un rumore cupo quando la sua mano tocca la mia guancia nel momento che il suo cazzo esce dalla mia bocca rientrandovi prepotentemente. Ho il mento pieno di saliva mescolata a pre-sperma che viene spalmata da Gennaro sulla mia faccia e sui miei occhi usando il suo grosso cazzo come se fosse un pennello e lui un pittore. Poi si toglie dalla mia bocca e si siede a bordo a letto
“Seràte ‘ncoppa cca (Siediti qua sopra)”, mi intima Gennaro
“Lo faccio subito, padrone”, rispondo sottomesso
“Maniate ricchiu’ (Sbrigati ricchione)”, mi esorta di velocizzare l’atto
Io mi avvicino a lui che si tiene il cazzo per la radice, mi lecco le dita per passarmele sopra il buchetto e inumidirlo dato che non si era neanche degnato di prepararlo alla scopata, ma il ragazzo mi prende per il fianco sinistro e mi fa sedere violentemente sopra di lui ficcandomi il suo cazzo a secco dentro il mio culo. Mi parte un urlo cavernoso che riecheggia in tutta la stanza, un urlo che e’ stato forse udito anche per il corridoio e dagli altri ospiti ma lentamente il mio culo si abitua al suo uccello e Gennaro inizia a trapanarmelo mentre io mi masturbo il cazzo. Sono in una stanza di albergo in compagnia di un giovane e fresco maggiorenne che ha piantato il suo membro dentro le mie viscere in un luogo che aveva voluto soltanto usare per le chiavate con la sua fidanzata. Gennaro mi prende per il torso e mi fa chinare verso di lui allora mi afferra nuovamente per le guance facendomi aprire la bocca a cuoricino e mi sputa al suo interno. Quando non riesce a centrare il buco e la sua saliva mi finisce sul mento, se la lecca e riprova nel gioco che sta effettuando cercando di colpire il bersaglio.
“Te piaca u cazzu ‘nculu, eh? (Ti piace il cazzo nel culo eh?)”, mi chiede
“Si, mi piace…aaahhh…padrone”, gli rispondo
“Si nna puttana nata, ricchiù (Sei una puttana nata, ricchione)”, continua
“Scopami il culo…ooohhh…rompimelo…uuuhhh…sono la tua zoccola”, lo invoglio
Gennaro continua a scoparmi animalescamente il buco del culo facendomi sobbalzare il cazzo ogni qual volta devo smettere di segarlo per usare le mie mani aggrappandomi al lenzuolo per non cadere con la faccia sul tappeto anche se sarebbe comunque eccitante perché poi mi ritroverei i suoi piedi puzzolenti a pochi centimetri della bocca. Il 18enne mi da una sculacciata e poi toglie il suo cazzo dal culo. Ci alziamo avvicinandoci ad un comodino dove mi fa poggiare le mani e in un attimo e’ di nuovo dentro di me riprendendo a fottermi il culo tenendosi ai miei fianchi. In questo modo Gennaro può usare tutta la sua giovane forza, infatti mi scopa sbattendo il suo pube contro le mie chiappe che fanno il tipico rumore che emette la pelle sudata a contatto con l’epidermide del tuo scopatore. Mi sculaccia, mi accarezza la schiena oppure me la graffia leggermente anche se alcune volte mi prende per il collo piegandomelo in avanti e mi da degli scappellotti sulla testa. E’ giovane e deve dimostrarmi che lui sa come scopare, sa come essere un dominatore e ci sta riuscendo.
“Mi stai facendo impazzire”, gli dico
“Sono contento che ti piaccia il mio cazzo”, mi risponde ritornando a parlare in italiano nonostante il suo accento sia molto forte
“Sei un vero…aaahhh…porco”, mi congratulo
“Tu sei soltanto l’ennesimo culo che mi scopo”, mi informa
Ebbene si. Nonostante Gennaro sia fidanzato con una ragazza si scopa anche i culi dei maschi. Mi racconta che una volta, a 16anni, si e’ trovato in piscina con un suo amico. Erano sdraiati su un lettino e Gennaro per scherzo ha meglio i suoi piedi in faccia all’amico che, all’inizio, ha cercato di allontanarli dal suo viso ma poi ha finito per leccarglieli scherzosamente mostrandogli la sua troiaggine da finocchietto e da allora Gennaro si e’ sempre fatto leccare i suoi arti inferiori dall’amico finendo per fargli anche il culo nella sua cameretta da nerd. Io, dal canto mio, dopo la lezione che mi e’ stata data da Marco, ho capito che in me e’ cresciuto un desiderio sempre più forte di essere trattato come uno zerbino, di dare piacere invece di riceverlo un po’ come alcuni video che ho trovato cercando su internet dove dei ragazzi o anche uomini maturi, si fanno bullizare in questo modo da dei giovani master in erba. Gennaro può essere considerato uno di loro anche se già sa il fatto suo perché sono due anni che si scopa e maltratta il suo amico del cuore e questo gli ha dato la capacità di saper cogliere ogni sfumatura delle trasgressioni più recondite che esistono nell’animo delle persone che scopa.
“Te rumpu u culu, puttane’ (Ti rompo il culo, puttanella)”, mi minaccia
“Fallo…uuuhhh…spaccamelo”, lo stuzzico
“T’ho facc escere e ra vocca (Te lo faccio uscire dalla bocca)”, continua Gennaro
“Così almeno…aaahhh…sentirò il sapore della…uuuhhh…tua sborra”, gli dico
Gennaro esce dal mio culo martoriato e sebbene abbia preso altri cazzi più grandi prima del suo, il mio buchetto mi brucia per quanto me l’ha maltrattato e prendendomi per il braccio destro, mi fa sdraiare supino sul letto con le gambe aperte. Il ragazzo si avvicina a me impugnando il suo cazzo e mi penetra nuovamente. Tiene ferme le mie gambe all’altezza delle ginocchia mentre io godo della sua scopata selvaggia menandomi freneticamente il cazzo. Mi scopa ferocemente schiaffeggiandomi, sputandomi in faccia o in bocca e pizzicandomi i capezzoli con le sue dita. I suoi 18anni appena compiuti da qualche ora si fanno sentire tutti perché non accenna a smettere di scopare il mio buchetto tappandomelo come se il suo cazzo fosse un tappo di sughero e il mio culo un collo di bottiglia.
“T’aggie sburrà ‘nbocca (Ti devo sborrare in bocca)”, mi dice togliendosi dal mio culo mentre mi inginocchio sul letto
“Fammi assaggiare il tuo succo”, gli intimo
“T’aggie affogà sa vocca e puttane ca tieni (Ti devo affogare questa bocca da puttana che hai)”, dice sperando di farmi paura ma invece mi fa eccitare
“Si, riempimela tutta”, cerco di istigarlo a venire più in fretta
Le mie provocazioni non tardano a manifestare in Gennaro la sua frenesia nello sborrare, infatti dopo essersi masturbato il cazzo davanti alla mia faccia, schizza la sua meravigliosa crema direttamente dentro una mia narice e il resto nella bocca. Mi sbatte il suo cazzo sulla lingua e io glielo pulisco mentre mi masturbo il mio venendo sui miei addominali. Gennaio mi da un sonoro schiaffo per congratularsi con me ma io perdo l’equilibrio e cado davanti ai suoi piedi che riprendo a succhiare senza che lui me lo intimi così si inginocchia davanti a me sbeffeggiandosi della mia troiaggine e devota sottomissione al mio master.
“Te né a ji (Te ne devi andare)”, mi ordina
“Voglio fare la doccia con te”, cerco di fargli cambiare idea
“Ma ruttu u cazzu (Mi hai rotto il cazzo)”, mi fa
“Ti prego padrone”, continuo io sottomesso
“Ma vafanculu su ricchiune (Ma vaffanculo, ricchione)”, mi offende prendendo le mie cose gettandomele addosso
Io mi alzo un po’ mortificato perché Gennaro ha rifiutato di fare la doccia insieme a me ma soprattutto perché in questo modo non sono riuscito a convincerlo a farmi bere il suo piscio, unica cosa che non mi ha concesso da master. Esco dalla stanza del mio aguzzino entrando nella mia, mi ripulisco del suo sperma e dei nostri sudori e mi addormento. Il giorno dopo torno a casa dalla mamma per affrontarla spiegandole che una cosa come quella successa la mattina prima non dovrà più accadere in futuro. Me lo promette e mi confessa che anche lei si e’ sentita male dopo aver scopato con me ma questa storia deve finire qua. Vorrebbe anche lasciare Rafael, responsabile della nostra seconda scopata incestuosa, ma io glielo impedisco perché poi non avrei avuto modo di continuare a farmi trattare da troietta se mi avrebbe tolto quel meraviglioso stallone con il quale scopare ogni sera della mia vita. Nelle settimane successive, dopo che Gennaro torna a casa sua insieme alla sua famiglia, inizio a ricevere delle strane telefonate minatorie e oscene di alcuni ragazzi che mi chiedono di fare sesso ma quando io rispondo accondiscendente, questi si fanno beffe di me. Un giorno un mio amico gay mi mostra un filmato su un sito porno pubblicato in internet. Si vede chiaramente la stanza e il luogo dove due amanti maschi stanno facendo sesso ed uno di loro due sono io. Riconosco immediatamente anche la stanza dove si sta consumando l’amplesso ed e’ la stanza che Gennaro aveva affittato nel ristorante-albergo dove lavoro per potersi incontrare con la sua ragazza. Nel filmato si vede anche lui ma la sua faccia e’ oscurata e alla fine della messa in onda appare il mio numero di cellulare con l’incitazione a comporre quel numero perché tutti si sarebbero divertiti con i miei buchi. Quello stronzo di Gennaro mi ha filmato mentre facevamo sesso tenendomi all’oscuro di tutto, evidentemente aveva già in mente tutto questo diabolico piano quando mi corteggiava nel salone ed aveva azionato la telecamera poco prima che io entrassi nella sua stanza. Il mio amico gay mi dice che suo fratello, che va a scuola con Gennaro in un liceo ubicato nella città poco distante dalla mia, gli ha mostrato il filmato dove ha subito riconosciuto la mia faccia ed ha voluto avvertirmi. Ora capisco il perché di tutte quelle telefonate anonime e sono così costretto a cambiare numero telefonico per farle cessare ma non voglio e non posso sporgere denuncia. Le autorità competenti potrebbero anche credere che sia un scherzo, oppure potrebbero additarmi come complice pentito di Gennaro che prima ha voluto mettere in rete il video ma che poi si e’ pentito anche se so che loro non ci metterebbero niente a rintracciarlo tramite l’indirizzo IP del suo computer e fargliela pagare. In men che non si dica, chi ancora non sapesse del mio essere gay lo viene a sapere in una maniera plateale soprattutto quegli adulti e quegli adolescenti arrapati che cercano filmati osé per masturbarsi tutto il giorno invece che lavorare o studiare. Il mese delle rose lo trascorro come se avessi perso ogni interesse per la vita, anche al lavoro mi guardano in modo riprovevole, parlano male di me, gli unici che prendono sempre le mie difese sono Gustavo e Mario che praticamente si e’ innamorato della mia persona e cerca sempre un modo per giustificarmi quando gli altri colleghi spettegolano alle mie spalle additandomi come un pervertito, esibizionista e frocio. Anche grazie all’aiuto di loro due riesco ad andare avanti e a non cadere nel baratro della depressione che sento quasi avvicinarsi capendo che questa e’ la mia vita e che se fosse stato pubblicato un video dove facevo sesso con una donna, non avrebbe avuto tutta questa risonanza negativa quindi, visto quello che e’ successo e che non posso cambiare, lascio correre, faccio finta di niente permettendo alla gente di dire quello che vogliono sulla mia persona perché tanto non me ne frega niente. Decido nuovamente di prendere le redini della mia vita in mano e di vivere tranquillamente anche perché poco dopo, un’altra rivelazione erotica sposta l’attenzione delle persone su un altro scandalo paesano. Il sindaco appena sposato trova la moglie a letto con un altro e la immoralità sollevata dal mio filmato viene subito sostituita da quella più clamorosa di una personalità pubblica divenuta cornuta proprio come succede nei piccoli paesi del Sud Italia.

FINE CAPITOLO 28

TO BE CONTINUED

PS: NONOSTANTE CONTINUO AD USARE LO STESSO TITOLO, PEDRO NON APPARE IN QUESTE SCOPATE MA SICCOME E' INIZIATO TUTTO DA LUI, DOPO IL NONNO NATURALMENTE, HO DECISO DI TENERE QUESTA INTESTAZIONE ANCHE PER I RACCONTI SUCCESSIVI AI PRIMI DUE.

PER CHI POTREBBE CHIEDERMELO: IN RETE NON CI SONO FILMATI DOVE MI RIPRENDONO MENTRE FACCIO SESSO CON QUALCUNO. NELLA VITA REALE, QUEL RAGAZZO BASTARDO MI HA SOLTANTO FATTO DELLE FOTO DICENDOMI CHE ERANO PER LA SUA COLLEZIONE PRIVATA MA CHE POI HA MESSO IN GIRO PER IL PAESE. HO CAMBIATO QUESTO PICCOLO DETTAGLIO SPERANDO CHE, SE FOSSE PRESENTE SU QUESTO SITO, NON MI RICONOSCA MENTRE LEGGE I MIEI RACCONTI

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI..
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