Gay & Bisex
i giocatori di football 4
di FRANK_1987
14.06.2018 |
12.206 |
6
"L’ indomani mia sorella mi dice che Jackson le ha detto che le ha detto che aveva fatto a botte per lei..."
Tornato a casa, guardo un po’ di tv ma la mente va sempre alle parole che io e Jackson ci siamo detti poco prima. Mi addormento davanti alla tv e quando mi sveglio trovo un messaggio di Jackson sul cellulare.“Noi andiamo al “Lust” stasera. Vieni anche tu, per favore, così possiamo stare comunque insieme. Ci vediamo alle 21”
Jackson mi stava supplicando di stare con lui. Che cambiamento rispetto a due giorni fa. Gli scrivo che mi sarei andato molto volentieri e mi scudo per non avergli risposto prima. Mi faccio una doccia e arrivano subito le 18. Mangio in fretta affinché le 21 arrivino prima. Le lancette però sembravano giocare contro di me. Sembrava che stessero girando ancora più piano del solito. Per ingannare l’ attesa, mi cambio. Deciso di cambiare solo lo jeans e mi metto quello sdrucito con un buco proprio sotto la chiappa sinistra. Nel caso Jackson volesse fare sesso di nuovo nei bagni, gli bastava allargare ancora di più il buco (del pantalone). Le nove erano arrivate e un colpo di clacson mi fece saltare il cuore in gola. Io e mia sorella usciamo e troviamo Jackson poggiato alla sua macchina scura.
“Ciao amore”, disse, volevo che l’ avesse detto a me ma invece lo disse a mia sorella. A me toccò ricevere solo un timido ciao. In macchina non proferii parola ma mi sedetti accanto allo sportello per far in modo che se Jackson voleva vedermi attraverso lo specchietto retrovisore, non gli sarebbe stato possibile. Arrivati al locale, scendiamo dalla macchina. Mia sorella corre subito verso le sue amiche. Non ha cura del suo ragazzo, io invece ne avrei eccome. Jackson mi si avvicina e mi dice:
“Speravo che saresti venuto. Mi sei mancato tanto. Stasera riprenderemo da dove abbiamo interrotto oggi pomeriggio”
“Come vuoi”, gli rispondo e sorrido forzatamente.
Nel locale la musica era a palla e già c’erano alcuni ragazzi belli che fumati. Io, Jackson, mia sorella, una sua amica e il suo ragazzo ci sediamo ad un tavolo e ordiniamo da bere. Seduto al bancone noto che c’e’ un ragazzo e lo fisso. Jackson lo nota e capisco che e’ geloso. “Ma cosa vuoi?”, penso, “Se non possiamo stare insieme in pubblico, non vuol dire che non devo guardare nessuno. Mica ci devo fare sesso” finito il mio pensiero, il ragazzo si gira verso di noi. Mi mancò il respiro e pensai “E invece no. Devo assolutamente farci sesso”. Mi si presentò davanti un altro pezzo da 90. Non credevo che in città ce ne fossero altri oltre a Jackson. Indossa un pantalone nero e una camicia nera aperta di tre bottoni, le maniche rivoltate e una leggera barbetta. Sfortunatamente due ragazze gli si avvicinarono e lui si alzò mostrando un notevole rigonfio nei pantaloni “Interessante”, penso. Poi baciò tutte e due le ragazze.
“Cazzo”, penso, “E’ etero. Ma che m’ importa? Anche Jackson era etero prima di fare sesso con me”
“Vengo subito”, dico alzandomi
“Dove vai?”, mi domando Jackson
“Ho il bicchiere vuoto”, e beve d’ tutto un fiato, “Vado a riempirlo di nuovo”. Negli occhi di Jackson si leggeva chiaramente un misto tra gelosia e rabbia ma io me ne fregai e mi avvicinai al bancone e contemporaneamente al ragazzo.
“Un’ aranciata”, ordinai (siamo minorenni)
“Subito”, risponde il barista
“Scusa”, sento dire alle mie spalle “come ti chiami?”, mi giro “Oh, mi dispiace! Credevi che fossi una ragazza”
“Ah, me lo dico tutti. Sarà per il codino.”
Il ragazzo era un gran bel manzo. Nonostante la poco luce potevo notare i suoi occhi celesti e i suoi capelli neri gellati con una virgola alla Superman che scendeva sulla fronte.
“Sono Scott”
“Duncan”, risposi e ci scambiammo un saluto che più che altro sembrava avessi messo la mia mano in una morsa per tanto che l’ aveva stretta
“Di dove sei?”, gli chiedo
“Di Baton Rouge. Ti va di ballare?”
“E le tue ragazze?”
“Che m’ importa di loro quando ho te con il tuo bel codino”, mi prese per mano e ci avviammo verso la pista e intanto vedevo Jackson che mi guardava in modo fulmineo.
“Senti”, gli dico, “non mi sembra proprio il caso”
“Perché no?. Sei già impegnato?”
“Beh…veramente”, gli rispondo
“Se mi rispondi in questo modo significa che non vuole farsi vedere in giro con te. A me invece non frega nulla. Ti va?”
Esito un po’ e accenno con un sorriso. Iniziamo un ballo sfrenato e tutti ci guardano. Non mi importa che da oggi in poi tutti sapranno della mia omosessualità ma non volevo smettere di ballare con quella statua greca.
“Quanti anni hai?”, gli chiedo ballando
“26”, mi risponde lui anche ballando “E tu?”
“Io…18”, risposi mentendo
Intanto il ballo continuava. Tutti ci guardavano con aria schifati mentre alcuni, i più evoluti mentalmente, ci applaudivano. Incrociai molte volte lo sguardo adirato di Jackson e ogni volta lui baciava mia sorella. La musica finì Scott e io smettiamo di ballare e ci avviciniamo di nuovo al bancone.
“Devo andare in bagno”, gli dico
“Ah, si anch’ io”, risponde Scott
Io mi avvio verso il bagno e poi mi giro e noto che Scott si mette qualcosa nella tasca. Guardo sul bancone e scopro che ci sono dei preservativi distribuiti gratis. Sorrido ed entro in bagno. Dopo un po’ entra anche Scott. Che si avvicina a me e mi bacia. Intanto io allungo le mani e gli accarezzo il cazzo da fuori i pantaloni. Lui mi fa abbassare, si slaccia la cintura, si abbassa la lampo e tira fuori un cazzo da 20cm. Io gli bacio la cappella e poi me lo ficco tutto in gola. Lui mi prende per la testa e asseconda i miei movimenti.
“Oh, si, sei fantastico. Così, succhia”
Era molto eccitato e così venne subito nella mia bocca. La sborra era così tanto che stavo per soffocare e la ingoio subito. Estrae il cazzo dalla mia bocca e un rivolo di sborra esce fuori. Scott lo prende con il dito e me lo infila in bocca e io lo succhio avidamente. Jackson entra spalancando la porta e io mi alzo all’ improvviso.
“Brutto figlio di puttana”, esclama Jackson e si scaglia contro Scott dandogli una spinta. Scott da due pugni a Jackson che reagisce dando un pugno nello stomaco di Scott. Io sono sconvolto. Jackson vorrebbe dare un altro pugno a Scott che invece gli ferma il braccio destro, glielo torce all’ indietro e con il suo braccio sinistro gli stringe il collo tentando di strangolarlo. Io mi guardo in giro e vedo uno sgabello così lo prendo e colpisce Scott alla schiena facendogli lasciare la presa su Jackson e Scott cade a terra tramortito. Io mi avvicino a Jackson per controllare come sta ma quello che ricevo non l’ avrei mai sospettato: mi da uno schiaffo e mi dice che io sono stato il suo peggiore sbaglio. Così si alza e se ne va.
L’ indomani mia sorella mi dice che Jackson le ha detto che le ha detto che aveva fatto a botte per lei. A scuola mi evitava fino a quando lo affrontai nel cortile e gli chiesi scusa. Gli dissi che era tutto per me e che aveva ragione se non voleva più vedermi. Faccio per andarmene ma lui mi ferma per un braccio e io mi giro e così mi da un bacio che fa rimanere tutti a bocca aperta.
“Ma che cosa fai?”, gli chiedo
“Sto baciando il mio ragazzo. Lui non e’ mio cognato”, dice rivolgendosi agli altri ragazzi “Lui e’ il ragazzo”
“Ti amo Jackson”
“Ti amo anch’ io Duncan”
Poi gli toccai leggermente le ferite che Scott gli aveva procurato per difendermi e sgattaiolammo a casa sua per riprendere da dove ci aveva interrotto mia sorella il pomeriggio di ieri. Da quel giorno io e Jackson siamo una persona sola e ci amiamo come non mai.
THE END
QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO AGLI EVENTUALI ERRORI.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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