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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 7 - Ricordi adolescenziali 2


di FRANK_1987
02.07.2018    |    10.927    |    6 9.0
"Li succhiavo, raccoglievo la saliva e la sputavo sulle loro cappelle per poi infilarmele di nuovo in bocca e continuare a leccare quei pali..."
Un altro ricordo invade la mente di Giulio

CAPITOLO 7

Tornato a casa dal nonno, entro e subito lavo la borraccia che Rafael mi ha dato piena del suo piscio che ho assaporato lungo la strada mentre tutti credevano fosse acqua per dissetarmi dal caldo di Luglio. Poco dopo, nonno Ugo entra in casa e mi saluta come fa di solito lui ovvero, dandomi un appassionato bacio con la lingua e una strizzata alle chiappe. Ma questa volta da parte mia, durante il nostro saluto, c’e’ un po’ di smarrimento e lui se ne accorge.
“Tutto bene?”, mi chiede
“Si, alla grande”
“Quando dici così c’e’ qualcosa che non va”
Mi conosce bene penso.
“Non e’ vero, sono solo un po’ stanco”
“Stasera ti preparo il tuo piatto preferito così lo manderai giù con il vino bianco di mia produzione”, mi dice nonno mentre io annuisco timidamente.
La sera arriva quasi subito e mentre sto aspettando la cena preparata da Ugone, mi ricordo di aver lasciato nella lavastoviglie la borraccia di Rafael. Mi alzo e vado subito in cucina ma trovo mio nonno con la borraccia in mano.
“Di chi e’ questa?”, domanda
“E’ mia”, rispondo strappandogli di mano la borraccia “oggi mentre tornavo a casa avevo sete e invece di comprarmi la solita bottiglia d’acqua mi sono comprato questa borraccia così mi basterà soltanto riempirla, conservarla in frigo e poi portarla con me ogni volta invece di spendere sempre soldi a bottiglie d’acqua”
“Hai avuto una grande idea”, dice nonno Ugo “di certo saprai amministrare le tue finanze quando avrai un lavoro. Su torna di là che tra poco e’ pronta la cena”
La cena si svolge come ogni sera: mangiamo, scopiamo e poi io bevo ogni liquido che esce dal suo cazzo fino ad addormentarci. La mattina dopo e’ domenica e mia madre ci invita a pranzare da loro. Ci sono anche Pedro e Claudia, che con la sua pancia, sembra quasi una mongolfiera. I rapporti tra me e Pedro si sono ormai raffreddati da quando mi ha respinto. Oddio si sono raffreddati da parte sua perché ogni volta che lo vedo mi eccito un casino ma sfido qualsiasi gay che ha un cognato del genere in casa a non eccitarsi un giorno si e l’altro pure! Dopo pranzo me ne vado un po’ in camera mia. Sono mesi che devo metterci piede e mia madre ha lasciato tutto com’era prima del mio trasferimento a casa del nonno, neanche fossi morto. Mi sdraio sul letto e mi vengono in mente tutte quelle volte che mi sono segato. Ogni volta che vedevo un ragazzo carino, non appena tornavo a casa, dovevo andare in camera mia a farmi una sega, era quasi un rito proprio come se io, masturbandomi pensando a quel ragazzo, avessi fatto l’amore con lui. Mi vengono in mente anche tutte quelle volte che io da 15enne prendevo nel culo il cazzo del nonno ma anche la seconda volta che nel mio orifizio ci finì un cazzo diverso da quello di Ugo per l’esattezza furono due, quelli dei miei compagni di classe Franco e Stefan che avevo sorpreso a scuola mentre si segavano di nascosto in un’aula durante l’ora di educazione fisica. Mi viene in mente di avere ancora una foto di classe da qualche parte e quando la trovo, posso ricordare perfettamente che gran bei fusti che erano da adolescenti capendo solo ora che grande opportunità ho avuto a farmi scopare da loro. Pensando ai miei compagni e a quando hanno preteso il mio culo, oltre che la mia bocca, inizio a toccare il mio cazzo duro come una roccia finendo per prenderlo in mano e iniziare a segarmi furiosamente.

PASSATO: Dopo aver fatto sesso la prima volta con il nonno, il giorno successivo andai nel bagno del mio liceo ad affrontare, come ben sapete, Franco e Stefan e a convincerli a farmi succhiare i loro cazzi altrimenti avrei detto al preside cosa avevano fatto di nascosto in quell’aula e il preside li avrebbe espulsi. Franco, 15enne napoletano, accettò subito mentre Stefan, 16enne rumeno, ci mise un po’ per capitolare ma poi alla finì cedette. Franco proviene da una famiglia napoletana trasferitasi in un paesino della Calabria anni fa. Iniziai con lui le elementari fino a sopportarlo anche al liceo visto la passione smodata che lui aveva per la scienza e io per la matematica. Capelli castani e occhi celesti, Franco aveva un fisico asciutto ma tonico ed un cazzo di 22cm. Portava gli occhiali da quando era bambino e da poco aveva cambiato montatura scegliendone una nera che faceva risaltare il suo sguardo magnetico. Stefan, invece, era il figlio di una coppia di immigrati rumeni arrivati chissà come nel nostro paese. Di capelli castani e occhi verdi, Stefan aveva anche lui su per giù lo stesso fisico di Franco ma un cazzo più piccolo, 18cm. Ce lo ritrovammo nella stessa classe quando, mentre io facevo il secondo superiore, lui era stato bocciato. Franco e Stefan condividevano lo stesso banco e subito avevano fatto amicizia. Erano dei ragazzi dall’atteggiamento da bulli anche se non arrivarono mai a commettere qualche azione criminale come fanno quelli di oggi, ma si limitavano a prendere in giro chiunque. Un giorno di Novembre mi ritrovai a guardare verso il loro banco. Franco era seduto sguaiatamente sulla sedia con le gambe aperte mentre Stefan scriveva su un foglio, con le gambe incrociate sotto la sedia in una posizione che lo faceva sporgere sul banco facendogli sollevare la felpa dalla parte posteriore mettendo in evidenza le sue mutande e la pelle della schiena. All’epoca non ero ancora stato scopato ma se avessi potuto scegliere con chi perdere la verginità, sarebbero stati proprio loro due. Franco si grattò la leggera peluria che gli stava nascendo sulla faccia e si voltò verso di me ma io prontamente abbassai lo sguardo. Con la coda dell’occhio potevo vedere che Franco si era seduto composto sulla sedia e stava parlando con Stefan che poi girò la testa verso di me ma io la abbassai ulteriormente sul quaderno. Prendendo un respiro profondo e cercando di seguire la lezione, alzai la testa ma riuscii a intravedere che Franco e Stefan mi stavano guardando e che Franco faceva il “segno del ricchione” toccandosi l’orecchio. Io avvampai, mentre loro scoppiarono in una fragorosa risata e la professoressa fu costretta a riprenderli. Da quel giorno fui il loro bersaglio preferito. Non facevano altro che punzecchiarmi con vari nomignoli finché un giorno di metà Dicembre li vidi nell’aula intenti a segarsi, poi fui sverginato dal nonno il giorno dopo mentre fuori divampava un caldo insolito per il periodo, per colpa di un piccolo anticiclone, e alla fine, preso dal coraggio, li affrontai nel bagno e da quel giorno iniziarono a scoparmi la bocca facendomi bere la loro sborra cosa con che non avevano fatto ancora con nessuno. (RACCONTO 4) Un giorno di Marzo nel bagno della scuola dopo avermi inondato la faccia e la bocca con il suo sperma e quello del suo amico, Franco mi diede una pacca sul sedere.
“Sei veramente fantastico, Giu, una vera femminuccia nata per far godere i maschi. Chissà come potresti farci godere con questo magnifico culetto oltre che con la tua boccuccia”
“Fra’ ma che stai dicendo?”, lo riprese Stefan
“Sto dicendo che dovremmo fargli il culo a questo frocio”
“Si ma lui e’ frocio, io no”, ci teneva a sottolineare Stefan
“Tranquillo Ste, tanto il frocio e’ chi lo prende nel culo”, disse Franco cercando di tranquillizzarlo e allo stesso tempo convincerlo
“Avete mai sentito parlare di froci attivi?”, dissi io
Subito Stefan mi diede uno schiaffo che mi fece perdere l’equilibrio facendomi sbattere contro un lavandino.
“Ehi, ehi, ehi, grande amico così si fa con le troiette, bisogna dominarle”, disse Franco dandosi il cinque con Stefan
“Ti aspettiamo oggi pomeriggio alle 15 a casa mia”, mi ordinò Stefan “ti faremo il culo brutta vacca che non sei altra”, continuò uscendo dal bagno insieme a Franco
I due credevano di aver trovato una di quelle verginelle delle quali vantarsi con gli amici per averle sverginate ma non sapevano che l’avevo già come una galleria. Per tutto il resto della giornata scolastica non facevano altro che farmi vari segni: quello del bocchino, quello della scopata e finalmente arrivò il suono della campanella. Non avevo mai sentito un suono così bello perché significava che mancavano meno di due ore alla mia scopata con Franco e Stefan. Tornato a casa mi cambiai, pranzai e andai a fare i compiti. Erano le 14.50 quando lasciai a metà gli esercizi e dissi a mia madre che sarei uscito per vedermi con degli amici. Presi la bicicletta, la casa di Stefan era a pochi metri dalla mia e li feci tutti di corsa per arrivare puntuale. Guardai il cellulare ed erano le 14.58 quando bussai alla porta. Mi aprii il “padrone” di casa vestito con una maglietta grigia e il pantalone nero di una tuta.
“Sei di una puntualità impressionante. Li vuoi i nostri cazzi allora”, mi disse
“Sono qui per questo”, gli risposi passandomi la lingua sulle labbra notando che si strizzava il pacco
“Entra”, accolsi l’invito ed entrai “ehi Fra, guarda il finocchietto”
“Ciao finocchietto”, mi salutò Franco seduto sul divano a gambe aperte con addosso una maglietta blu e un jeans mente stava giocando al cellulare “non ti bastava averli in bocca i nostri cazzi, adesso li vuoi pure nel culo?”, mi domandò smettendo di giocare al cellulare e guardandomi con quei suoi occhioni celesti abbassandosi leggermente gli occhiali.
“Siediti”, mi invitò Stefan
Mi sedetti accanto a Franco e Stefan si sedette accanto a me. Le mie mani fremevano nel toccare ancora i loro cazzi ma in quella casa, in loro completa balia, mi sentii impaurito e mi inibii. Ci pensarono loro a sciogliere il ghiaccio. Iniziarono a toccarmi l’addome da sotto il maglione. Io chinai la testa sullo schienale del divano mentre loro misero le mie mani sui loro cazzi che non potei fare altro che iniziare a toccare per sentirli crescere lentamente fino a ritrovarmi in mano due bastoni di carne ancora avvolti nei pantaloni. Franco mi prese per la faccia e iniziò a limonarmi. Io mi girai leggermente verso di lui continuando a baciarlo e a toccargli il cazzo lasciando per un attimo quello di Stefan. Il cazzo di Franco era di marmo, lungo, grosso e sistemato verso destra mentre lo palpavo con una mano e con l’altra entrai sotto la sua maglietta toccandogli gli addominali scolpiti. Anche lui mi sollevò il maglione a metà torso e mi strizzava i capezzoli.
“Vado a prendere qualcosa per lubrificare il culo a questa troia”, disse Stefan alzandosi dal divano e andando verso il bagno.
Io intanto scesi giù dal divano e mentre Franco si sbottonava i pantaloni, io glieli tirai via insieme ai suoi boxer blu e il suo cazzo svettò in tutta la sua magnificenza. Me lo lavorai di bocca dolcemente fino a quando non venne Stefan, gettò il lubrificante sul divano e mettendomi la mano sulla nuca, mi spinse verso il cazzo di Franco che rideva. Togliendomi quella bestia di 22cm dalla bocca, vidi che Stefan si stava spogliando e anche Franco si stava togliendo la maglietta e i pantaloni ormai scesi fino alle caviglie. Anche io mi denudai e per la prima volta videro il mio cazzo. Stefan fece un fischio di ammirazione mentre Franco rimase ipnotizzato. Stefan si abbassò davanti a me prendendosi il mio cazzo in bocca.
“Cazzo Stefan che stai facendo?”, gli chiese sconcertato Franco
“Ma hai visto che cazzo che ha?”, rispose lui mentre continuava a lavorarsi di bocca il mio cazzo
“Prima avevi ripensamenti a farti succhiare il cazzo da questo lurido frocio e adesso il cazzo glielo succhi tu? Se ti piace così tanto succhia anche il mio”, gli ordinò
Franco si avvicinò a Stefan che lasciò il mio cazzo e si mise in bocca quello del suo migliore amico mentre io mi sedetti a terra e mi lavorai il pene di Stefan che poi lasciò quello di Franco, io mi sedetti sulle ginocchia e iniziai a succhiare i loro cazzi contemporaneamente proprio come se fossimo nei bagni della scuola. Li succhiavo, raccoglievo la saliva e la sputavo sulle loro cappelle per poi infilarmele di nuovo in bocca e continuare a leccare quei pali. Intanto Franco aveva iniziato a toccarmi le chiappe e mi umettava il buchetto con la sua saliva infilando un dito dentro.
“Vuoi trombarlo?”, chiese Stefan a Franco
“Siamo qui per questo”, rispose lui
“Si scopatemi”, gli ordinai io
“Stai zitta troia”, mi disse Franco
“Lo sai che le troie non devono parlare?”, mi ricordò Stefan dandomi un sonoro schiaffo
Franco si sedette sul divano, prese il lubrificante spalmandoselo sopra il suo cazzo mentre io mi misi su di lui e Stefan mi lubrificò il culo. Iniziai lentamente a sedermi su un giovane cazzo napoletano, il cazzo di un 15enne che non vedeva l’ora di entrare in qualche orifizio.
“Mamma mia com’e’ caldo, Ste, non sai quanto”, disse Franco
“Non vedo l’ora di provarlo”, rispose Stefan
“Vuoi scoparmi si o no?”, domandai autoritario a Franco
Franco iniziò a scoparmi mentre io lo tenevo bloccato per i pettorali e vedevo che ogni tanto dava delle occhiate al cazzo di Stefan che intanto era di fianco a lui intento a baciarmi. Vedendo che Franco era ipnotizzato dal cazzo di Stefan, feci segno al ragazzo di avvicinarsi al mio scopatore e quando lo fece, Franco si infilò in bocca tutto il cazzo di Stefan mentre io iniziai a cavalcarmi il napoletano facendomi entrare nel culo tutto il suo cazzone.
“Hai visto che succhiare il cazzo piace a chiunque?”, chiesi a Franco
“Mai quanto a te…mmpphh…puttana. Me lo stai quasi staccando con il culo”, rispose
“Chiudi questa bocca e succhiamelo”, lo apostrofò Stefan
Io mi cavalcavo Franco che succhiava il cazzo di Stefan che stava baciando me. Un trio così assortito e affiatato non lo avevo mai visto neanche nei migliori film porno. Poi ad un tratto Stefan tolse il cazzo dalla bocca di Franco che continuava a scoparmi e lo vidi mentre si lubrificava l’attrezzo. Temetti che volessero farmi la doppia penetrazione ma Franco tolse il suo cazzo dal mio culo, Stefan mi venne dietro e, posizionandomi a pecorina sopra il suo amico, mi piantò il suo giovane cazzo rumeno nel mio sfintere.
“Avevi ragione Fra, e’ così caldo”, disse Stefan
“Allora scopatelo, che aspetti?”, gli rispose Franco
“Avanti, tromvbami”, esortai Stefan
Il cazzo rumeno era leggermente più piccolo di quello di Franco ma non per questo non ci sapeva fare. Fra i due era il più animale perché mi scopava quasi con ferocia. Faceva uscire il suo cazzo dal mio buchetto per poi rimetterlo dentro con violenza. Spostandomi indietro, riuscii ancora a prendere in bocca il cazzo di Franco che mi spingeva la testa verso il suo arnese mentre presi il mio in mano e iniziai a segarmi. Stefan ancora continuava a scoparmi imperterrito il buco del culo e Franco si alzò tenendo il suo cazzo nelle mie fauci e prendendo la mia testa come se dovesse darmi un bacio, la muoveva avanti e indietro sul suo cazzo senza farmi respirare. Stefan, invece, toglieva il suo dal mio culo, lo strusciava tra il solco delle mie chiappe e poi me lo rimetteva dentro.
“Chi l’avrebbe mai detto che Giulio aveva un culo così bello”, disse Stefan
“Dovevamo immaginarlo”, gli fece eco Franco “visto quant’e’ bravo con la bocca”
“Oh si scopatemi…aaahhh…sono la vostra puttana…uuuhhh…usatemi come volete voi”, dico ai miei scopatori che colgono la balla al balzo.
Quando Franco decise di smetterla di scoparmi la bocca, anche Stefan decise di smetterla di scoparmi il culo quindi mi fecero sdraiare per terra sopra un tappeto. Franco si posizionò in ginocchio alla mia sinistra e Stefan si posizionò in ginocchio alla mia destra e mentre succhiavo i loro cazzi, masturbavo il mio e venni sul mio addome. I due ragazzi si fecero una grossa risata e vidi dal cazzo di Franco partire il primo schizzo che mi centrò la bocca spalancata. Anche Stefan seguì a ruota il suo amico e vennero insieme dentro la mia bocca e sulla mia faccia imbrattandola con il loro saporito sperma adolescenziale. Tenendo la testa inclinata all’indietro, sentivo i rivoli di sborra scendermi lungo le guance mentre i miei due scopatori li raccoglievano con i loro cazzi e me li infilavano in bocca. Stremato dalla fatica, non riuscii ad alzarmi allora Franco e Stefan mi aiutarono e mi fecero sedere sul divano insieme a loro.
“Ti e’ piaciuto, troietta?”, mi chiese Franco
“Siete stati fantastici”, risposi
“Era la nostra prima volta”, ammette Stefan
“A me non sembrava. Ci sapete fare”
“Anche tu” disse Franco “non sembrava la prima volta che lo prendevi nel culo, forse perché sei nato per fare questo tipo di attività”
“In realtà non era la mia prima volta. Non mi avete sverginato voi”
“Davvero?”, chiese Stefan mentre io annuivo orgogliosamente “e chi te l’ha rotto?”
“Non posso dirvelo”
“E’ stato qualcuno più grande di noi, vero? Per questo non vuoi dirlo”, disse Franco
“Hai ragione”, risposi
“Diccelo”, esclamò Stefan autoritario
“Non ne ho la minima intenzione”
“Diccelo o ti pesto a sangue. Vogliamo sapere chi ha già usato il nostro giocattolino”
Non potevo dirgli che ho perso la verginità anale qualche mese prima con il nonno quindi mentii dicendo che un uomo mi aveva abbordato mentre uscivo un pomeriggio e che mi aveva portato ai giardinetti dove mi aveva trombato per la prima volta.
“Chissà chi e’?”, si chiese Franco
“Di sicuro vorrei conoscerlo”, disse Stefan
“Non potete farlo. Non so nemmeno il suo nome”, dissi io “e poi se cercaste di aggredirlo, lui vi spezzerebbe in due con estrema facilità”
“Ma non vogliamo aggredirlo”, disse Franco “vogliamo ringraziarlo”
“Già”, continuò Stefan “vogliamo ringraziarlo per averci fornito una troia come te, già bella aperta e già disinibita come non mai”
Franco e Stefan risero e anche io mi unii alla loro risata e poi ci baciammo tutti e tre mischiando le nostre lingue affamate.

PRESENTE: Continuando a pensare al passato, mi sto segando sdraiato sul letto della mia camera, così mi sollevo la maglietta e vengo sul mio addome. Mentre ansimo per la sega, sento bussare alla porta. E’ la mamma che vuole sapere che fine ho fatto. La tranquillizzo dicendole che sto bene, prendo un fazzoletto, mi pulisco, mi alzo dal letto e vado in cucina…

FINE CAPITOLO 7

TO BE CONTINUED

PS: NONOSTANTE CONTINUO AD USARE LO STESSO TITOLO, PEDRO NON APPARE IN QUESTE SCOPATE MA SICCOME E' INIZIATO TUTTO DA LUI, DOPO IL NONNO NATURALMENTE, HO DECISO DI TENERE QUESTA INTESTAZIONE ANCHE PER I RACCONTI SUCCESSIVI AI PRIMI DUE.

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI..
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