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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 12


di FRANK_1987
12.07.2018    |    9.405    |    7 8.5
"“Dobbiamo tornare di là, culo d’oro”, mi dice Pedro dandomi degli schiaffetti sul culo, facendomi alzare e inginocchiare..."
Qualcosa di sconvolgente sta per accadere.

CAPITOLO 12

E’ Aprile, i preparativi per il primo anniversario di nozze di Pedro e Claudia sono giunti quasi al termine mentre quelli per il battesimo di mio nipote Andrea ancora sono in alto mare. Mia sorella Claudia, ancora sconvolta dal mio essere gay anche se inizia ad ammorbidirsi, non mi ha scelto come padrino per suo figlio preferendo un’altra coppia. L’avvio della procedura per il divorzio dei miei genitori e’ già iniziata anche se mia sorella non riesce a credere a quello che sia successo perché, nonostante tutto, Massimo e Rachele vanno d’amore e d’accordo, anche più di prima, e mia madre non ha voluto chiedere nessun sostentamento sia perché proviene da una delle famiglie più ricche della città, sia perché Massimo non ha avuto nessuna colpa in quello che e’ successo dato che lei l’ha sposato in passato sapendo già della sua omosessualità e per ultimo, ma non meno importante, perché si sente in colpa di non aver assecondato la vera natura sessuale del marito in tutti questi anni di matrimonio. Il giorno delle due feste e’ finalmente arrivato. Un timido anticiclone fa si che in Calabria, con le prime giornate di caldo primaverile, sembri già estate quindi scelgo di vestirmi con un look casual. Camicia celeste a maniche corte aperta sul davanti lasciando intravedere una collanina d’oro nascosta tra i miei peletti, un pantaloncino di jeans scuro che mi arriva all’altezza del ginocchio e le sneakers celesti abbinate alla camicia. Mi guardo allo specchio e sono un figo pazzesco.
“Chi e’ questo bel ragazzo?”, mi fa Kai abbracciandomi da dietro
“Non lo so. Tu chi vuoi che sia?”, gli faccio io
“Quello che mi farà il culetto. Adesso!”, mi dice autoritario
Mi giro divincolandomi dalla sua morsa e lo bacio con la lingua, la sua mano scende sulla mia patta gonfia perché ho voglia di fargli il culo ma guardo l’orologio e manca poco alla cerimonia. Arrivano parenti da mezzo mondo per celebrare la benedizione cattolica di Andrea e tra loro vedo spuntare Rafael, sua moglie e il loro bambino dentro il passeggino. Rafael e sua moglie sono stati scelti da Claudia come padrino e madrina di Andrea scartandomi dopo avermi detto che non potevo insegnare valori sani al figlio, e adesso Rafael cosa gli insegnerà? A mentire a sua moglie? Oppure a pisciare dentro una borraccia per farla bere al suo giocattolino? Rafael mi saluta con un cenno della testa mentre la moglie mi guarda in malo modo.
“Perché quella ti ha guardato in quel modo?”, mi chiede Kai
“Perché prima di conoscerti mi sono fatto suo marito”, Kai si lecca le labbra eccitato da quanto Rafael sia un manzo stratosferico “mi ha fatto leccare i suoi piedi e mi ha dato talmente tanto piscio che se chiudo gli occhi sento ancora il suo sapore aspro in bocca”
“Wow che troia che sei. Dovremmo farlo anche noi”
“Non appena finirà questa giornata”, gli assicuro
“Cerca di bere il più possibile allora”
“Anche tu. Voglio sentire il sapore del tuo piscio anche io”, gli faccio dandogli un bacio stampo
Ci avviciniamo mano nella mano al portone della chiesa per poi staccarci non appena entrati nel luogo sacro per eccellenza, ma di certo non per me. Durante la cerimonia, mi guardo in giro annoiato. Che senso ha fare una litania del genere quando si potrebbe semplicemente gettare l’acqua sulla testa del neonato e dire “io ti battezzo”? Strani i religionsi. Guardandomi intorno vedo un ragazzo seduto ad una panca. Mi sembra di riconoscerlo. Ma certo, e’ il ragazzo ballerino, il go-go boy del locale gay. Lui capisce che io lo sto guardando e mi saluta. Mio padre nota la mia distrazione, capisce che sto guardando il ragazzo e mi fa spallucce per indicarmi che e’ stato lui a invitarlo al battesimo di suo nipote e probabilmente hanno una relazione. Io sorrido verso Massimo per rincuorarlo e mentre mi volto verso l’altare, noto una ragazza che mi guarda continuamente. Capelli neri, occhi verdi, seconda di seno, abbigliata con una maglietta smerlettata celeste e una gonna nera. Mi fa cenno con la testa, io la saluto con la mano ma con l’altra cerco quella del mio fidanzato che timidamente, e di nascosto, me la stringe. Sento dentro di me qualcosa di diverso, qualcosa di “sbagliato” e penso proprio di sapere di che cosa si tratti. Dopo la fine della cerimonia del battesimo, facciamo le foto di rito e noto che la ragazza si sta facendo una foto in compagnia di Pedro, Claudia, Rafael e sua moglie. E’ in piedi accanto a Rafael e gli cinge il fianco con una mano. E’ una buongustaia, penso. Il brontolio della fame inizia a farsi sentire ma al ristorante, per l’uscita dei piatti, dobbiamo aspettare ancora a lungo. Dopo il primo e il secondo e’ arrivato il momento del ballo. Kai vorrebbe tirarmi in pista ma sono stanco e allora lui decide di ballare con Rachele. Il secondo piatto che abbiamo consumato non e’ ancora venuto a ritirarlo nessuno così addento un altro po’ del contenuto.
“Questa finta mascolinità che ti sei creato non ti si addice”, mi fa Rafael sedendosi accanto a me
“Neanche la tua famiglia perfetta si addice alla tua vita da scopaculi maschili”
“Puoi farti crescere la barba, aumentare la tua massa muscolare, vestirti come un maschio ma nulla potrà farti perdere la voglia di cazzo. Guarda qua. Se lo vuoi e’ tuo”
Rafael si sta toccando il pacco da sotto al tavolino incurante che qualcuno possa vederlo. Ammirarlo seppur avvolto in un pantalone dopo tanto tempo che non lo vedo, mi fa venire l’acquolina in bocca ma ho Kai adesso e lui e’ tutto quello che voglio. Ascoltate le mie parole, Rafael si alza e dandomi un scappellotto sulla nuca, si allontana. Sono arrabbiato con lui ma mi accorgo che la ragazza che mi fissava in chiesa lo sta facendo anche qui. Mi fissa in maniera provocante, non gira neanche lo sguardo quando si sente scoperta e si passa la lingua sulle labbra. Io sento qualcosa muoversi in corrispondenza delle mie parti intime e, alzandomi, faccio segno a Kai che sarei andato a fumarmi una sigaretta. Uscito dal retro del ristorante, mi prendo una Merit e la accendo. Do qualche boccata e mi ritrovo davanti la ragazzina.
“Hola”, mi fa
“Ciao”
“Soy Sofia”
“Giulio”, le faccio stringendole la mano
“Ne hai un’altra per me?”
Prendo il pacco di sigarette e ne estraggo una
“Veramente io ne vorrei una più grande”, mi fa e con una mano si aggrappa alla mia patta
Non ho la forza di toglierle la mano, la sua bellezza e’ sconvolgente e il mio cazzo si risveglia in tutta la sua interezza. Rimetto il pacco di sigarette nella tasca, spengo quella che sto fumando e Sofia si abbassa e libera il mio cazzo dall’ingombrante boxer.
“Ahi papi”, esclama scappellandomelo un po’ per poi ficcarselo in bocca
Mi sto facendo ciucciare il cazzo da una donna, una ragazza per l’esattezza dopo che mi ero ripromesso di non cascarci più dopo aver scopato con la mamma. Ha l’apparecchio ai denti e ogni tanto mi fa un po’ male ma poi mi viene voglia di trombarmela così la faccio alzare e la bacio con la lingua. Non e’ la prima volta che bacio una donna. Mi e’ già capitato di baciarne una durante il gioco della bottiglia quando ero un liceale ma poi lei ha fatto sesso con il mio ex che l’ha messa incinta. Durante il bacio le sollevo la gonna finendo con le mani tra la sua patata priva di mutandine, e’ calda e si sta bagnando mentre lei mi masturba il cazzo teso come la corda di un violino. A questo punto le tengo sollevata una gamba, mi prendo il cazzo e indirizzandolo verso la sua fica, la penetro con decisione. La ragazza urla e io le metto una mano sulla bocca. Siamo sul retro e qualche cameriere potrebbe uscire vedendo un gay scoparsi una ragazza. Quando le tolgo la mano dalla bocca, la sento ansimare.
“Ah si, que lindo. Follame, follame cabron”, mi incita
In piedi facendo leva sulle gambe, tenendo una ragazza che, seppur giovane, ha il suo peso, inizio a sentire un leggero intorpidimento quindi poggio una gamba su un muretto continuando a scopare la fica della ragazza la quale adesso riesce ad accogliere ancora meglio il mio cazzo mentre con una mano le abbasso la maglietta e mi metto in bocca una sua tetta.
“Follame”, continua a ripetere eccitandomi
“Si, ti sto scopando, puta”
Ho voglia di farle il culo, quindi le sfilo il cazzo dalla fica, la giro, lei si solleva ancora di più la gonna mostrandomi le sue chiappe e poggia le mani contro il muro. Mi abbasso, allargo le sue natiche e scopro che nel culo deve averne già presi parecchi. Le do una sputata sulla rosellina, mi sollevo e le entro dentro.
“Me gusta”, mi fa
“Te gusta, hija de puta?”, le domando mentre le afferro le tette e inizio a penetrarle l’ano
Le sue piccole tettine mi stanno tutte dentro la mano e le stuzzico i capezzoli mentre lei geme. Il mio cazzo sparisce dentro al suo culo che chissà quanti ne ha ospitati e così poggio le mani all’altezza dell’osso sacro e la scopo a più non posso.
“Vienimi dentro”
Non me lo faccio ripetere due volte e aumento l’inculata.
“Non nel culo”, mi fa “nella fica”
“Ma ti ho appena scopato il culo. Non e’ igienico”, mi preoccupo io quasi come una mamma
Eh si, come una mamma perché dicendo quella frase mi sentivo un po’ femminile.
“Ho fatto il clistere questa mattina, quindi sono pulita dietro. Dai che non resisto. Siediti”
Mi siedo sul muretto e lei si impala sul mio cazzo aggrappandosi con le mani ad una inferriata. Comanda lei la scopata, e’ violenta e per questo non resisto, allora scarico nella sua patata tutto il mio caldo succo omosessuale. Lei si alza da sopra do me e noto che sul mio cazzo ci sono delle piccole macchie di sangue che non avevo notato in precedenza preso dall’eccitazione di poterle scopare anche il culo. Ho sverginato una ragazza, sono diventato un puttaniere. Mi pulisco il cazzo e me lo rimetto nei pantaloni mentre lei si tocca la fica e poi mi mostra un dito intriso del mio sperma e se lo lecca esibendomi il suo sexy apparecchio dentale e facendo il tipico rumore di quando ci gustiamo qualcosa che ci fa impazzire. Sofia si pulisce la vagina, getta il tovagliolo a terra, si aggiusta la tetta dentro la maglietta, si sistema la gonna e poi se ne va. Anche io entro di nuovo nel ristorante ma non sono più lo stesso. Sono frastornato, confuso e non so più che cosa mi piaccia. Mi immagino a pecorina mentre un grosso cazzo, magari di colore, mi penetra violentemente ma allo stesso tempo mi immagino dentro una calda e profumata vagina femminile. Vedendomi in quello stato, Pedro si avvicina a me.
“Giulio tutto a posto?”
“Cosa?”, faccio io al suono di quella domanda che mi riporta alla realtà cancellando dalla mia mente le immagini di una vita da omosessuale o eterosessuale
“Sembri giù di morale. Tutto bene con Kai?”
“Si tutto bene.”
Intanto vedo Sofia che sta flirtando con un cameriere niente male.
“Chi e’ quella ragazza?”, chiedo a Pedro
“Chi? Quella che ci sta provando spudoratamente con il cameriere? E’ Sofia. La sorella sedicenne di Rafael”
“Sedicenne?”, mi viene un colpo
Oh mio Dio, può accusarmi di abuso di minore, di averla circuita. Non voglio finire in galera per essere carne da macello per gli altri detenuti una volta scoperta la mia colpa ma dopo tutto e’ stata lei a provocarmi anche se potrebbe dire che non e’ stato consensuale e le crederanno lo stesso in quanto minorenne. Sono nel panico più totale. Sto andando in iperventilazione. Mi alzo ansimante dal tavolo e mi dirigo verso il bagno accompagnato da Pedro mentre Kai si chiede, poverino, cosa mi stia succedendo e Pedro, per non farlo preoccupare, gli dice che mi e’ venuto soltanto un conato di vomito. Una volta entrati nel bagno, la respirazione sembra essere tornata normale e Pedro mi chiede cosa mi sta succedendo.
“Ho fatto sesso con Sofia”
“Tu, che cosa? Ma sei gay”, mi fa sbalordito Pedro
“Lo so ma e’ stata così provocante che non ho resistito”
“Come hai fatto a fartelo venire su con una ragazza?”
“Pedro non e’ questo il punto. Il punto e’ che ho fatto sesso con una ragazza minorenne e se lo andrà a dire in giro, per me sarà finita. E poi, per dirla tutta, mi sono eccitato perché credo che fare sesso con una donna per me sia eccitante quanto per qualcun altro e’ eccitante fare sesso legati o andare con le transessuali”
“Quindi stai diventando bisessuale?”
“No. Non voglio passare per un maniaco ma essere bisessuale significa anche provare amore verso entrambi i sessi mentre a me viene voglia soltanto di scopare e basta con una donna”
“Ok, ho capito. Quindi io devo ritenermi un bisessuale innamorato dato che mi avevi fatto perdere completamente la testa e non soltanto in maniera sessuale, l’anno scorso?”
“Si”, io e Pedro ci guardiamo e vedo una scintilla nei suoi occhi “comunque non so cosa mi stia succedendo, sto impazzendo. D’accordo non sono un vecchio, ho 20anni ma sembro un 14enne indeciso. Ho subito voglia di un cazzo. Devo farmi scopare immediatamente. Adesso chiamo Kai, lo faccio venire qui e mi faccio aprire il culo come un’arancia così la smetterò una volta per tutte di eccitarmi con le donne”
“Non hai bisogno di Kai”, mi fa Pedro poggiando una mano sul mio torace bloccandomi mentre cerco di raggiungere la porta “ci sono io per questo”
Pedro solleva la sua mano portandosela intorno al mio collo e mimando uno strangolamento, mi trascina all’indietro dentro una cabina bagno.
“Pedro che stai facendo?”
“Voglio farti passare la voglia di andare con le donne”, mi dice
“Ma può entrare qualcuno”
“Sono tutti intenti ad ingozzarsi, non verrà nessuno. Tranne noi”
Io sorrido e lui inizia a spogliarsi. Gli tolgo la giacca mentre gli sbottono alcuni bottoni della camicia lasciandogliela aperta ad ammirare il suo fisico scolpito, tatuato e da padre di famiglia. Lui intanto mi slaccia la cintura dei pantaloni e me li abbassa leggermente insieme alle mutande. Anche lui si abbassa la zip tirando fuori solo il suo cazzo, poi mi gira mi lubrifica con la saliva e me lo infila tutto dentro.
“Aah, si, e’ di questo che ho bisogno”, gli dico ansimando di piacere
“Ti piace? Più della fica di Sofia?”, mi chiede
“Non c’e’ paragone”
“Avevo dimenticato che bella sensazione mi danno le tue pareti anali intorno al mio cazzo”, si congratula con me Pedro
“Allora godine a pieno”
“Adesso stai zitto e fatti scopare”
Me lo spinge tutto dentro e aumenta la sua forza per venire subito e non essere visti da nessuno. Io gemo come un maiale e non posso ancora crederci. Mai avevamo vissuto un’ esperienza così proibita e questo mi eccita non poco e lo incito a spingere il suo cazzo tutto dentro al mio culo. Il suo grosso cazzo mi spacca tutto ma non voglio che venga subito.
“Rallenta tesoro mio o mi verrai nel culo”
“Non vuoi essere farcito dalla crema di tuo cognato?”
“Se non ti dispiace vorrei averla in bocca”, gli dico.
Ho già bevuto dello spumante ma voglio assaggiare anche l’orzata adesso. Pedro mi infila una mano dentro la mia camicia e mi tocca l’addome e i pettorali. Giocherella con i miei capezzoli contornati da una leggera peluria come in precedenza avevo fatto io con quelli della sorella di Rafael. Se solo quel bastardo sapesse cosa e’ successo, mi romperebbe il culo più di quanto non abbia già fatto tutte le volte che mi ha scopato. Pedro mi prende per il mento girandomi la faccia verso di lui e mi bacia con la lingua. Mi limona la bocca dentro e fuori sbavando sul mio mento mentre ficca il suo cazzone da uomo sposato dentro di me, nella mia essenza. Poi Pedro mi sfila il suo cazzo dal culo, chiude la tavoletta del water e si ci siede sopra.
“Impalati”, mi ordina
Libero immediatamente una gamba dal pantaloncino abbassato fino alle caviglie e mi siedo su quel meraviglioso cazzo argentino che non entrava in me da un anno e che adesso posso sentire di nuovo in tutta la sua lunghezza nelle mie budella.
“Dimmi una cosa”, gli faccio mentre saltello sulla sua banana
“Cosa c’e’, culo d’oro?”
“Fai l’amore così anche con Claudia?”
“Con quella stupida di tua sorella? Devo ammazzarmi di seghe tutti i mesi oppure devo andare in giro in cerca di culi e fiche. Facciamo l’amore soltanto nei suoi giorni fertili perché lo sai che e’ cattolica e pensa che il sesso bisogna solo farlo per procreare”
“Che imbecille...uuuhhh...e si perde un meraviglioso...ooohhh...cazzo del genere?”
“Intanto goditelo tu”
Salto sul cazzo di Pedro, su quello del padre di mio nipote ma non mi pento. E’ da tempo che lo sogno di nuovo e ora che e’ dentro di me non lo lascio fino a quando non assaggerò di nuovo la sua crema proibita. Tocco i suoi pettorali che stanno lavorando parecchio scopandomi mentre con le mani mi tiene per il culo e io sembro un geometra intento a misurare ogni centimetro di quella bellissima pelle sudamericana. Lui sorride e mi da un bacio stampo quando sentiamo bussare alla cabina bagno.
“Giulio, ci sei?”, e’ Kai maledizione
“Kai che c’e’?”
“Ti senti bene?”
“Si, sta benone”, risponde Pedro
“Pedro, che ci fai lì anche tu? Aprite la porta”
“Non possiamo, Giulio e’ impresentabile in questo momento. Ha vomitato e non vuole essere visto da te”, e’ un abile bugiardo mio cognato che mi trapana il culo eccitato dalla situazione mentre io, dal dolore, mordo la camicia di Pedro in prossimità della spalla
“Ok, datevi una sistemata e tornate di là”
“Continuate con la festa”, conclude Pedro per evitare che anche sua moglie arrivi nel bagno e ci scopra in questi attegiamenti
Kai allora va via perché la sua ombra scompare da sotto la fessura della porta.
“Dobbiamo tornare di là, culo d’oro”, mi dice Pedro dandomi degli schiaffetti sul culo, facendomi alzare e inginocchiare.
Pedro si masturba il suo enorme membro davanti alla mia faccia mentre io gli lecco la cappella e la punta dell’uretra per stimolarlo e non tardare ancora. Proprio mentre gli lecco il cazzo, ostruendo con la lingua il suo meraviglioso buco, il primo schizzo di sborra si divide come l’acqua del rubinetto quando ci giocavamo con le dita da bambini. Una parte dello schizzo mi finisce sull’occhio destro, un’altra sul mento e un’altra sulla guancia sinistra mentre gli altri schizzi, che fuoriescono interi, mi finiscono nella bocca e sul naso. Mi pulisco l’occhio destro facendo attenzione che la sborra di mio cognato non mi finisca al suo interno ma e’ inutile perché sento già un leggero bruciore quando apro e chiudo la palpebra, mentre raccolgo gli altri schizzi e me li gusto come Sofia fece con i miei. Usciamo dalla cabina bagno, ci laviamo la faccia e torniamo nel salone del ristorante. Passando davanti a Rafael che mi ha visto uscire rosso in viso e accompagnato da Pedro, mi sussurra di essere una puttana capendo cosa e’ successo.
“Si, sono una puttana. Lo sono diventato di nuovo con Pedro dopo essermi fatto quella troia di tua sorella”, vorrei confessargli ma per fortuna le parole mi si fermano sulla lingua ancora impastata dalla sborra di Pedro altrimenti sarebbe successo un quarantotto in quel ristorante perché Rafael e’ una testa calda e’ già in passato si e’ messo in parecchi guai dai quali ne e’ uscito pulito grazie ai soldi della sua famiglia adottiva
“Tesoro stai bene?”, mi fa Kai preoccupato
“Si, tutto bene”
“Perché hai l’occhio rosso?”
“Mi prudeva. Sai quei pruriti che non puoi fare altro che farteli passare grattando e grattando all’infinito? Non preoccuparti”, bacio Kai e me ne vado vicino al tavolo mentre vedo Sofia seduta ad un altro tavolo e, ripensando a quanto successo con lei poco fa, non mi eccito.
Sono guarito, sono ritornato omosessuale ripeto dentro di me. Pedro ha avuto quella potenza necessaria per indirizzarmi di nuovo sulla via più consona ad un tipo come me, quella potenza che gli avevo visto il giorno che mia sorella l’ha presentato a mamma e papà. Tutto questo mi rincuora e passo il resto della giornata tenendomi mano nella mano con Kai. Vedo le persone che bisbigliano e altre sogghignano ma non me ne frega un cazzo di loro. Io ho la mia vita da vivere, ho 20anni, un futuro che mi attende e non saranno di certo loro a impedirmi di viverlo come voglio io. Se provano vergogna nel vedere due uomini tenersi per mano o baciarsi sono fatti loro, la vergogna sta negli occhi di chi guarda! La giornata passa tranquillamente, le settimane pure fino a quando alla mia porta si presenta Sofia e…

FINE CAPITOLO 12

TO BE CONTINUED

PS: SO CHE PER ALCUNI DI VOI, GAY INTRAMONTABILI, L’ENTRATA IN SCENA DELLE RAGAZZE POTREBBE FAR SCHIFO MA I MIEI RACCONTI, SEPPUR IN MANIERA ROMANZATA, RACCONTANO ESPERIENZE DELLA MIA VITA “PASSATA” DOVE C’E’ STATA ANCHE QUALCHE RAGAZZA QUINDI FATEVENE UNA RAGIONE.

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI..
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