Gay & Bisex
La mia adolescenza 6
di FRANK_1987
31.01.2019 |
8.496 |
8
"“Mi e’ piaciuto scopare con te”, gli dico
“Anche a me, tanto”, mi risponde
“Ci rivedremo?”
“Non lo so..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni Lunedì. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.A Carnevale ogni cazzo vale
CAPITOLO 6
Durante le vacanze di Natale, io, Alberto e Kevin ci siamo divertiti tantissimo. Io sempre nel ruolo di passivo, Alberto in quel del versatile, nel senso che mi fotteva il culetto e si faceva fottere dal cazzo del fratello, e Kevin nel ruolo di attivo avendo due culi a disposizione per godere. In questo periodo natalizio non mi sono mancate neanche le scopate con il mio sverginatore che trova il mio culo ogni giorno sempre più aperto domandandomi se incontro qualcuno oltre a lui e alla mia risposta affermativa, non si arrabbia ma mi da il benestare perché devo uscire anche e soprattutto con i miei coetanei e non con i maturi come lui. Questo secondo il suo parere ma io non sono affatto d’accordo perché a me piace fare sesso con chiunque e pure con le persone non più giovanissime perché mi eccita immaginarlo, soprattutto il mio defloratore, di spalle mentre mi scopa a pecorina e sento i peli della sua pancia, un po’ rotondetta ma comunque sexy, che mi solleticano le chiappe femminee. Con il mese di Gennaio e la fine delle vacanze, inizio nuovamente la scuola. Naturalmente al liceo, Alberto e Kevin continuano a prendermi in giro davanti agli altri alunni, lo so e’ una cosa brutta da fare ma se vogliono vivere la loro sessualità in privato senza esporsi sono cazzi loro, mentre nelle nostre camere si fanno perdonare benissimo per non aver insultato o preso a pugni quelli che insultavano me difendendomi invece che assecondarli con le offese. Alternandoli con l’uomo che ha preso la mia virtù, ogni pomeriggio o sera non facciamo altro che scopare approfittando degli impegni dei miei genitori o dei loro ritrovandoci ogni volta su un letto diverso a consumare una scopata tra amici, io, e un incesto tra fratelli carnali, loro. La cosa che mi piace di più quando facciamo sesso non e’ vederli scopare ma vederli scambiarsi delle effusioni, dai piccoli baci alle gentili carezze. L’inizio di Febbraio si rivela alquanto scoppiettante per me perché una ragazza di quinta decide di organizzare la festa di Carnevale a casa sua. Una mia compagna di classe, fidanzata con un compagno di classe dell’organizzatrice della festa, riesce a farmi dare l’invito perché le dispiace parteciparvi senza di me. Non so cosa mettermi, non ho molte idee a riguardo perché mascherarmi per me, seppure solo per una festa, significa nascondere il nostro vero Io e questo mi provoca dei rancori per questi lieti avvenimenti ma non voglio rinunciare alla festa e alla fine, approfittando di quei quattro giorni di vacanza, decido di andare in un negozio apposito per comprare il mio costume per Carnevale. Ho davvero l’imbarazzo della scelta: vestiti per uomini e donne sono in vendita negli scaffali a svariati prezzi, alcuni abbordabili altri no soprattutto per un ragazzo della mia età con una misera paghetta settimanale. Vorrei optare per un vestito femminile, come si addice alla mia personalità, ma in questo caso non mi sarei goduto appieno la festa per colpa degli insulti omofobi che avrei ricevuto indossandolo, per questo acquisto un costume da zombie, dettato anche dal fatto che mi sono sempre piaciuti i film horror. Per la serata della festa devo rinunciare alla mia scopata con i miei compagni di scuola. Sono davvero amareggiati perché non possono avermi e anche per non essere stati invitati ed io, da brava troietta che sono, offro le mie carni ai due fratelli poco prima di andare a divertirmi insieme agli altri. Mi preparo scrupolosamente aiutato, nel truccarmi, da mia sorella Claudia che sta studiando per diventare estetista facendomi sembrare un vero zombie e poi mio padre mi accompagna davanti alla casa dell’organizzatrice.
“Chi sei?”, mi chiede la ragazza
“Voglio mangiare il tuo cervello”, le dico imitando la voce e gli atteggiamenti da zombie
“Non mi fai paura”
“Posso entrare?”, le chiedo
“Mostrami il tuo invito”, fa lei
“Oh, certo, un attimo”, le dico frugando nelle tasche e prendendo l’invito “eccolo qua”, continuo mostrandoglielo
“Puoi entrare”, mi fa la ragazza spostandosi
Entro in casa e subito la mia amica viene verso di me. Vuole farmi conoscere il suo fidanzato ma non e un granché di ragazzo. Le mie attenzioni vengono rivolte invece verso Bernardo, il fratello dell’organizzatrice della festa. Un fusto di 24anni, alto 180cm che sta studiando per diventare architetto. Poggiato allo spigolo di una porta, parla con un suo amico vestito da scheletro. Indossa un lungo mantello nero ed ha in mano la maschera di Ghostface (L’ASSASSINO DI SCREAM, PER INTENDERCI). Senza maschera posso notare che ha i capelli castani e gli occhi celesti e una faccia da mandrillo in calore. Quando una ragazza vestita da crocerossina sexy gli passa accanto, lui e il suo amico la guardano facendo apprezzamenti sia verbali che gestuali. Bernardo, sicuramente intenzionato a scoparsela, saluta l’amico e segue la ragazza ed io, preso da un impulso voyeuristico, decido di seguirli. Lui ferma lei per un braccio e la puttana, notando la sua avvenente bellezza, non ci mette nulla a farsi convincere a salire di sopra. Mentre i due raggiungono il piano superiore, io dico alla mia amica che ho bisogno di andare in bagno, così lei nel frattempo si diverte e non mi viene a cercare. Fortunatamente il bagno e’ al piano di sopra ed io salgo le scale mentre mi accorgo che una porta viene socchiusa. Mi avvicino alla porta e vedo la ragazza inginocchiata davanti a Bernardo mentre gli sta ravanando la patta tirandogli fuori il cazzo, che non riesco a vedere, e se lo mette in bocca ma questo riesco solo ad immaginarlo ascoltando i gemiti di apprezzamento che fa Bernardo. Il ragazzo la prende per la nuca ficcandole in bocca tutto il suo membro ma lei non riesce a contenerlo e tra un colpo di tosse e l’altro, sputa fuori dalle sue fauci la bestia di Bernardo e si sposta leggermente verso destra continuando a tossire. La minchia del ragazzo finalmente si mostra davanti ai miei occhi. Anche se non ho il centimetro in mano e la stanza e’ un po’ buia, avendone visti già abbastanza posso dedurre che si tratta di un bastone di più o meno 23cm. Bernardo, infastidito dalla mancanza di esperienza della ragazza, la fa alzare e lei scappa via. Io mi scosto e mi avvicino alla porta del bagno per fare finta di esserci entrato ed e’ allora che Bernardo esce chiudendosi la lampo.
“Che ci fai qui?”, mi chiede arrabbiato
“Sono andato in bagno”
“Davvero?”, fa Bernardo non credendomi “stavi andando in bagno a masturbarti?”, continua facendomi notare la mia erezione dovuta alla visione del suo cazzo
“Veramente io…”
“Mi hai visto non e’ vero?”
“Non ho visto niente”, gli dico cercando di andarmene
“Vorresti vedere meglio?”, mi chiede fermandomi per un braccio facendomi deglutire “ho i coglioni pieni, me li vuoi svuotare?”
“Ma non ti piacciono le ragazze?”
“E tu che cosa sei?”, mi risponde “e poi se non ti tocco il cazzo e’ come se il pompino me lo fa una ragazza quindi abbiamo da guadagnarci tutti e due”
“Ok”, gli rispondo senza pensarci due volte
Io e Bernardo entriamo nella stanza da letto e lui chiude la porta a chiave. Cerco di baciarlo ma non vuole farlo allora decido di spostare le mie mani dal suo collo al suo corpo fino a scendere lungo la sua patta gonfia. Si toglie il costume di Ghostface e si solleva il maglione esibendomi il suo torso scolpito adornata da un piccolo tatuaggio sul pettorale sinistro. Bacio e lecco quella tartaruga intagliata magistralmente da qualche scultore mentre Bernardo si arrotola il maglione dietro il collo lasciando coperte solo le spalle. Inizio a sbottonargli la zip e la sua proboscide semi eretta pende verso il basso poggiandosi su delle palle belle gonfie. Il prepuzio e’ un po’ coperto allora io prima glielo sego e poi me lo infilo in bocca sentendo il suo cazzo crescere raggiungendo la sua massima proporzione. Il pene di Bernardo sa di birra, probabilmente la ragazza che glielo aveva succhiato prima di me aveva bevuto come una spugna, e io glielo ripulisco della sua saliva per lasciargli la mia succhiandoglielo e leccandoglielo dal basso verso l’alto e viceversa senza dimenticarmi dello scroto. Bernardo ansima di piacere mentre con le mani da il ritmo al pompino e il mio cazzo sta crescendo dentro i pantaloni.
“Che bocca che hai!”, esclama stupefatto
“E’ per…mmpphh…succhiarti meglio, mio caro”, gli rispondo parafrasando una famosa affermazione fiabesca
“Sei meglio di quella puttana”
“Io so come farvi godere”
“Lo so, lo so, succhiami la banana, troia”
Bernardo continua a ficcarmi il suo bastone in bocca. Ogni tanto me lo spinge in profondità provocandomi un po’ di male alle estremità del mio cavo orale e facendomi anche tossire ma non mi manda via come ha fatto con la precedente ragazza perché non gliene do’ la possibilità riprendendomi di nuovo il cazzo in bocca riprovando a farne entrare il più possibile ritrovandomi con il naso schiacciato contro il suo pube depilato. Quando il ragazzo sfila il suo pene dalle mie fauci, un filo di saliva e pre-sperma cola dalla sua uretra e io glielo lecco ingoiandolo per poi pulirgli il buchetto del cazzo. Intanto, libero il mio dal pantalone del costume da zombie e inizio a segarlo mentre Bernardo mi sbatte il suo membro sulle labbra e sulla faccia rovinando il mio trucco. Ora non sembro più un morto vivente ma una puttana che sta soddisfacendo il suo uomo, un uomo che lo vede solo come un buco dove scaricare la sua essenza proprio come mi aveva precedentemente spiegato lui senza provare coinvolgimenti di nessuna natura verso di me, o remore per il fatto che un ragazzo glielo sta succhiando. Anzi, sembra molto gradire le mie attenzioni verso il suo organo riproduttivo.
“Ho fatto bene a mandare via quella zoccola, perché c’ho guadagnato con te”
“Voglio la tua sborra”, gli dico leccandogli il cazzo
“E se io volessi qualcos’altro da te?”, dice sorprendendomi “alzati”, continua prendendomi per le ascelle poggiandomi in piedi contro il palo di un letto a baldacchino
“Che cosa vuoi fare? Non avevi detto di non essere gay?!”
“Infatti non lo sono” tiene a specificare mentre il rumore della cinta mi suggerisce che si sta togliendo completamente i pantaloni “per me tu sei soltanto un buco e poi voi froci vi succhiate il cazzo a vicenda, vi scopate versatilmente o vi baciate. Io non faccio queste cose con i froci. Io sono etero”, prosegue mentre mi sbottona il pantalone del costume lasciandomi in mutande
“Lo sai che gli etero non penserebbero minimamente di scoparsi un culo maschile?”
“Beh, allora sarò bisessuale solo attivo o pansessuale. Ma vuoi davvero parlare di queste cose o vuoi che ti infili il mio cazzo nel culo?”, mi fa Bernardo ed io, non aspettando altro, sigillo la mia bocca senza far uscire altre parole per evitare che non mi scopi
Il ragazzo mi accarezza e schiaffeggia il culo da sopra il mio intimo, poi me lo abbassa fino alle ginocchia e inizia a toccarmelo con le sue fredde mani provocandomi dei brividi. E’ sicuramente il primo culo maschile che tocca perché lo fa come se stesse ammirando un’opera d’arte che lo ha talmente colpito da non poter fare a meno di continuare a tastarlo.
“Ti sei dato da fare eh?”, constata massaggiandomi il culo e accarezzando il buchetto
“Credevi di essere il solo?”
“Chissà quanti ne hai presi?! Ora il mio si aggiunge alla lista”
“Si, per favore”
“Non parlare”, mi fa schiaffeggiandomi sonoramente “devo sentire cosa mi dice il tuo culo”, fa Bernardo abbassandosi e aprendo le mie chiappe ed anche leggermente la mia rosellina “lo senti? Mi sta dicendo “scopami”. Accontentiamolo”
Bernardo si alza, si sputa sulla mano destra spalmando la saliva sulla mia entrata posteriore, prende la mira e in un attimo sono pieno del suo cazzone. Lo sento gemere alle mie spalle mentre il mio sfintere anale e’ occupato dal pene di un ragazzo eterosessuale (?) che usa le sue mani, adesso diventate calde a contatto con la mia palle, per accarezzarmi le chiappe mentre di sotto si sta svolgendo la festa di Carnevale organizzata dalla sorella e una musica ritmata ma attutita dalla porta chiusa, si può udire leggermente. Con una mano aggrappato ad un palo di legno del letto a baldacchino mentre con l’altra sego la mia dotazione sessuale, mi muovo leggermente con il culo all’indietro facendo capire a Bernardo che può iniziare a scoparmi. Il messaggio arriva forte e chiaro perché lui, prendendomi per i fianchi oppure per le spalle, mi scopa furiosamente. Il letto si muove provocando un cigolio che, nelle normali giornate, può essere udito da chi si trova al piano di sotto ma ora il volume alto dello stereo ha evitato che i festaioli udissero il rumore altrimenti ci avrebbero colti in flagrante.
“Ma tutti i froci hanno un culo come il tuo?”, mi chiede Bernardo abbracciandomi per il petto chinandosi sul mio orecchio
“Non lo so…aaahhh…non ne ho idea”
“Quindi tu sei uno di quei gay che lo prende solo in culo?”
“A me piace…uuuhhh…il cazzo quindi…”
“Eppure dovresti provare a fare l’attivo”, mi risponde “se trovi un culo morbido come questo non la smetterai mai”, prosegue
“Per ora voglio…ooohhh…continuare così”
“Fortunatamente non hai cambiato idea prima di stasera altrimenti questa meraviglia non me l’avresti data”
Vengo continuamente scopato senza pietà da Bernardo che mi sposta leggermente facendomi cadere sul materasso mentre lui da dei colpi singoli e mirati contro il mio culo, più precisamente contro il buco del mio culo. Poi accelera la scopata ed io mi aggrappo alla coperta implorandolo di continuare a fottermi sempre più forte e ansimo a voce alta tanto so che nessuno ci avrebbe mai sentiti, nemmeno chi si trova al piano di sopra anche e solo per scambiare due chiacchiere senza essere infastiditi dal frastuono musicale del pianoterra. Bernardo mi toglie il cazzo dal culo, poi me lo rimette nuovamente e dopo un po’ lo toglie ancora. Giocherella in questo modo per un po’, poi riprende a scoparmi forte, poi piano, infine forte alterando la velocità perché gli piace sentire come mi fa godere. Smettendo di scoparmi, mi sollevo e mi giro mentre lui si toglie completamente il maglione e io mi sbarazzo dei miei pantaloni e mutande bloccati a metà gamba. Mi inginocchio davanti al suo cazzo e glielo prendo in bocca mentre lui mi accarezza i capelli e le guance e muove la pelle del suo prepuzio per ricoprirlo in modo che sia io a scoprirglielo direttamente succhiando.
“Vieni qua”, mi ordina
“Che vuoi fare?”
“Continuare a scoparti”, mi risponde sdraiandosi sul letto menandosi il cazzo
“Mi piace cavalcare”, gli faccio notare sedendomi sopra di lui
“Adesso lo sentirai tutto”
“Voglio sentirlo tutto”
“Ficcatelo dentro”
Bernardo mi sorride soddisfatto e mentre se lo tiene dalla radice, io gli prendo il cazzo dalla cappella e lo indirizzo dentro il mio buco centrandolo facendone entra metà. Scopandomi tenendomi per i fianchi conficcandomi tutto il suo bastone dentro al culo, il ragazzo mi accarezza leggermente anche la schiena mentre il mio cazzo sbatte contro i suoi addominali e io prendo a masturbarlo impaurito dal fatto che non abbia piacere che il mio membro venga a contatto con la sua pelle. Non riesco neanche a finire il pensiero che Bernardo mi impedisce di segarmi mettendomi le mani sulle chiappe mentre lui incrocia le sue dietro la testa gonfiando i suoi bicipiti lasciando a me tutto l’onere, e l’onore, di continuare la cavalcata del suo attrezzo abnorme. Con le mani mi allargo i glutei per fare in modo che altri centimetri di cazzo entrino in me, intanto Bernardo fa delle smorfie di piacere con la bocca che mi mandano in visibilio. Saltellando su e giù sopra il suo obelisco, mi capita di perderlo fuoriuscendo dal mio culo anche se prontamente lo reinserisco dentro mentre Bernardo continua ancora a farmi prendere in mano le redini della scopata anche se poi non riesce a resistere e mette le sue mani sulle mie chiappe ma solo ed esclusivamente per avere il piacere di toccarmele.
“Ma dove sei stato finora?”
“In che…aaahhh…senso?”, gli chiedo
“Nel senso che se avessi saputo prima quanto sei troia, ti avrei rotto il culo io stesso avendo il piacere di farlo”
“Io ero sempre stato…uuuhhh…qui ma tu non mi…ooohhh…notavi mai”
“Ora ti ho notato e ti scopo”
“Più forte, più forte”
Il quasi architetto prende ora le redini della scopata lasciando a me il privilegio di sentire il piacere che mi sta dando mentre prima dovevo concentrarmi per dare a lui il privilegio di sentire il piacere che gli procuravo. Con le mani arpionate ai miei fianchi mi scopa violentemente ed io mi curvo un po’ all’indietro per sentire tutto il suo cazzone che cerca di entrare in me sfregandomi. La nostra alchimia e’ talmente perfetta che Bernardo mi concede perfino un bacio. Un tenero bacio, casto, dettato dalla complicità creata in quella stanza, un posto scelto per dimostrare ad una puttana quanto sia stallone ma che adesso lo sta dimostrando ad un puttanone, peggio della ragazza. Bernardo esce dal mio culo e mi fa sdraiare sul letto divaricandomi le gambe alzandomele. Poi si prende il cazzo e prima me lo sbatte contro il culo e poi lo poggia sul mio pene chiudendomi le gambe in modo che il mio inguine gli dia il piacere di una sega simulando una scopata anormale. Subito dopo, entra ancora una volta dentro il mio foro. A gambe aperte tenendo le sue mani poggiate sul materasso, Bernardo mi trapana il buco del culo mentre io tocco le sue chiappe che fanno mille movimenti ogni volta che esce e poi rientra in me.
“Come sta andando la festa?”, mi chiede scopandomi
“Benissimo, alla…aaahhh…grande. E’ grande”, gli rispondo con doppio senso
“Sapevo che ti sarebbe piaciuto”
“Mi piacerebbe…uuuhhh…anche bere”
“Tranquillo, succederà”, mi rincuora
Bernardo martella il mio culo senza conoscere il significato della parola pietà. E’ sicuramente stato il primo culo maschile che si e’ scopato ma non il primo in assoluto, ci saranno state altre ragazze che gliel’avranno dato, ma ancora non ha la conoscenza del fatto che il sedere non ha l’elasticità della vagina che può adattarsi ad ogni misura dei cazzi. Mentre il mio culo viene occupato dal bastone di Bernardo, io gli tengo le mani fisse sul collo sperando che prima o poi mi baci ancora ma non lo fa. Quello di prima e’ stato un attimo, un solo tenero attimo che ormai e’ stato consumato e non ritornerà mai più. Comincio a sentire freddo perché nonostante sia leggermente accaldato, questa calura non riesce ad equiparare la temperatura della stanza in pieno inverno. Bernardo invece sembra non provare freddo perché accarezzandogli dolcemente i capelli arruffati e poi le braccia muscolose e tese usate come perno nella scopata, percepisco che non ha la pelle d’oca come me. Mentre mi scopa, io prendo il mio cazzo e mi sego venendo abbondantemente sul mio addome levigato ma privo di tartaruga come il suo. Le contrazioni che ho mentre sborro costringono Bernardo a smettere di scoparmi rimanendo però ancora in me per la paura di eiaculare nel mio intestino. Finiti i miei spasmi corporali raggiungendo l’appagamento post-eiaculazione, il bel fusto esce dal mio culetto sdraiandosi sul materasso mentre io mi metto tra le sue gambe e inizio a leccarglielo. E’ duro a venire e dopo parecchie succhiate e leccate, Bernardo si prende il cazzo e sborra mentre io tengo la lingua di fuori. Solamente poche gocce spermatiche finiscono sul mio organo gustativo perché altri schizzi vengono riversati sul pube di Bernardo che, dopo avergli ripulito il cazzo, pretende di ripulirgli anche il pollice destro macchiato di liquido seminale assaporando la sua dolcezza.
“Mi e’ piaciuto scopare con te”, gli dico
“Anche a me, tanto”, mi risponde
“Ci rivedremo?”
“Non lo so. Dipende dai miei impegni studenteschi”
“Quando sei libero possiamo…”
“No, meglio di no”
“Ma avevi detto…”
“So cosa avevo detto, ma non voglio che questo diventi un’abitudine”, precisa Bernardo
“Sei uno stronzo”, gli dico alzandomi dal letto rivestendomi
“Ma si, vattene via frocetto del cazzo. Sapevi che per me eri solamente un buco”
“Magari potrei dirlo in giro, chissà come sarebbero contenti i tuoi compagni”
“Non dirlo neanche per scherzo, ricchione schifoso”, fa Bernardo alzandosi violentemente dal letto prendendomi minacciosamente per il collo “non ti azzardare a farlo o ti ammazzo”
“Se non mi lasci, lo faccio davvero”
Bernardo esita un po’ e poi mi lascia andare. Finisco di rivestirmi consapevole di avere rovinato il mio trucco da zombie ed esco dalla stanza raggiungendo il piano inferiore. La mia amica mi ferma chiedendomi spiegazioni e io le dico che prima quando sono andato in bagno, mi sono lavato la faccia e poi sono uscito un po’ fuori a prendere una boccata d’aria. Le dico che voglio tornare a casa ma lei non vuole seguirmi perché si sta divertendo ed allora chiamo mio padre che mi viene a prendere. Mi spoglio per fare un bagno ma l’acqua che esce dalla cipolla della doccia viene mescolata alle lacrime che solcano il mio viso mentre mi accascio nel box doccia ripensando che nella mia vita incontrerò solo persone che con me si comporteranno come ha fatto Bernardo, maledicendo la mia bellezza e la mia voglia crescente di cazzo…
FINE CAPITOLO 6
TO BE CONTINUED
QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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