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Gay & Bisex

La mia adolescenza 24


di FRANK_1987
03.06.2019    |    6.492    |    2 7.2
"Gli do un pugno facendolo cadere a terra sanguinante ricordandogli che e’ uno stronzo..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Il prossimo capitolo uscirà LUNEDI’. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.

La rivincita del professore

CAPITOLO 24

Sono a Venezia con la mia classe da due giorni e ho già rimediato un cazzo in culo. Sono anche stato sorpreso dal professore omofobo, ma solamente per non farsi additare come gay represso, mentre uscivo dalla stanza della mia ultima conquista. Ha perfino minacciato di farmi il culo la prossima volta che ci saremmo visti ma io sono scappato nella mia stanza in attesa del ritorno dei miei compagni che erano andati a visitare la città senza di me dopo aver finto un malessere. Siamo nel salone dell’hotel che ci ospita quando i professori di tutte le cinque classi della sezione D del mio liceo ci comunicano che quella sera stessa, come premio per il nostro ottimo comportamento, ci avrebbero portati in discoteca. Immaginatevi la nostra gioia quando lo veniamo a sapere. Io e Giorgio ci guardiamo perché potremmo anche qui incontrare qualcuno con il quale spassarcela. Passo l’intero pomeriggio nella mia stanza per scegliere cosa potermi mettere. Per fortuna ho portato con me un po’ di roba elegante quindi indosso una camicia bianca a maniche corte, un pantalone elegante grigio e i mocassini neri. Siamo tutti pronti per andare a divertirci scatenandoci come dei matti. All’entrata vengono apposti sulle nostre mani due timbri, uno perché in questo modo se esci dal locale puoi rientrare facilmente anche avendo perso il biglietto e l’altro che ci contraddistinguerà in caso volessimo chiedere da bere. Maledizione. Devo dire addio al mio Bloody Mary ma per una serata potrò evitare di bere succo di pomodoro, vorrà dire che mi accontenterò di bere succo di uomo. La mercanzia in giro per il locale e’ ottima anche se la concorrenza e’ spietata perché sono quasi tutti fidanzati o sposati. Non e’ come il locale gay che frequento giù in Calabria dove, in una serata, te ne puoi scopare tre se ti va bene. Avverto Giorgio di aver bisogno del bagno e così passo davanti ai professori. La professoressa di italiano sfoggia un completino bianco a fantasia fiorellata che le mette in evidenza il seno prosperoso e le gambe mentre il professor Christian e’ abbigliato con una maglietta blu e un jeans che gli mette in evidenza il suo enorme rigonfiamento. Entro in bagno e mi lavo le mani. Dopo di me entra un ragazzo sulla trentina, con i capelli a doppio taglio neri ma leggermente imbiancati, la barba di due giorni dello stesso colore della capigliatura e gli occhi azzurri. E’ vestito con una camicia celeste, un pantalone classico carta da zucchero e le scarpe sportive. In più porta le bretelle e un papillon rosso. Dai suoi modi non si direbbe che sia gay ma il suo abbigliamento me lo conferma. Non siamo ipocriti, nessun eterosessuale si vestirebbe in quel modo. Lo osservo mentre anche lui si lava le mani e si sciascqua la bocca facendomene accorgere. Il tizio mi sorride con i suoi denti bianchissimi incastonati in una bocca dalla mascella un po’ pronunciata e poi, senza dire una parola ma facendomi solamente un cenno con la testa, mi ritrovo insieme a lui in una cabina bagno. Il ragazzo chiude a chiave la porta alle sue spalle mentre io sono in piedi davanti a lui, imbambolato. Mi accarezza dolcemente la guancia destra passandomi il pollice sulle labbra e poi mi fa abbassare davanti alla sua patta. Immediatamente se la sbottona tirando fuori un cazzo di 22cm già scappellato, dalla forma affusolata e con due coglioni penzolanti.
“Succhiami la minchia puttana”, mi ordina il ragazzo senza farmelo ripetere due volte “mmh, che bella bocca accogliente”, continua spingendo il suo cazzo dentro la mia bocca allentandosi le bretelle con i pollici
Il ragazzo dal papillon rosso mi infila tutta la sua nerchia dentro la mia bocca che la accoglie con estremo piacere. I peli pubici mi solleticano il naso ma ormai non emetto più quei tipici rumori simili a conati di vomito che diffondevo nell’aria ogni volta che un cazzo mi veniva piantato così in profondità. Ormai sono un esperto e riesco a prendere comunque l’aria che mi serve per respirare proseguendo nel bocchino anche se il ragazzo in questione concentra tutta la forza che ha nel suo bacino per spingermelo contro le mie fauci. Io, con una mano gli tengo il cazzo e con l’altra mi strofino il mio che in quanto a durezza non scherza nemmeno. Quando il ragazzo dall’abbigliamento da nerd mi prende per le guance scopandomi la bocca senza pietà, io devo aggrapparmi al suo culo per non rischiare di cadere contro il water ogni volta che esprime un po’ di solidarietà facendomi prendere respiro. Lo so, ho detto che sono diventato un esperto ma sfido chiunque a respirare normalmente mentre un trapano ti lavora le fauci con chissà quante spinte al minuto. Il giovanotto mi strofina la cappella contro le labbra e poi mi fa piegare leggermente la testa mentre si masturba sulla mia faccia e sborra abbondantemente sulla mia lingua. Un filamento più appiccicoso di sperma rimane attaccato alla punta della sua uretra e quando si sgrulla il cazzone, finisce dritto sul mio occhio destro. Non mi da neanche il tempo di tirare fuori la mia attrazzatura da piacere per segarmi che già se n’e’ andato senza neanche chiedergli come si chiama. E’ chiaro che e’ abituato a questo genere di trattamento, dopo tutto, sebbene il look da sfigatello, ha un fisico che se aveva il tempo di scoparmi, mi avrebbe lasciato sfinito nel bagno di una discoteca di Venezia e il giorno dopo ne avrebbero addirittura parlato tutti i giornali. Esco dalla toilette dopo essermi lavato la faccia ma l’occhio contrassegnato con la sborra dello sconosciuto inizia a prudermi e me lo gratto insistentemente.
“Perché ti gratti l’occhio?”, mi chiede Giorgio
“Mi e’ entrato un moscerino”
“Fai vedere, forse riesco a togliertelo io”, fa Camilla seduta insieme a noi e a Benito su un divanetto
“Non e’ niente, presto passerà”
“Fammi dare un’occhiata”, dice Giorgio prendendomi alla sprovvista aprendomi l’occhio con le sue dita e osservandolo meglio “vieni devo parlarti”, mi fa afferrandomi per un braccio facendomi alzare
“Ahi, c’e’ aria di crisi tra i frocetti”, esclama Benito
“Fatti i cazzi tuoi”, gli risponde il mio fidanzato allontanandosi con me “non riuscirai mai a prendermi in giro. Anche con queste luci poche chiare riesco a capire che se hai l’occhio rosso e’ perché qualcuno ti c’ha schizzato sperma e non perché ti e’ entrato un moscerino”, grida Giorgio per colpa della musica troppo alta
“Ma cosa dici? Come faccio a trovare un altro frocio in questo locale pieno di coppie etero?”
“Non ci credo che non ci siano altri come noi. Ci saranno sicuramente e poi se non ci fossero, sono sicuro che chi ti ha sborrato in faccia era etero. Nessuno riesce a resisterti”
“Va bene ok? Ho trovato un tizio nel bagno e gli ho fatto un pompino. Non so neanche come si chiama, se sia italiano, quanti anni ha oppure se ha un fidanzato rompi palle come il mio”, urlo contro Giorgio facendogli venire le lacrime agli occhi
“Che cosa succede qui?”, ci chiede il professor Christian avvicinandosi
“Niente professore, tutto bene”, fa Giorgio
“Si, non c’e’ niente che non vada”, gli faccio eco andando a sederci ma l’uno lontano dall’altro
Poco dopo la nostra lite, Giorgio si alza per andare a parlare con Alessandro e una sua compagna di classe. Io rimango seduto al divanetto insieme a Camilla e Benito. La ragazza che mi ha baciato durante il gioco della bottiglia indossa una maglia nera con un generoso scollo e un pantalone elasticizzato. I suoi capelli corvini sono sempre luminosi e le scendono fino al seno coprendolo per metà creando una sorta di vedo-non vedo. Benito invece indossa una maglietta grigia e un pinocchietto celeste a righe verticolari bianche. I piercing all’orecchio destro e al naso lo fanno sembrare più grande della sua età. D’estate lo vedo sempre alla fruttivendola dei suoi genitori con addosso dei pantaloncini da mare e delle canottiere che mettono in risalto il tatuaggio di due mani che pregano sul pettorale destro. Insieme a loro parlo di Giorgio. Per la prima volta confesso ai miei compagni di essere gay e di avere una relazione con un loro compagno di scuola. Non so perché lo faccio, in fondo Benito e’ sempre stato un bullo e Camilla non mi ha mai difeso ma adesso sento la necessità di parlare con qualcuno. Anche se loro sapevano già della mia omosessualità, mi fa piacere esternare tutto quello che ho dentro. Benito mi consiglia di non mollare e di tenere duro aspettando che sia Giorgio a venire a scusarsi con me mentre Camilla mi consiglia di chiedergli scusa per primo perché d’altronde sono stato io a sbagliare mentendogli su una cosa che avevamo deciso di fare insieme liberatamente conoscendo altre persone.
“Giulio devo parlarti un attimo”, mi dice Christian
“Cosa c’e’ professore?”
“E’ per il comportamento di prima. Devi darmi una spiegazione”, chiarisce
“Ha litigato con il suo fidanzato”, gli risponde Benito ubriaco ma di stupidità
“Smettila stronzo”, lo rimprovera Camilla “professore, hanno litigato per una cosa che succede a tutti e devono solamente fare pace”
“So come fanno pace i frocetti come lui”
“La smetta”, lo riprende Benito alzandosi lasciando senza parole “anche io non vedo di buon occhio i froci ma lei e’ un professore. Deve dare l’esempio”
“Fate finta che per questa sera non lo sia. Tu vieni con me”, fa Christian prendendomi per un braccio anche se non deve faticare a trascinarmi con se perché lo seguo ben volentieri
E’ questo il momento che tutti noi stavamo aspettando. Quello di vedere finalmente il cazzo del professor Christian. Entro nuovamente nel bagno con una persona diversa anche se fa le stesse identiche cose del ragazzo con il papillon rosso quando chiude anch’egli a chiave la porta. Mi guarda in cagnesco mentre sono seduto pauroso sul water. Lui e’ un uomo di 190cm di altezza ma in questo momento mi sembra molto più alto o forse e’ la percezione di paura che ho di lui che lo fa sembrare più minaccioso di quanto sembri.
“Che cosa hai fatto, frocetto?”
“Ho fatto un pompino ad uno sconosciuto. Mi ha sborrato in un occhio, ho mentito a Giorgio dicendogli che mi era entrato un moscerino ma poi ho dovuto confessargli tutto”
“Sei una meretrice, una zoccola, una puttana”, mi apostrofa Christian dandomi uno schiaffo
“Non deve fare così. La denuncerò quando torneremo a casa”
“E chi ti crederà? Nessuno. Il preside e’ un mio amico e non mi faranno niente. Inginocchiati”
“Non ci penso per niente”
“Inginocchiati, ho detto”, mi intima ma quando io mi rifiuto di eseguire le sue direttive, mi strattona per le spalle e mi getta a terra facendomi male alle ginocchia
“Tutto a posto?”, chiede una voce maschile da oltre la porta
“Si, tutto a posto, grazie”, risponde Christian che si abbassa per controllare che quella persona se ne sia andata e poi si abbassa la zip dei pantaloni mostrandomi il suo cazzo
Un pene circonciso di 20cm esce dal pantalone di un uomo di 45anni. Il professore mi prende la mano destra mettendosela sul cazzo e costringendomi a segarlo anche se poi gli scanso malevolmente la mano e continuo piacevolmente la sega. Lui sorride soddisfatto perché finalmente e’ riuscito a sottomettermi ma in realtà io facevo la preziosa, volevo constatare fin dove si sarebbe spinto per avermi e se voleva avermi per davvero. La pelle del suo cazzo, per ovvie ragioni chirurgiche, non copre la cappella mentre lo masturbo ma la sento muoversi su e giù lungo il palmo della mia mano percependo anche le vene e lo sbattere del sangue nei suoi corpi cavernosi, rendendolo ancora più duro.
“Ti piace il cazzo eh?”, mi domanda mentre io lo guardo ammiccando con la bocca a cuoricino “perché non te lo metti in bocca? Sono sicuro che ci starebbe benissimo”
Avvicino le labbra alla sua cappella e gliela sfioro delicatamente facendolo gemere. Poi glielo bacio e timidamente faccio uscire la lingua per leccarglielo. Vi sembrerà strano ma sono un po’ impacciato perché la persona che ho davanti mi conosce da ormai cinque anni. Anche io credevo di conoscere lui ma durante l’ultimo anno scolastico, da quando ho compiuto 18anni e si e’ fatto avanti sfregandosi il cazzone contro il mio culo, mi sembra di non averlo conosciuto per quello che effettivamente era. Apro la bocca e avvolgo il suo membro con le mia labbra. Me ne infilo più che posso scendendo lungo tutta la sua asta mentre lui me la spinge, contemporaneamente, riempiendomi le fauci. Prendo più coraggio e inizio a succhiare l’uccello del mio professore. Pompo con più velocità e lui inizia a fottermi la bocca. Mi prende per i capelli tenendomi fermo la testa scopando il mio povero cavo orale come se fosse un buco qualsiasi. Quando perdo il suo pene, un filo di saliva e’ attaccato alla sua cappella e lui me la spalma su tutta la faccia per pulirselo.
“Voglio che la tua faccia sappia del mio cazzo. Voglio che il tuo fidanzatino senta che questa sera ne hai preso un altro”
Dopo queste sue affermazioni, inserisce ancora una volta la sua banana nel mio buco superiore. Usa tutta la sua violenza e la sua autorità di docente per abusare della bocca di un suo alunno che presto si diplomerà e non potrà più beneficiarne. Mi obbliga a leccargli anche le palle pelose sentendo sulla mia lingua qualche peletto che si e’ staccato. Non mi da neanche il tempo di sputarli per liberarmi da quella sensazione di fastidio sulla lingua, che subito mi rimetto in bocca il cazzo costringendomi a ingurgitare la mia saliva e i suoi peli che, apparentemente, li sento solleticarmi l’esofago arrivando fin dentro il mio stomaco. Togliendo la sua minchia dalla mia bocca, me l’asciugo con il dorso della mano.
“Guarda che cosa ho qui”, mi fa Christian mostrandomi un preservativo preso dalla tasca “la mia carne vuole entrare nella tua. Tu lo vuoi?”, mi domanda
“Si, lo voglio”
“Te l’ho chiesto perché voglio che tu sia consenziente e non incapace di intendere e di volere”
“Sono consenziente. Mi faccia di tutto, professore”
“Mi piace vederti ridotto in questo stato”, mi fa Christian mentre si avvolge il cazzo con il condom
Io inizio a sbottonarmi i pantaloni ma poi lui me li abbassa solo di dietro insieme alle mutande facendo si che il mio cazzo duro venga schiacciato dal mio intimo in prossimità della capocchia. Mi allarga le chiappe con le sue grandi mani e ci sputa copiosamente sopra. Poi mentre mi massaggia il culo lubrificandolo con la sua saliva, si siede sul water affondando il suo pene dentro di me. E’ una situazione che ho già vissuto parecchie volte ma adesso, farmi scopare da un uomo che mi ha visto crescere scolasticamente da quando avevo 14anni, mi eccita ancora di più. Abbasso fino ai piedi i miei pantaloni così da liberare il mio cazzo e inizio a segarmelo dando anche al mio culo la possibilità di aprirsi di più sul membro del professor potendo spalancare maggiormente le gambe.
“Che bel culo che hai”
“Prendilo. E’ tuo”, lo incito
“Me lo prendo volentieri”
“Mi scopi…aaahhh…professore. Mi scopi…ooohhh…per favore”
“Sei una zoccola di prima categoria”
“Si lo so…uuuhhh…non si deve mai…ooohhh…alzare la voce contro un docente quindi…aaahhh…mi punisca, la prego”
“Certo, ti punisco con la mia bacchetta”, mi risponde
Il professore mi scopa ancora mentre gli do le spalle infilando le mani dentro la mia camicia accarezzandomi l’addome e i pettorali appena accennati. Poi mi fa alzare e mi fa sedere di nuovo sul suo cazzo guardandolo in faccia. Saltello felicemente sull’obelisco di un uomo atletico e gli tocco gli addominali da sopra la maglietta per poi sollevargliela e avvolgerla intorno al suo collo. Un petto depilato e possente viene toccato dalle mie mani dal collo fino al suo pube. Curvato leggermente in avanti, i pettorali del mio insegnante sono più gonfi del solito formando una leggera piega sotto il solco mammario. Poi mi prendo il cazzo e lo strofino sul suo ombelico ma Christian mi da un colpo alla mano facendomi smettere perché non vuole che il membro di un altro maschio lo sfiori. E’ ovvio che la mia appendice riproduttiva stia toccando la sua carne ma e’ un movimento involontario mentre gli da fastidio quando qualcuno lo fa intenzionalmente. Strattonandomi mi fa alzare mettendo la gamba sinistra sopra il water mantenendomi con le mani sullo sciacquone così immerge il suo bastone dentro le mie carni. Sento il pube del professor Christian sbattere contro le mie natiche mentre lui mi tiene per le spalle trombandomi. Io gemo come una cagna in calore attirando le ilarità di una coppia di ragazzi fuori dalla nostra cabina.
“Ehi hai sentito? Lì dentro c’e’ una coppia di busòn”
“Ostregheta, hai ragione. Li ho sentiti”
“Che cazzo volete?”, grida Christian contro quei ragazzi sconosciuti
“Dacci dentro con questa troietta”
“Volete partecipare…aaahhh…ragazzi?”, domando io
“Entriamo”, fa uno
“Ma che sei pazzo?”, risponde l’altro “andiamo via prima che ci menino”
“Potete scopare liberamente schifosi ricchioni”, ci dice il primo ragazzo andando via dal bagno insieme all’amico
Scongiurato il pericolo di venire scoperti, Christian ed io continuiamo a consumare il nostro amplesso. Lui sbatte le sue palle contro le mie e il suo cazzone dentro il mio culo ad un ritmo esagerato. La cassetta dello sciacquone contro la quale sono poggiato, dondola con ogni movimento del mio corpo. Sposto la gamba a terra facendo capire al mio docente che mi sta facendo male allora lui si siede un’altra volta sul water facendomi impalare. Mi schiaffeggia il sedere e mi prende per il collo usandolo come fulcro contro il quale scaricare tutta la violenza della nostra scopata. Le sue mani callose viaggiano sul mio corpo che e’ diventato per loro un’autostrada scambiando le mie chiappette come delle piazzole di sosta. Non sono riuscito a prendere in mano il mio cazzo neanche questa volta ma ci riesco quando Christian mi fa alzare e mi fa accomodare sul water al posto suo. E’ freddo ma resisto lo stesso iniziando a masturbarmi versando la mia sborra sui miei addominali. Anche lui, in piedi sul mio lato sinistro, si masturba il cazzo e spara il suo liquido seminale sulla mia bocca. Io la raccolgo tirando fuori la lingua, ci giocherello un po’ e poi la ingoio mostrandogli di nuovo il mio organo gustativo pulito e aromatizzato del suo succo. Il professore si pulisce le mani sulla mia faccia e poi mi da un sonoro schiaffo.
“Questo e’ per avermi risposto in quel modo prima. Ricordati che io sono comunque un tuo professore e devi portarmi rispetto”
“Io sono un suo alunno e lei ha fatto una cosa illegale in questo bagno”
“Immorale, non illegale”, precisa lui con la sua faccia da schiaffi “ti ricordo che sei maggiorenne da un pezzo quindi potranno allontanarmi dalla tua scuola ma non di certo arrestarmi”, continua abbassandosi la maglietta che aveva avvolta al collo, rimettendosi il cazzo nei pantaloni, darsi una sistemata e poi esce lasciando la porta aperta incurante che qualcuno possa vedermi conciato in quel modo seminudo e con la bocca piena di sperma
Chiudo la porta della cabina, mi pulisco la faccia con la carta igienica, mi ricompongo ed esco. Mi lavo la faccia piena di sborra, saliva e pre-sperma e poi me ne torno in salone. Mi avvicino a Benito che sta limonando con una di terza e gli chiedo dove sia andato Giorgio. Benito, senza neanche rispondermi, fa spallucce non sapendo dove sia ma poi lo vedo rientrare nel locale in compagnia di Camilla. Lei si sta abbassando la gonna che si era sollevata per far entrare nella sua vagina il cazzo del mio fidanzato. Mi sale una rabbia che subito aggredisco Giorgio. Gli do un pugno facendolo cadere a terra sanguinante ricordandogli che e’ uno stronzo. Le persone intorno a noi smettono di ballare, un buttafuori si avvicina ma subito il professor Christian accorre in mio aiuto.
“Sono dei miei alunni”, fa Christian “sono sotto la sua responsabilità”
“Non mi sembra”, fa il buttafuori muscoloso, sicuramente cubano
“Hanno litigato per una ragazza”, continua il professore mentre Giorgio viene aiutato da Camilla ad alzarsi “le prometto che non succederà mai più”
“Al mio prossimo intervento, vi sbatto fuori”
“Non si preoccupi, non accadrà ancora”, riferisce Christian persuadendo il buttafuori a non interviene costringendolo ad allontanarsi
La musica intorno a noi suona senza aver smesso un attimo. Le persone ritornano a ballare come se niente fosse accaduto. Io, Camilla e Giorgio ritorniamo da Benito che cerca di farci fare pace.
“Non sapevo che ti piacessero ancora le ragazze. Credevo che tuo padre ti avesse cambiato completamente”, pronuncia quel babbeo di un bullo
“Mio padre mi ha fatto adorare il cazzo ma la mia vecchia passione non muore mai”, risponde Giorgio con lo sguardo verso di me mentre io lo guardo in malo modo “d’altronde non sono il solito a divertirsi senza dire niente all’altro. Ti ho visto mentre te ne andavi con…”
“Io non ho avuto altra scelta”, replico improvvisamente prima che Giorgio possa dire davanti agli altri miei compagni con chi ho appena scopato “hai visto che mi ha preso per il braccio trascinandomi nel bagno”
“Chi?”, chiede Camilla incuriosita
“Non so come si chiamava”, le confesso mentendo “scusa se ti ho dato un pugno, scusa per quello che ho fatto poco fa e anche per l’occhio pieno di sborra che mi bruciava”, mi rivolgo verso Giorgio che ha ancora lo sguardo accigliato
“Dai fate la pace. Fateci vedere come fate le troiette tra di voi”, fa Benito mentre Camilla gli da un colpo sul braccio
Io guardo Giorgio con aria affranta. Lui ricambia il mio sguardo iniziando a sorridere e poi ci baciamo dolcemente. Benito, però, impicciandosi sempre degli affari altrui, preme le nostre teste l’una contro l’altra e allora gli facciamo vedere, per la prima volta in vita sua, come si baciano due omosessuali. La gita e’ quasi al termine. Dopo aver trascorso un altro giorno in giro per Venezia, il pomeriggio del giorno della partenza, ogni alunno si riposa nella sua stanza. Ogni alunno tranne io, Giorgio e persino Alessandro…

FINE CAPITOLO 24

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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