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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 20


di FRANK_1987
17.08.2018    |    13.701    |    8 9.1
"Baciandoci, io e Antonio iniziamo a privarci dei nostri vestiti ingombranti..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Ogni nuovo capitolo uscirà ogni settimana. Portate pazienza ragazzi

Per un pelo ci scoprono ma forse…

CAPITOLO 20

Nei mesi successivi alla mia scopata con Antonio nella camera da letto di casa sua, ci incontriamo due o tre volte alla settimana sempre di nascosto dalla moglie, la mia professoressa. Il fatto di doverlo dividere con lei non mi da nessun fastidio come anche il fatto di dover passare le vacanze di qualsiasi festa da solo o mantenere sempre un profilo basso quando lui la viene a prendere in aula all’università. Anche se sta nascendo in me il desiderio di vivere una relazione alla luce del sole dopo quella che ho interrotto con il giapponese Kai ormai già entrato nel suo percorso di transizione per cambiare sesso e diventare una transessuale con tanto di nome femminile sui documenti di riconoscimento. Sono gay dichiarato, anche mio padre lo e’, mia madre e’ una puttana che si e’ fatta scopare da cani e porci, compreso il figlio frocio, quindi non devo più nascondermi davanti a loro ed e’ naturale che in me nasca la voglia di avere una relazione stabile e che io desideri baciarmi davanti a tutti con il mio ragazzo anche se questo significherebbe attirare verso di me insulti e provocazioni a sfondo sessuale tipici di tutta Italia ma in particolar modo dei paesi del Sud dove la gente e’ sempre più retrograda mentalmente. Comunque sia, avere un cazzo maturo tutto per me nonostante il nascondesi, e’ già gratificante. Mi piace l’idea di farmi dominare da un maschio forte e peloso soprattutto se dotato come lo e’ Antonio. Come dotato e’ anche Rafael che ad ogni ora di ogni santo giorno, vivendo io con la mamma, non perde occasione per stuzzicarmi con delle battutine a doppio senso, sguardi ammiccanti da porcone qual’e’ oppure per farmi sentire il suo cazzo duro da sopra i pantaloni poggiandolo contro il mio culetto ogni qualvolta io mi espongo in sua presenza. Ma porca puttana! O mi scopi oppure stattene buono, a cosa cazzo servono queste provocazioni se poi non vai dritto al sodo?! Vi confesso che alcune volte sono poi io a stuzzicarlo mentre siamo a tavola soprattutto bevendo, ricordandogli come mi ha fatto bere il suo piscio dalla sua borraccia nell’ ufficio della sua azienda quando abbiamo scopato. Ma adesso veniamo a noi. Un giorno di Aprile, durante una giornata soleggiata quasi estiva, mi reco alla villa di Antonio e quando busso alla porta, un bestione esagerato la apre trovandomelo davanti. Lo guardo dall’alto in basso e posso dedurre, superandomi in altezza, che quella meraviglia possa essere alta all’incirca 190cm, ha i capelli neri, gli occhi castani, indossa un pantalone blu di tuta lungo fin sul ginocchio e una maglietta bianca a maniche corte attillata dalla quale si vedono i capezzoli e la sagoma dell’ombelico per colpa (o grazie in questo caso) del sudore che sta emanando per il troppo caldo che già fa qui da noi.
“Cerchi qualcuno?”, mi dice il bestione passandosi una mano tra i suoi folti capelli neri
“Io…sto…sto cercando il signor Antonio”, rispondo balbettando
“Cosa vuoi da lui?”, continua in un domandarmi dal modo brusco
Non so cosa dire ma fortunatamente mi viene in mente che Antonio e’ un avvocato ed essendo io uno studente di Giurisprudenza, mento spudoratamente dicendogli di essere un suo tirocinante
“Papà, ti sta cercando un tuo tirocinante”, fa il ragazzo rivelandomi che quella bestia di ragazzo e’ il figlio di Antonio. Guardandolo attentamente mi accorgo che e’ la copia sputata del padre, di sicuro quando era giovane anche Antonio doveva essere così aitante. Il ragazzo mi fa entrare e si presenta come Enrico nel porgermi la mano che mi viene stritolata dalla sua forza mentre io ho sempre l’abitudine di porgerla e stringerla in modo garbato. Questo nostro primo contatto mi fa sussultare la rosellina pensando alla sua enorme mano usata per infilarmi le sue dita nel culo “come hai conosciuto mio padre?”, mi chiede Enrico ingannando l’attesa
“Veramente…” non so cosa dire ma all’improvviso mi si illumina la lampadina “l’ho conosciuto all’università. E’ un famoso avvocato e io ho bisogno di avere una guida”
“E’ il migliore nel suo settore”
“Anche a letto”, penso improvvisamente stando attendo a non ripeterlo ad alta voce
“Ti troverai bene con lui”, continua Enrico
“Lo spero”, gli dico anche se mi sono già trovato bene in una maniera sessuale
“Giulio”, fa Antonio sbalordito trovandomi davanti a suo figlio “avevamo un appuntamento?”
“A dire il vero si, dobbiamo smaltire quella pratica”, continuo a mentire
“Oh certo la pratica”, risponde Antonio capendo al volo la mia copertura “vieni di là nel mio ufficio”
“Papà io esco, vado da Sandra (LA SUA RAGAZZA) mangerò da lei a pranzo. La mamma torna tra due ore come al solito”
“Va bene Enrico, ci vediamo dopo”
“E’ stato un piacere averti conosciuto Enrico”, gli dico io porgendogli la mano ma Enrico questa volta non me la stringe anzi, mi guarda in malo modo e poi esce chiudendo la porta
Non so cosa pensare, forse ha capito che tra me e il padre c’e’ qualcosa ma non gli do peso perché credo che Antonio, da quando ha iniziato a provare interesse verso i ragazzi, di certo non l’ha mai fatto trapelare in famiglia.
“Mi sei mancato”, dico ad Antonio avvolgendo le mie braccia intorno al suo collo
“Anche tu ma la prossima volta aspetta un mio sms prima di presentarti qui”
“Ma se tu sei un avvocato e io uno studente in Giurisprudenza, tuo figlio non avrà capito nulla quando gli ho detto che sono un tuo tirocinante”
“Ma non ti sei ancora laureato”
“Questo lui non lo sa”
Antonio sorride ammirando la mia furbizia e allora inizio a baciarlo e mentre le nostre bocche si uniscono l’una con l’altra e le nostre mani sono dappertutto sui nostri corpi, ci dirigiamo verso il suo ufficio percorrendo un lungo corridoio. Entriamo e Antonio chiude a chiave la porta per evitare che se la moglie tornasse prima lo verrebbe a cercare proprio qui non trovandolo nel suo studio fuori casa. Per me non e’ la prima volta che sono l’amante di un uomo sposato. Ce ne sono stati altri anche se la moglie dell’ultimo, Rafael, era a conoscenza della sua vita, della nostra relazione e di quelle precedenti ma adesso la mia professoressa e’ all’oscuro di tutto, non sa che mentre lei e’ fuori casa intenta a insegnare ai miei colleghi universitari, io mi faccio scopare dal marito cazzuto e mi faccio venire dei sussulti al buchetto conoscendo quel gran bonazzo che e’ il suo muscoloso figlio. Baciandoci, io e Antonio iniziamo a privarci dei nostri vestiti ingombranti. Lui si leva la giacca e incomincia a sbottonarsi la camicia mentre io mi tolgo la maglia precedendolo. Quando Antonio si leva la camicia, mi mostra ancora una volta il suo petto villoso grigiastro che prontamente inizio a massaggiare mentre le sue mani scendono lungo la sua patta liberandola da pantaloni e boxer che si toglie completamente insieme ai calzini e alle scarpe. Accarezzo il suo ampio petto, scendo con le mani lungo tutto il suo corpo ricoperto di peli per finire verso il suo cazzo svettante che subito mi prendo in bocca mentre lui con le mani mi accarezza i capelli oppure si prende il suo cazzo e se lo masturba intanto che glielo succhio per poi sbattermelo sulla mia lingua ingorda o sulla mia faccia da grandissima troia che divento quando vedo un uomo nudo.
“Wow, e’ enorme”, mi viene da dire spontaneamente mentre ritorno a succhiarglielo e lui prendendomi per i capelli, detta il movimento della succhiata
“Ficcatelo in bocca”, mi dice scopandomi le fauci
“Chiavi la mia…mmpphh…bocca, avvocato”
“La giuria ti condanna a succhiare il cazzo a vita”, mi dice Antonio
Sono molto eccitato anche dal fatto che ogni volta che scopo con un mio coetaneo non mi sento così sottomesso nonostante faccia quasi sempre la parte del passivo e loro giochino ad inscenare una parte da padrone dominante pressappoco credibile, ma stare completamente ai piedi di un uomo che potrebbe essere mio padre se non addirittura mio nonno con metà del suo cazzo conficcato nella mia bocca per quanto e’ grande e i suoi peli pubici brizzolati che mi solleticano il naso, mi fa rendere conto di quanto io sia nato per soddisfare gli uomini di qualsiasi età, razza, religione e ceto sociale esistenti sulla faccia di questa bellissima Terra. Quando penso questo, sento la mia rosellina anale aprirsi e chiudersi velocemente dall’ardore della scena che si sta consumando in quell’ufficio che fino a quel momento non avevo mai visitato per farmi scopare dal mio avvocato, principe del foro anale.
“Apri la bocca a paparino”, mi incita Antonio e io eseguo come un automa
Mi aggrappo alle sue gambe pelose dallo strano colore nero rispetto ai peli del resto del corpo intanto gli succhio il cazzo mentre lui mi accarezza le guance. Poi me lo sfila di bocca, si china verso di me e mi bacia con la lingua assaporando gli umori e le gocce di pre-sperma che il suo cazzo ha lasciato sul mio organo gustativo. Riprendo a succhiarglielo più energeticamente di prima tenendoglielo per la radice con una mano mentre con l’altra gli massaggio le palle che sento già belle piene di sborra pronta ad eruttare addosso a me.
“Mi piace il tuo…mmpphh…cazzo”, gli dico complimentandomi per la sua dotazione
“Ti piace? Allora prendilo tutto in bocca il cazzo del tuo paparino”
“Si, papà. Dammelo nel culo”
Antonio mi accarezza le guance per poi passarmi un dito sulle labbra e io le libero dal suo cazzo. Mi alzo, mi sbottono i pantaloni e me li levo insieme ai boxer gettandoli sulla poltrona che usa per ospitare i suoi clienti. Il mio silver daddy adesso mi prende per le braccia e mi fa sdraiare a pecorina sulla scrivania abbassandosi dietro di me, allargandomi le chiappette e prendendo a leccarmi il buco del culo con la lingua o a inserire alcune dita simultaneamente. Ripenso automaticamente alle dita del figlio Enrico che si stanno intrufolando nel mio culo facendomi gemere ma poi ritorno alla realtà trovandomi davanti un omone grande e grosso che sa il fatto suo in merito a far godere un’altra persona.
“Ti sfondo questo culetto da troietta”, mi fa e subito dopo mi infila il suo cazzo
Mi incula poggiando le mani sul mio culo mentre io mi aggrappo all’estremità della scrivania. Antonio prende il suo cazzo dalla radice e lo fa uscire per poi penetrarmi di nuovo, sa che quando si deve scopare, la persona passiva deve provare il maggior piacere possibile e una scopata mordi e fuggi di certo non mi da soddisfazioni ecco perché in questo suo giochetto con il cazzo ci leggo tutta la sua dolcezza ma anche esperienza di vita e la sua voglia di farmi godere lasciandomi un bel ricordo di questo momento. Togliendomi il cazzo dal culo, si abbassa dietro di me per leccarmi un po’ il buchetto ma poi prende il mio cazzo duro e se lo ficca in bocca da dietro. Alterna leccate al cazzo per salire lungo le palle, il perineo e il buchino ripetendo poi il gesto al contrario anche se alla fine si alza e di nuovo inizia a scoparmi. Essere la troia di un uomo sulla 60ina mi fa perdere i freni inibitori e inizio a masturbarmi il cazzo furiosamente.
“Aspetta, proviamo in questo modo”, mi dice Antonio rallentando la scopata
“Come?”, gli chiedo
“Così, alza la gamba e poggiala sulla scrivania. Distendila in modo da formare un angolo di 90° con la gamba che hai poggiata a terra”
Eseguo l’ordine posando la gamba nel modo in cui mi ha descritto Antonio e poi mi scopa nuovamente dato che il suo cazzo mi era uscito dal culo mentre posizionavo il mio arto inferiore sulla scrivania del mio daddy. In questo modo la sua asta entra con un po’ di difficoltà nel mio culo facendomi emettere dei gemiti di goduria alquanto pronunciati sentendo la sua cappella grattare le pareti del mio ano. Anche Antonio gode e la sua scopata non e’ più irruenta ma calma, rilassata per la paura che il mio culo ristretto dalla posizione assunta, possa portarlo subito ad eiaculare nel mio buchetto voglioso del suo sperma. Si, non usiamo più il preservativo perché ci fidiamo l’uno dell’altro, ovviamente dopo aver attestato il tutto con le adeguate visite mediche. Sono ormai dieci minuti che mi scopa in questa posizione, con una gamba sulla scrivania, costringendomi a distendermi su un fianco allungando una mano sotto la mia testa piegata a 45° verso la porta e per tutto il tempo della trombata, il mio cazzo sballotta urtando contro il cassetto del suo tavolo da lavoro. Antonio usa le sue mani per accarezzarmi i fianchi oppure prendendomi per i capelli continuando a scoparmi. Abbassandomi la gamba per terra, mi sfila il suo cazzo dal culo, mi gira e mi bacia con la lingua.
“Dobbiamo sbrigarci o tua moglie sarà qui a momenti”, gli dico infilando la mia lingua nella sua bocca
“Non preoccuparti, ne abbiamo ancora di tempo”, mi risponde mentre con la sua lingua fa la stessa cosa che io faccio con la mia
Baciandoci ci avviciniamo ad un grande tappeto, Antonio sposta le poltrone e prende i cuscini gettandoli a terra. Poi si sdraia per terra dalla parte sinistra e, sbattendo una mano sul tappeto, mi indica di sdraiarmi accanto a lui. Io mi sdraio guardandolo in faccia ma invece lui mi gira di schiena e si avvicina il mio culetto in corrispondenza del cazzo. Io mi volto leggermente baciandolo e lui, prendendomi la gamba destra e posizionandola dietro il suo culo, prende poi il suo cazzo e lo conficca nella mia rosellina. Mi chiava baciandomi la spalla destra mentre con la sua mano corrispondente mi tiene per le gambe oppure per i fianchi avvicinando il mio culo contro il suo cazzo. Io masturbo il mio ma non voglio ancora venire. Antonio mi accarezza il petto mentre mi bacia e con il suo cazzo di 21cm mi scopa nel profondo. Sto godendo moltissimo a scopare con lui, come non ho fatto con nessun altro. Gli unici pervertiti che mi hanno saputo scopare come fa Antonio sono stati lo zio Mariano e il nonno ma il primo si trova ancora in Brasile e il secondo e’ occupato a scoparsi qualsiasi fattore che assume nella sua azienda agricola.
“Alzati”, mi dice Antonio
“Come mi metto?”, gli chiedo voglioso
“A pecorina”, mi risponde
Io prendo due cuscini, li metto sul tappeto e mi inginocchio sopra di loro. Antonio viene dietro di me, mi sputa sul buchetto, avvicina il suo cazzone e in un attimo mi e’ di nuovo dentro. Mi scopa tenendomi per i fianchi spingendoli verso il suo pube che mi solletica le chiappe mentre con una mano mi masturbo il cazzo. Ci sono poche posizioni che amo ma quella a 90° e’ una delle mie preferite. Il mio daddy continua a scoparmi, a scoparmi, a scoparmi non ce la faccio più, non so dove prenda tutta questa forza e come faccia a resistere così a lungo. Che prenda il Viagra? Non me ne frega un’emerita minchia, l’importante e’ che faccia il suo dovere, e come se lo fa. Ogni tanto Antonio esce dal mio culo per leccarmelo e leccarmi anche il cazzo per poi tornare ancora una volta a pistonarmi l’ano.
“Dai Antonio…aaahhh…spingi più forte”, lo incito
“Sei davvero una troietta affamata”, mi fa prendendomi per le spalle chiavandomi
“Voglio il tuo…uuuhhh…cazzo, voglio la tua…ooohhh…sborra dentro di me”
“Tra un po’ zoccoletta”
Quando mi dice in questo modo significa che vuole cambiare posizione. Continuando a scoparmi, ora mi tiene per i fianchi oppure mi accarezza il corpo mentre io lascio in pace il mio povero cazzo, che mi sta chiedendo di farlo sborrare, per poter poggiarmi con tutte e due le mani sul tappeto e inarcare leggermente la schiena così da sentire tutto il maturo cazzo dentro di me. Non vi nascondo che mi viene nuovamente da pensare ad Enrico. Lo immagino inginocchiato davanti a me con il suo cazzo fuori dai suoi pantaloni, magari uguale a quello del padre, che me lo infila in bocca mentre io con le mani penetro dentro la sua maglietta bianca attillata e bagnata di sudore per trastullargli i capezzoli. Pensando questo, non mi accorgo che Antonio ha tolto il cazzo dal mio sederino e mi ha girato supino sul tappeto afferrando i miei piedi facendomi tenere le gambe in aria e puntando di nuovo il suo bastone verso il posto da dove era uscito qualche secondo prima. Questa e’ la seconda mia posizione preferita che mi permette di vedere in faccia chi mi scopa. Desideravo che Antonio mi mettesse in questa posizione e così e’. Riesce a capire in anticipo i miei desideri e ad esaudirli come un genio della lampada, una grossa lampada. Prima però di scoparmi, Antonio si china sul mio corpo e partendo dall’ombelico inizia a baciarmi salendo lungo il mio sterno, verso i miei capezzoli titillandoli con la lingua, raggiunge poi il mio mento e infine la mia bocca aperta dal godimento. Antonio mi da uno schiaffo che riecheggia nel suo grande ufficio e il mio cazzo vibra di piacere. Lo incito a riprovarci mentre mi sego e quando mi da il secondo, il terzo e il quarto schiaffo finalmente sborro imbrattando tutto il mio torace con la mia sborra densa e cremosa. Lui prende la mia sborra con un dito e se la mette in bocca, per poi sputarla nelle mie fauci che la ingoiano, allora Antonio fa il tipico rumore dello sputo ed espelle contro di me la sua saliva da vecchio sporcandomi il labbro superiore all’altezza dei baffi anche se poi mi finisce in bocca e il resto lo raccolgo con un dito per assaporarlo meglio.
“Ora basta giocare”, mi rimprovera Antonio “e’ tempo di distruggere ancora questo culo”
L’avvocato prende il suo cazzo e me lo infila nel buchetto mentre mi tiene per i piedi e spinge il suo bacino da padre di famiglia scopatore di ragazzini contro il mio ano facendomi quasi male. Nonostante io sia ormai venuto, ricomincio di nuovo a masturbarmi il cazzo che sembra apprezzare la nuova posizione che i due amanti hanno appena assunto infatti diventa barzotto. L’avvocato mi scopa mentre mi massaggia i piedi facendomi il solletico ma poi fa una cosa che non mi sarei mai aspettato, una cosa che ho fatto in passato ma che non ho riprovato più: si mette in bocca il mio piede destro. Succhia le mie falangi come un neonato succhia il biberon e poi si abbassa su di me e mi bacia facendomi sentire la fragranza dei miei piedi, che tuttavia non puzzano perché avevo messo le scarpe poco prima di uscire e per tutto questo tempo sono stati all’aria aperta.
“Scopami, porco, scopami”, lo invoglio
“Te lo faccio entrare fino alle palle”, mi risponde
“Si, le palle…aaahhh…le voglio nel culo”
“Sei davvero insaziabile”
Lo sono sul serio tanto che, nonostante abbia il cazzo barzotto che non si e’ più ripreso dalla sborrata precedente, riesco a venire di nuovo. Questa volta sono solo poche gocce che lecco preso dall’eccitazione. Antonio leva il suo cazzo dal mio culo, si avvicina alla mia faccia, si masturba e poi schizza sul mio volto il suo delizioso nettare mascolino. Lo assaporo come si fa con la cosa che più hai desiderato mangiare mentre l’avvocato si distende accanto a me, mi mette una mano intorno al collo e mi bacia mentre il suo cazzo ritorna alle sue dimensioni normali, normali si fa per dire. Abbiamo scopato per chissà quanto tempo provando le più svariate posizioni sessuali. Adesso voglio di più dal nostro rapporto, non voglio di certo che dica alla moglie di noi ma nella nostra vita sessuale deve cambiare qualcosa, deve usare tutta la sua forza da maschio per dominarmi, deve farmi assaggiare ogni cosa del suo corpo e per questo motivo gli propongo se gli va di pisciarmi addosso. Antonio rimane un attimo sbalordito dalla mia confessione perversa, forse non gli era mai capitata una richiesta del genere prima d’ora, ma mi promette che la prossima volta mi farà assaggiare il suo caldo piscio ma adesso dobbiamo rinunciare perché ha appena sentito lo scatto della serratura. Io mi alzo velocemente e mi vesto non pulendomi del nostro sperma lasciando che siano maglia e pantaloni a pulirmi al posto mio. Usciamo furtivamente dal suo ufficio ed il corridoio e’ libero.
“Tesoro sei tu?”, domanda Antonio mentre io mi avvicino lentamente alla porta
“Papà sono io”, sentiamo risponderci dall’ altra parte della casa “sono tornato perché avevo dimenticato una cosa da portare a Sandra”
“Va bene, Enrico, fai con comodo”, risponde il padre mentre io gli do un bacio stampo ed esco dalla sua enorme villa
Uscendo di nascosto come un ladro dalla casa di Antonio, vedo la Spider di Enrico parcheggiata nel vialetto e una testa dalla chioma bionda seduta al sedile del passeggero. Sarà sicuramente Sandra, colei che gode di tutti i benefici che un corpo come quello dello stallone Enrico possano dare a chiunque ne usufruisca. Scendo i gradini, raggiungo una fermata dell’autobus poco distante dalla mega villa e torno a casa intenzionato a fare una doccia anche se devo aspettare ancora un po’ perché c’e’ Rafael che ha già occupato il bagno. Quando esce, si presenta ai miei occhi bellissimo come sempre avvolto nell’asciugamano con il suo petto tatuato così come le braccia grondanti di goccioline di acqua non ancora evaporate per il calore, i capelli bagnati tirati all’indietro, la sua folta barba e i suoi occhi castani calamitanti.
“Dove sei stato, culo d’oro?”, mi domanda avvicinandosi a me con i suoi piedi nudi che lasciano delle impronte acquose sul pavimento
“Che cazzo te ne frega?”, gli rispondo
“E’ così che si risponde al tuo patrigno?”
“Non hai ancora sposato la mamma, quindi non sei il mio patrigno”
“Allora possiamo divertirci un po’ prima del matrimonio così non commetterai di nuovo l’incesto”, continua Rafael allungando le sue mani verso di me cercando di toccarmi mentre io, da stupido, cerco di allontanarle
“Vuoi stare fermo?”, lo rimprovero nonostante sia poco credibile nel farlo
“Arriverà il momento dove sarai tu a volere questo”, mi fa strizzandosi il pacco e andando via voltandomi le spalle
Lo so, sono un cretino. Chiunque approfitterebbe di un manzo del genere avendolo in casa soprattutto se e’ lui che praticamente si consegna nelle tue mani, ma non voglio fare uno sgarbo alla mamma e ne tantomeno ad Antonio nonostante io non gli deva niente perché mi sta facendo vivere una relazione clandestina mentre con Rafael, sapendo mamma di me e del suo passato gay, sicuramente sarebbe felice di dividere il suo uomo con il suo figlioletto frocio preferito purché stia bene e sia felice. Riflettendo su questa mia teoria, mi dirigo verso il bagno con l’intento di fare la doccia ma passando davanti alla stanza di mamma Rachele e Rafael, vedo quest’ultimo girato di spalle privo del suo asciugamano con le chiappe marmoree al vento. Mi viene l’acquolina in bocca, il mio pomo d’Adamo fa su e giù, il mio cuore batte all’impazzita ed essendo già sudato e sporco decido di unire l’utile al dilettevole. Posticipo la doccia a dopo la fine della mia nuova scopata con Rafael così entro nella stanza e mi chiudo la porta alle spalle…

FINE CAPITOLO 20

TO BE CONTINUED

PS: NONOSTANTE CONTINUO AD USARE LO STESSO TITOLO, PEDRO NON APPARE IN QUESTE SCOPATE MA SICCOME E' INIZIATO TUTTO DA LUI, DOPO IL NONNO NATURALMENTE, HO DECISO DI TENERE QUESTA INTESTAZIONE ANCHE PER I RACCONTI SUCCESSIVI AI PRIMI DUE.

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI..
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