Gay & Bisex
Il fidanzato di mia sorella 21
di FRANK_1987
24.08.2018 |
15.293 |
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"“Ho sempre desiderato scoparti ancora”, fa Rafael
“Anche io volevo…aaahhh…il tuo cazzo”, gli rispondo mentre mi scopa
“Da quando abbiamo smesso di scopare..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Ogni nuovo capitolo uscirà ogni settimana. Portate pazienza ragazziUno la mattina, uno la sera
CAPITOLO 21
Chiusa la porta della stanza di mamma alle mie spalle, Rafael si gira verso di me mostrandomi la sua minchia di 23cm a riposo. E’ ancora completamente avvolta dal prepuzio e si poggia su due palle gonfie perfettamente rotonde come se fossero state disegnate con un compasso dal più bravo ingegnere esistente al mondo.
“Che fai frocetto?”, mi domanda Rafael
“Voglio assecondare le tue fantasie”
“Chi dice che io voglia metterle in atto?”, ribatte lui spostandosi verso l’armadio “magari voglio soltanto stuzzicarti e basta per portarti sull’orlo dell’abisso”
“Sei uno stronzo”, gli rispondo
Rafal prende un boxer dal cassetto e si accinge a indossarlo ma io mi avvicino a lui e glielo levo di mano allora l’argentino mi da uno schiaffo facendomi cadere ai suoi piedi.
“Fallo ancora”, gli intimo
Rafael mi guarda in cagnesco e mi da un altro schiaffo mentre io con la bocca aperta gli faccio segno di si con la testa per continuare. Mi arrivano altri due sonori schiaffi e dando un’occhiata al suo cazzo che ho praticamente a pochi centimetri dal mio viso, posso constatare che sta iniziando ad eccitarsi perché e’ come se il suo prepuzio si stesse ritirando facendo fare capolino alla sua cappella rosa. Non appena vedo spuntare la punta della sua uretra, mi infilo in bocca il suo cazzo sudamericano ancora semi-molle. Alzando lo sguardo tenendomi il cazzo in gola, osservo le espressioni di godimento impresse sulla faccia di Rafael che tiene gli occhi chiusi dietro ai suoi meravigliosi occhiali da vista dalla montatura nera. Il suo corpo e’ ancora un po’ bagnato e qualche peletto intorno ai capezzoli e’ attaccato alla pelle. Allungo le mani verso il suo pube e salgo lungo il suo torso ricoperto di tatuaggi mentre lui con le sue mani forti mi prende la testa e la guida verso il suo inguine dove il suo cazzo sta prendendo consistenza nella mia bocca. La sua barba di due giorni e il suo baffetto incorniciano il volto di un porco, che a distanza di 15mesi dalla fine della nostra relazione segreta, beneficia ancora della mia bocca e successivamente beneficerà del mio culo che non si e’ mai fermato dal prendere cazzi. Avvolto ormai dalla frenesia, libero il mio cazzo dai pantaloni e inizio a segarmelo.
“Avevo dimenticato che bella bocca da pompinara che hai”, mi fa Rafael ficcandomi il gola il suo cazzone latino
“E’ un peccato…mmpphh…dimenticare uno…mmpphh…come me”, gli rispondo
“Hai perfettamente ragione ma adesso devi rinfrescarmi la memoria”, continua lui
“D’accordo padrone”, gli rispondo
Rafael toglie il suo cazzo dalla mia bocca mentre io gli succhio soltanto la cappella e gli lecco l’asta che lui mi strofina sulla lingua lateralmente facendomi percepire ogni imperfezione che le vene modellano lungo il tronco del suo bastone latino. Poi mi prende dal mento facendomi aprire la bocca, mi ci sputa dentro ed io ingoio la sua saliva e infine mi alza, mi spoglia e mi mette a pecorina sul letto. Il mio futuro patrigno si avvicina alle mie spalle e poggiando la sua mano destra sul mio coccige, spinge il suo cazzo di nuovo nelle mie carni ed in un attimo e’ ancora dentro di me.
Io emetto un gemito di goduria ma anche di sollievo perché finalmente posso riprovare di nuovo il suo cazzo, quel meraviglioso randello che ha aperto la strada a diversi ragazzi e ragazze compreso mio cognato Pedro. Rafael inizia a scoparmi poggiando le sue mani sulla mia schiena mentre io arpiono il lenzuolo oppure, vicendevolmente, poggio la mia testa sul materasso aprendo così ancora di più il mio culo che viene stantuffato senza sosta. Avere le mani di Rafael che mi accarezzano il corpo mi fa eccitare, sono le stesse mani che ogni notte toccano il corpo della mamma e allora riprendo a segarmi.
“Ho sempre desiderato scoparti ancora”, fa Rafael
“Anche io volevo…aaahhh…il tuo cazzo”, gli rispondo mentre mi scopa
“Da quando abbiamo smesso di scopare mi sono fatto altri ragazzi e ragazze ma nessuno ha il culo come il tuo. Nessuno e’ come te”
Ci credo. Prendetelo come una sviolinata verso la mia persona, ma come me non c’e’ nessuno. Riesco a convertire anche il più eterosessuale al mondo perché come prendo io il cazzo nel culo, nessuna delle loro donne lo fa. Rifiutano per paura o anche semplicemente perché si accontentano di prenderlo nella figa privandosi del piacere di fare sesso anale. Rafael prende le mie braccia e facendo forza su di esse tirandole verso di se, mi fa muovere il culo contro il suo inguine mentre poggio sul materasso la mia testa che per le spinte che mi da l’argentino, finisce sotto il lenzuolo tanto da farmi sembrare uno struzzo con la testa dentro la sabbia. Mi tiene per i polsi e con le sue grandi mani inizia a farmi male continuando a penetrarmi quindi non capisco più se provo dolore per l’inculata oppure perché mi sta stringendo talmente forte i polsi che non sento quasi più fluire il mio sangue fino all’estremità delle dita. Quando mi lascia, fa cadere le mie braccia sul letto come due pesi morti, vorrei riposarmi un po’ perché le scapole mi fanno male ma invece mi fa sollevare e mi scopa tenendo le mani intorno al collo.
“Vuoi di nuovo assaggiare il mio piscio?”, mi domanda
“Dovevo fare…uuuhhh…la doccia”
“Useremo l’ acqua di mia produzione”, fa Rafael usando un tono autoritario
“Ne hai per molto?”, gli chiedo stremato dalla sua scopata e da quella che mi sono fatto poco tempo prima con Antonio
“Che cazzo significa, puttanella? Ora ti faccio vedere io”
Non avessi mai osato rivolgergli quella domanda. Mi lascia la testa poggiandomela ancora una volta sul letto e tenendo la mano sinistra sulle mie chiappe, usa la mano destra per tenermi fermo per il collo spingendolo contro il materasso quasi strozzandomi o decapitandomi tanto da farmi perdere un po’ i sensi. Mentre mi scopa mi da delle sculacciate al sedere con la mano che ha libera, avverto che il mio sederino sta diventando rosso e sensibile e ogni volta che mi sculaccia, le sue dita si fanno sentire sulla mia pelle in tutta la loro interezza credo proprio che voglia lasciarci le impronte come gli uomini primitivi le hanno lasciate nella grotta francese di Lascaux. Con la testa schiacciata contro il materasso e il culo all’insù in completa balia dell’animale Rafael, sento che ancora altri centimetri del suo poderoso cazzo entrano in me perché i peli del suo pube adesso mi solleticano il solco anale a dispetto di prima. Rafael da delle spinte singole ma profonde per farmi sentire tutto il suo cazzo nativo delle Pampas, poi mi da la facoltà di alzarmi per posizionarmi di lato sul fianco destro alzando la gamba opposta e riprendendo a scoparmi. Tenendomi nuovamente per il collo, forse per lui e’ come un gesto di dominanza verso il suo sottomesso, si china su di me e mi bacia con la lingua.
“E pensare che dovevamo essere cognati”, mi dice Rafael baciandomi
“Che fine ha fatto…ooohhh…Sofia?”, gli chiedo
“E’ tornata in Argentina dalla nostra sorella maggiore”
“Tua sorella si sarebbe ritrovata…aaahhh…con un marito frocio se…uuuhhh…ci fossimo sposati”, dico questa frase tra i mugolii della scopata e anche per colpa della sua lingua che sta ostruendo la mia bocca
“Tanto lo sapeva già, no?”, mi ricorda l’argentino
Eh si, Sofia sapeva benissimo del mio essere gay quando mi ha abbordato prima in chiesa e poi nel ristorante durante il battesimo e la festa del primo anno di matrimonio di Claudia e Pedro per poi farsi scopare come una troia qualunque sul retro del locale e adesso sono qui, quasi un anno dopo esserci lasciati dopo aver perso il nostro bambino, intento a farmi di nuovo scopare dal fratello cazzuto. Ricomincio a masturbarmi il cazzo pensando che, dopo tutto, e’ stato un piacere scopare per primo la fighetta stretta della sorella del toro che mi sta trombando, un toro che mi chiava su un fianco mentre le sue mani, che non sembrano più due ma mille, sono dappertutto su di me: sul mio culo, lungo il mio corpo, intorno al mio collo oppure usate per darmi dei sonori schiaffi perché quando Rafael scopa si trasforma in un mostro. L’aspetto e’ sempre lo stesso ma dentro di lui diventa un’altra persona, viene posseduto da chissà quale spirito del sesso che lo fa comportare in maniera perfida con la persona che riceve il suo cazzo. Mi domando se quando scopa con la mamma si comporta in questo modo oppure lo fa soltanto con me per quanto lo eccito e se con gli altri che si e’ scopato e’ invece stato gentile durante l’amplesso. Vorrei chiederglielo per avere delle delucidazioni ma la voglia di vederlo scopare con la mamma dal vivo invece che immaginare soltanto la scena, mi piace ancora di più.
“Ti spacco il culo, vacca”, mi fa Rafael scopandomi
“Si, scopami…aaahhh…scopami Rafael”, rispondo io mentre il mio corpo si muove al ritmo delle sue spinte contro di me
“E facevi la ritrosa che non lo volevi il mio cazzo”
“Dammelo tutto…ooohhh…chiavami”
Rafael continua nella sua opera di gustarsi il mio depilato culetto italiano mentre il suo enorme cazzo argentino fa dentro e fuori dal mio buchetto tappandolo letteralmente e costatando che i suoi bordi ormai vengono tirati verso l’esterno dal suo minchione. Poi si toglie da me e dandomi una spinta verso sinistra, sale sul letto mentre io mi sdraio con la schiena sul materasso e lui prende a scoparmi a gambe in aria. Nel frattempo che lui mi tiene per le gambe, io con una mano sego il mio cazzo cercando di resistere alla visione che ho davanti di un uomo di ormai 29anni, abbronzato, tatuato e muscoloso che sta scopando uno scricciolo di ragazzo sebbene il mio corpo sia abbastanza palestrato ma mai come il suo. I suoi pettorali sono gonfi perché mi tiene le gambe strette stirando anche i suoi bicipiti e facendo restringere la mia rosellina che adesso può sentire benissimo tutto il suo cazzone dentro.
“Follame padastro”, lo incito in spagnolo
“Puta, eres una puta”, mi risponde l’argentino
“Voglio assaggiare il tuo sperma”
“Te lo schizzo tutto in bocca, lurida vacca che non sei altro”, dice arrogantemente
Rafael mi monta davvero come una vacca, mentre le mie gambe sventolano come bandiere al vento e lui mi ficca la sua bestia nel culo, senza preservativo, così all’improvviso, prendendomi per le guance e facendomi aprire la bocca farfugliando quanto mi piaccia sentire il suo cazzo dentro il mio culo, il cazzo di un uomo dominante che sa come sottomettere la sua preda e questo riesco a vederlo dall’espressione arrabbiata che sta usando chiavandomi mentre io tengo le mie mani rivolte all’indietro afferrando il lenzuolo dalla parte laterale del lettone che condivide con la mamma da ormai 9mesi, il tempo necessario che ci mette una donna a partorire un figlio anche se con il suo sperma, potente com’e’, avrebbe messo incinta la mamma innumerevoli volte anche mentre ancora non aveva partorito il figlio concepito prima. Mentre sborro e il mio seme mi arriva fino al collo, Rafael toglie il suo cazzo dal mio culo e scende dal letto afferrandomi per la testa e facendomi inginocchiare ritrovandomi la sua nerchia davanti alla faccia. Il bellissimo argentino tatuato e nerboruto, si masturba il cazzo davanti al mio viso dalla cui bocca fuoriesce la mia lingua assetata di latte, e infine erutta direttamente nelle mie fauci che spalanco ancora di più vedendo il suo primo getto di sborra, altri getti mi finiscono su uno zigomo e sui miei baffi. Mentre gli lecco la punta del cazzo con la lingua, mi fa alzare nuovamente da terra e, prendendomi per il collo da dietro, ci dirigiamo nel bagno. Durante il tragitto, raccolgo i resti della sua sborrata presenti ancora sul mio viso e li ingoio. Entrati nel bagno mi fa inginocchiare tra il bidet e il water mettendomi con la testa sopra di esso girata di lato verso di lui.
“Adesso apri bene la bocca”
“Ma così non la berrò tutta”, gli faccio notare
“Non importa, voglio usarti come cesso”
Al suono di queste parole, dall’uretra del cazzo di Rafael, ritornato alle sue dimensioni iniziali, parte un getto di piscio che mi colpisce l’orecchio finendomi in bocca mentre scarica il contenuto della sua vescica sulla mia faccia e sui miei capelli sporcando anche il water e di conseguenza il pavimento. Dopo aver finito di pisciare sulla mia testa, si pulisce il cazzo sulla mia capigliatura e poi mi ordina di pulire il bagno uscendo dalla stanza con la sua camminata da vero uomo vittorioso. Sollevo la testa da sopra il water mentre alcune gocce del suo piscio scorrono lungo il mio volto finendomi in bocca oppure colando dal mio mento verso il pavimento ridotto ad una pozzanghera. Alcuni schizzi di piscio hanno sporcato il bordo del water ed io li lecco avidamente finendo poi per trasformarmi in una donna delle pulizie. Quando torna la mamma mi trova ancora nel bagno intento a farmi quella benedetta doccia che non ero riuscito a fare dopo la scopata con Antonio e che avevo posticipato per scopare con il suo nuovo compagno. Sdraiandomi sul letto, il rumore di un messaggio WhatsApp attira la mia attenzione. E’ Antonio che mi domanda se posso andare da lui verso le 21 perché la moglie e i figli non saranno in casa. Naturalmente rispondo che non c’era neanche bisogno di chiedermelo e che sarei andato ben volentieri da lui. Presenti alla consueta cena sono anche mio padre Massimo e il suo compagno nigeriano Muhammad dai corti capelli neri e ricci e dalle mani bicolore. Ha delle labbra carnose scurissime e sicuramente un bel fisico palestrato da quello che si riesce a vedere dalla sua maglietta a giro maniche attillata. I miei occhi sembrano delle palline di pingpong che non sanno su chi fermarsi: su Rafael o su Muhammad? Quello che e’ sicuro e’ che mi viene di nuovo una gran voglia di provare un cazzo di colore e anche per pareggiare il conto tra la mamma e papà. Sono andato a letto con il compagno della mamma, adesso devo andare a letto con quello di papà. Verso le 20.50, dopo aver cenato tutti e cinque insieme, invento una scusa con la mia famiglia ed esco salendo in auto percorrendo la strada che mi porterà verso una nuova scopata con Antonio, la mia terza inculata della giornata. Parcheggio la macchina nel vialetto e busso al campanello. Attraverso i vetri opachi della porta d’ingresso, vedo una figura ombrosa avvicinarsi per poi rimanere scioccato quando vedo Enrico. Mi si presenta davanti indossando una maglietta grigia a girocollo e sopra una camicia a scacchi blu, uno jeans e delle scarpe di camoscio marroni con il collo alto. Nonostante questa visione paradisiaca, mi si gela il sangue nelle vene perché di certo, ora che lui e’ in casa, non posso usare la scusa del tirocinio perché sono ormai le 9 passate di sera e non ci crederà.
“Ciao”, rispondo “tuo padre e’ in casa?”, domando
“Certo entra”, mi accomodo mentre Enrico chiude la porta alle mie spalle “perché lo vuoi?”
“Sono venuto a prenderlo perché stasera dovevamo andare a cena fuori con il nostro gruppo di tirocinio del suo studio e mi ha chiesto di dargli un passaggio”, mi e’ venuta subito in mente questa scusa
“Non si può”, fa lui incrociando le braccia che si gonfiano immediatamente
“Non e’ ancora pronto?”
“Non del tutto”
“Posso sapere cosa sta succedendo?”, domando ormai visibilmente annoiato dalla situazione venutasi a creare
“Mio padre non c’e’. E’ dalla nonna perché sta male”
“Ma prima avevi detto…”
“Ti ho mentito” dice e io non so cosa fare, sono nel pallone più totale “so tutto, Giulio. Tutto di quello che succede in questa casa, anzi, nell’ufficio di papà”
Capendo che Enrico sa sicuramente qualcosa riguardo alla scopata che mi sono fatto con il padre Antonio nel suo ufficio altrimenti non avrebbe nominato proprio quel luogo, non mento sull’accaduto e gli domando come fa a sapere tutto se lui non era in casa quando scopavamo. Mi dice di aver visto le registrazioni delle telecamere che sono in quella stanza, che gli e’ venuta voglia di farmela pagare, di essere stato lui a mandarmi l’sms al posto del padre e che lo aveva cancellato subito dopo l’invio. Certamente e’ un maestro della truffa e dell’inganno, il Dio Nordico Loki ha tutto da invidiargli in materia. Gli chiedo allora cosa voglia da me.
“Voglio sapere cosa prova mio padre a scoparsi questo frocetto”, mi risponde
Enrico mi prende per un braccio stringendomelo e mi porta in cucina. Inizia a toccarmi dappertutto ma la cosa mi sembra un po’ strana per uno che ha visto per la prima volta una scena di sesso gay registrata. Sono certo che anche lui, come il padre, aveva in mente di passare dall’altra parte già da qualche tempo o al limite di dividersi tra l’eterosessualità e l’omosessualità essendo al massimo bisessuale. Il mio “figliastro” mi prende per il collo passandomi i suoi pollici sulle labbra per poi leccarmi il mento, il musetto da puttana e anche il mio nasino alla francese.
“Che cosa vuoi fare?”, gli chiedo con la voce tremante ma non per la paura ma per l’eccitazione che mi procura quel ragazzo
“Voglio scoparti”
“Ma la tua fidanzata…”
“E’ da sua cognata, i miei non torneranno presto e così avrò tutto il tempo di romperti il culo come ha fatto papà”
Sono molto eccitato e così mi tolgo la maglietta e poi comincio a sbottonare la camicia a quadri di Enrico che viene gettata a terra mostrandomi due braccia forti piene di vene in risalto. Un altro ostacolo mi impedisce di ammirare il suo corpo sicuramente perfetto ma non mi scoraggio e aiutato anche da lui, gli levo la maglietta grigia. Ha un corpo statuario da giocatore di football, palestrato e con qualche peletto intorno ai capezzoli, tra un pettorale e l’altro e dall’ombelico fino alla patta. Ai lati dei suoi fianchi si vede la leggendaria “V” che finisce dritta dentro i suoi pantaloni terminando verso una patta incredibilmente gonfia. Lo guardo con lussuria e lui se ne accorge quindi prende le mie mani e le poggia sul suo corpo che io istintivamente inizio ad accarezzare scendendo fino alla cintura dei suoi pantaloni dove i peli dell’ombelico solleticano i palmi delle mie mani. Enrico inizia a sbottonarsi la patta e ad abbassarsi i pantaloni fino alle caviglie mostrandomi un cazzo di tutto rispetto imprigionato in un boxer bordeaux. Mi inginocchio ed inizio a massaggiare quel bastone per poi abbassare l’elastico del suo intimo e finalmente liberarlo. Un cazzo di 20cm, venoso, grosso e con una cappella rosa scuro esce dal suo boxer e mi sbatte sul mento allora io, avido di piacere, l’afferro per l’asta e me la infilo in gola. Enrico inizia a godere delle mie fauci accarezzandomi la faccia mentre io gli lecco la cappella, tutta l’asta e anche i coglioni che si stanno riempiendo della mia crema pasticcera preferita. Il mio “figliastro” prendendosi il palo dalla radice me lo fa entrare ed uscire dalla bocca mentre mi da dei colpetti con la mano destra in corrispondenza della guancia sinistra che si deforma ogni volta che la sua minchia mi entra in gola formando il tipico bozzo laterale della cappella.
“Ecco cosa ha provato papà”, mi fa Enrico continuando ad approfittare della mia bocca
“Vuoi provare anche…mmpphh…il mio culo?”, gli chiedo accelerando il tutto
“Certo che si, bella checca”
Enrico mi toglie il cazzo dalla bocca, si siede ad uno sgabello, si leva le scarpe, i boxer e i pantaloni arrivati fino alle caviglie esibendomi le sue gambe pelose mentre anche io mi libero degli indumenti che ancora imprigionano il mio cazzo eretto e il mio culetto che tra poco si farà scopare. Il figlio di Antonio si e’ dimenticato di togliersi i calzini allora glieli tolgo io e il profumo dei suoi piedi mi inebria. Vorrei leccarli ma la mia rosellina si schiude quasi per dirmi “fatti scopare invece, coglione”, allora mi metto a pecorina sul tavolo grande usato anche per cucinare come esistono nelle cucine americane, ed allargo le mie gambe. Immediatamente Enrico si alza dallo sgabello, si abbassa dietro di me e inizia a leccarmi il culetto mentre io mi sego. Tra un po’ un ragazzo di 31anni, alto 190cm e prossimo al matrimonio entrerà in me mettendo fine alla promessa che ha fatto alla sua ragazza durante il giorno del fidanzamento ufficiale di essere soltanto suo.
“Preparati che ti scopo”, mi fa
“Sono già pronto”, gli dico io aprendo il mio buchetto ancora di più mentre me lo sta leccando facendogli sfiorare anche l’interno del mio sfintere
Enrico si alza, punta il cazzo verso di me e mi penetra. Si muove lentamente scopandomi per paura di farmi male ma io lo incito a scoparmi più forte e allora lui aumenta il ritmo della scopata. Portando il mio braccio destro intorno al collo dal suo lato sinistro del corpo, permetto ad Enrico di entrare ancora dentro di me mentre io vorrei baciarlo ma lui invece discosta la testa. E’ chiaro che non prova sentimenti per me ma mi vede soltanto come il suo bidone dell’immondizia personale dove scaricare il suo imminente carico di sborra. Togliendo il braccio intorno al suo collo, porto la mia mano sulla mia chiappa destra per allargarla ancora di più sotto i colpi della sua chiavata mentre lui mi accarezza i fianchi e la schiena. Poi si sfila da me, mi aiuta a scendere dal tavolo e mi porta su un tappeto in un salottino adiacente la cucina, mi fa posizionare a pecorina e mi penetra di nuovo. Con le sue mani mi tiene fermo per i fianchi mentre continua ad infilare il suo cazzo di 20cm dentro le mie budella torturate da tre scopate avute nell’arco di 24ore.
“Ecco a cosa non può rinunciare mio padre”, fa Enrico
“A te…aaahhh…piace?”
“Mi piace il tuo culo, non tu”, mi fa lui facendomi ancora capire di non provare sentimenti per me ma soltanto attrazione fisica e sessuale
“Non importa…uuuhhh…scopami il culo anche…aaahhh…se non provi niente”
Enrico solleva una gamba poggiando il piede sul tappeto mentre con l’altra rimane ancora inginocchiato intento a scoparmi prendendomi per le spalle e dandomi delle spinte singole ma fortissime facendomi gridare. Per fortuna la villa dove abitano, anche se vicina ad altre abitazioni simili, e’ circondata da un enorme giardino che aumenta la distanza tra una casa e l’altra, altrimenti mi avrebbero sentito tutti i vicini che sarebbero accorsi a vedere Golia scoparsi Davide. Il ragazzo toglie il cazzo da dentro di me ancora un’altra volta mentre io mi alzo e mi ordina di sdraiarmi sul divano poggiando la testa sullo schienale mentre lui nuovamente si inginocchia davanti a me per penetrarmi. Se prima, messo a pecorina, il mio cazzo sballottava verso il vuoto, ora sbatte contro il mio ombelico e lo sfregamento della cappella contro la mia stessa carne mi provoca un’eiaculazione pazzesca. Enrico prende la mia sborra, forse la prima diversa dalla sua che tocca, e me la fa assaggiare degustandomela come faccio ogni volta che mi sparo una sega. Con le mani sporche del mio sperma, Enrico mi prende per la testa e facendo perno su di essa, sbatte i suoi fianchi verso di me e di conseguenza il suo cazzo dentro il mio culo mentre io accarezzo il suo corpo e osservo la tipica espressione facciale da macho scopatore.
“Sei una puttana”, mi dice
“Scopami”, lo incoraggio io
“Te lo faccio uscire dalla bocca”, risponde lui “ti stai facendo scopare da un ragazzo etero sul divano di casa sua”, continua Enrico
Oh Dio, sulla sua eterosessualità ho i miei dubbi. Credo che esistano etero curiosi di fare sesso con un uomo ma definirsi proprio eterosessuali e’ troppo. Forse possono vivere nel mondo bisex o iniziare a farlo, ma definirsi etero quando si ha voglia di scoparsi un ragazzo o mentre lo stai facendo, non si può proprio sentire perché al di là del fatto che tu abbia o non abbia anche sentimenti verso le persone del tuo stesso sesso non conta. Ti ecciti pensando o facendo sesso con un uomo?, allora non definirti eterosessuale perché i veri eterosessuali, se esistono ancora, queste cose non se le fanno passare nemmeno per l’anticamera del cervello mentre lui adesso ha il suo uccello piantato dentro il mio culo, segno che tanto etero non e’.
“Ti piace troietta?”, mi chiede Enrico
“Si mi…aaahhh…piace tanto…uuuhhh…il tuo cazzo, continua”, gli rispondo
“Chi e’ più bravo? Io o papà?”
Non so rispondere. Antonio nonostante la sua età mi ha dimostrato parecchie volte in questi mesi di essere all’altezza di un giovane uomo nel vigore della sua sessualità ma anche il figlio non sta scherzando usandomi come un oggetto sessuale e non una persona. Scopandomi mi lascia la testa mettendomi una mano intorno al collo mentre con l’altra mi tiene ferma la gamba destra. Il mio cazzo stranamente non da più segni di vita per quanto e’ stato sottoposto a stress durante questa scopata mentre Enrico mi prende per le gambe, se le mette perpendicolari al suo corpo e mi scopa con una faccia incazzata che non avevo mai visto nei miei amanti. Una delle mie povere gambe cade su un cuscino del divano mentre io con le mani riesco ad accarezzargli i fianchi, l’ombelico e la tartaruga sempre più dura dovuta alle contrazioni che il suo pube fa spingendo il suo cazzo dentro il mio culetto che ormai e’ abituato a prendere grossi calibri, mentre immagino Enrico che sta scopando la fighetta stretta di Sandra e, che se usa questa forza nel farlo, di sicuro gliela spacca ogni volta che se la monta. Enrico esce dal mio culo e mi sborra sulle palle per poi rimettere il suo cazzo dentro di me e scaricare altra sborra nel buco dove non batte il sole. Siamo sudati ma in particolar modo lui e quando si protrae su di me, dai suoi capelli bagnati come se si fosse fatto uno shampoo, cadono delle goccioline di sudore sulla mia faccia. Enrico poi esce completamente da me quando il suo cazzo si ammoscia e dopo essersi sdraiato al mio fianco, mi bacia. Durante i preliminari e la scopata non mi aveva mai baciato ma adesso l’ha fatto così capisco che questo atto non e’ servito solamente a togliergli lo sfizio di scoparsi un culo maschile ma e’ servito anche a fargli iniziare a provare sentimenti verso le persone del suo stesso sesso. Poi poggia la testa contro le schienale del divano mettendo le braccia sotto il suo capo e gonfiando i bicipiti mentre io glieli bacio e gli tocco gli addominali sudaticci. Enrico mi dice che prima o poi mi farà provare il suo piscio come voglio provare quello del padre ma che adesso devo andare via perché i suoi genitori stanno tornando a casa. Prendo un rotolo di carta da cucina e mi pulisco alla bene meglio per poi vestirmi e tornare a casa. Inutile dirvi che dopo quella serata, ce ne furono altre anche in compagnia di Antonio che ormai sapeva di suo figlio e il figlio era già a conoscenza del padre. Per un mese e mezzo mi hanno scopato tutti e due, a volte da soli, a volte in coppia. Durante questo periodo sono diventato molto amico di Sandra la quale mi usa quasi come un fashion blogger portandomi in ogni centro commerciale possibile a divertirci come fanno due amiche femmine svagandosi a fare shopping e consigliandole gli abbinamenti adatti. Mi suggerisce anche su quale tipo di uomo devo concentrarmi ma non sa che mi faccio già scopare dal suo futuro marito e dal suo futuro suocero fino a quando quattro giorni prima del matrimonio di Enrico e Sandra si organizza una festa per…
FINE CAPITOLO 21
TO BE CONTINUED
PS: NONOSTANTE CONTINUO AD USARE LO STESSO TITOLO, PEDRO NON APPARE IN QUESTE SCOPATE MA SICCOME E' INIZIATO TUTTO DA LUI, DOPO IL NONNO NATURALMENTE, HO DECISO DI TENERE QUESTA INTESTAZIONE ANCHE PER I RACCONTI SUCCESSIVI AI PRIMI DUE.
QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI..
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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