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UNA NUOVA ESPERIENZA


di Grande_Bruno
29.01.2025    |    17    |    0 8.0
"D’altronde per me il bisogno di un rapporto intimo è ancora frequente e non bastano gli incontri con Eleonora e Roberto (raccontati nei brani:..."
Eccomi qua, a quasi settant’anni a raccontare la mia prima esperienza con una trav.

Dopo che il mio matrimonio si è avviato verso il baratro a causa di una malattia di origine psicologica che ha colpito la donna che doveva essere quella della mia vita, la promessa fatta più di quarant’anni fa sull’altare: «ESSERLE VICINA NEL BENE E NEL MALE», mi impedisce di lasciarla nel momento del bisogno.

D’altronde per me il bisogno di un rapporto intimo è ancora frequente e non bastano gli incontri con Eleonora e Roberto (raccontati nei brani: “INASPETTATAMENTE IN TRE”, “ANCORA IN TRE” ed “IL RITORNO DEL TRIO”) oppure gli incontri con Lidia (raccontati nei brani: “INCONTRO IN PINETA” e “LA VICINA DI CASA”) che si verificano molto raramente, a soddisfare la mia voglia di amare.

Fu così che all’inizio di gennaio, in una giornata uggiosa e molto noiosa… decisi di spulciare un sito di annunci per adulti… guardai quante belle fighe, ma ovviamente alla mia età nessuno cerca un uomo molto maturo con cui trascorrere momenti sereni di sano sesso. Ad un certo punto mi arriva una richiesta di amicizia da parte di Ginevra, una trav che cercava «un uomo maturo, se in carne anche meglio. Superdotato di cervello». Un viso molto femminile, un corpo da urlo ed una lingerie che farebbe rizzare il cazzo anche ad un novant’enne. Pensai: «chissà com’è con una trav?», ma smisi subito di pensarci, perché il cazzo non mi piace e così chiusi il computer e mi dedicai ad altro. Ma il pensiero continuava a tornare, volevo scopare quel gran culo, così riaprii il computer ed accettai l’amicizia. Ci siamo scritti per un po', scambiandoci foto più o meno intime e cercando di conoscerci più intimamente, raccontandoci le nostre storie e sentendoci anche per telefono. Scoprii così che oltre ad un corpo da urlo, aveva una personalità molto sensibile e cosciente di quello che vuole nella sua vita.

Stabilimmo il giorno e l’ora del nostro incontro e mi recai sotto casa sua con il cuore in gola pari a quello di un adolescente che si reca al suo primo appuntamento con il primo amore. Mi vergognavo che alla mia età avevo di nuovo le farfalle nello stomaco ma pensai «perché non vivere in pieno i propri sentimenti?». Con questo stato d’animo arrivai davanti alla sua palazzina, la chiamai e lei mi aprì il portone e mi invitò a salire al primo piano. Trovai la porta socchiusa, mi accinsi ad entrare e quando aprii la porta, ero agitato e, con il cuore che batteva a mille, ci salutammo con due baci sulla guancia, mentre la voce mi tremava e le gambe pure…

Lei era alta circa 1 metro e 70, fisico statuario, un’opera d’arte direi, coperta da una lingerie nera trasparente che faceva esaltare le sue forme in TUTTI i punti… Sorrise e mi disse: «vieni entra, mettiti comodo», io impietrito e un po’ impacciato, la seguii mentre lei mi prese per mano e mi accompagnò in camera da letto, mi chiese di spogliarmi mentre lei si stese sul tetto. Mi tolsi l’essenziale, restando in camicia e pantalone e andando a sdraiarmi vicino a lei. Lei si alzò sorridendo e iniziò a spogliarmi lentamente, togliendomi le scarpe, i calzini. Quando mi sfilò i pantaloni, svettò immediatamente il mio cazzo duro perché non avevo indossato gli slip e mi ritrovai il suo viso davanti, bella sorridente. Pensai tra me: «la bacio?», non feci in tempo a pensarlo che mi ritrovai la sua lingua in bocca. Andai in estasi, le sue mani ovunque, il suo profumo inebriante… «dio sto baciando un uomo (o ex uomo) e mi piace…». Ci baciammo per qualche minuto… Ci stacchiamo, lei sorrise dicendo: «hai il cazzo che sta esplodendo» e mi sale sopra iniziando un lento strofinamento. Guardò il mio cazzo ed esclamò: «allora ti piaccio?», accennai di sì con la testa e, mentre mi guardava, lo prese in bocca, iniziando con un pompino meraviglioso, lentamente…

Ma io non riuscivo a smettere di pensare che pure lei, nonostante fosse una gran figa, in mezzo alle gambe avesse un CAZZO… Lei si accorse che ero eccitato e nello stesso tempo timoroso, così si girò al mio fianco mentre me lo succhiava e mi ritrovai il suo cazzo pulsante davanti alla faccia… non l’avevo mai fatto e non sapevo che cosa fare… Iniziai avvicinandomi e prendendolo in mano, sentendolo morbido attorno, ma duro dentro… lo sentii pulsare ed aveva un profumo buonissimo… Ormai era fatta, succhierò il primo cazzo della mia vita… gli diedi un bacio sulla cappella e lei spinse leggermente per entrarmi in bocca. Era buono e sapeva di fragola… si mise sopra a 69, mentre ero in preda al panico, ma lei spinse e me lo infilò in bocca; era grosso ed in gola non ci arrivava, faticavo a respirare ma mi piaceva darle piacere ed iniziai a succhiare.

Ginevra si staccò dal mio cazzo, si girò e mi venne sopra, mi baciò come una fidanzata e mi disse: «ora facciamo l’amore?». Scesi pian piano baciandola dappertutto finché non mi soffermai sul suo buco ormai nelle mie mani abili e dolci, la leccai per qualche minuto mentre con l’altra mano mi segavo… Ginevra mi guardò e aprì un po’ le gambe, facendomi appoggiare la cappella. Mi coccolava ancora come se fossimo fidanzati… ed il mio cazzo spinse sul suo fiorellino, facendo un po’ di resistenza. Per non farle male, pensai di interrompere e quando si rilassò, le entrai dentro, sentendola ansimare…

– “Fai piano…”, mi dice, guardandomi,
– “È tutto dentro amore… ti piace?”, le rispondo.

Aumentai il ritmo, ma non troppo, continuando così per circa 10 minuti, finché arrivò il getto caldo dentro al suo culo mentre lei mi diceva «sto venendo… sborra… godooooo». Una volta calmati dall’orgasmo appena avuto, lei sorrise e ci stendemmo sul letto, abbracciati. Parlammo a lungo, anche del «vecchio testamento», del quale era molto informata e con idee innovative sulla sua interpretazione. Onestamente non sapevo se quella era una circostanza opportuna per parlare di questi argomenti, ma la sua voce, quello che diceva e come lo diceva, erano estremamente eccitanti. Così, mentre parlava, mi accarezzava tra le gambe e, dopo qualche coccola, le dissi: «ho ancora voglia di te».

L’ammiravo senza mezze misure: era stupenda e piacevole e, spesso, non ci pensavo proprio che, nascosto in mezzo alle cosce, avesse un coso maschile. Mi rotolavo sul letto abbracciato con lei e le luci erano soffuse ed il letto era accogliente e caldo. Lei si fece sempre più vicina, finché venne giù e mi posò le labbra sulle mie… Dopo, fu un bacio dolcissimo anche se rapido, che acuì la mia eccitazione. Non c’era nient’altro da pensare… ora solo il desiderio dominava tutto il mio essere, il cazzo mi esplodeva e lei era dolce, liscia, tenera come la più bella delle donne. Ci fissammo negli occhi, anche lei mi voleva… i baci successivi furono colmi di passionalità, finché la sua mano non trovò il cazzo e lo strinse forte, lei era sopra di me ed iniziò a scendere e salire, masturbandomi in modo evidentemente … preparatorio. Credevo che poco dopo sarebbe scesa verso il basso per prendermelo in bocca… ma non lo fece. Capii che voleva sentirsi tutta mia, così Ginevra si voltò e si mise in piedi, al mio fianco, leggermente prona. Ogni tanto guardava dietro, come ammiccando, invitante. Iniziai a carezzarle il culo, passando la mano anche nello spacco caricandomi così di mascolinità, diventando quasi aggressivo. A volte, quando mi inculavo delle ragazze, era sempre stata una specie di… conseguenza del sesso, dell’amore. Un gioco come tanti. Quelle a cui piaceva lo gradivano e, insieme a loro, ne godevo.

Ma quella volta, con Ginevra fu diverso, oltre al desiderio, mi sentivo infoiato, arrapato dalla sua attesa del mio cazzo. Si guardava alle spalle come per valutare quando ancora le restava prima di essere impalata… La volevo sotto, la volevo sfondare, la volevo profanare: in quel momento ero il suo maschio e volevo scoparla per bene, fino all’ultimo, fino all’estremo. Mi fiondai dietro il suo culetto e le baciai le chiappe, poi il culo, infine le leccai l’ano, morbidissimo e cedevole. Il mio cazzo non era mai stato così gonfio e affamato, le sputai nel culetto e mi misi in piedi. Lei si abbassò ancora di più… e fu questione di poco, glielo ficcai tutto dentro fino ai coglioni. Ginevra accusò il colpo ma senza un lamento, forse le piacque sentire un po’ male. Si poggiò con le mani sul materasso mettendosi del tutto a pecora, mentre ancora teneva il cazzo tutto in corpo.

Inizia a scopare con tutta la decisione e, mentre la tiravo per i fianchi meravigliosi, lei stringeva le chiappe per farsi sentire ancora di più… Dopo un po' che andavamo avanti così, mi voltò di schiena e si impalò da sola nel sederino ed iniziò una specie di danza arrapante. Riprese ad andare su e giù, mentre io le stringevo le mani e lei si dedicava solo al mio piacere ma anche al suo… socchiuse gli occhi e mentre scendeva e saliva dal cazzo in maniera dolce e ipnotica, cominciò a godere, capendo che voleva venire.

«Amore, voglio sentirti godere… vieni mentre io ti vengo dentro». Era vero. Qualcosa dentro di me aveva spostato il mio concetto di desiderio e vedere il suo cazzo mi piaceva, mi eccitava e, non saprei dire perché, ma avevo voglia del suo sperma. Pensai che non era ancora il momento di una trasgressione così avanzata mentre Ginevra, nonostante fosse venuta, si dedicò tutta a me, come fosse ancora più eccitata. Riprese a ficcarsi il mio pene mollemente, metodicamente, finché, mantenendo sempre lo stesso, inesorabile, ritmo, mi fece venire tutto dentro. Col cazzo fisso, ben piantato nel culetto, piena del mio seme, si chinò e ci baciammo a lungo, come due veri innamorati.

Non sapevo come definirci… ma lei semplificò le cose e mi disse: «guarda l’ora, amore, devi tornare a casa… sono stata veramente bene con te». La baciai e tornai a casa… infoiato più di prima… Sicuramente tornerò da lei per provare di nuovo la mia «Prima volta…», ma questo racconto sarà per un’altra volta.


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