Lui & Lei
LA PINETA DELLE MERAVIGLIE
di Grande_Bruno
27.08.2024 |
264 |
3
"Dopo averlo leccato a dovere, lei alza lo sguardo e mi fissa intensamente, chiedendomi se sapevo riportarla alla macchina..."
Come tutte le settimane cerco di tenermi in forma con delle camminate veloci nella pineta a due passi da casa mia. Dopo la velocissima doccia per svegliarmi ed una ancora più veloce colazione (per non farmi tentare dalla nutella «scusate per la pubblicità non tanto occulta»), esco di casa con i miei soliti pantaloncini corti, l’immancabile fascia cardio ed il mio zainetto essenziale con la borraccia d’acqua. Era una di quelle giornate assolate e calde ma comincio ad incamminarmi per il sentiero. La giornata era comunque molto bella e, camminare in mezzo ai pini, mi rilassa dallo stress quotidiano dovuto ai molteplici problemi in famiglia. Dopo un’ora di cammino mi avvicino ad un’ampia zona d’ombra e pregusto la freschezza che troverò una volta che passerò dentro. A qualche metro dal sentiero, sotto i primi alberi del bosco, mi accorgo che una donna era seduta e si lamentava massaggiandosi il polpaccio. Le chiedo se avesse bisogno di aiuto e, avvicinandomi mi accorgo che era davvero una bella donna, bionda, occhi chiari, gambe flessuose (portava i pantaloncini) e con un viso angelico. Chiedo cosa le fosse successo e mi descrive come era scivolata e si era fatta male. Tra le mie molteplici competenze (modestamente), ho fatto parecchi corsi di primo soccorso e cerco di capire la situazione. Mi chino su di lei e prendo la sua gamba, cominciando a massaggiare, molto dolcemente, il punto dove dice che le fa male e vedo subito che le piace, chiedendomi di continuare perché comincia a sentire meno dolore.
Io invece, di «dolore» ne sento di più: le sue gambe sono vellutate e sode, provando piacere nell’accarezzarla. Con una dose di coraggio, misto a paura, mi spingo più su, verso la coscia. Lei non dice nulla, ha chiuso gli occhi e si era rilassata: come chi non sa leggere e scrivere, continuo a salire e ormai ho la mano completamente sulla coscia; la massaggio energicamente e lei, sempre zitta, mi fa incoraggiare a salire verso i pantaloncini.
Mi accorgo che ha aperto gli occhi e mi guarda, adesso ho un brivido per paura che di qualche reazione negativa. Niente. Non dice e non fa niente, ma continua a guardarmi con quegli occhi stupendi. Ormai ho deciso: continuo ad andare avanti, porto la mia mano sul bordo dei pantaloncini e la massaggio anche nell’intimità. Lei allarga meglio le cosce per favorire il tutto ed io allungo un dito dentro i pantaloncini, cercando i primi peli. Cerco meglio e trovo le sue labbra, morbide e un po’ umide. Per agevolare i miei movimenti, lei si alza e se li sfila, togliendosi anche gli slip per rimettersi seduta ed offrendomi alla vista, del suo fiore. Era qualcosa di unico, sembra una scultura, con un ciuffo di peli biondi sul pube, appena appena ricci. Mi avvicino e comincio a leccarla sulle labbra e sul clitoride che sento indurirsi sempre di più, la sento mugolare piano, avvicina una sua mano sul clitoride e mi aiuta a masturbarla mentre con l’altra mano, la porta sulla mia testa, spingendola più a fondo, perché vuole che la penetri con la lingua. Prontamente eseguo, anche perché ormai non riesco più a connettere, sono perso nei meandri della sua vulva e dei miei piaceri. Adesso si alza e si mette in ginocchio, dandomi alla mia vista il suo culetto ben tornito e sodo, a questo punto non capisco davvero più nulla e, con poche mosse, tiro fuori il mio membro e lo avvicino al suo buchino, spingo piano piano dentro la cappella che vedo sparire, millimetro dopo millimetro, mentre lei inarca la schiena per agevolarmi. Adesso ho dentro tutta la cappella ed il suo culo ormai comincia a cedere. Quando spingo con decisione in fondo, lei tira un gridolino di dolore che piano piano si trasforma in piacere; lo sento dal suo respiro che si fa più lento e ritmico. Allungo una mano sul suo seno, che era qualcosa di unico, lo sento sodo e ben fatto e lo massaggio per bene sul capezzolo, anche per aiutarmi nei colpi che le do' nel culo.
Io ormai sono al parossismo, preso dall’eccitazione sento che sto per venire, lei pare accorgersene e prontamente si libera del mio cazzo che spadroneggiava da un po' nel suo culo, mettendosi china davanti a me e cominciando a leccarmelo. Dapprima con colpi lenti poi via via sempre più veloci. Lo prende ancora una volta in bocca per intero, fa appena in tempo a tiralo fuori che il primo schizzo la prende sulle labbra, il secondo le arriva sul viso e comincia colargli sul seno, un terzo schizzo la investe in piena bocca che lei beve senza perderne una goccia. Mi prende di nuovo il membro tra le labbra e lo pulisce per bene, leccandolo e succhiandolo come non mai. Dopo averlo leccato a dovere, lei alza lo sguardo e mi fissa intensamente, chiedendomi se sapevo riportarla alla macchina.
Cominciamo a camminare, per fortuna che la pineta è tutta in pianura e mi accorgo che cammina senza problemi: a quanto pare non le fa più male la gamba (o era solo una scusa?), io non le chiedo nulla, più per timore, ma non so nemmeno io perché. Arrivati al parcheggio, dove c’erano solo tre auto, mi avvicino al piccolo bar della pineta per prendere qualcosa di fresco e, quando mi giro, di lei nessuna traccia e le auto parcheggiate sono sempre tre. Mi chiedo dove possa essere andata, non riesco a vederla nemmeno in lontananza, mi chiedo addirittura se per caso non ho sognato il tutto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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