Prime Esperienze
IL VICINO DI CASA (3/4)
di Grande_Bruno
19.11.2024 |
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"Tieni, questo è per te”, disse porgendogli il piatto con il dolce che aveva preparato,
– “grazie..."
Questa è la terza parte della storia vera (un po' romanzata) di come ho conosciuto quella che è attualmente la mia metà. Mi piace raccontarla affinché la memoria della mia gioventù non si perda.
Parte 3/4
Era passato qualche giorno dalla serata che Elena e Bruno avevano trascorso insieme a cena: i due avevano continuato a sentirsi per telefono ma non si erano più rivisti poiché in quel periodo Bruno era impegnato in una indagine complicata e, arrivava a sera particolarmente stanco. Una sera però Elena decise di fargli una sorpresa: dopo cena si presentò alla sua porta con un dolce che aveva preparato nel pomeriggio. Dopo aver suonato il campanello, Bruno si presentò alla porta visibilmente stanco ma le riservò comunque un sorriso:
– “Ciao Elena, che bella sorpresa”,
– “ciao Brù. Tieni, questo è per te”, disse porgendogli il piatto con il dolce che aveva preparato,
– “grazie. Vieni, entra dentro”, Elena seguì Bruno in cucina e vide che la tavola era ancora apparecchiata:
– “Ma stavi ancora mangiando? Ti ho disturbato?”,
– “no, ho finito. Ho mangiato un po’ di minestrone avanzato da ieri. Stasera non avevo voglia né di cucinare né tantomeno di mangiare: ho mangiato quello giusto per non svenire”,
– “Il mio dolce lo assaggi però”,
– “certo, volentieri”. Quando Bruno tolse la pellicola che avvolgeva quella delizia, Bruno si lasciò andare a un’esclamazione: “noooo! Il cheesecake ai frutti di bosco, il mio preferito. Come facevi a saperlo?”,
– “…e dai Brù, è qualche anno che ci conosciamo. Saprò qualcosa di te, non credi?”,
– “grazie Elena. Tu invece vuoi un caffè?”,
– “sì, ma lo faccio io per entrambi, vedo che sei un pochino stanco, tanto so dove tieni tutto”,
– “come vuoi”, rispose Bruno mentre Elena prendeva la moka. Guardandola meglio notò il suo abbigliamento sportivo: una tuta ed un cappellino con visiera. “Sai, Elena, che io ho un debole per le ragazze more col cappellino?”,
– “è un complimento sincero o me lo dici solo perché ti faccio il caffè?”, Bruno le sorrise senza rispondere e dopo aver messo la moka sul gas, Elena cominciò a sparecchiare:
– “che fai?”, le chiese Bruno,
– “stasera i piatti li lavo io, tu riposati e mangia il cheesecake”,
– “ma no, Elena, li lavo io domattina”,
– “Brù, lo faccio volentieri, sono due stoviglie, ci metto un attimo”,
– “grazie allora”.
Bruno divorò il cheesecake con avidità e con la stessa avidità bevve il caffè che Elena gli aveva servito. Quando fu tutto a posto Bruno la invitò a mettersi sul divano con lui.
– “Ti devo dire due cose, Elena, a riguardo dell’altra sera”,
– “va bene, dimmi”,
– “la prima cosa è che mi è piaciuto stare in intimità con te, non solo per lo striptease o per tutto il resto. Mi è piaciuto passare una bella serata insieme a te”,
– “anch’io sono stata bene con te”,
– “…e la seconda cosa?”,
– “ecco, questa è un po’ più imbarazzante”, arrossì Bruno,
– “Brù, dopo avermi visto nuda ed avermi… in un certo senso, avuto… non credo ci debbano essere imbarazzi tra noi. Cosa riguarda?”,
– “il tuo corpo Elena”,
– “non iniziare a dire anche tu che sono troppo magra: c’è già mia madre che rompe le scatole”,
– “no no, io lo trovo meraviglioso il tuo fisico. Volevo parlarti di una parte specifica del tuo corpo, la tua…passerina”, Elena sorrise per il nome popolare con cui il suo amico aveva chiamato l’organo genitale, poi in silenzio guardò Bruno per esortarlo a continuare e questi lo fece: “ho notato che te la depili, Elena”,
– “è l’abitudine di quando facevo danza. Le danzatrici si depilano tutte, è indispensabile per indossare i costumi ed è anche più igienico”,
– “si, ma vedi… è che già tu hai 10 anni meno di me… così glabra… mi sembri ancora più piccola”,
– “ma davvero preferiresti una con una foresta amazzonica lì in mezzo”,
– “una foresta no, ma un ciuffetto mi farebbe piacere”. Elena all’improvviso abbracciò Bruno e gli sussurrò all’orecchio:
– “ma vai a cagare!” e d’impeto lo baciò.
Bruno fu travolto dalla passione con cui Elena lo stava baciando ed anch’egli prese fuoco lasciandosi coinvolgere dall’intensità di quell’intreccio di lingue che aveva portato la ragazza a far cadere per terra il suo cappellino. Un’intensità che Elena aveva aumentato ancora rovesciando Bruno sotto di sé e cominciando a spogliarlo. Bruno si scosse un attimo da quell’attacco di passione solo quando si ritrovò a non avere addosso altro che i suoi boxer neri elasticizzati. Allora fu lui che cominciò a spogliare Elena, rendendosi conto che sotto la giacca della tuta nera indossava soltanto il suo reggiseno bianco, coordinato coi suoi slip esposti dopo che Bruno le aveva levato i pantaloni. Ripresero a baciarsi così, indossando solo l’intimo, sotto il quale i loro organi stavano reagendo: Elena si stava bagnando copiosamente mentre l’erezione di Bruno aveva raggiunto il suo massimo livello. Bruno si ricordò all’improvviso che doveva avere lui il ruolo predominante e chiese ad Elena:
– “ma non ero io a comandare i giochi?”,
– “no, tu puoi solo decidere quando fermarti”.
Ripresero a baciarsi muovendosi uno addosso all’altra come due serpenti, finché Bruno non fece scivolare via reggiseno e slip della sua amica e la fece sedere sopra di sé, coperto solo dai boxer. Comincio ad accarezzarle i capelli, a baciarla sul collo, a fare scivolare le sue mani sopra tutto il corpo fremente di Elena finché con le dita entrò nel suo sesso umido ed accogliente. Quell’azione fu accompagnata solo dai sospiri della ragazza e dai fremiti del suo corpo. Raggiunse l’estasi che visse a occhi chiusi e immobile per qualche momento, scossa dal piacere provato, finché riprese coscienza e, alzandosi dalle gambe di Bruno, si mise di fianco a lui, avvolto da un mutismo contemplativo e gli disse: «ora tocca a me!».
Senza tanti preamboli, Elena abbassò i boxer di Bruno che inarcò la schiena per permettere alla ragazza di sfilarglieli del tutto. Elena diede solo un’occhiata al sesso desideroso del suo amico poiché si accorse del suo rossore in volto:
– “Brù”, gli chiese, “sei davvero imbarazzato? Perchè dovresti? Sono nuda anch’io, mi hai baciato e toccato finora. Cosa ti preoccupa?”,
– “…E’ che… Elena… è tanto tempo che una donna non mi vede nudo e… insomma, non posso fare a meno di pensare alla differenza di età”. Elena sorrise e poi fece una proposta a Bruno:
– “facciamo un patto: per tutto il tempo che ci frequenteremo, io lascerò un pochino di pelo sopra la mia passerina, così non ti sembrerò una bambina. In cambio invece tu sfoltisci un po’ il tuo pube, non mi piaci così tanto peloso. Ok?”,
– “ok”, disse Bruno con un sorriso mentre Elena impugnava la sua asta.
Sentire quelle giovani mani che lentamente, con una dolce decisione facevano su e giù lungo la sua asta e avere davanti il corpo splendido di Elena per Bruno era strabiliante. Sentiva che non sarebbe durato molto e decise di confessarlo ad Elena:
– “Elena, io credo che... insomma, che verrò presto”, la ragazza non si preoccupò della durata di quell’atto ma di dove farlo concludere:
– “vuoi venirmi addosso? Preferisci sulla pancia o sulle tette?”,
– “ma io... non... non lo so!”,
– “ok, scelgo io, Avvisami solo quando stai per venire”,
– “ma io sto già per… ahha… sììììì!”, la ragazza direzionò il getto del suo amico sul proprio addome, venendo ricoperta in abbondanza dal suo seme.
Dopo l’ultimo schizzo, Bruno prese dalla tasca dei fazzolettini umidificati che porse ad Elena per ripulirsi, la quale prendendoli, commentò:
– “certo che sei davvero fissato con l’igiene!”,
– “e tu no, Elena?”,
– “ci tengo anch’io certo, solo che mi hai dato i fazzoletti che praticamente non avevi ancora finito di spruzzare. Forse sei un po’ esagerato, ecco. Comunque sono stata brava?”,
– “bravissima! Comunque per stasera ci fermiamo qui. Rivestiamoci”,
– “agli ordini generale!”. Quando furono completamente rivestiti, Bruno disse ad Elena:
– “resta un po’ se vuoi, magari guardiamo un altro film”, Elena sorrise:
– “cavolo, è già la seconda volta che mi fai restare dopo la… prestazione. Allora cominci a volermi bene?”,
– “ne dubitavi?”, rispose Bruno schioccandole un bacio. Poi dopo un attimo di silenzio le chiese: “novità con quel ragazzo?”,
– “chi?”,
– “quello della palestra, per il quale io e te siamo diventati un po’ più che amici”, Elena si ammutolì per qualche secondo: non ci stava pensando proprio per niente, quand’era con Bruno il tempo le volava, stava bene con lui, non pensava ad altro. “Ehi Elena”, la richiamò Bruno, “ti sei incantata?”,
– “sì, scusa”, si destò lei, “comunque nessuna novità!”.
Anche quella sera Elena si addormentò prima della fine del film, cullata dalle morbide carezze con le quali Bruno la sfiorava appena. Passò qualche giorno in cui i due ragazzi non si videro, finché una domenica pomeriggio Elena telefonò a Bruno chiedendogli se poteva andare a casa sua poiché aveva una proposta da fargli. Bruno rispose di sì, poiché lui invece aveva una cosa da darle.
Quando furono sulla soglia della porta di Bruno per entrambi fu naturale baciarsi: un bacio sulle labbra, semplice ma vissuto con l’intensità di chi sapeva dentro di sé che il significato di quell’atto era più profondo della semplicità del gesto. I loro sentimenti, anche se non lo ammettevano a sé stessi, erano mutati da quando avevano iniziato ad aggiungere l’eros nel loro rapporto di tenera amicizia. Seduti al tavolino della cucina si divisero il contenuto di un’intera moka: condividere il caffè era per loro un momento sacro, che si gustavano in silenzio per quei pochi minuti che servivano a svuotare le loro tazze di vetro. Poi Bruno tirò fuori dalla tasca una scatolina e la porse ad Elena che silenziosamente la prese e la aprì, rimanendo stupita del contenuto: un braccialetto d’argento.
– “Cosa significa?”, chiese Elena,
– “è un regalo, in segno di amicizia!”,
– “non ti sembra impegnativo un braccialetto d’argento per un’amica?”, Bruno sorrise,
– “guarda che è tarocco, l’ho preso al mercato”,
– “Stupido!”, lo redarguì Elena avvicinandosi per baciare Bruno e poi dirgli: “grazie”, Elena lo indosso subito e Bruno le chiese:
– “e tu che proposta avevi?”,
– “facciamo una doccia insieme?”, Bruno rimase ammutolito e poi canzonò Elena:
– “non ti sembra impegnativa una doccia insieme per un amico?”, in perfetta sintonia scoppiarono a ridere insieme, poi Bruno le prese le mani e le disse: “cucciola, sarebbe bellissimo, ma è meglio di no!”,
– “perché?”, domandò una delusa Elena,
– “sotto la doccia mi verrebbe voglia di scoparti e non potrei resistere. Non è giusto che tu perda la verginità in quello che non è nient’altro che un gioco erotico, è giusto che quel momento sia speciale e vissuto con qualcuno di speciale”,
– “sei così romantico, Bruno?”, Bruno non rispose ed Elena, stringendo ancora più le sue mani e fissandolo negli occhi, affermò: “va bene!” e aggiunse quasi sussurrando: “secondo me non sarebbe così brutto fare l’amore con te”, Bruno rimase turbato dalle parole di Elena; aveva parlato di «fare l’amore» e non di scopare. Lui fece una controproposta:
– “dietro casa dei miei c’è un prato stupendo, potremmo andare lì e coccolarci un po’”,
– “mi stai proponendo una camporella? E lì non ti verrebbe voglia di fare l’amore con me?”, Bruno rimase turbato ancora una volta dalle parole «fare l’amore», ma si scosse subito:
– “i campi sono il mio ambiente naturale, lì so gestire tutte le mie emozioni”,
– “va bene, allora, Brù, facciamo questa passeggiata fino a quel prato”. Mentre camminavano verso quel verde luogo Bruno rifletté a voce alta:
– “è la prima volta che io e te ci vediamo di giorno da quando abbiamo cominciato la nostra… relazione solo fisica”, Bruno si sentì ipocrita a parlare di legame puramente fisico ed Elena dentro di sé pensò la stessa cosa: anche se il loro sentimento non era amore non potevano dire di avere una relazione solo fisica. Poi la ragazza replicò:
– “siamo usciti un’altra volta di giorno, quando siamo andati al mare”,
– “è vero. Allora diciamo che è la prima volta che usciamo qui in paese”,
– “ti dispiace?”,
– “no! Perché me lo chiedi?”,
– “beh! Magari ci vede qualcuno insieme e la regola della riservatezza va a farsi fottere”,
– “e non potremmo essere semplicemente due vicini di casa che si fanno una passeggiata insieme?”,
– “Boh! Sì”, rispose Elena stringendosi nelle spalle
Continua…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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