Lui & Lei
L'INCIDENTE STRADALE
di Grande_Bruno
14.11.2024 |
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"Ero a terra leggermente indolenzito, ma non ferito..."
Ricordando i miei anni da adolescente, mi è venuto in mente quando ebbi un incidente con il mio motorino. Fu una benedizione.
Avevo 16 anni ed i miei genitori, stavano per regalarmi una moto 125cc, quindi del mio motorino 50cc, che avrei dovuto tenere ancora per pochi giorni, non mi interessava più granché. Quel giorno era pomeriggio presto intorno alle 15,00, le strade erano vuote e stavo andando da alcuni miei amici. Arrivato ad un incrocio, in cui non avrei dovuto dare la precedenza, passo. Con la coda dell’occhio vedo una macchina che non si era fermata allo stop e che, pur andando sui 35/40 km/h, mi colpì nella parte posteriore destra. Ero a terra leggermente indolenzito, ma non ferito.
Appena la signora che mi aveva colpito, scese dalla macchina, rimasi di stucco perché era la zia di uno dei miei amici. Mi alzai e lei mi venne incontro chiedendomi scusa e come stavo. Le risposi che avevo soltanto il braccio indolenzito ma riuscivo a muoverlo bene. Lei tranquillizzata, mi chiese come stava lo scooter e le risposi:
– “si è praticamente distrutto il lato sinistro della carena e, secondo me, per come sta uscendo la benzina, si è bucato o accartocciato il serbatoio … vedo dei tubicini uscire. Secondo me si è pure rotto carburatore e altre parti importanti”. Lei mi chiese:
– “tu che ne capisci di scooter, quanto ci sarà di danno?”, tutti sapevano che lo scooter me lo elaboravo e riparavo da solo, quindi diciamo che mi potevo ritenere un esperto in materia, così le risposi:
– “secondo me … contando tutto, circa 800/900 mila lire, sicuramente”. Lei era disperata e mi disse:
– “come faccio? Ciccio (suo marito) mi ucciderà, è il terzo incidente che faccio questa settimana abbiamo già pagato 3.000.000 di lire di risarcimenti. Non possiamo pagare un altro milione”. Subito la mia mente perversa si era fatta un filmino mentale su come potevo essere ripagato, ma subito pensai che non sarebbe mai successo.
Lei mi disse se ci potesse essere un altro modo ed io le dissi di no. La zia del mio amico era molto bella ed era la sorella minore di sua mamma. 32 anni portati divinamente, capelli castani che contornavano due splendidi occhi neri, un seno generoso da cui, per la concitazione dell’evento, si evidenziavano due capezzoli turgidi. Dopo qualche secondo di silenzio in cui lei era disperata ed io arrapato, presi coraggio e dissi:
– “un altro modo ci sarebbe”, mi guardò incuriosita e mi rispose:
– “quale?”, feci finta di pensarci su e gli proposi:
– “se vuoi che questo incidente non si sappia e rimanga tra noi due, potresti ripagarmi con un servizietto”, lei sgranò gli occhi e mi disse:
– “ma sei pazzo, sei un pervertito non lo farò mai” e allora le dissi convinto:
– “va bene, se preferisci dire a tuo marito che devi pagare un altro milione di danno perché non ti sei fermata allo stop, fai pure”. A queste parole si demoralizzò e poi, riprendendo coraggio, mi disse:
– “deve rimanere tra noi due”. Il mio cazzo diventò duro ed il mio cuore salì in gola.
Misi lo scooter nascosto in un vicoletto lì accanto e salii sulla sua macchina. Le dissi di andare sulla collina di Posillipo, in quello che si chiama, ancora oggi, «Parco della Rimembranza», famoso per le coppiette che si appartano. Appena vidi un posticino tranquillo nascosto da una siepe, ci fermammo. Lei mi disse:
– “eccoci qua”, io, guardandola negli occhi, risposi:
– “perfetto, allora che ne dici iniziamo?”,
– “che devo fare?”, diventai rosso in viso e timidamente dissi:
– “me lo prendi in bocca?”. Lei mi guardò sorpresa:
– “ma che dici, io avevo pensato a una sega”, sorrisi e dissi di getto:
– “ma quelle le posso fare da solo”, lei scoraggiata rispose:
– “… e va bene”. Le dissi di scendere perché in macchina era scomodo ed appena chiusi lo sportello, la feci venire verso di me e si inginocchiò.
Ero eccitatissimo, lei sbottonò i pantaloni e li abbassò fino alle caviglie insieme agli slip ed il cazzo uscì a molla colpendole la faccia. Lei rimase scioccata dalle sue dimensioni, secondo me perché non se lo aspettava e vedendola sbalordita le dissi:
– “sei emozionata?”,
– “no! sono sbalordita perché non mi aspettavo che avessi un cazzo del genere”,
– “è un dono di natura”, lei scopri la cappella che era ricoperta da tracce di smegma e ne sentì l’odore, restando leggermente schifata,
– “vedo che lo lavi poco”,
– “non lo lavo da ieri” e lei facendo due colpi di naso odorandolo disse:
– “si sente” e, dopo aver fatto due colpi di mano su e giù, lo leccò esclamando “non sborrarmi in bocca… avvertimi prima”, io annuii e lei iniziò un favoloso lavoro di bocca.
Saliva e scendeva, soffermandosi sulla cappella e succhiandola come se la volesse risucchiare tutta. Poi scendeva e saliva, facendo uscire ogni tanto il cazzo, sputando sul glande, poi dando qualche colpo di sega, tornava a succhiarlo. Dopo un po’ sentii l’odore di saliva venire dal cazzo che ne era completamente ricoperto e, questo mi fece eccitare talmente che incominciai a spingerle la testa a ritmo. Lei iniziava ad avere dei conati perché il mio cazzo le arrivava in gola e dopo un po’, spingendo il cazzo più in fondo che potevo, sborrai tantissimo. Lei si affogò e vidi che la sborra le uscì dal naso e dalla bocca.
Era veramente tanta. Lei spinse per uscire e, arrabbiata mi disse: «che cosa hai fatto, cretino, ti avevo detto di non sborrarmi in bocca. Che schifo!». Le dissi di calmarsi e che era stata veramente brava. Lei mi fece un sorriso e ridendo mi disse:
– “mi stavo mettendo a ridere perché mentre te lo succhiavo e ti guardavo, avevi una faccia bellissima mentre ansimavi”,
– “magari lo vuoi rivedere altre volte”,
– “magari… si può fare… non me la lascerei scappare quella verga”.
E, come con tutte le donne con chi ho avuto rapporti, anche con lei, dopo il primo, ce ne furono altri.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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