orge
IL RITORNO DEL TRIO
di Grande_Bruno
09.01.2025 |
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"Non sapevo che avesse un profilo social e quando ci siamo scambiati i rispettivi Nick, abbiamo cominciato a chattare..."
Un altro anno è passato dall’ultima volta che ho incontrato Eleonora e Roberto (descritti nei due racconti «Inaspettatamente in tre» e «Ancora in tre»). Io ed Eleonora ci vediamo da soli raramente, a causa dei rispettivi impegni di lavoro e dalla distanza che ci separa. Eleonora mi piace molto: bellissima e sensuale, con un fisico atletico e sempre elegante con le sue gambe affusolate, capelli rossi che incorniciano un viso malizioso ed un seno, non esagerato ma una terza abbondante. Il ventre piatto, le cosce lunghe e snelle, che culminano in un vero e proprio capolavoro: un culetto tondo e sodo che, al solo guardarlo ispira peccaminosi pensieri.
Una sera che non sapevo cosa fare, ho cominciato a scandagliare la rete ed era spuntata Eleonora. Non sapevo che avesse un profilo social e quando ci siamo scambiati i rispettivi Nick, abbiamo cominciato a chattare. Eleonora si bagnava ad ogni racconto delle mie fantasie. Per molto tempo ci siamo scambiati messaggi, mail, fotografie e video. Il marito Roberto, non sapeva nulla. O meglio, non sapeva, ma immaginava. Da un giorno all’altro Eleonora gli chiedeva di fotografarla, filmarla, depilarla. Lo portava nei parchi a farsi fotografare con addosso solo piccoli perizomi. Si era regalata un dildo viola, per aumentare la piccantezza del loro menage.
Roberto non vedeva oltre il suo naso o non voleva vedere. La situazione portava benefici a tutti. Non sapeva che le richieste di Eleonora nascevano da miei desideri. Ma un giorno Roberto ha scoperto che Eleonora mi mandava foto e video. Ha scoperto che si filmava mentre si masturbava con il dildo nel culo, pettinata con le treccine e indossando scarpe con il tacco alto, come piaceva a me. Ha scoperto che si faceva foto alla figa completamente depilata e aperta, per inviarle a me. Ha scoperto inoltre che si masturbava e si leccava le dita facendomi sapere che gusto aveva la sua figa. Roberto si era incazzato! E anche molto! Perché non era stato invitato a partecipare. Per alcuni giorni c’era stato un silenzio spettrale.
Poi Eleonora mi scrisse. Tutto bene, a Roberto era passata l’incazzatura e anzi, confidandosi, ha scoperto che il sapere sua moglie desiderata, lo eccitava. Fu così che un giorno di giugno mi chiamò Eleonora.
– “Ciao! Ti devo dire subito una cosa”,
– “Dimmi”,
– “Quest’estate veniamo in vacanza con te ed Elena in quel villaggio in Toscana che avete prenotato”,
– “Ma dai! Mi prendi in giro?”,
– “No, no” era una decisione che abbiamo preso io e Roberto”.
Passarono due mesi. Agosto. Caldo e appiccicoso. Nel frattempo i giochi virtuali tra me ed Eleonora, continuarono, senza Roberto. Finalmente arrivò il gran giorno. Il cuore mi batteva all’impazzata ed ovviamente mia moglie non era e non è al corrente dei nostri due precedenti incontri clandestini. L’idea di partire per incontrarci al villaggio mandava la mia fantasia al galoppo. Quando arrivammo, Eleonora e Roberto erano in netto anticipo e, quando ci incontrammo, Eleonora era in minigonna «svolazzante», camicia e tacco alto. Roberto in jeans e maglietta. Il cuore mi galoppava dalla pancia alla gola. Non sapeva più dove stare.
– “Eccoci”, rompe il ghiaccio Eleonora, trapelando emozione dai grandi occhi scuri.
– “Finalmente ci si incontra”, le faccio io.
Tutti e quattro ci scambiammo baci e abbracci e la mia figlioletta di 2 anni, li salutò festosa. L’emozione era forte e si poteva sentire nell’aria, per tutti e tre. Cominciammo a parlare del più e del meno, mentre ci avviavamo verso la reception per prendere possesso delle nostre camere. C’era complicità ma anche un po’ di imbarazzo sapendo quello che sarebbe successo da lì a poco. Non era la prima volta che si concretizzava una vacanza insieme a tutte le coppie che frequentavamo, ma era la prima volta per noi quattro e la nostra figlioletta. Dopo esserci sistemati nelle rispettive camere, scendiamo nella sala comune per la cena e la sera trascorse tranquilla, tra un racconto e l’altro, finché viene l’ora di alzarsi da tavola. Come in tutti i villaggi, la serata si conclude con uno spettacolo teatrale fino alle 23,30 circa.
Elena mi dice che avrebbe portato la bambina a letto perché stanca mentre io mi fermai con Eleonora e Roberto al bar dove un pianista intratteneva i presenti con il piano bar. In lontananza si sentiva la musica proveniente dalla discoteca dove i ragazzi più giovani si dimenano come ossessi. Non sapevo come introdurre l’argomento «dopocena», ma ci pensò Eleonora:
– “Vuoi venire a prendere un liquore nella nostra stanza?”,
– “perché no?”, dissi subito io,
– “Allora andiamo”
Ci dirigemmo verso le camere e, prima di entrare da loro, mi accertai che Elena e la bambina dormissero profondamente. «Eccoci», mi fece Eleonora, sorridendo. Mi venne un tuffo al cuore ed il cazzo cominciò ad agitarsi negli slip. Entrammo e, in maniera speculare, a destra c’era il bagno e subito si intravide il letto matrimoniale. «Accomodati pure», mi fece Eleonora. Mi sedetti sul letto e Roberto si sistemò di fianco a me. Eleonora armeggiò in un mobiletto davanti a noi. Quando si girò, aveva in mano due bicchierini e una bottiglia di nocino.
– “Lo faccio io, lo vuoi assaggiare?”,
– “certo, grazie”,
– “ne portiamo sempre una bottiglia per i momenti speciali”.
Versò il nocino nei due bicchierini e li passò a me e a Roberto. L’emozione era alle stelle e sentivo il mio viso diventare sempre più caldo, un po’ per l’alcol, molto per la situazione.
– “Che caldo che fa stasera”, esordisco,
– “già”, confermò Eleonora, cominciando a sbottonarsi la camicetta.
La camicia di Eleonora cadde a terra. Lei rimase davanti a noi uomini con indosso un reggiseno color pesca. Il ghiaccio era sempre più sottile. Mi girai verso Roberto e lui mi fece cenno con la mano, come per dire: «mia moglie è tua, gioca pure». Eleonora abbassò la zip della gonna che poi scivolò sul pavimento; indossava un perizoma coordinato con il reggiseno e rimase così davanti a me e Roberto, con perizoma, reggiseno e tacco alto. Si inginocchiò davanti a me e guardammo ambedue Roberto, che fece un cenno con la testa. A lui andava bene che giocassimo. Lei si alzò, si avvicinò a me e mi baciò, facendo incontrare le nostre lingue, dopo tanto tempo di fantasie. Aveva un buon sapore ed io dovevo sapere di nocino. Mentre ci baciavamo, sentii le sue mani che armeggiavano con i miei pantaloni. La cintura si aprì ed il bottone si slacciò facendo scorrere la zip mentre la mano di lei frugò negli slip tirando fuori il cazzo già duro come il marmo.
Smettemmo di baciarci e guardò il mio arnese, lo scappellò lentamente e ci guardammo negli occhi. Poi Eleonora lanciò uno sguardo a Roberto e subito dopo si buttò sul mio cazzo a succhiare. E come succhiava bene la signora! Sentii Roberto che si muoveva sul divanetto. Con la coda dell’occhio capii che si stava masturbando guardandoci, mentre Eleonora continuava a spompinarmi ed a guardarmi ogni tanto.
Le slacciai il reggiseno e le sue tette morbide attirarono le mie mani. Le dita strizzavano delicatamente i capezzoli mentre prendeva slip e pantaloni e me li tolse. Mi alzai in piedi e feci alzare anche lei per baciarla stringendola, mentre il mio cazzo si strofinava sulla sua pancia. La feci sedere sul divano mentre, di fianco a lei, Roberto continuava a masturbarsi lento. Le sfilai il perizoma e la figa era completamente rasata.
– “Come piace a te. Vero?”, mi sussurrò Eleonora.
– “Sì… che bel regalo”.
Mi buttai sulla figa e finalmente potevo di nuovo baciarla, leccarla, assaporarla, dopo tanto tempo. Le grandi labbra erano aperte e le piccole labbra erano abbondanti e bagnatissime, proprio come più volte mi ricordavo. Aveva un sapore di limone e vaniglia e non so quanto tempo ho passato a leccarla, ma non mi bastava mai. Eleonora ansimava sempre più forte ed ogni suo ansimo mi faceva leccare più in profondità e più velocemente. Iniziai a penetrarla prima con due dita in figa, poi tre e infine quattro. Era accogliente ed il suo clitoride si faceva succhiare con gusto. Dopo un po’ che la penetravo con quattro dita cominciai a dedicarmi al suo culetto. Lo leccavo e lo massaggiavo con gli stessi umori di Eleonora.
Più volte in video chat le avevo chiesto di incularsi con il dildo perché so che le piaceva e così le infilai un dito nel culo, mentre con la lingua le penetrai la figa. Le dita nel culo diventarono subito due e le muovevo velocemente avanti e indietro mentre Eleonora ansimava sempre di più.
Percepii Roberto che si masturbava sempre più come un ossesso. Ogni tanto si fermava per non venire e poi riprendere. Con due dita nel culo e la mia lingua che le martoriava il clitoride, Eleonora non resistette oltre e venne copiosamente, stringendomi la testa tra le gambe mentre soffocava le urla del suo piacere. Leccai avido i suoi umori mentre lei sussultava per la sensibilità che la figa le provocava.
«Bello… bello… bello…», urla guardandomi e sorridendo. «Ora però tocca a te…». Non me lo feci ripetere due volte. La presi per le caviglie e la tirai verso di me, restando inginocchiato sulla moquette della camera mentre lei rimaneva con la schiena sul divanetto con le gambe aperte davanti a me. Puntai la cappella pulsante sulle sue labbra che subito si aprono e mi fecero entrare con facilità, cominciando subito a muovermi veloce dentro di lei. Colpi secchi di bacino che la facevano sussultare ogni volta mentre lei cominciava a masturbarsi il clitoride con una mano, guardandoci e sfidandoci.
– “Che foga”, mi fa lei,
– “non sai quanto e come ti scoperei”,
– “dimmelo, dai”,
– “ora ti scopo un po’ la figa, poi ti vengo in bocca”,
– “sì-ìì”, rantolò Eleonora,
– “poi ricominciamo e te lo metto in culo”,
– “se ce la fai, il culo è tutto tuo”, poi si girò verso Roberto, gli prese il cazzo e lo costrinse ad avvicinarsi a lei.
Se lo mise in bocca e, mentre la stavo scopando, fece venire suo marito che ansimava sempre più forte mentre Eleonora succhiava tutto il suo nettare, senza farne uscire una goccia. Non potevo resistere ancora molto quando Eleonora lasciò andare Roberto e venne una seconda volta, un po’ per il mio cazzo piantato in figa, un po’ per la sua mano che si muoveva veloce sul clitoride. Non resistetti oltre. «Sto venendo, succhiamelo». Mi staccai e mi misi in piedi davanti a lei, seduta sul divano, mentre prendeva in bocca il mio cazzo, succhiandolo e con la mano mi masturbava. Bastarono pochi colpi e le venni in bocca senza che lei si staccasse dall’asta e ingoiasse tutto. Improvvisamente mi sentii svuotato e, quando non c’era più nulla da bere, mi lasciò andare. Mi sedetti sfinito sul divano alla sua destra, mentre Roberto era alla sua sinistra.
«Che bravi i miei due ometti», ci fece sorridendo. Passammo qualche minuto a respirare profondamente. Ognuno immerso nei propri pensieri. C’era silenzio ed ogni tanto arrivavano voci dal villaggio che ci riportavano sulla Terra. Sentii la mano di Eleonora che si riavvicinava al mio pube, prese tra le dita il pene moscio e lo massaggiò lentamente, scappellandolo il più possibile ogni volta. Mi girai verso di lei e vidi che stava facendo la stessa cosa anche a suo marito.
– “Non sei mai sazia”, le sussurrai,
– “Lo sai che mi piace venire tante volte”.
Il mio cazzo cominciò a sentire i benefici del massaggio, così come quello di Roberto. Eleonora si piegò su di me e ricominciò a spompinarmi. Bastò poco per essere pronto di nuovo a giocare con lei. Quando fu certa della mia reazione, si dedicò al marito ed anche lui rispose alle attenzioni della moglie. Eleonora si alzò, mi guardò e si sedette sul marito, prendendo il suo cazzo e infilandoselo nella figa. Gli sussurrò qualcosa nell’orecchio che non riuscii a sentire mentre intanto mi massaggiavo il cazzo, anche se non ne avevo bisogno per rimanere in tiro.
«Non volevi il mio culo?», mi domandò, «voglio sentirvi tutti e due dentro di me». Non credetti alle mie orecchie, ma non mi feci ripetere le cose due volte. Mi alzai, mi avvicinai a loro e davanti a me avevo il culo di Eleonora che sobbalzava lento sul cazzo di Roberto. Vidi la sua mano che si bagnava dei suoi umori per passarli sul buco del culo, infilando due dita agevolmente. Quando le toglie, si ferma e mi dice:
«Sono pronta». Appoggiai la cappella allo sfintere e spinsi piano aiutandomi anche con la mano. Sentivo resistenza, poi ad un tratto la porta si aprì e fu più facile scivolarle dentro. Avevo il mio cazzo piantato nel culo di questa fantastica donna e stetti fermo finché Eleonora cominciò piano a muoversi sul cazzo di Roberto. Io seguivo i suoi movimenti, cercando di muovermi avanti e indietro piano. Più mi muovevo e più loro due stavano fermi per permettermi di giocare con il culo di Eleonora. «Ah, che bello», fece lei.
Mentre andavo sempre più veloce, sentivo gli ansimi di Eleonora che si mischiano con quelli di Roberto. Lui non resistette oltre e, con un ansimo più forte capii che le stava venendo nella figa. Anche lei non resistette oltre en con urletti di piacere sempre più forti, venne nuovamente. A tutti quegli stimoli non resistetti oltre e venni anch’io, sentendo i fiotti di sborra che le inondavano il culo.
Quando i respiri si calmarono ci staccammo e ci buttammo sul divanetto. Eleonora colava sborra da ogni buco e scappò in bagno mentre io e Roberto ci guardavamo felici di aver condiviso una donna tanto calda quanto porca.
Era ormai l’una di notte, quando rientrai silenziosamente nella mia camera dove Elena dormiva profondamente con al suo fianco la nostra piccolina. Un vago senso di colpa mi colse, ma in fondo l’amore che provo è solo per loro due il resto è solo divertimento.
Fu un’esperienza bellissima che quell’estate si ripeté diverse volte.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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